mercoledì 3 gennaio 2018

Messico - Trump, il rasoio di Ockham, il gatto di Schrödinger e il gatto-cane



28 dicembre 2017.

Di nuovo buongiorno, buon pomeriggio, buona sera,

Forse qualcuna, qualcuno, qualcunoa, ricorda che il defunto SupMarcos insisteva sul fatto che il sistema capitalista non poteva essere capito senza il concetto di guerra. Ovviamente, ammettendo che si tratti di un concetto. Diceva che la guerra era il motore che aveva permesso, prima, l’espansione del capitalismo, poi la sua consolidazione come sistema mondiale, oltre ad essere lo strumento per affrontare concorrenti e profonde crisi.



Eh, lo so, cos'altro ci si può aspettare da un soldato? Devo però segnalare, per rassicurarvi, che il SupMarcos non considerava come guerra solo quella militare. Magari una rilettura della sua corrispondenza con Don Luis Villoro Toranzo del 2010, resa pubblica a inizio 2011, potrebbe aiutarci a capirlo. Nel primo di questi scambi pubblici, viene sgretolata l’inefficacia apparente della cosiddetta “guerra al narcotraffico” inaugurata dall’affezionato ai videogiochi bellici, Felipe Calderón Hinojosa. E parlo di “inefficacia apparente” perché, in effetti, visti i risultati, è stata ed è tuttora inefficace per combattere il crimine organizzato, ma è stata efficace per mettere i militari a governare di fatto in varie regioni di questo paese chiamato “Messico”.

Lo menziono qui perché, a differenza del defunto, a mio modo di vedere il capitalismo può essere studiato come un crimine.

Affrontarlo così richiederebbe la conoscenza scientifica di materie che potrebbero sembrare lontane da quelle che sono conosciute tradizionalmente come “scienze sociali”.

Insomma, catalogate pure come volete questa divagazione teorica, forse prodotto di un corso inconcluso, per corrispondenza, da detective privato, in quell’epoca lontana in cui la posta non faceva riferimento a conti elettronici e nickname, e che, quando si scriveva l’indirizzo, si metteva la zona postale e non l’IP o il protocollo di internet; un’epoca in cui si poteva studiare, anche per corrispondenza, da un corso da fabbro fino a uno da pilota di aerei, passando, chiaramente, da “come avere un corpo come quello di Charles Atlas senza il bisogno di andare in palestra e in poche settimane”, che non ho avuto bisogno di seguire perché è evidente che le mie gambe sono già sufficientemente belle e tondeggianti (riiiiiiso con latte).

Insomma, mettetemi nell’archivio di alcuni di quegli “ismi” a portata di mano sulle reti sociali, ed evitate di concluderne che le scienze sociali continueranno ad essere incomplete finché non includeranno la criminologia tra i loro strumenti, oltre che, ammesso che si tratti di un crimine, la cosiddetta scienza forense.

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Ma continuerò a parlare di un crimine. Un crimine spiegato da diverse prospettive.

Prendiamo un esempio recente: i terremoti e le disgrazie che hanno causato.

Potremmo fare domande sulle condizioni delle strutture. Ammettiamo che ci sia stato e che ci sia uno studio scientifico del sottosuolo, calcoli sulla resistenza dei materiali e cose del genere. Quelli che hanno fatto della scienza la propria vocazione, la propria professione e la propria vita, possono dirci che le cose stanno così. Che le scienze possono darci gli elementi per evitare o almeno per ridurre il rischio che gli edifici collassino.

Vale a dire, in una zona sismica e con precedenti di terremoto, ci sarebbe da aspettarsi che gli edifici vengano costruiti prendendo in considerazione tutto ciò. Non sarebbe affatto serio che venissero realizzate delle costruzioni per poi pregare affinché non arrivino terremoti a buttarle giù.

Non so, magari gli scienziati potrebbero rispondere alla domanda chiave, che tra l’altro non è perché avvengono i terremoti, ma perché muoiono persone sotto le macerie di edifici che avrebbero dovuto essere costruiti per resistere ai terremoti.

Ma a quanto pare, secondo gli studi oggi di moda, tutto dipende.

Quindi, come ha detto il neo filosofo della scienza, “l’intellettualmente formidabile” (secondo la stampa che l’ha fatto suo), il cittadino senza partito José Antonio Meade Kirubreña, “passeremo a uno schema in cui la domanda non avrà senso”. Vale a dire, non chiederemo chi sono i responsabili, per commissione o per omissione, del fatto che questi edifici siano crollati e siano morte centinaia di persone. No, quel che chiederemo è perché c’è stato il terremoto. Ci limiteremo a questo, seguendo sempre questo intellettuale organico postmoderno, con un’altra domanda: Perché ci sono i terremoti o i sismi, o come si dice quando la terra abbandona la sua rassegnazione apparente e si muove?

