giovedì 10 gennaio 2013
Messico - EZLN: più forte che mai
di Gilberto López y
Rivas
I maya zapatisti organizzati nell’EZLN sono tornati sui loro passi del 1994, e questa volta senza armi, il 21 dicembre scorso si sono presi simultaneamente le cinque città dell’inizio del loro movimento: San Cristóbal de las Casas, Altamirano, Las Margaritas, Palenque e Ocosingo. In silenzio, in perfetta sincronia, organizzazione e simultaneità, più di 40 mila uomini e donne integrati nei contingenti della multietnicità che ha caratterizzato lo zapatismo, sono arrivati all’alba di questo giorno memorabile, annunciatori di fine del mondo e inizio di una nuova era, per rispettare, ancora una volta, un altro appuntamento con la storia di questo paese d’impunità di governo e di popoli che resistono con la dignità ed il comandare ubbidendo che l’EZLN ha stabilito come effettiva e reale alternativa democratica.
Preceduti sempre dall’azione, prima della vuota parola della classe politica, questa singolare sfilata di colonne dei maya zapatisti che senza eccezione, inclusi i bambini, sono saliti – col pugno alzato – sui palchi collocati di fronte ai palazzi di governo delle città prese e drappeggiati dalla bandiera nazionale e dalla bandiera rossa e nera di questa organizzazione, ratificano con questo atto simbolico chi sono quelli che comandano e che sono protagonisti di questa lotta che compie 19 anni dalla suo ingresso sulla scena pubblica e che ha scosso il mondo dell’emancipazione e delle ribellioni.
La riapparizione dell’EZLN il 21 dicembre in Chiapas ed i comunicati del Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno – Comando Generale dei giorni successivi, costituiscono una dimostrazione della forza di questo movimento sorto dall’intreccio delle lotte di liberazione nazionale in America Latina – che si sviluppano dopo il trionfo della Rivoluzione Cubana il primo gennaio del 1959 – col mondo indigeno, matrice civilizzatrice della nazione messicana che ha prevalso a dispetto dei tentativi dei poteri oligarchici di tutti i colori politici di cancellarli come popoli con identità, cultura e governi propri. Le esperienze della nuova autonomia che si sono stabilite in territorio ad egemonia zapatista segnano la differenza della nuova era, nella quale i popoli vivono nella dignità di una forma di espressione del potere popolare, senza burocrazie né mediazioni.
I comunicati zapatisti risultano trascendenti e freschi, in questo deserto della politica messicana e globale, con il tratto peculiare impresso dal SCI Marcos ai documenti dell’organizzazione che costituisce, nei suoi termini, la migliore prova in vita di una foto o un video: parole dirette, senza evoluzioni né significati nascosti da agenda elettorale, che mettono a nudo strutturalmente il potere tale e quale è, violento-sfruttatore, senza volto umano e capacità riformabili; precise caratterizzazioni delle forze politiche principali del paese: il panismo, attraverso la “Lettera del SCI Marcos dell’EZLN a Luis Héctor Álvarez Álvarez”, la sinistra istituzionalizzata ed il priismo con la descrizione dei noti personaggi che ora governano, con i suoi assassini, complici del crimine organizzato, e sinistrensi pronti a mettersi all’opera foraggiati dal clientelismo e dal corporativismo dei partiti. Speciale menzione in questi comunicati che stabiliscono la riapparizione zapatista è per chi, dalla limitata sinistra, nelle parole del Sub: “prima ci hanno calunniato e poi hanno cercato di zittirci… Incapaci e disonesti per vedere che in se stessi avevano ed hanno il germe della loro rovina, hanno tentato di farci sparire con la bugia ed il silenzio complice… Sei anni dopo, due cose sono chiare: loro non hanno bisogno di noi per fallire. Noi non abbiamo bisogno di loro per sopravvivere”.
Oltre all’analisi delle forze politiche e la congiuntura che segna questa riapparizione dell’EZLN, sono di interesse primario per le lotte antisistema messicane le azioni da sviluppare da parte della sua dirigenza nel futuro prossimo, delle quali rilevo quella che mi sembra la più strategica, necessaria ed opportuna: riaffermare e consolidare l’appartenenza al Congresso Nazionale Indigeno (CNI), correttamente considerato lo spazio di incontro con i popoli originari del nostro paese. Il CNI fu fondato nell’ambito del dialogo tra l’EZLN ed il governo federale che portò alla firma dei mai rispettati accordi di San Andrés e fu il risultato delle discussioni tra tutte le organizzazioni indigene per dare coerenza nazionale al loro movimento per l’autonomia e le resistenze anticapitaliste. Nell’attuale offensiva delle corporazioni capitaliste contro i popoli, appoggiate dal regime dei partiti di Stato, per spogliarli dei loro territori e risorse, è vitale la presenza dei maya zapatisti al fine di unificare sforzi, condividere esperienze e consolidare strategie comuni.
E’ altresì importante la decisione di riprendere il contatto con gli aderenti alla Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona in Messico e nel mondo; la costruzione di ponti necessari verso i movimenti sociali che sono sorti e sorgeranno; con individui e gruppi, in Messico e nel mondo, che mantengono ancora vivi la convinzione e l’impegno per la costruzione di un’alternativa non istituzionale di sinistra; il mantenimento della distanza critica dell’EZLN di fronte alla classe politica messicana che, nel suo insieme, non ha fatto altro che crescere a costo delle necessità e le speranze della gente umile e semplice.
Sicuramente, con questa riapparizione arriveranno anche le critiche e le note analisi antizapatiste. Tuttavia, queste sono le azioni e le parole di coloro che non tentennano, non si vendono né si arrendono.
Messico - Gli ultimi comunicati del CCRI-CG del EZLN
Lettera a Luis Héctor Álvarez Álvarez
ESERCITO ZAPATISTA DI LIBERAZIONE
NAZIONALE
MESSICO
Novembre – Dicembre 2012MESSICO
“Quasi tutti gli uomini preferiscono
negare la verità
prima di affrontarla.”
prima di affrontarla.”
