martedì 3 marzo 2015

Kurdistan - Giornata Internazionale delle Donne 2015

Dedichiamo la Giornata Internazionale delle Donne 2015 alla rivoluzione delle
donne nel Rojava e alla resistenza delle Unità di Difesa delle Donne YPJ!


L‘8 marzo 2015, 104 anni dopo la proclamazione della Giornata Internazionale delle
Donne, le donne di tutto il mondo combattono ancora contro il sistema di dominio patriarcale.

In ricordo delle lavoratrici tessili a New York che hanno perso la vita nella loro resistenza, in
occasione della 2a Conferenza Internazionale delle Donne nel 1910 su proposta di Clara
Zetkin è stata istituita la giornata dell‘8 marzo come simbolo per la lotta e la resistenza delle
donne. Questo movimento e questo grido risuonano ancora nelle strade. La rivoluzione contro disuguaglianza, sessismo e ogni forma di violenza è arrivata fino a oggi e continua a
difendere tutti i valori umani.

Come risultato della grinta e capacità delle donne nel 1977 l‘8 marzo è stato
proclamato dall’ONU Giornata Mondiale delle Donne, ma nonostante questo non è
riconosciuto in nessuno a livello ufficiale in alcuno degli stati membri. Oggi come allora le
donne sono esposte a diverse forme di discriminazione e pensieri e azioni patriarcali. Più le
donne ne prendono coscienza e più si organizzano, più aumenta la forza con la quale vengono sistematicamente attaccate. Gli attacchi contro le donne che si organizzano e lottano diventano sempre più profondi e si sviluppano in un femminicidio sistematico della cui
esistenza non c’è consapevolezza e che non viene riconosciuto come tale. 

Questo femminicidio viene brutalmente portato avanti a livello mondiale, dall‘Europa fino all‘Africa, dal Medio Oriente fino all’America Latina. Contro le donne viene condotta una vera e propria guerra non dichiarata. Con lo sfruttamento e la violenza si mira a intimidire sistematicamente le donne come gruppo sociale. Senza dubbio le donne hanno fatto resistenza contro questi brutali attacchi, si sono organizzate e hanno portato avanti la loro lotta con costanza.

domenica 1 marzo 2015

Brasile - Impeachment della destra per Dilma e dichiarazioni di Stedile

Intervista a  J.P. Stedile tratta da Carta Capital del 27.02.2015

Lei è tra quei rappresentanti dei movimenti sociali che si sentono traditi dal governo di  Dilma Rousseff?

No, sono tra quelli che hanno fatto la campagna per la rielezione per garantire i cambiamenti che migliorino le condizioni di vita del popolo. Aspetto da tempo che la presidente e il suo governo capiscano il mandato delle urne.

Come può la presidente recuperare la fiducia dell’elettorato che ha scelto di mantenere il PT al potere per altri quattro anni?

Purtroppo, il governo Dilma ha cominciato male, ha dato segnali di accettazione delle pressioni della destra e dell’agenda neoliberista.
Ha sbagliato nel formare un governo con rappresentanti conservatori e annunciare tagli dei diritti dei lavoratori.
Ha sbagliato ad accettare il progetto di legge che apre al capitale straniero l’area della sanità.
Ha sbagliato nel rinviare l’assunzione di un atteggiamento più incisivo e dimettere la direzione della Petrobras, installare una commissione della società per un’audizione e salvare l’impresa dal furore di chi vuole privatizzare l’accesso al pre-sal.
Tutto questo porta alla perdita della base sociale che aveva appoggiato Dilma al secondo turno.
Spero che il governo recuperi credibilità. Da parte nostra ci mobiliteremo per il cambiamento di queste misure sbagliate.

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!