No, se sperate in una spiegazione scientifica, state aspettando in vano. Le spiegazioni valide sono quelle che hanno più followers, ascoltatori, simpatizzanti e militanti. È da tempo ormai che la scienza perde ogni concorso di popolarità.

Quindi dipende dallo schema in cui sono date le spiegazioni.

Prendiamone una, quella del signor Alberto Villasana, che si autodefinisce, con modestia esemplare, “Teologo cattolico, Filosofo, Analista internazionale. Esperto di relazioni Chiesa-Stato. Autore di 12 libri. 3 volte Premio Nazionale di Giornalismo”, il che spiegherebbe, di fronte alla fede, i suoi 15,6 mila seguaci su twitter.

Non ridete, questo numero supera di gran lunga quello degli assistenti, partecipanti e presenti a questo incontro.

Riguardo al terremoto del 19 settembre 2017, l’illustre e illustrato Villasana ha scritto: “Questo è senza dubbio un avvertimento di Dio, una grazia molto speciale per il Messico, per prepararci a tutto quel che verrà…”.

Come l’ha saputo? Beh, pare che Villasana assicura che, al momento del terremoto, stavano celebrando un esorcismo a qualcuno posseduto da 4 demoni. “Durante l’esorcismo, gli infestanti hanno dichiarato che il terremoto del 19 settembre fa parte degli avvertimenti di Dio prima del grande castigo”, ha pubblicato nel suo articolo. Oltre ai terremoti, ci saranno uragani ed eruzioni vulcaniche. Secondo il teologo, questi castighi sarebbero “per aver approvato l’aborto nella stessa città in cui la Madre di Dio apparse nel 1531”. Secondo gli argomenti di Villasana, il sisma sarebbe un avvertimento per i messicani. Sul suo conto di Twitter, ha pubblicato l’immagine delle macerie del monumento alla Vergine: “Il collasso del monumento alla madre è significativo: proprio nella città dove è stato approvato l’aborto”.

Malgrado la sua sapienza indiscutibile, Villasana non è molto originale. A novembre 2016, i giornali italiani hanno segnalato che il sacerdote Giovanni Cavalcoli, conosciuto per la sua carriera da teologo, ha fatto le seguenti dichiarazioni la domenica del 30 ottobre, lo stesso giorno che un sisma di magnitudo 6,5 ha scosso la regione centrale dell’Umbria: la scosse sismiche sono un “castigo divino per l’offesa alla famiglia e alla dignità del matrimonio, soprattutto per colpa delle unioni civili omosessuali”.

Lo schema da cui dipende questa spiegazione, ha numerosi seguaci.

Giusto un paio di settimane fa, a dicembre di quest’anno, il cardinale emerito Juan Sandoval Iñíguez ha responsabilizzato le donne e loas otroas della violenza del crimine organizzato, dei terremoti e delle inondazioni.

Come tribuna per fornire questa spiegazione così scientifica, Sandoval Iñíguez ha convocato un certo “Grande Atto di Espiazione” che, per quel che ho capito, è tipo un incontro delle IncoScienze per la Deità, ma con più potere di convocatoria di questo a cui partecipiamo. L’evento si è svolto nello Stadio Azzurro, a Città del Messico che, tra l’altro, è ubicato meglio del CIDECI.

Tanto per cambiare, anche lì c’erano degli incappucciati. A differenza di chi ci convoca, però, che si dedicano a parlare male del capitalismo, gli incappucciati di Sandoval Iñíguez si sono flagellati a sangue. Quelle sì che sono frustate, non come quelle che si accumulano sulle reti sociali.

Tra una frustata e l’altra, ma facendo attenzione che non schizzasse sangue, il cardinale emerito ha dichiarato che il diritto di decidere e la diversità sessuale sono peccati, e che la violenza del narcotraffico e i terremoti sono il castigo per questi peccati: “Signore e Dio nostro, prima che arrivi un castigo più grande, ci mandi dei castighi provvisori o delle correzioni paterne tramite la natura che è la tua opera ed è governata dalla tua provvidenza. Saranno una casualità due 19 settembre in questa città?"