Tyrion Lannister a Jon Snow.
“Se non ha niente da temere, un codardo non si distingue
in niente da un coraggioso. E tutti facciamo il nostro dovere
quando questo non ci costa niente. In questi momenti, seguire il
sentiero dell’onore ci sembra molto semplice. Ma nella vita di ogni uomo,
presto o tardi, arriva un giorno in cui non è semplice, in cui
bisogna scegliere.”
Maestre Aemon Targaryen a Jon Snow.
Per: Luis Héctor Álvarez Álvarez.
In qualche luogo del Messico (spero).
Da: Subcomandante Insurgente Marcos.Chiapas, Messico Signor Álvarez…
Errr… Permetta un momento, signor Álvarez, questa parte è per spiegare da dove vengono le epigrafi:
Le citazioni sono dal libro: Canción de Hielo y Fuego. Tomo I: Juego de Tronos. 1996. George R.R. Martin. La serie televisiva Games of Thrones, che prende il nome dal primo tomo della saga, non è niente male (Peter Hayden Dinklage, che dà volto e voce a Tyrion Lannister, emerge,paradossalmente, sopra gli altri attori ed attrici; Jon Snow è interpretato da Kit Harington, ed il Maestro Aemon Targaryen da Peter Vaughan) e le prime due stagioni si possono acquistare a modico prezzo dal vostro rivenditore preferito (dite sì alla pirateria).
Il dvd che ho visto è stato un regalo involontario del commercio informale nell’Eje Central, México D.F., (cioè, qualcuno l’ha comprato lì e me l’ha mandato)… ops, il governo di “sinistra” del DF mi applicherà l’articolo 362 (…) (sarebbero l’invidia di Gustavo Díaz Ordaz… oh, oh, quell’articolo è stato proposto nel 2002 dall’allora capo di governo del DF, Andrés Manuel López Obrador, ed approvato dall’ALDF di maggioranza perredista… mmh… questa parte non mettetela… non andate a dire che sono al servizio della destra… sapete che mi ha sempre molto preoccupato quello che si dice di me.)
L’immagine è un po’ pixellata, ma si vede e si sente bene. Buon prezzo, mi dicono; in ogni caso più economico che pagare HBO, e senza l’ansia di dover aspettare una settimana per sapere cos’è successo al piccolo Bran (Isaac Hempstead Wright), o all’abbagliante Daenerys Targaryen (Emilia Clarke).
Tuttavia, io raccomanderei di leggere anche i libri – sì, lo so che la moda del sessennio non è leggere libri e che è più economico il gel per capelli – ma il vantaggio è che si può fare un corso di filosofia pratica (ah, i paradossi) con i dialoghi di Tyrion Lannister (che, come mi dicono, è una proiezione letteraria del signor George R. R. Martin). Un altro vantaggio è che si possono “spoileare” (o come si dice) a mansalva nei vostri blog preferiti. Anche se vi attirerete l’inimicizia di molt@, i vostri punti, (sebbene negativi) nel postare saliranno in maniera apprezzabile. Questo sì, non abusate, perché se vi capitasse di dire che in “Danza de Dragones”… ok… ok…ok… sto zitto… diciamo no allo spoil.
Prego.
Distintamente, Marquitos Spoil.
Ora sì:
Signor Álvarez Álvarez:
La presente non è solo per riaffermare quello che il silenzio moltitudinario del 21 dicembre deve aver detto chiaro a lei, alla classe politica ed al governo di Azione Nazionale, in generale, e a Felipe Calderón Hinojosa in particolare:
Avete fallito.
Oh, nessun dramma. Altri governi c’avevano già tentato prima… e continueranno a tentare.
Ma, signor Álvarez, Non deve cercare in noi il suo fallimento, neppure nella poca professionalità del suo per nulla intelligente servizio di intelligenza (benché ora sappia che sono stati e sono degli svergognati). A chi è venuto in mente che uno zapatista, chiunque di noi, entrerebbe in un governo di criminali per chiedere aiuto se fosse malato? Chi può pensare razionalmente che gli zapatisti sono insorti per denaro?
Solo la mentalità da conquistatore demodé (il cui miglior esempio è Diego Fernández de Cevallos) che inculcano nel suo partito politico, Azione Nazionale, è riuscita a darvela a bere.
E non ci voleva intelligenza, ma solo leggere i giornali o ascoltare i giornalisti di prima: gli imbroglioni che si sono presentati da lei come “amici vicini al Sup Marcos”, sono gli stessi che avevano inscenato la resa e la “consegna delle armi” al nefasto Croquetas Albores nel 1998, fingendo di essere zapatisti, e che sono noti truffatori che non ingannano più nessuno… beh, lei sì. Quanto le hanno chiesto? La differenza è che il Croquetas sapeva che era una pantomima e pagò per questa (e perché i media mostrassero lo stabilimento balneare del Jataté, alla periferia di Ocosingo, come se fosse “nella selva lacandona”), e lei non solo l’hanno ingannata, ma l’hanno perfino messa in un libro.
E come se non bastasse, lei invita alla presentazione di quel libro Felipe Calderón Hinojosa, ubriaco di sangue e alcool, che non solo ha balbettato incoerenze, ma ha anche dato ai media la versione stenografica. Indubbiamente i media sono costati il doppio: non per pubblicarla, ma per non pubblicarla, dato che rendeva palese lo stato di ebbrezza di chi proferiva quelle parole. Credo che ora sia chiaro che Felipe Calderón Hinojosa ha mentito fino all’ultimo minuto, e che è un’invenzione sfacciata ciò che riferisce nella sua ultima relazione di governo. L’unico avvicinamento che il suo governo ha avuto con “rappresentanti e comandi dell’EZLN” è stato quello dei suoi eserciti, poliziotti, giudici e paramilitari.
