Intervista a J.P. Stedile tratta da Carta Capital del 27.02.2015
Lei è tra quei rappresentanti dei movimenti sociali che si sentono traditi dal governo di Dilma Rousseff?
No,
sono tra quelli che hanno fatto la campagna per la rielezione per
garantire i cambiamenti che migliorino le condizioni di vita del popolo.
Aspetto da tempo che la presidente e il suo governo capiscano il
mandato delle urne.
Come può la presidente recuperare la fiducia dell’elettorato che ha scelto di mantenere il PT al potere per altri quattro anni?
Purtroppo,
il governo Dilma ha cominciato male, ha dato segnali di accettazione
delle pressioni della destra e dell’agenda neoliberista.
Ha sbagliato nel formare un governo con rappresentanti conservatori e annunciare tagli dei diritti dei lavoratori.
Ha sbagliato ad accettare il progetto di legge che apre al capitale straniero l’area della sanità.
Ha
sbagliato nel rinviare l’assunzione di un atteggiamento più incisivo e
dimettere la direzione della Petrobras, installare una commissione della
società per un’audizione e salvare l’impresa dal furore di chi vuole
privatizzare l’accesso al pre-sal.
Tutto questo porta alla perdita della base sociale che aveva appoggiato Dilma al secondo turno.
Spero che il governo recuperi credibilità. Da parte nostra ci mobiliteremo per il cambiamento di queste misure sbagliate.
Il
Brasile sembra prostrato, immerso in un’ impasse di difficile
soluzione. Come siamo arrivati a questo punto, dopo aver vissuto un
periodo di speranza nel futuro?
Il Brasile vive una crisi
economica per mancanza di investimenti significativi nell’industria e
nelle infrastrutture sociali delle città.
Una crisi sociale, per
mancanza di iniziative più chiare, che affrontino il problema della
casa, della Riforma Agraria, della universalizzazione dell’accesso
all’università.
E' una crisi politica, poiché la democrazia brasiliana
è stata sequestrata dalle grandi imprese. Le dieci imprese maggiori
hanno finanziato il 70% del Parlamento. I deputati rappresentano i loro
finanziatori, non i programmi o i partiti.
C’è un via d’uscita?
L’unica
via d’uscita è politica, ossia una riforma che restituisca al popolo la
fiducia nella democrazia. Il ministro Gilmar Mendes, del STF, deve
vergognarsi e ripristinare il procedimento che proibisce il
finanziamento privato delle campagne, e il Congresso deve approvare i
due progetti che sono depositati lì.
Uno, proposto da una coalizione
democratica di entità brasiliane, chiede mutamenti nel sistema e l’altro
suggerisce un Plebiscito per decidere sulla convocazione di una
Assemblea Costituente. Questo progetto ha ricevuto l’appoggio di 8
milioni di brasiliani.
Ritiene che ci sia un clima favorevole a un procedimento di impeachment contro Dilma Rousseff?
L’annuncio
dell’impeachment è una tattica della destra per fare pressione e
mettere alle strette il governo. Perché il governo abbia paura di fare i
cambiamenti per il quale il popolo lo ha votato e che vuole vengano
realizzati in questo secondo mandato.
La tattica è indebolire il
governo, consumarlo a poco a poco per cogliere i frutti nel 2018. Il
processo di impeachment non ha basi legali. Non ci sono responsabilità
della presidente in nessun crimine.
E’ una tattica sciocca anche perché darà motivi alla società di mobilitarsi in difesa della democrazia e della legalità.
E
darà ai movimenti il diritto di chiedere l’impeachment di tutti i
governatori accusati di frode e di tutti i sindaci. Nessuno sa dove si
potrebbe andare a finire
I movimenti sociali sono disposti a scendere in strada in difesa del governo o del progetto che rappresenta?
I
movimenti popolari sono disposti a mobilitarsi e lottare contro gli
aggiustamenti neoliberisti del governo, i tentativi di tornare indietro,
la privatizzazione della Petrobras, della Cassa, del sistema sanitario.
Al
governo spetta avere giudizio e onorare il programma per il quale è
stato eletto. La società, credo, non accetterà nessuna avventura
golpista, attraverso il Congresso o il Potere Giudiziario.
Esistono leader capaci di ricomporre la situazione e guidare il Brasile su una strada che lo faccia uscire da questa impasse?
La
gravità dei temi non si può limitare a una questione di leader, i quali
emergono dai processi di mobilitazione di massa (non il contrario). Il
Brasile ha bisogno di un ampio dibattito rispetto a un progetto capace
di mobilitare i cittadini, i movimenti, a favore delle riforme
strutturali necessarie, a cominciare da quella politica, senza mai
trascurare i mezzi di comunicazione e la riforma tributaria perché ora
sono puniti i salariati e privilegiate le grandi fortune e il capitale
finanziario.
(traduzione Serena Romagnoli)
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Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.
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