L’evento “Grande Atto di Espiazione” è stato convocato da una specie di associazione che potrebbe anche essere chiamata “È giunta l’ora che marciscano le peccatrici e i peccatori”. Che sarebbe il contrario di quel che dicono coloro che sostengono il Consiglio Indigeno di Governo e la sua portavoce.

Ho letto da qualche parte che, tra quelli che l’hanno convocato, ci sono “personaggi pubblici” come Esteban Arce, Manuel Capetillo e Alejandra Rojas. Non ho idea di quanto siano veramente pubbliche queste persone, so solo che la signora madre di Esteban Arce dev’essere ricordata da tutta la comunità otroas.

Nell’atto, che ora sappiamo non era per esorcizzare la squadra di calcio che ha questo stadio come sede (non c’è modo, “ogni croce azzurra del passato è stata meglio”), il neoscienziato Sandoval Inníguez ha proclamato: “Questo è un atto di espiazione, in cui veniamo a confessare le nostre colpe, a riconoscere i nostri peccati di fronte al Signore e a chiedergli misericordia e perdono. Veniamo a dirgli: Signore, abbiamo peccato contro di te e commesso il male che aborrisci; perdona il tuo popolo e dacci il castigo che meritiamo. Abbiamo peccato contro di te con il crimine più tremendo, più grave e più crudele, quello dell’aborto praticato in lungo e in largo nella nostra patria, a volte persino con il consenso di leggi ingiuste, a volte in modo occulto, furtivo, ma sempre con crudeltà, deliberatezza e vantaggio contro l’innocente, l’indifeso.”

Secondo rapporti della stampa, molto vicino a dove si frustavano le “fratellanze di penitenti crocifissi e flagellanti di Taxco” (così si autodefiniscono), venivano raccolte le firme per sostenere l’espansionista Margarita Zavala e il suo progetto di candidatura indipendente alla presidenza della repubblica.

Contro corrente, con uno schema diverso rispetto alle recenti disgrazie, Papa Francesco ha annunciato: “Penso che il Diavolo castiga con rabbia il Messico perché non gli perdona che lei (indicando un’immagine della Vergine di Guadalupe) abbia mostrato lì suo figlio. È una interpretazione personale. Cioè, il Messico è privilegiato nel martirio per aver riconosciuto e difeso sua madre.”

Ecco dunque il castigo divino o il castigo diabolico. Scegliete voi il vostro criterio di spiegazione di questa realtà.

“Sono solo opinioni”, direte voi o gli influencers più vicini alla vostra lunghezza d’onda.

Ok, ok, ok. Ma il problema è che le decisioni vengono prese in base a queste opzioni: c’è chi chiede il perdono divino o accoglie il dolore come martirio privilegiato… e c’è chi si organizza per chiedere verità e giustizia.

Non vi appesantirò con la croce portata dalla signora Margarita Ester Zavala Gómez del Campo de Calderón (quella che in modo irrispettoso e lontano da ogni correttezza politica gli zapatisti chiamano “la Calderona” e da cui io, che mi sono sempre distinto per la mia buona educazione e per essere politicamente corretto, mi allontano).

E chiarisco che è “Gómez del Campo” per ricordarvi l’assassinio dei bambini dell’Asilo nido ABC, avvenuto il 5 giugno 2009 nello stato di Sonora, ordinato, tra gli altri, da Marcia Matilde Altagracia Gómez del Campo Tonella, esonerata in quanto parente della Calderona. La memoria di questo crimine non si spegne, grazie al fatto che i loro famigliari continuano ad esigere verità e giustizia.

E la chiamo “de Calderón” perché chiamarla con il suo cognome da nubile equivarrebbe a dire che vive in concubinato con lo psicopatico. E, per quanto mi permettano i miei studi limitati di diritto canonico, il concubinato è un peccato. Ergo, questo causerebbe altri terremoti per castigarci per colpa di quelli che firmano per sostenere la sua candidatura.

Farò invece un breve riferimento al principale sabotatore della sua carriera politica, (il suo concubino, se diamo retta a chi si infuria per il fatto che è stata scelta per via del suo cognome secondo le leggi cattoliche, apostoliche e romane), Felipe Calderón Hinojosa.

Il signor Calderón Hinojosa, 10 anni fa, era titolare del potere esecutivo federale in Messico. “Presidente” mi pare lo chiamassero. Beh, 10 anni fa, in occasione delle inondazioni che distrussero lo stato del Tabasco, l’allora comando supremo dell’esercito, della forza aerea e marittima, dichiarò che la responsabilità del fatto che più di 125 mila persone avessero perso le proprie case e avessero dovuto rifugiarsi in alberghi era… della luna e di un fronte freddo.

