martedì 11 aprile 2017

Messico - Comunicato congiunto del CNI e dell’EZLN

Comunicato congiunto del CNI e dell’EZLN per denunciare la repressione contro la comunità Purépecha di Arantepacua, Michoacán


Alla Comunità Purépecha di Arantepacua, Michoacán,

Ai mezzi di comunicazione alternativi,

Ai popoli del mondo

Il Congresso Nazionale Indigeno, i popoli, nazioni e tribù che ne fanno parte, manifestano la propria indignazione per il vile attacco del malgoverno contro la comunità purépecha di Arantepacua, Michoacán, nei giorni 4 e 5 aprile del presente anno.

Mentre una commissione di comuneros cercava di dialogare a un tavolo con il malgoverno dello stato di Michoacán, il governatore Silvano Aureoles Conejo li ha traditi. Dapprima impedendo loro il passaggio con centinaia di granatieri e decine di camion quando si dirigevano a Morelia per cercare di arrivare ad accordi che portino alla risoluzione di un vecchio conflitto agrario. Poi, mentre la commissione aveva in corso il negoziato con il governo, quando numerosi contingenti della polizia di Michoacán e della Polizia Ministeriale dello Stato hanno attaccato la comunità insieme a forze federali, seminando il terrore, entrando nelle case per arrestare i comuneros e aprendo il fuoco indiscriminatamente, stroncando la vita di tre comuneros di Arantepacua:

José Carlos Jiménez Crisóstomo (25 anni)
Luis Gustavo Hernández Cuenete (15 anni
Francisco Jiménez Alejandre (70 años circa).

Inoltre c’è stata una quantità imprecisata di feriti, dei quali due si trovano in gravi condizioni, mentre 38 comuneros sono stati arrestati dal governo di Michoacán il giorno 4 aprile e altri 18 il giorno 5 aprile, essendo accusati di delitti fabbricati per criminalizzare l’esigenza dei loro diritti.

Fratelli e sorelle di Arantepacua, il vostro dolore per l’omicidio dei compagni è nostro. Lottiamo e dunque abbiamo la certezza che il castigo per i colpevoli sorgerà dalla dignità, la resistenza e la ribellione dei nostri popoli. Seminare verità e giustizia nella distruzione verso cui ci portano i potenti è ciò che sappiamo fare noi popoli.

I malgoverni pensano che spargere il terrore nei territori indigeni del Michoacán, e nella gran parte della geografia nazionale, sia il modo di silenziare i popoli e la loro parola, ma tutto ciò non passerà, perché la parola che oggi gridano collettivamente i popoli originari nasce giustamente dall’indignazione, l’averne abbastanza e la decisione di non lasciarsi ammazzare, depredare, dividere o comprare.

Ci pronunciamo insieme all’assemblea comunale di Arantepacua per:

  • La cessazione immediata dell’escalation repressiva contro Arantepacua e le comunità purépecha della regione.
  • La libertà inmediata dei compagni detenuti dal malgoverno.
  • Giustizia per le vittime della vile aggressione e riparazione di tutti i danni causati.
  • Castigo al governatore Silvano Aureoles e a tutti i responsabili, materiali e intellettuali, dei crimini commessi.
  • Che siano ritirate le forze di polizia e militari da Arantepacua, poiché finché saranno presenti non cesserà l’aggressione contro i comuneros.

Cordialmente

6 aprile 2017

Giustizia per Arantepacua

Giustizia per il Popolo Purépecha

Per la Ricostruzione Integrale dei Nostri Popoli

Mai Più Un Messico Senza Di Noi

Congresso Nazionale Indigeno

Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale



Traduzione a cura dell’Associazione Ya Basta! Milano

sabato 8 aprile 2017

Paraguay - Questioni chiave per comprendere la situazione

Venerdì scorso [31.03.2017, ndr] una notizia ha fatto il giro del mondo: manifestanti danno fuoco al Parlamento dopo l’approvazione del Senato all'emendamento costituzionale, che dovrà essere approvato in un successivo referendum e che prevede la possibilità di rielezione per il Presidente. Cosa sta accadendo davvero in Paraguay?

• Paraguay: «Que se vayan todos» di Santiago Mayor*
Rapidamente, importanti mezzi di comunicazione paraguayani e il Partido Liberal (all'opposizione) hanno denunciato l’illegalità della risoluzione, sostenendo che si tratta di una manovra dell’attuale Presidente Horacio Cartes per perpetuarsi al governo.
Paradossalmente – per lo meno dal punto di vista di chi non conosce i dettagli del dibattito – anche il progressista Frente Guasù, anch’esso all’opposizione e che vede come massimo referente l’ex Presidente Fernando Lugo, è posizionato a favore della riforma. Lo scenario è più complesso di quanto un’analisi superficiale possa prevedere.
Cosa ha approvato il Senato paraguayano?
Il progetto promosso dal partito governativo (Partido Colorado) e appoggiato dal Frente Guasù e dai settori dissidenti del Partido Liberal prevede la modifica degli articoli 161, 197, 229 e 235 della Costituzione. L’articolo 229, così modificato, permetterebbe ai presidenti e vicepresidenti la possibilità di rimanere in carica per cinque anni e di essere rieletti due volte consecutivamente o in maniera alternata.
Oltre a questo, è previsto che coloro che occupano tali cariche possano correre per la rielezione nel ciclo successivo solo qualora presentino le dimissioni fino a sei mesi prima delle elezioni. A questo si aggiunge il fatto che, secondo la legislazione vigente, le dimissioni di un Presidente devono essere approvate dal Parlamento: con la modifica della Costituzione, tuttavia, sarà sufficiente comunicare la rinuncia agli altri poteri dello Stato.
Queste modifiche alla Costituzione dovranno comunque essere riconosciute o respinte attraverso referendum prima delle elezioni presidenziali del 2018.
Va ricordato che l’attuale Carta – approvata nel 1992 – proibisce qualsiasi tipo di rielezione, anche a coloro che già hanno ricoperto il ruolo di Presidente. Uno dei motivi che portarono a questa particolarità della legge fondamentale paraguaiana risiede nel fatto che la prolungata dittatura di Alfredo Stroessner (1954-1989) cercò di legittimarsi proprio attraverso elezioni truccate che gli hanno permesso di essere eletto per sette mandati consecutivi.
Quali sono le controversie?
La prima critica mossa da chi si oppone alla riforma – in primo luogo il Partido Liberal e diversi mezzi di comunicazione – si basa sul fatto che è la stessa Costituzione a proibire la rielezione. Modificare la Carta per via parlamentare sarebbe quindi incostituzionale, anche qualora fosse previsto un successivo referendum popolare.
Allo stesso tempo viene denunciata l’assenza durante la sessione del Presidente della Camera Alta, Roberto Acevedo; per tanto lo stesso procedimento (al di là del contenuto della riforma) sarebbe illegale.
La normativa è stata approvata in una sessione alla quale erano presenti 25 dei 45 senatori.
Cosa è successo venerdì notte [31.03.2017, ndr]?

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!