venerdì 20 febbraio 2015

Kurdistan - PJAK: Se le esecuzioni dovessero continuare, saremmo costretti ad agire

Saman Nasim è un attivista politico che è stato condannato alla pena di morte dal regime iraniano. Questo ha creato un’ondata di preoccupazione in tutto il mondo, preoccupazione che aumenta con il passare dei giorni.

Il 9 febbraio Human Rights Watch ha reso noto che un prigioniero politico condannato a morte di nome Saman Nasim, in carcere da quando aveva 17 anni, era stato torturato, aggiungendo inoltre che le prove portate durante le indagini erano insufficienti e che quindi si sarebbe dovuta sospendere la condanna a morte.

Il partito della vita libera del Kurdistan (PJAK) ha pubblicato un comunicato dove si afferma che la pena di morte non è utile al Paese in quanto crea solo paura e ansia tra i cittadini. 

Questo strumento inoltre riduce le possibilità di creare uno stato democratico e di trovare una soluzione alla questione curda.

Questo comunicato è arrivato dopo lo sciopero della fame portato avanti dai prigionieri politici nel carcere di Urmiye. 

I loro sforzi sono la dimostrazione che l’Iran arresta prigionieri politici, cosa che ha negato per molto tempo. Il regime iraniano non ha rilasciato commenti sulle sue azioni inumane, che includono le esecuzioni per impiccagione.


PJAK è fortemente contrario alle azioni del regime contro la popolazione e ha avvisato che, se le esecuzioni dovessero continuare, il PJAK reagirebbe con forza contro di queste.

martedì 17 febbraio 2015

Kurdistan - Una richiesta di aiuti internazionali per ricostruire e normalizzare la vita nel Cantone di Kobane

Una richiesta di aiuti internazionali per ricostruire e normalizzare la vita nel Cantone di Kobane
Dopo mesi di combattimenti, le nostre coraggiose unità YPG e YPJ hanno scacciato con successo tutti i terroristi ISIS dal nostro cantone democratico di Kobane. Siamo grati per tutto il sostegno internazionale che abbiamo ricevuto per raggiungere questa vittoria in battaglia. Tuttavia, finora non abbiamo ricevuto alcun aiuto umanitario ufficiale da qualsiasi governo o organizzazione internazionale. Dei 525.000 civili del Cantone di Kobane, solo 25.000 risiedono attualmente all’interno di Kobane. Dei rimanenti civili, 200.000 sono al momento intrappolati in Turchia e il resto è sparso in diversi paesi. Sono tutti in attesa di tornare alle proprie case. Al fine di facilitare una pacifica transizione dei rifugiati verso le loro legittime case, vi sono una serie di ostacoli che devono essere superati.

1. Ricostruzione della città di Kobane. Come risultato dell’offensiva di ISIS contro Kobane, più dell’80% della città è andato completamente distrutto e ha urgente bisogno di essere ricostruito. Ciò è di estrema importanza perché i rifugiati non possono tornare nelle proprie case finché la città non sarà ricostruita. Negli ultimi due anni, non c’è stata corrente elettrica a Kobane e si è avuta una carenza costante di acqua. Una tale mancanza di servizi rende molto difficile per le persone riprendere la propria vita in città. Affinché i civili possano tornare in sicurezza alle loro case, stiamo facendo un appello urgente per gli aiuti internazionali e il sostegno alla ricostruzione della nostra città.

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!