Ma, bene, ora sa, signor Álvarez, ciò che significa essere disprezzato per quello che impone il calendario implacabile.
Come gli indigeni, gli anziani sono disprezzati. E come simbolo del disprezzo, ecco le monetine dell’elemosina, o, nel suo caso, l’affronto dell’inganno, l’insulto di essere ignorato, lo scherno alle sue spalle.
Ma c’è una differenza, una piccola differenza, ma di quelle che fanno girare la ruota della storia: mentre lei pagava (con soldi non suoi) per essere deriso (facendo perfino un libro); noi, indigeni e zapatisti, punivamo il suo disprezzo col nostro silenzioso e lungo camminare.
Perché sappiamo che le vendono anche l’idea che sarà ricordato per la sua lotta per la democrazia (in realtà, la sua lotta per il potere, ma là in alto usano distorcere entrambi i termini). Anche se poco, potrebbe essere ricordato per essere stato complice (o funzionario, è la stessa cosa) del governo più criminale che, da Porfirio Díaz, questo paese ha subito.
E qua, in terre indigene zapatiste, potrebbe essere ricordato come parte di un altro governo che ha cercato di farci arrendere (o comprarci, è la stessa cosa) e, com’è stato evidente col roboante silenzio di San Cristóbal de Las Casas, Altamirano, Las Margaritas, Palenque e Ocosingo, un altro che ha fallito.
Perché la classe politica e chi vive della sua stupidità, dovranno estinguersi senza che nessuno gli presenti il conto (semmai, solo per ringraziare di non disturbare più), e non saranno nient’altro che un numero in più nella lunga lista dei sedotti dal sogno di essere “storici”.
E guardi che non mettiamo in discussione la sua moralità. E’ risaputo che ogni banda di criminali, come quella che lei ha servito in questi anni, cerca chi gli dia un volto gentile e buono, affinché, con quel volto come alibi, nasconda la sua identità predatrice.
Credo che già lei lo sappia signor Álvarez. In quel sopra di tutto lo spettro politico, tutti sono uguali. Anche se qualche ingenuo non lo scopre fino a che non subisce l’ingiustizia sulla propria pelle, mentre la ignorava quando quell’ingiustizia veniva distribuita quotidianamente in altre geografie vicine o lontane.
I suoi compagni di partito che hanno lucrato col sangue degli innocenti, ed ora lamentano che sul mercato c’è stato chi ha pagato-incassato di più, tutti, non sono altro che una banda di criminali che ha fatto e fa grottesche contorsioni all’insensato ritmo che i media impongono.
E’ orgoglioso di aver fatto parte di una squadra con un delinquente come Javier Lozano Alarcón, che ha dovuto nascondersi nel Senato per non essere chiamato a fare i conti con la giustizia? Si sente bene per essere stato compagno di Juan Francisco Molinar Horcasitas, un criminale con le mani macchiate del sangue di neonati?
Benché a volte i paradossi siano comici, altri sono tragici.
Il suo partito politico, Azione Nazionale, è stato uno di quelli che dall’alba del 1994 hanno capeggiato le grida isteriche contro di noi, chiedendo che ci annichilissero, perché minacciavamo di sprofondare il paese in un bagno di sangue. Ed è risultato che siete stati voi, fatti governo, ad estendere il terrore, l’angoscia, la distruzione e la morte in tutti gli angoli del nostro già malconcio paese.
E cosa mi dice di quando i membri del suo partito nel Congresso (insieme a quelli del PRI e del PRD) hanno votato contro gli Accordi di San Andrés per i quali lei ha lavorato, avvertendo che quegli accordi significavano la frammentazione del paese. Ed è il suo partito, signor Álvarez, che consegna una Nazione in pezzi.
Ma si consoli, signor Álvarez, l’affanno dei suoi di passare alla storia sarà ricompensato. Avranno una riga, sì, tra i truffati dai burloni.
Ed anche nelle pagine dei libri di storia e geografia, nelle scuole zapatiste, in un paragrafo si leggerà:
“Il malgoverno di Felipe Calderón Hinojosa è conosciuto come quello che ha portato la morte assurda in tutti gli angoli del Messico, ha dato ingiustizia a vittime e carnefici e lasciato, quale sanguinoso omaggio al crimine fatto co-governo, il suo monumento. Se Porfirio Díaz ha lasciato L’Angelo dell’Indipendenza, Felipe Calderón ha lasciato la Stele di Luce. Senza volerlo, entrambi hanno annunciato la fine di un mondo, anche se hanno indugiato, indugeranno, a capirlo”.
Le suggerisco di aggiungere un epilogo al suo libro. Qualcosa come: “Devo ammettere che si può essere un pessimo alunno delle comunità indigene zapatiste. Tuttavia dico, dopo aver ascoltato il loro rombante silenzio, che ho imparato la cosa principale: che non importa che usiamo bombe, pallottole, scudi, botte, bugie, progetti, denaro, che compriamo i media affinché gridino falsità e tacciano verità, il risultato è sempre lo stesso: gli zapatisti non cedono, non si vendono, non si arrendono e… sorpresa!… non spariscono”.
Perché la storia, signor Álvarez, continuerà a ripetersi una ed un’altra volta: riappariranno ribelli in tutti gli angoli e, forse, con loro, appariranno i loro Mario Benedetti, i loro Mario Payeras, i loro Omar Cabezas, i loro Carlos Montemayor. E forse gli Eduardo Galeano di quelle piogge le presenteranno il conto.
E ci saranno anche finestre, con o senza cornici.
E voi, signor Álvarez, continuerete ad affacciarvi, a guardarci senza vederci, e senza rendervi conto che, in quell’affacciarsi al mondo a venire, siete irrimediabilmente fuori.
