Torturato, decapitato e smembrato. Il corpo dell’attivista messicano Alejandro Gustavo Salgado Delgado
è stato ritrovato così, nei pressi di un villaggio di campagna nel comune di Ciudad Ayala (Morelos).
Aveva 32 anni ed era un dirigente del Frente Popular Revolucionario (Fpr). Svolgeva attività
politica e di sostegno ai braccianti della montagna di Guerrero, uno dei territori con la maggior
quantità di coltivazioni di oppio al mondo. L’Fpr è un movimento di guerriglia di stampo leninista
che ha le sue basi legali nelle poverissime zone di campagna della regione ed è presente nelle Normales
Rurales, tradizionali fucine di rivoluzionari.
Studenti normalistas erano anche i 43 scomparsi di Ayotzinapa, al centro di una mobilitazione che
non si placa.
L’Fpr aveva subito diffuso un comunicato di sostegno aperto ai famigliari degli studenti
e alle organizzazioni popolari per denunciare «il crimine di stato». Delgado era in prima fila nelle
manifestazioni che hanno scosso la coscienza del Messico a seguito del massacro di Iguala (nel Guerrero)
del 26 settembre scorso. Allora, l’attacco congiunto di narcotrafficanti e polizia locale ha provocato
diversi morti e feriti fra gli studenti che manifestavano contro le politiche di privatizzazione
del presidente Enrique Peña Nieto.
E da quel giorno mancano all’appello 43 ragazzi: anzi, 42 dopo
che l’esame dei resti ritrovati in una delle numerose fosse comuni clandestine venute alla luce dopo
il caso, ne ha identificato uno. Il governo ha deciso di interrompere le ricerche prendendo per buona
la versione fornita da alcuni pentiti: i poliziotti hanno consegnato i ragazzi ai narcos e questi li hanno
uccisi e bruciati nella discarica di Cucula.
sabato 7 febbraio 2015
domenica 1 febbraio 2015
Messico - Da Aytozianpa: "Continueremo la lotta, grazie a tutt@ quelli che stanno con noi"
La Procura Generale cerca di affossare la verità, i familiari non ci stanno e volano a Ginevra per sottoporre a livello internazionale le responsabilità del governo e dell’esercito messicano
Il giorno prima in migliaia manifestavano in Messico e nel mondo per il massacro di Iguala e la scomparsa dei 43 studenti della Normal di Ayotzinapa.
Il giorno dopo in pompa magna la PGR Procura Generale della Repubblica Messicana ha convocato una conferenza stampa, arrivando a presentare un video sulle indagini, per dichiarare a suo avvisa chiusa la vicenda: gli studenti sarebbero stati uccisi e poi bruciati in una discarica.
Si vuole avvalorare la versione presentata nello scorso novembre, utilizzando de dichiarazioni dei narco del gruppo Guerreros Unidos in stato di detenzione, per dire che gli studenti sono stati uccisi da un gruppo di poliziotti corrotti e narcos.
La ricostruzione ovviamente vuole affossare la verità su quel che è successo veramente ad Iguala e soprattutto coprire le responsabilità dell’esercito, le coperture politiche e le responsabilità di quanto è avvenuto.
La ricostruzione ovviamente vuole affossare la verità su quel che è successo veramente ad Iguala e soprattutto coprire le responsabilità dell’esercito, le coperture politiche e le responsabilità di quanto è avvenuto.
I familiari e gli studenti di Ayotzinapa non ci stanno.
Oltre ad annunciare che continueranno la lotta, allargano a lvello internazionali le azioni contro il governo messicano per le sue responsabilità e quelle dell’Esercito.
Oltre ad annunciare che continueranno la lotta, allargano a lvello internazionali le azioni contro il governo messicano per le sue responsabilità e quelle dell’Esercito.
La prima tappa sarà il 2 e 3 febbraio quando una delegazione dei familiari si recherà a Ginevra al Comitato sulle sparizioni forzate dell’ONU.
Le mobilitazioni innescate da #Ayotzinapa, lo slogan "vivos los llevaron, vivos los queremos"vanno ben al di là di quanto successo a Iguala.
Come dicono i familiari e gli studenti della Normal, Ayotzinapa parlano di qualcosa che non può essere fermato con falsità e menzogne: la necessità di un cambiamento radicale in Messico, come vuole chi sta continuando a scendere in piazza.
Come dicono i familiari e gli studenti della Normal, Ayotzinapa parlano di qualcosa che non può essere fermato con falsità e menzogne: la necessità di un cambiamento radicale in Messico, come vuole chi sta continuando a scendere in piazza.
Un messaggio da Ayotzinapa dice chiaro che non si ferma la mobilitazione e ringrazia chi nel paese e a livello internazionale si sta mobilitando,
DIECI PUNTI CONTRO LA VERSIONE PRESENTATA DALLA PGR.
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BOICOTTA TURCHIA
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Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.
La lucha sigue!