sabato 21 luglio 2018

Messico - L’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale smentisce ogni contatto con AMLO. Comunicato del CCRI-CG dell’EZLN



ESERCITO ZAPATISTA DI LIBERAZIONE NAZIONALE.


MESSICO.

AL POPOLO DEL MESSICO:

AI POPOLI E AI GOVERNI DEL MONDO:

AI MEDIA LIBERI, ALTERNATIVI, AUTONOMI O COME SI CHIAMINO:

ALLA SEXTA NAZIONALE E INTERNAZIONALE:

AL CONGRESSO NAZIONALE INDIGENO E AL CONSIGLIO INDIGENO DI GOVERNO:

ALLA STAMPA NAZIONALE E INTERNAZIONALE:


17 LUGLIO 2018.
DA IERI COME PURE OGGI, SUI MEDIA GIRA L’OPINIONE, SOSTENUTA DALLE DICHIARAZIONI DEL SIGNOR ALEJANDRO SOLALINDE (CHE SI PRESENTA COME PRESBITERO, SACERDOTE, PRETE O DICIAMO, CRISTIANO, CATTOLICO, APOSTOLICO E ROMANO), DI UN CERTO AVVICINAMENTO TRA L’EZLN E IL SIGNOR ANDRÉS MANUEL LÓPEZ OBRADOR E CHE “L’EZLN HA GIÀ ACCETTATO IL PRIMO DIALOGO” (parole testuali del Signor Solalinde).

  A PROPOSITO DI QUESTA MENZOGNA, L’EZLN DICHIARA:

PRIMO: IL CCRI-CG DELL’EZLN, DIREZIONE POLITICA, ORGANIZZATIVA E MILITARE DELL’EZLN, NON HA ACCETTATO ALCUN PRIMO DIALOGO CON NESSUNO.  COM’È RISAPUTO DA CHI HA UNA MINIMA CONOSCENZA DELL’EZLN E DEI SUOI METODI, UNA QUESTIONE DEL GENERE VERREBBE COMUNICATA PUBBLICAMENTE E IN ANTICIPO.

SECONDO: L’EZLN NON HA RICEVUTO DAL SIGNOR SOLALINDE NIENT’ALTRO CHE MENZOGNE, INSULTI, CALUNNIE E COMMENTI RAZZISTI E MISOGENI. EGLI PRENDE PER SCONTATO, COME VENIVA SOSTENUTO ALL’EPOCA DEL SALINISMO E DELLO ZEDILLISMO, CHE SIAMO SOLO DEI POVERI INDIGENI IGNORANTI, PER USARE LE SUE STESSE PAROLE, MANIPOLATI DA “CAXLANI CHE AMMINISTRANO LO ZAPATISMO”, E QUESTO EVITA CHE ABBASSIAMO LO SGUARDO E CI PROSTRIAMO DAVANTI A COLUI CHE IL SIGNOR SOLALINDE CONSIDERA ESSERE IL NUEVO SALVATORE.

TERZO: CAPIAMO L’AFFANNO DI PROTAGONISMO DEL SIGNOR SOLALINDE E LA SUA ATTITUDINE A PRETENDERE SOTTOMISSIONE, MA CON LO ZAPATISTMO DELL’EZLN SI SBAGLIA. E NON SI SBAGLIA SOLO IN QUESTO. NON SAPPIAMO GRAN CHE DI QUESTE COSE, MA PARE CHE UNO DEI COMANDAMENTI DELLA CHIESA CHE IL SIGNOR SOLALINDE DICE DI SERVIRE, RECITI: “NON PRONUNCERAI FALSA TESTIMONIANZA CONTRO IL TUO PROSSIMO NÉ MENTIRAI”.

QUARTO: COME DOVREBBE SAPERE CHIUNQUE CONOSCA LE LEGGI MESSICANE, IL SIGNOR ANDRÉS MANUEL LÓPEZ OBRADOR NON È IL PRESIDENTE DEL MESSICO, E NEPPURE IL PRESIDENTE ELETTO. PER ESSERE “PRESIDENTE ELETTO”, È NECESSARIA LA DICHIARAZIONE CORRISPONDENTE DA PARTE DEL TRIBUNALE ELETTORALE DEL POTERE GIUDIZIARIO DELLA FEDERAZIONE; DA QUESTO NE CONSEGUE CHE LA CAMERA DEI DEPUTATI EMETTA UN BANDO SULLA GAZZETTA UFFICIALE DELLA FEDERAZIONE IN CUI COMUNICA ALLA POPOLAZIONE CHE È STATO ELETTO UN NUOVO PRESIDENTE. E, SECONDO QUESTE STESSE LEGGI, IL PRESIDENTE NON ENTRA IN FUNZIONE FINCHÉ NON ASSUME L’INCARICO IL 1° DICEMBRE 2018. OVVIAMENTE, IN ACCORDO CON L’ULTIMA RIFORMA ELETTORALE, NON GOVERNERÀ PER 6 ANNI, MA DUE MESI IN MENO. CHIARAMENTE, A MENO CHE NON AVVENGA UNA RIFORMA DELLA COSTITUZIONE E SIA PERMESSA LA RIELEZIONE. 