Credo che non l’abbia messo nel suo libro, ma ricordi che una volta le dissi che noi zapatisti valiamo molto, ma non abbiamo prezzo. E “non bisogna confondere valore e prezzo” (no, questo non l’ha detto Karl Marx, ma Juan Manuel Serrat).
Tuttavia, signor Álvarez, in ricordo dei momenti di dignità che lei ha avuto, e dei quali sono stato testimone quando ha lavorato nella Commissione di Concordia e Pacificazione, può ancora cambiare tutto questo:
Lasci il suo partito e ciò che rappresenta, abbandoni quella classe politica che non ha fatto altro che trasformarsi in un parassita insaziabile. Lei è di Chihuahua. Vada sulla Sierra Tarahumara, chieda di visitare una delle comunità rarámuris. Forse non le permetteranno di restare, non c’è più l’affettuoso Ronco per chiederglielo. Ma forse le permetterebbero di restare qualche giorno. Lì, con loro, imparerà la cosa fondamentale del cuore indigeno, della lotta e speranza dei popoli originari del Messico. Dopo tutto, non si intitola così il suo libro?
Vada signor Álvarez Álvarez, in quello o qualunque villaggio indigeno che lo accolga dopo aver rinunciato a quello che ora è. Lì sarà rispettato (e non mal tollerato) per la sua età, e, soprattutto, imparerà che, per i popoli indios del Messico, “dignità” è una parola che si coniuga al presente da più di 500 anni… e quelli che mancano.
Vada, forse è questo il giorno in cui bisogna scegliere. E nel suo caso non è affatto semplice, perché si tratta di scegliere tra un mondo o un altro. Non si faccia fermare o mal consigliare dall’età. Ci guardi, abbiamo più di 500 anni ed ancora impariamo.
Se non lo fa, almeno avrà conosciuto da sé stesso la verità racchiusa nelle 17 sillabe dell’Haiku di Mario Benedetti:
“Chi lo direbbe, i deboli davvero non si arrendono mai” D’accordo. Salute e, ha sentito?… ci sono poche cose / tanto assordanti / quanto il silenzio” (sì, anche Haiku ed anche di Mario Benedetti).
Dalle montagne del Sudest Messicano. Subcomandante Insurgente Marcos Messico, Dicembre 2012
EZLN: non vi conosciamo?
ESERCITO
ZAPATISTA DI LIBERAZIONE NAZIONALE
MESSICO
29
Dicembre 2012MESSICO
A chi di competenza là sopra:
Credete di
stare dalla parte del vincente…
quindi, oltre che traditori,
siete idioti.
Tyrion Lannister nella Canción de Hielo y Fuego. Tomo II:
“Choque de Reyes”. George R.R. Martin.
Tyrion Lannister nella Canción de Hielo y Fuego. Tomo II:
“Choque de Reyes”. George R.R. Martin.
” — Un
lettore vive mille vite prima di morire — disse Jojen
—.
Quello che non legge ne vive solo una”
Jojen Reed nella Canción de Hielo y Fuego. Tomo V: “Danza de
Dragones”. George R.R. Martin. (Jojen Reed apparirà
Quello che non legge ne vive solo una”
Jojen Reed nella Canción de Hielo y Fuego. Tomo V: “Danza de
Dragones”. George R.R. Martin. (Jojen Reed apparirà
nella
terza stagione della serie HBO “Games of Thrones”. Il
personaggio sarà interpretato da Thomas Brodie-Sangster. Nota
di Marquitos Spoil).
personaggio sarà interpretato da Thomas Brodie-Sangster. Nota
di Marquitos Spoil).
- Se uno si
disegna un bersaglio sul petto
- disse
Tyrion dopo essersi seduto e bere un sorso di vino -
deve
essere cosciente che presto o tardi gli lanceranno delle
frecce.
- E’
necessario che si prendano gioco di noi di quando in
quando,
Lord
Mormont – replicò Tyrion girandosi di spalle
-.
Altrimenti, cominceremo a
prenderci troppo sul serio.
Tyrion
Lannister ai comandanti della Guardia de la Noche. In
“Canción
de Hielo y Fuego”, Tomo I: “Juego de Tronos”.
de Hielo y Fuego”, Tomo I: “Juego de Tronos”.
“Basta con i belli / meglio
brutto e gioioso / che bello e bavoso ”
Botellita de Jerez.
Botellita de Jerez.
Signore e signori?
Quando abbiamo letto la notizia abbiamo pensato ad un pesce d’aprile il 28 dicembre, ma ci siamo accorti che era datata 24 dello stesso mese.
Dunque, non vi conosciamo? Mmh… mmh… vediamo:
Enrique Peña Nieto. Non è nato ad Atlacomulco, Stato di México? Non è parente di Alfredo Del Mazo y Arturo “manos largas” Montiel?
Non è quello che, colluso col governo municipale perredista di Texcoco, ha ordinato lo sgombero dei floricoltori e la cattura del dirigente del Fronte dei Popoli in Difesa della Terra, Ignacio del Valle, nel maggio del 2006?
Non è quello che ha scatenato il suo cane da caccia e delinquente, Wilfrido Robledo Madrid, per attaccare il villaggio di San Salvador Atenco ordinando ai suoi poliziotti l’aggressione sessuale contro le donne? Non è l’assassino intellettuale di Javier Cortés ed Alexis Benhumea? Non è stata la Corte Suprema di Giustizia della Nazione a dichiarare che i 3 livelli di governo (attenzione: governo federale: PAN; governo statale: PRI; governo municipale: PRD) hanno commesso violazioni gravi delle garanzie individuali della popolazione?
Non è quello caduto nel tragico ridicolo col caso della bambina Paulette, più noto come “il caso del materasso assassino?”.
