venerdì 2 gennaio 2015

Messico - 21 anni di lotta zapatista


Ad Oventic è stranamente caldo, meglio dire è caldo per essere Oventic il 31 di Dicembre. I classici suoni di marimba e cumbia presto riempiono il palco del Caracol II, e altrettanto presto iniziano i balli in pista delle basi di appoggio zapatiste, e dei tanti solidali accorsi.


Alle 21.30 circa sembra iniziare la cerimonia ufficiale, ma inizierà davvero solo alle 22.30.
Sono i genitori e sopravvissuti di Ayotzinapa ad avere la prima fila del palco e i primi interventi dopo l’inno Messicano.
Poi è la volta di un rappresentante del CNI. La lotta di Ayotzinapa è un simbolo mondiale e il congresso nazionale indigeno assume il dolore e la rabbia per i desaparecidos e i morti della Scuola Normale Rurale del Guerrero come propri.
L’intervento spazia nella sua semplicità dialettica ma allo stesso tempo determinata e radicale.
La necessità di pensarsi come un unico soggetto in lotta è la tesi spinta. Unico soggetto capace di unire mondo indigeno e non.
Poi è la volta del Subcomandante Moisés: discorso di oltre 30 minuti, interrotto da un abbraccio a tutti i rappresentanti di Ayotzinapa.
Il sub Moi dice che alcune importanti cose verranno comunicate nei prossimi giorni, importanti perché “semplici”aggiunte.
L’EZLN, per voce del suo capo militare e portavoce, ribadisce la necessità di rispondere al mal governo con l’autonomia, all’ingiustizia con la lotta e ricorda come il vero mandante di quello che accade nel mondo sia il capitale e che il ruolo dei governi è quello di marionette.
Molto di più tra le righe invece: la necessità di essere unico soggetto in lotta viene riaccennata parlando di Ayotzinapa, viene fatto intendere anche, a prima vista, che occorre costruire e lavorare in questo senso dentro e oltre al rapporto Ezln – CNI.
Bisogna trovare delle risposte alle domande che le lotte offrono, queste risposte secondo l’EZLN non possono essere date da un singolo, un leader o un capo popolo ma solo dal confronto tra le lotte, le resistenze e le ribellioni. Per di più non esiste una sola risposta alla stessa domanda, ma esistono esperienza e possibilità differenti.
Diverse migliaia di persone in silenzio hanno ascoltato Moisés (a breve la trascrizione del testo sarà disponibile on line) parlare anche del sempre difficile rapporto necessario tra azione e ragionamento. Poi si canta l’inno Zapatista e ci si scambia un abbraccio complice.
Buon compleanno ezln, altri 21 anni di resistenza e ribellione!
Buon 2015, che a volte buono può voler dire anche semplice e non portarsi dietro cambiamenti.
tratto da http://20zln.noblogs.org/

giovedì 25 dicembre 2014

Messico - Natale di lotta per #Ayotzinapa e Festival zapatista delle Resistenze e Ribellioni

di Fabrizio Lorusso
Anche se il Messico sembra essere in vacanza, non è così. Lontano dai grandi centri turistici all inclusive e dalla riviera maya, il paese non smette di protestare e di mostrare al mondo la sua vera faccia. Quella degli oltre 130 mila morti in 8 anni e della guerra alle droghe e ai narcos che s’è trasformata in una specie di guerra civile sanguinaria e in un conflitto contro la stessa società. Quella dei 27 mila desaparecidos che ormai superano le cifre delle sparizioni forzate dell’ultima dittatura argentina. Si moltiplicano e continuano le iniziative per i 43 studenti desaparecidos di Ayotzinapa, un caso che ha fatto e continua a fare il giro del mondo per la sua crudeltà ed efferatezza, rese ancor più drammatiche dalla certezza che si tratti di un crimine di stato e non di un conflitto tra bande o un problema “politico” di indole locale e circoscritta.
Dall’inizio di ottobre gli eserciti guerriglieri dello stato messicano del Guerrero, in primo luogo l’EPR e l’ERPI, hanno emesso più di dieci comunicati che denunciano le implicazioni dell’esercito nella sparizione dei 43 studenti normalisti a Iguala lo scorso 26 settembre. I loro appelli sono passati quasi inosservati, anche se nelle scorse settimane sono state numerose le dichiarazioni dei genitori degli studenti e dei membri della UPOEG (Unione Popoli Originari Stato del Guerrero), di cui fanno parte anche alcuni familiari dei normalisti, che hanno indicato i militari, specialmente nel 27esimo battaglione che si trova a solo un chilometro e mezzo da dove sono stati sequestrati i ragazzi della scuola di Ayotzinapa, come possibili responsabili. In uno striscione o narcomanta, un metodo di comunicazione sui generis usato dai narcos o da altri ignoti “interlocutori” per mandare messaggi al governo, ai gruppi rivali o all’opinione pubblica, il 31 di ottobre erano stati denunciati due ufficiali di quel battaglione: si facevano addirittura i nomi del tenente Barbosa e del capitano Crespo. Firmato: il capo Gil, del cartello dei Guerreros Unidos.

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!