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sabato 30 dicembre 2017

Messico - Primo Incontro Internazionale, Politico, Artistico, Sportivo e Culturale delle donne che lottano

COMUNICATO DEL COMITATO CLANDESTINO RIVOLUZIONARIO INDIGENO -COMANDO GENERALE DELL’ESERCITO ZAPATISTA DI LIBERAZIONE NAZIONALE.
MESSICO.

29 dicembre 2017.

Alle donne del Messico e del Mondo:

Alle donne originarie del Messico e del Mondo:

Alle donne del Consiglio Indigeno di Governo:

Alle donne del Congresso Nazionale Indigeno:

Alle donne della Sexta nazionale e internazionale:

Compagne, sorelle:

Vi salutiamo con rispetto e affetto come donne che siamo, donne che lottano, resistono e si ribellano contro il sistema capitalista machista e patriarcale.  

Sappiamo bene che il mal governo non solo ci sfrutta, ci reprime, ci deruba e ci disprezza come essere umani, ma torna a sfruttarci, a reprimerci,  a rubarci e disprezzarci come donne che siamo.   

E adesso sappiamo perché è anche peggio, perché proprio adesso, in tutto il mondo ci assassinano. E agli assassini che sempre sono sistema con volto da maschio non importa nulla se siamo ammazzate, perché la polizia, i giudici, i mezzi di comunicazione, i mal governi, e tutti quelli che in alto sono quello che sono al costo dei nostri dolori, li coprono, li proteggono e alla fine li premiano.  

Però alla fine non abbiamo paura, e se l'abbiamo la controlliamo, e non ci arrendiamo, e non ci vendiamo, e non tentenniamo.  

Quindi, se sei una donna che lotta, che non è d’accordo con quello che ci fanno come donne che siamo, se non hai paura, se hai paura ma la controlli, ti  invitiamo a incontrarci e parlarci e ascoltarci come donne che siamo.  

Per questo invitiamo tutte le donne ribelli del mondo al:

PRIMO INCONTRO INTERNAZIONALE, POLITICO, ARTISTICO, SPORTIVO E CULTURALE DELLE DONNE CHE LOTTANO.

Che si terrà nel Caracol di Morelia, zona di Tzotz Choj, Chiapas, Messico, l’8, 9 e 10 marzo 2018. L’arrivo è previsto per il 7 marzo e la partenza l’11 marzo.

Se sei uomo stai ascoltando o leggendo a vuoto perché non sei invitato.

Agli uomini zapatisti faremo fare tutto il necessario per permetterci di giocare, parlare, cantare, ballare, recitare poesie, e qualunque altra forma di arte e cultura che avremo voglia di condividere senza vergogna. Si occuperanno loro della cucina, di pulire e di tutto il necessario.

Si può partecipare individualmente o in collettivo. Per iscriversi, l’indirizzo di posta elettronica è il seguente:


Devi indicare il tuo nome, da dove vieni, se vieni individualmente o in collettivo e come parteciperai, o se verrai solo a fare festa con noi. Non importano la tua età, il tuo colore, la tua taglia, il tuo credo religioso, la tua etnia, il tuo modo di essere, importa solo che tu sia donna e che lotti in qualche modo contro il capitalismo patriarcale e maschilista.

Se vuoi venire con i tuoi figli maschi ancora piccoli, beh, puoi portarli, servirà affinché cominci a entrargli in testa che, come donne che siamo, non siamo disposte a continuare a sopportare violenze, umiliazioni, burle e cazzate varie da parte degli uomini, e neppure del sistema.

Se un uomo di più di 16 anni vuole accompagnarti, vedi tu, ma dalla cucina non scappa. Anche se forse da lì riesce a vedere, ascoltare e imparare qualcosa.

Insomma non si ammettono uomini che non siano accompagnati da una donna.

È tutto, ti aspettiamo qui compagna, sorella.

Dalle montagne del sud-est messicano.

Per il Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno - Comando Generale dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale e a nome delle bambine, giovani, adulte, anziane, vive e morte, consigliere, giunte, promotrici, miliziane, insurgenti e basi d’appoggio zapatiste.



Le Comandante Jessica, Esmeralda, Lucía, Zenaida e la bambina Difesa Zapatista.

Messico, 29 dicembre 2017.



traduzione a cura dell’associazione Ya Basta! Padova e del collettivo 20ZLN

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!