Non è quello che si è vantato della violenza della polizia a San Salvador Atenco e col suo atteggiamento superbo, dimenticando di trovarsi di fronte a dei giovani manifestanti e non ad un set televisivo, dal suo posto di comando nel bagno della Ibero, ha ordinato di calunniare i manifestanti facendo esplodere così poi il movimento giovanile-studentesco conosciuto come #yosoy132?
Non è quello che, come primo atto di governo, ed ora colluso col governo perredista del DF, ha ordinato la repressione contro le manifestazioni del 1° dicembre di questo anno che sono finite con la detenzione, tortura e carcerazione di innocenti?
Non è quello che non ha letto bene il teleprompter (suggeritore elettronico – n.d.t.) che l’accompagna ancora prima del colpo di Stato mediatico del 1° luglio 2012?
Non è quello che ora vuole nascondersi dietro le gonne dalla presunta parentela del reiterato defunto, come se si trattasse di una pessima telenovela?
Sentite, e già che parliamo di telenovelas, quale sarà la moda del sessennio? Dico, con Echeverría furono le camiciole stile guayaberas; con López Portillo, le acque fresche; con De la Madrid, il grigio topo; con Salinas de Gortari, il prozac; con Zedillo, le brutte barzellette; con Fox, le trovate; con Calderón, il sangue… e con Peña Nieto? “Veri amori”? Voiiiiii… già.
Ma, scusate, proseguiamo con la nostra non conoscenza:
Emilio Chuayffet Chemor. Non è stato il capo di Enrique Peña Nieto ed il suo “maestro”? Non è stato Segretario di Governo con Ernesto Zedillo? Non è l’ubriacone che, nel 1996, disse alla Cocopa che il governo federale accettava la sua iniziativa di legge e nei postumi della sbronza ritrattò? Non è stato uno dei responsabili intellettuali del massacro di Acteal nel dicembre del 1997? Non è stato quello che voleva imporre la moda del “ciuffo civettuolo” tra i priisti e l’unico che l’ha assecondato fu il suo allora pupillo Enrique Peña Nieto?
Pedro Joaquín Coldwell. Non era commissario governativo per la pace in Chiapas quando è avvenuto il massacro di Acteal ed è rimasto in silenzio continuando a pagare per non fare niente?
Rosario Robles Berlanga. Non era a capo del governo del DF per il PRD? Non si è vantata della repressione che la sua polizia ha usato molte volte contro i giovani studenti della UNAM nello sciopero del 1999-2000? Non è quella che, presiedendo il PRD, ha venduto in tutti i sensi il suo partito? Non è ora l’incaricata di contendere ai Bejarano il corporativismo nel DF ed in tutta la repubblica?
Alfonso Navarrete Prida. Non è quello che prima ha occultato il regolamento di conti del crimine organizzato finito con l’omicidio di Enrique Salinas de Gortari (psss, ve la passate pesante tra di voi ehi?) e poi ha esonerato Arturo “manos largas” Montiel?
Miguel Ángel Osorio Chong. Non è stato accusato di deviare fondi governativi al PRI? Su di lui non è stata aperta presso la Procura l’indagine numero PGR/SIEDO/UEIDORPIFAM/185/2010 per vincoli con l’organizzazione criminale “Los Zetas“? (Ah, cambiamento di strategia nella lotta al narcotraffico?)
(Ops, vedo ora che su uno dei fratelli della sottosegretaria della Migrazione, Popolazione e Affari Religiosi, della Segreteria di Governo a carico del signor Osorio Chong, non pende una ma diverse indagini – varie di esse col timbro “cancellata per decesso dell’indiziato”, e poi un altro timbro di “non è sempre morto “, e poi un altro di “sembra che sì è davvero morto”, e così… mmh… per 18 volte. L’ultimo timbro di “dopo questo c’è il condannato” è del 21 dicembre 2012, ed una nota scritta a mano dice “pendente attivazione in corso, aspettare indicazioni della CSG”.… mmh… cosa vorranno dire queste iniziali? Hanno cambiato nome alla Procura? Insomma, avvisate il tampiqueño? no?).
Chiaro, mi direte che non comandano queste persone, che in realtà è Carlos Salinas de Gortari a dettare a Enrique Peña Nieto quello che si deve fare (ah!, che cosa sarebbe di questo paese se non si fosse inventato il teleprompter?).
Ok, ok, ok. Carlos Salinas de Gortari. Non è quello che ha saccheggiato come nessun altro le ricchezze nazionali durante il suo mandato? (sì, lo so che tutti sono ladri, ma diciamo che ci sono dilettanti e professionisti). Non è quello che ha devastato la campagna messicana con le sue riforme dell’articolo 27 della Costituzione? Non è quello al quale hanno rovinato il brindisi dell’anno nuovo all’alba del 1994? Non è quello che ha visto crollare i suoi sogni dittatoriali per qualche fucile di legno? Non è quello che ha fatto assassinare Luis Donaldo Colosio Murrieta? Non è quello caduto nel ridicolo col suo sciopero della fame nel 1995? Non è quello che, lo scorso 21 dicembre, chiedeva frenetico al telefono rosso: “cosa dicono?, cosa?” mentre un brivido gli scendeva lungo la schiena quando gli hanno risposto: “niente, sono in assoluto silenzio”?
Tutt@ voi, non siete quelli che hanno sempre scelto la violenza invece del dialogo?
Quelli che ricorrono sempre alla forza quando non hanno la ragione?
Quelli che hanno fatto scuola di corruzione e viltà in tutti i partiti politici?
Non siete quelli che si sono rifiutati di applicare gli Accordi di San Andrés che significherebbero il riconoscimento costituzionale dei diritti e della cultura indigeni, e la farebbero finita con gli abusi mascherati da miniere, acquedotti, dighe, stabilimenti balneari, strade, centri abitati?
Non siete voi quelli che, insieme ai vostri compagni della classe politica, somigliate a quegli addetti alla sicurezza nei grandi edifici che tentano di convincere gli inquilini dei piani superiori che non corrono pericolo mentre fanno esplodere con la dinamite i piani di sotto, il pianterreno e la cantina? C’è qualcuno che gli crede?
