Riportiamo l'intervista fatta da Futura D'aprile per conto di TPI a Evren Cevik, membro della Commissione Affari esteri del partito filo-curdo HDP
Il 6 maggio la Commissione elettorale suprema della Turchia (Ysk) ha annullato le elezioni amministrative di Istanbul: a vincere
era stato il candidato dell’opposizione, che aveva così sottratto al
partito del presidente Recep Tayyip Erdogan una delle metropoli più
importanti del paese.
Una vittoria
che il capo di Stato non aveva mai accettato e contro cui si era
immediatamente appellato, fino a riuscire ad ottenerne l’annullamento,
tra le proteste dell’opposizione.
In molti avevano letto la vittoria di Ekrem Imamoglu come un
cambiamento significativo della realtà politica del paese e uno schiaffo
all’autoritarismo imposto dal presidente turco, ma le speranze sono
state presto disattese.
Cosa pensa della decisione della Commissione elettorale?
Prima di parlare di Istanbul, è bene analizzare il contesto generale. Le elezioni amministrative sono state molto complesse: il Governo ha fatto di tutto per interferire sui risultati, soprattutto nel territorio curdo dove ha persino inviato le forze di polizia a controllare i seggi, così da incutere timore negli elettori.
Per quanto riguarda Istanbul, Erdogan ha perso il controllo della città (e di altri importanti centri del paese) anche grazie al voto dei curdi, che hanno dimostrato di essere determinanti nei risultati delle elezioni. Se avessimo deciso di sostenere il candidato dell’AKP del presidente, questo avrebbe vinto.
Ma noi siamo dalla parte di Imamoglu, lo abbiamo aiutato ad essere eletto sindaco di Istanbul ed è per questo che adesso Erdogan ci odia ancora più di prima.
Il presidente però è riuscito a far annullare le elezioni grazie all’aiuto della Commissione elettorale.
Stiamo parlando di un organo che dovrebbe essere indipendente per legge, ma che in realtà ha legami diretti con Erdogan e il suo partito, come dimostrano gli ultimi avvenimenti.
Anche noi di HDP abbiamo presentato dei ricorsi alla Commissione elettorale dopo le elezioni, ma nessuna delle nostre richieste è stata accolta. Ma che i commissari non fossero indipendenti lo sapevamo già, lo abbiamo visto anche in occasione del referendum costituzionale: i voti sono stati manipolati, ma la Commissione ha accettato i risultati.
I cittadini non hanno più fiducia nei commissari e se non faranno niente per evitare che le prossime elezioni vengano manipolate si rischia il caos: ai cittadini non resterebbe che scendere in strada a manifestare e l’instabilità nel paese sarebbe un problema anche per l’Europa e il Medio Oriente.
Ci sono state proteste a Istanbul contro l’annullamento delle elezioni?
Sì, le persone sono scese nelle strade a protestare quando le elezioni sono state annullate. Stiamo assistendo ad una vera e propria polarizzazione della società tra chi è contro Erdogan e chi lo sostiene. Soprattutto i giovani stanno manifestando contro il presidente e le repressione che mette in campo contro chi gli si oppone.
Cosa farete adesso?
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Evren Cevik, membro della Commissione Affari esteri del partito filo-curdo HDP commenta l’annullamento delle elezioni e spiega come la popolazione ha
reagito alla decisione della Commissione elettorale.
L’HDP aveva invitato i suoi elettori ad appoggiare
i candidati del CHP (partito di ispirazione kemalista) nelle maggiori
città del paese per aumentare le speranze di sconfiggere i
rappresentanti del partito del presidente.
Prima di parlare di Istanbul, è bene analizzare il contesto generale. Le elezioni amministrative sono state molto complesse: il Governo ha fatto di tutto per interferire sui risultati, soprattutto nel territorio curdo dove ha persino inviato le forze di polizia a controllare i seggi, così da incutere timore negli elettori.
Per quanto riguarda Istanbul, Erdogan ha perso il controllo della città (e di altri importanti centri del paese) anche grazie al voto dei curdi, che hanno dimostrato di essere determinanti nei risultati delle elezioni. Se avessimo deciso di sostenere il candidato dell’AKP del presidente, questo avrebbe vinto.
Ma noi siamo dalla parte di Imamoglu, lo abbiamo aiutato ad essere eletto sindaco di Istanbul ed è per questo che adesso Erdogan ci odia ancora più di prima.
Il presidente però è riuscito a far annullare le elezioni grazie all’aiuto della Commissione elettorale.
Stiamo parlando di un organo che dovrebbe essere indipendente per legge, ma che in realtà ha legami diretti con Erdogan e il suo partito, come dimostrano gli ultimi avvenimenti.
Anche noi di HDP abbiamo presentato dei ricorsi alla Commissione elettorale dopo le elezioni, ma nessuna delle nostre richieste è stata accolta. Ma che i commissari non fossero indipendenti lo sapevamo già, lo abbiamo visto anche in occasione del referendum costituzionale: i voti sono stati manipolati, ma la Commissione ha accettato i risultati.
I cittadini non hanno più fiducia nei commissari e se non faranno niente per evitare che le prossime elezioni vengano manipolate si rischia il caos: ai cittadini non resterebbe che scendere in strada a manifestare e l’instabilità nel paese sarebbe un problema anche per l’Europa e il Medio Oriente.
Ci sono state proteste a Istanbul contro l’annullamento delle elezioni?
Sì, le persone sono scese nelle strade a protestare quando le elezioni sono state annullate. Stiamo assistendo ad una vera e propria polarizzazione della società tra chi è contro Erdogan e chi lo sostiene. Soprattutto i giovani stanno manifestando contro il presidente e le repressione che mette in campo contro chi gli si oppone.
Cosa farete adesso?