IL CAPITALISMO DISTRUGGE. I POPOLI
COSTRUISCONO.
Subcomandante Insurgente
Moisés
Buongiorno a tutti, compagni e compagne di questa zona, di questo Caracol della Realidad, zona Selva di Confine.
Oggi siamo qui con voi, compagni, compagne di questa zona, per fare una consegna nelle mani dei compagni e compagne basi di appoggio di questa comunità zapatista La Reaidad, Nueva Victoria, nome di battaglia dato dall’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale.
Compagni e compagne, dobbiamo dire che ognuno di noi zapatisti ancora soffre, ma non solo gli zapatisti del Messico, ma del mondo intero, perché manca il compagno il cui nome è stato dato a questa opera: il compagno Galeano.
Questa costruzione è il frutto del lavoro, dell’impegno e dell’organizzazione dei compagni e compagne della Sexta internazionale e della Sexta nazionale. Questa è la dimostrazione di quello che siamo noi zapatisti del Messico e del mondo.
Quello che siamo realmente, quello che pensiamo, vogliamo, è la vita e non che ci uccidano.
Ma il sistema capitalista distrugge sistematicamente quello che il popolo costruisce. Ma il popolo non smette di costruire, perché è la sua vita. Il sistema distrugge perché sa che un giorno il sistema stesso sarà distrutto, perché è un sistema di sfruttamento, di umiliazione.
Non è vita quella che costruisce il capitalismo, a noi poveri non lascia niente, oltre a quello che costruiamo noi stessi, popoli, uomini e donne che lottiamo, nessuno altro.
Lo diciamo qui, sul luogo della costruzione, quello che siamo, nel villaggio del compagno Galeano, maestro della Scuola zapatista, sergente nella lotta, miliziano nell’organizzazione, autorità nella vita, per noi un esempio.
Il capitalismo vuole distruggere questo esempio e noi non lo permetteremo.
Vogliamo dire chiaro qua, di fronte a questa gente, a quelli che non stanno con noi: noi non siamo contro di loro. Vogliamo rispetto, loro lo sanno. Abbiamo detto: se ci rispettano anche noi li rispettiamo, non vogliamo ammazzare povera gente. Ma se loro cedono, sappiano che stanno al fianco del criminale, dello sfruttatore, dell’assassino, che è il capitalismo.
Diciamo chiaramente alla gente che non è d’accordo con noi: a noi non fa niente se non sono d’accordo con noi, perché un giorno questo sarà per loro, forse ora non lo vedono perché molti hanno cinquanta o sessanta anni, ma il frutto di quello che noi stiamo costruendo lo vedranno i loro figli e le loro figlie.
Lo diciamo con tutto il cuore e sinceramente: lottiamo per il popolo del Messico, e forse siamo un esempio per il mondo. Vogliamo che sia chiaro che quello che vogliamo è la vita.
L’abbiamo già detto riguardo ai soldati, per esempio, i poliziotti, stiamo lottando anche per loro, perché sappiamo che sono povera gente, per povertà vendono il loro corpo, la loro vita, la loro anima, il loro sangue, le loro ossa, la loro carne; si vendono ed il capitalismo li compra per difendersi. Non vediamo mai un ricco, il figlio di un ricco che va a fare il soldato, che viene qui e ci affronta, certo, ci sono anche i figli dei ricchi ma sono generali che sfruttano i propri soldati.