Voi, che tante volte mi avete ammazzato, dichiarato morto, estinto, defunto, andato, cadavere, scomparso, sconfitto, vinto, arreso, comprato, annichilito, pensate che qualcuno vi crederà quando sarà vero che, come nell’amore, in corpo ed anima mi consegnerò alla morte e sarà solo un po’ più di terra nella terra?
Se avete risposto “no” a qualcuna delle domande, allora avete ragione: non vi conosciamo.
Dalle montagne del Sudest Messicano.
Subcomandante Insurgente Marcos.
Messico, Dicembre 2012
P.S. CHE RIBADISCE – Lo so che lo sapete, ma conviene ricordarlo: non abbiamo paura di voi. E non siamo gli unici.
P.S. CHE, GENEROSA, OFFRE AI MALGOVERNI UN MANUALE DI 10 PUNTI (attenzione: di facile lettura, niente paura), PER IDENTIFICARE UNO ZAPATISTA E SAPERE SE SI PUO’ DIRE O NO CHE “SI HANNO CONTATTI CON L’EZLN”:
1.- Se chiede soldi o progetti ad uno qualsiasi dei tre livelli di governo, NON E’ ZAPATISTA.
2.- Se stabilisce un canale di comunicazione diretto senza annunciarlo prima pubblicamente, NON E’ ZAPATISTA.
3.- Se chiede di parlare o parla direttamente con qualcuno dei tre livelli di governo senza annunciarlo prima pubblicamente, NON E’ ZAPATISTA.
4.- Se chiede una carica, nomina, benefit, premi, ecc., NON E’ ZAPATISTA.
5.- Se ha paura, NON E’ ZAPATISTA.
6.- Se si vende, arrende o tentenna, NON E’ ZAPATISTA.
7.- Se si prende molto sul serio, NON E’ ZAPATISTA.
8.- Se quando lo si vede non fa venire i brividi, NON E’ ZAPATISTA,
9.- Se non dà la sensazione di dire molto di più con quello che non dice, NON E’ ZAPATISTA.
10.- Se è un fantasma di quelli che svaniscono, NON E’ ZAPATISTA.
P.S. CHE SI SCUSA – Oh, lo so che vi aspettavate qualcosa di più serio e formale. Ma, non è lo stile e il tono di questa missiva la miglior “prova in vita” di una foto o un video, perfino della firma?
LA P.S. CONSEGNA UN HAIKU DI MARIO BENDETTI AL SUPMARCOS: “non voglio vederti / per il resto dell’anno / ovvero fino a martedì”.
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Ascolta l’audio che accompagna questo scritto: http://enlacezapatista.ezln.org.mx/2012/12/30/no-los-conocemos/
“Basta con i belli”. dei Botellita de Jerez, gruppo formato da Sergio Arau, Armando Vega Gil e Francisco Barrios El Mastuerzo. Ancora governatore dello Stato del Messico, nel febbraio del 2011, Enrique Peña Nieto cancellò violentemente un concerto dei Botellita de Jerez. I Botellos, che portano la penitenza nel nome, non si sono dati per vinti e vanno avanti. Chi come noi è uscito da uno stampo ammaccato, si unisce alla loro battaglia: basta con i belli, “meglio brutto e gioioso, che bello e bavoso”.
L’EZLN ANNUNCIA I SUOI PROSSIMI PASSI
AL POPOLO DEL MESSICO:
AI POPOLI E GOVERNI DEL MONDO:
FRATELLI E SORELLE:
COMPAGNI E COMPAGNE:
LO SCORSO 21 DICEMBRE 2012, ALLE PRIME ORE DELL’ALBA, IN DECINE DI MIGLIAIA DI INDIGENI ZAPATISTI CI SIAMO MOBILITATI ED ABBIAMO PRESO, PACIFICAMENTE E IN SILENZIO, CINQUE CAPOLUOGHI MUNICIPALI NELLO STATO SUDORIENTALE MESSICANO DEL CHIAPAS.
NELLE CITTÀ DI PALENQUE, ALTAMIRANO, LAS MARGARITAS, OCOSINGO E SAN CRISTOBAL DE LAS CASAS, VI ABBIAMO GUARDATO ED ABBIAMO GUARDATO NOI STESSI IN SILENZIO.
IL NOSTRO NON E’ UN MESSAGGIO DI RASSEGNAZIONE.
NON E’ DI GUERRA, DI MORTE E DISTRUZIONE.
IL NOSTRO E’ UN MESSAGGIO DI LOTTA E RESISTENZA.
DOPO IL COLPO DI STATO MEDIATICO CHE HA ASSURTO AL POTERE ESECUTIVO FEDERALE L’IGNORANZA MAL DISSIMULATA E PEGGIO CAMUFFATA, CI SIAMO PRESENTATI PER FAR SAPERE CHE SE LORO NON SE NE SONO MAI ANDATI, NEMMENO NOI.
SEI ANNI FA, UN SEGMENTO DELLA CLASSE POLITICA E INTELLETTUALE HA CERCATO IL RESPONSABILE DELLA SUA SCONFITTA. A QUEL TEMPO NOI, IN CITTÀ E NELLE COMUNITÀ, LOTTAVAMO PER LA GIUSTIZIA PER UN ATENCO CHE NON ERA ALLORA DI MODA.
ALLORA, PRIMA CI HANNO CALUNNIATO E POI HANNO VOLUTO ZITTIRCI.
INCAPACI E DISONESTI PER VEDERE CHE IN SE STESSI AVEVANO ED HANNO IL GERME DELLA LORO ROVINA, HANNO TENTATO DI FARCI SPARIRE CON LA BUGIA ED IL SILENZIO COMPLICE.
