venerdì 2 gennaio 2015

Messico - Capodanno a Oventic per il #FestivalRyR: l’EZLN e Ayotzinapa

Il ventunesimo anno dell’EZLN si apre insieme ai familiari dei 43 studenti desaparecidos 

E’ accolta nel tardo pomeriggio nel Caracol di Oventic tra due file di zapatisti, la delegazione dei familiari di Ayotzinapa al Primo Festival Mondiale delle Resistenze e Ribellioni contro il Capitalismo.

Hanno inizio così i festeggiamenti che portano nel ventunesimo anno dell’apparizione dell’EZLN e nel trentunesimo anno dell’inizio della sua storia.


Più di un quarto di secolo e come dice nella notte il Subcomandante Moises, annunciando una prossima riflessione sul "mondo piccolo e il mondo grande", "saranno parole e pensieri difficili perché sono semplici. Perché vediamo chiaramente che il mondo non è quello di 100 anni fa, e neanche quello di 20 anni fa".

I festeggiamenti del Capodanno sono dedicati al Festival, promosso dal CNI (Congresso Nazionale Indigeno) e dall’EZLN (esercito Zapatista di Liberazione Nazionale) e che ha visto al centro delle attività delle tre "comparticion" svolte a San Francisco Xochicuatla, Amalcingo e Monclova, la delegazione dei familiari e studenti Ayotzinapa.


Saranno proprio loro ad iniziare l’atto politico che accompagna lo scoccare della mezzanotte. Le parole di Berta Nava Martínez, madre de Julio César Ramírez Nava e quelle di Mario César González Contreras, padre de César Manuel González Hernández sono brevi e cariche di sentimento. Tutte e due ringraziano l’EZLN per averli appoggiati e per la possibilità attraverso il Festival di conoscere molte altre realtà che hanno fatto propria la lotta per la verità e la giustizia sulla vicenda dei 43 studenti aggrediti ad Iguala.

Da quel 26 settembre con l’aggressione agli studenti della Normal Rural di Ayotzinapa la determinazione dei familiari nel affermare "vivos se lo llevaros, vivos los queremos" (li hanno presi vivi e vivi li vogliamo), la volontà, comprensibile e determinata, di riavere i figli vivi, la denuncia che "el gobierno los tiene" (li ha il governo), la speranza che ha smontato una per una le contraddittorie e balbettanti versioni ufficiali, la denuncia delle responsabilità del narco-stato hanno creato uno spazio-tempo aperto, dando vita ad una movimentazione inedita per lo scenario messicano.


E’ come se la desaparicion dei 43 studenti, l’incertezza sul loro destino accompagnata invece dalla certezza delle responsabilità, da monito di paura e rassegnazione si sia trasformata nella goccia che ha fatto trabboccare il vaso.


Dal nord al sud del paese quel "vivos los queremos" (li vogliamo vivi) ha raccolto e reso esplicito quel che prima covava dietro la paura e la rassegnazione: l’insopportabilità della dimensione del narco-stato. 
Di quell'insieme, a volte per noi che viviamo dall'altra parte del globo incomprensibile, di corruzione, violenza, saccheggio, sfruttamento che nell'ultimo decennio ha caratterizzato la vita sociale e politica del Messico.

Messico - 21 anni di lotta zapatista


Ad Oventic è stranamente caldo, meglio dire è caldo per essere Oventic il 31 di Dicembre. I classici suoni di marimba e cumbia presto riempiono il palco del Caracol II, e altrettanto presto iniziano i balli in pista delle basi di appoggio zapatiste, e dei tanti solidali accorsi.


Alle 21.30 circa sembra iniziare la cerimonia ufficiale, ma inizierà davvero solo alle 22.30.
Sono i genitori e sopravvissuti di Ayotzinapa ad avere la prima fila del palco e i primi interventi dopo l’inno Messicano.
Poi è la volta di un rappresentante del CNI. La lotta di Ayotzinapa è un simbolo mondiale e il congresso nazionale indigeno assume il dolore e la rabbia per i desaparecidos e i morti della Scuola Normale Rurale del Guerrero come propri.
L’intervento spazia nella sua semplicità dialettica ma allo stesso tempo determinata e radicale.
La necessità di pensarsi come un unico soggetto in lotta è la tesi spinta. Unico soggetto capace di unire mondo indigeno e non.
Poi è la volta del Subcomandante Moisés: discorso di oltre 30 minuti, interrotto da un abbraccio a tutti i rappresentanti di Ayotzinapa.
Il sub Moi dice che alcune importanti cose verranno comunicate nei prossimi giorni, importanti perché “semplici”aggiunte.
L’EZLN, per voce del suo capo militare e portavoce, ribadisce la necessità di rispondere al mal governo con l’autonomia, all’ingiustizia con la lotta e ricorda come il vero mandante di quello che accade nel mondo sia il capitale e che il ruolo dei governi è quello di marionette.
Molto di più tra le righe invece: la necessità di essere unico soggetto in lotta viene riaccennata parlando di Ayotzinapa, viene fatto intendere anche, a prima vista, che occorre costruire e lavorare in questo senso dentro e oltre al rapporto Ezln – CNI.
Bisogna trovare delle risposte alle domande che le lotte offrono, queste risposte secondo l’EZLN non possono essere date da un singolo, un leader o un capo popolo ma solo dal confronto tra le lotte, le resistenze e le ribellioni. Per di più non esiste una sola risposta alla stessa domanda, ma esistono esperienza e possibilità differenti.
Diverse migliaia di persone in silenzio hanno ascoltato Moisés (a breve la trascrizione del testo sarà disponibile on line) parlare anche del sempre difficile rapporto necessario tra azione e ragionamento. Poi si canta l’inno Zapatista e ci si scambia un abbraccio complice.
Buon compleanno ezln, altri 21 anni di resistenza e ribellione!
Buon 2015, che a volte buono può voler dire anche semplice e non portarsi dietro cambiamenti.
tratto da http://20zln.noblogs.org/

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!