Saluto il nuovo giorno [Newroz] di tutto il nostro popolo e degli amici schierati con la pace, l’uguaglianza, la libertà e la democrazia.
La crisi causata dalle politiche neoliberiste imposte a tutto il mondo dal capitalismo imperialista e dai suoi dispotici collaboratori locali porta effetti sulla nostra regione e sul nostro paese. In questo contesto di crisi, le diversità etniche e religiose del nostro popolo e le nostre culture vengono cancellate da guerre identitarie brutali e senza senso.
I nostri valori, storici e moderni, della nostra coscienza e politici, non possono essere messi a tacere, né cedere alla rassegnazione di fronte a questo panorama politico. Al contrario è nostra responsabilità religiosa, politica e morale dispiegare un intervento urgente.
La nostra lotta per la democrazia, la libertà, la fratellanza e una pace dignitosa per il nostro popolo attraversa ora una fase storica. Questa lotta di quarant’anni del nostro movimento, lotta dolorosa, non è stata invano, ma ora ha raggiunto una fase che non può essere portata avanti allo stesso modo.
La storia e il nostro popolo chiedono una soluzione democratica e la pace, propria dello spirito del nostro tempo. Su questa base, ci troviamo di fronte alla missione di avviare il nuovo processo in base ai dieci articoli ufficialmente dichiarati nello storico palazzo Dolmabahçe (Palazzo del Governo, il luogo del rilancio del 10 punti in 28 febbraio 2015)
Con l’accordo sui principi contenuti nella dichiarazione, vedo la
necessità storica di tenere un congresso per fermare la lotta armata
intrapresa dal PKK contro la Repubblica turca da quasi 40 anni, e per
impostare le strategie e le tattiche sociali adatte al nuovo periodo.
Spero che raggiungendo un accordo generale in breve tempo attraverso la
commissione per la verità e la riconciliazione, basata sui membri del
parlamento e il comitato di monitoraggio, si tenga con successo questo
congresso. Ora, con il nostro congresso, il nuovo periodo inizia.