SEI ANNI DOPO, DUE COSE SONO CHIARE:
LORO NON HANNO BISOGNO DI NOI PER FALLIRE.
NOI NON ABBIAMO BISOGNO DI LORO PER SOPRAVVIVERE.
NOI, CHE NON CE NE SIAMO MAI ANDATI BENCHÉ SI SIANO IMPEGNATI A FARLO CREDERE I MEDIA DI TUTTO LO SPETTRO, RISORGIAMO COME INDIGENI ZAPATISTI QUALI SIAMO E SAREMO.
IN QUESTI ANNI SIAMO DIVENTATI PIU’ FORTI ED ABBIAMO MIGLIORATO SIGNIFICATIVAMENTE LE NOSTRE CONDIZIONI DI VITA. IL NOSTRO LIVELLO DI VITA È SUPERIORE A QUELLO DELLE COMUNITÀ INDIGENE VICINE AI GOVERNI DI TURNO, CHE RICEVONO LE ELEMOSINE E LE DISSIPANO IN ALCOOL ED OGGETTI INUTILI.
LE NOSTRE ABITAZIONI MIGLIORANO SENZA DANNEGGIARE LA NATURA IMPONENDOLE PERCORSI CHE LE SONO ALIENI.
NEI NOSTRI VILLAGGI, LA TERRA CHE PRIMA SERVIVA AD INGRASSARE IL BESTIAME DEGLI ALLEVATORI E DEI PROPRIETARI TERRIERI, ORA È PER IL MAIS, I FAGIOLI ED I VEGETALI CHE IMBANDISCONO LE NOSTRE TAVOLE.
IL NOSTRO LAVORO HA LA DUPLICE SODDISFAZIONE DI FORNIRCI IL NECESSARIO PER VIVERE ONESTAMENTE E DI CONTRIBUIRE ALLA CRESCITA COLLETTIVA DELLE NOSTRE COMUNITÀ.
I NOSTRI BAMBINI E LE NOSTRE BAMBINE FREQUENTANO UNA SCUOLA CHE INSEGNA LORO LA PROPRIA STORIA, QUELLA DELLA LORO PATRIA E QUELLA DEL MONDO, COSI' COME LE SCIENZE E LE TECNICHE NECESSARIE PER CRESCERE SENZA SMETTERE DI ESSERE INDIGENI.
LE DONNE INDIGENE ZAPATISTE NON SONO VENDUTE COME MERCE.
GLI INDIGENI PRIISTI VENGONO NEI NOSTRI OSPEDALI, CLINICHE E LABORATORI PERCHÉ IN QUELLI DEL GOVERNO NON CI SONO MEDICINE, NÉ APPARECCHIATURE, NÉ MEDICI, NÉ PERSONALE QUALIFICATO.
LA NOSTRA CULTURA FIORISCE, NON ISOLATA MA ARRICCHITA DAL CONTATTO CON LE CULTURE DI ALTRI POPOLI DEL MESSICO E DEL MONDO.
GOVERNIAMO E CI GOVERNIAMO DA NOI STESSI, CERCANDO SEMPRE L’ACCORDO PRIMA DELLO SCONTRO .
TUTTO QUESTO È STATO OTTENUTO NON SOLO SENZA IL GOVERNO, LA CLASSE POLITICA ED I MEDIA CHE LI ACCOMPAGNANO, MA ANCHE RESISTENDO AI LORO ATTACCHI DI OGNI GENERE.
ABBIAMO DIMOSTRATO, ANCORA UNA VOLTA, CHE SIAMO QUELLI CHE SIAMO.
CON IL NOSTRO SILENZIO CI SIAMO PRESENTATI.
ORA CON LA NOSTRA PAROLA ANNUNCIAMO CHE:
PRIMO.- RIAFFERMEREMO E CONSOLIDEREMO LA NOSTRA APPARTENENZA AL CONGRESSO NAZIONALE INDIGENO, SPAZIO DI INCONTRO CON I POPOLI ORIGINARI DEL NOSTRO PAESE.
SECONDO.- RIPRENDEREMO IL CONTATTO CON I NOSTRI COMPAGNI E COMPAGNE ADERENTI ALLA SESTA DICHIARAZIONE DELLA SELVA LACANDONA IN MESSICO E NEL MONDO.
TERZO.- CERCHEREMO DI COSTRUIRE I PONTI NECESSARI VERSO I MOVIMENTI SOCIALI CHE SONO SORTI E NASCERANNO, NON PER GUIDARE O SOSTITUIRE, MA PER IMPARARE DA LORO, DALLA LORO STORIA, DALLE LORO STRADE E DESTINAZIONI.
PER QUESTO ABBIAMO OTTENUTO L’APPOGGIO DI INDIVIDUI E GRUPPI IN DIVERSE PARTI DEL MESSICO, FORMATI COME SQUADRE DI APPOGGIO DELLE COMMISSIONI SESTA E INTERNAZIONALE DELL’EZLN, IN MODO CHE DIVENTINO CINGHIE DI COMUNICAZIONE TRA LE BASI DI APPOGGIO ZAPATISTE E GLI INDIVIDUI, GRUPPI E COLLETTIVI ADERENTI ALLA SESTA DICHIARAZIONE, IN MESSICO E NEL MONDO, CHE ANCORA MANTENGONO LA CONVINZIONE E L’IMPEGNO DELLA COSTRUZIONE DI UN’ALTERNATIVA NON ISTITUZIONALE DI SINISTRA.
QUARTO.- PROSEGUIRÀ LA NOSTRA DISTANZA CRITICA DALLA CLASSE POLITICA MESSICANA CHE, NEL SUO INSIEME, NON HA FATTO ALTRO CHE ARRICCHIRSI A COSTO DEI BISOGNI E DELLE SPERANZE DELLA GENTE UMILE E SEMPLICE.