venerdì 20 luglio 2018

Messico - Chi ha vinto le elezioni?


Chi ha vinto le elezioni messicane? 

di Daniele Di Stefano 

Andrés Manuel López Obrador, detto AMLO, dopo vani tentativi inficiati da frodi elettorali a suo danno, stavolta ha vinto le elezioni in Messico. Il fatto ha causato un’ondata di interesse anche dalle nostre parti, con articoli più asciutti e osservatori e altri che vanno dall’esaltato al possibilista: la sinistra latinoamericana rialza la testa. 

Come già titolano i giornali di lingua spagnola, solo l’EZLN resiste e tiene le distanze dal partito-movimento Morena e dal suo fondatore neopresidente. E’ peraltro noto anche in Italia il tentativo, fallito, di conseguire le numerose firme necessarie alla candidatura di Marichuy a nome del Consiglio Indigeno di Governo, sorto a partire dal Congresso Nazionale Indigeno. L’EZLN starebbe quindi all’angolo, recalcitrante e isolato da una sinistra in trionfo.

Il fatto che le firme per Marichuy fossero le sole percentualmente veritiere e autentiche in un consueto panorama di brogli, non cancella l’amara constatazione che il suo risultato, al di sotto delle trecentomila firme e con la conseguente esclusione della candidatura, è stato modesto rispetto all’ambizione di mobilitare i popoli indigeni messicani, che contano milioni di individui. Il tentativo, del resto, si scontrava con difficoltà logistiche che sono costate anche un grave incidente alla carovana di Marichuy, e non aveva alcuna pretesa di competere effettivamente per la presa del potere: è stato utilizzato come strumento per fare uscire i popoli indigeni dall’isolamento e dalle aggressioni cui sono sottoposti, accendendo su di essi i riflettori. 

Non so dire, da questo tragicomico paesino mediterraneo che è l’Italia, quanto tale risultato sia stato ottenuto, ma ritengo che non si tratti di un obiettivo misurabile sul breve periodo. Deve comunque aver pesato il posizionamento verso i partiti di molte realtà di base, specialmente cittadine, orientate verso AMLO anche in base a una tendenza di allontanamento delle proprie simpatie dall’EZLN. 

Frattura che risale alle elezioni del 2006, con l’Altra Campagna lanciata dalle e dagli zapatisti, che per molti messicani di centrosinistra significava “remare contro” AMLO e il PRD e in favore del PRI, ragione per la quale l’intellighenzia simpatizzante con lo zapatismo gli voltò le spalle. 
La frattura continua, con ricorrenti attacchi via social network alla figura del Subcomandante Galeano, chiamato ancora Marcos, senza alcun rispetto per quel maestro zapatista che rivive nel suo nome: fantoccio, attore, servo del PRI, fratello di una deputata del PRI, burattinaio o burattino, eccetera. 

Curiosamente, il fatto si ripete ora che esce un comunicato a firma sia di Galeano che di Moisés, come se Moisés stesso, cui fa capo la responsabilità sull’EZLN, non facesse testo perché lo stile è chiaramente quello di Galeano, che dunque starebbe parlando per sé, strumentalizzando i poveri indigeni zapatisti. 

Un’ennesima prova del razzismo latente in questi attacchi e dell’incomprensione delle posizioni che le zapatiste e gli zapatisti hanno ripetuto fino alla nausea, e che nuovamente vengono attribuite al solo Marcos-Galeano.


Cerchiamo di entrare nel merito del comunicato zapatista. 

Cosa dice? Sotto metafora, nota un fatto strano: la squadra avversaria di Morena, il PRI, si è ritirata prima del fischio finale, e ora esulta con i vincitori. Ma non dovevano essere le bestie sconfitte? Come è possibile che nel chiasso generale siano tutti vincitori? E perché si sono affrettati a riconoscere la vittoria dell’avversario ben prima che essa fosse certa? 

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!