QUINTO.- RISPETTO AI MALGOVERNI FEDERALI, STATALI E MUNICIPALI, ESECUTIVI, LEGISLATIVI E GIUDIZIARI, E MEDIA CHE LI ACCOMPAGNANO, DICIAMO QUANTO SEGUE:
I MALGOVERNI DI TUTTO LO SPETTRO POLITICO, SENZA ECCEZIONE ALCUNA, HANNO FATTO IL POSSIBILE PER DISTRUGGERCI, PER COMPRARCI, PER FARCI ARRENDERE. PRI, PAN, PRD, PVEM, PT, CC ED IL FUTURO PARTITO DI RN, CI HANNO ATTACCATI MILITARMENTE, POLITICAMENTE, SOCIALMENTE ED IDEOLOGICAMENTE.
I GRANDI MEZZI DI COMUNICAZIONE HANNO CERCATO DI FARCI SPARIRE PRIMA CON LA CALUNNIA SERVILE ED OPPORTUNISTA, POI CON IL SILENZIO SCALTRO E COMPLICE. COLORO AI QUALI SI SONO ASSERVITI E DEL CUI DENARO SI SONO AMMANTATI ORA NON CI SONO PIU’. E QUELLI CHE ORA LI SOSTITUISCONO NON DURERANNO PIÙ DEI LORO PREDECESSORI.
COM’E’ STATO EVIDENTE IL 21 DICEMBRE 2012, TUTTI HANNO FALLITO.
RESTA DUNQUE AL GOVERNO FEDERALE, ESECUTIVO, LEGISLATIVO E GIUDIZIARIO, DECIDERE SE RICADERE NELLA POLITICA CONTRAINSURGENTE CHE HA OTTENUTO SOLO UNA DEBOLE VISIBILITA’ SOSTENUTA GOFFAMENTE A LIVELLO MEDIATICO, O RICONOSCERE E RISPETTARE I SUOI IMPEGNI ELEVANDO A RANGO COSTITUZIONALE I DIRITTI E LA CULTURA INDIGENI, COME STABILITO DAGLI “ACCORDI DI SAN ANDRÉS”, FIRMATI DAL GOVERNO FEDERALE NEL 1996, GUIDATO ALLORA DALLO STESSO PARTITO ORA AL GOVERNO.
RESTA AL GOVERNO STATALE DECIDERE SE CONTINUARE LA STRATEGIA DISONESTA E VILE DEL SUO PREDECESSORE, CHE OLTRE AD ESSERE CORROTTO E BUGIARDO HA UTILIZZATO DENARO DEL POPOLO DEL CHIAPAS PER L’ARRICCHIMENTO PROPRIO E DEI SUOI COMPLICI, E SI E’ DEDICATO A COMPRARE SFACCIATAMENTE VOCI E PENNE SUI MEDIA, MENTRE SPROFONDAVA IL POPOLO DEL CHIAPAS NELLA MISERIA, E CONTEMPORANEAMENTE USAVA POLIZIOTTI E PARAMILITARI PER TENTARE DI FRENARE L’AVANZATA ORGANIZZATIVA DEI POPOLI ZAPATISTI; O, INVECE, CON VERITÀ E GIUSTIZIA, ACCETTARE E RISPETTARE LA NOSTRA ESISTENZA E CONFACERSI ALL’IDEA CHE FIORISCA UNA NUOVA FORMA DI VITA SOCIALE IN TERRITORIO ZAPATISTA, CHIAPAS, MESSICO. FIORITURA CHE ATTRAE L’ATTENZIONE DI PERSONE ONESTE IN TUTTO IL PIANETA.
STA AI GOVERNI MUNICIPALI DECIDERE SE CONTINUARE A FARSI ESTORCERE DENARO DALLE ORGANIZZAZIONI ANTIZAPATISTE O SUPPOSTAMENTE “ZAPATISTE” PER AGGREDIRE LE NOSTRE COMUNITÀ; O INVECE USARE QUESTI SOLDI PER MIGLIORARE LE CONDIZIONI DI VITA DEI LORO GOVERNATI.
STA AL POPOLO DEL MESSICO CHE SI ORGANIZZA IN FORME DI LOTTA ELETTORALE E RESISTE, DECIDERE SE CONTINUARE A VEDERE IN NOI I NEMICI O RIVALI SUI QUALI SCARICARE LA PROPRIA FRUSTRAZIONE PER LE FRODI E LE AGGRESSIONI CHE, ALLA FINE, TUTTI SUBIAMO, E SE NELLA SUA LOTTA PER IL POTERE CONTINUARE AD ALLEARSI CON I NOSTRI PERSECUTORI; O RICONOSCERE FINALMENTE IN NOI UN ALTRO MODO DI FARE POLITICA.
SESTO.- NEI PROSSIMI GIORNI L’EZLN, ATTRAVERSO LE SUE COMMISSIONI SESTA E INTERNAZIONALE, FARÀ CONOSCERE UNA SERIE DI INIZIATIVE, DI CARATTERE CIVILE E PACIFICO, PER CONTINUARE A CAMMINARE INSIEME AGLI ALTRI POPOLI ORIGINARI DEL MESSICO E DI TUTTO IL CONTINENTE, E INSIEME A CHI, IN MESSICO E NEL MONDO INTERO, RESISTE E LOTTA IN BASSO E A SINISTRA.
FRATELLI E SORELLE:
COMPAGNI E COMPAGNE:
PRIMA ABBIAMO AVUTO LA FORTUNA DI UN’ATTENZIONE ONESTA E NOBILE DI MOLTI MEZZI DI COMUNICAZIONE. NE SIAMO STATI GRATI. MA QUESTO E’ STATO COMPLETAMENTE CANCELLATO DAL COMPORTAMENTO SUCCESSIVO.
CHI PUNTAVA SUL FATTO CHE ESISTEVAMO SOLO MEDIATICAMENTE E CHE, CON L’ACCERCHIAMENTO DI MENZOGNE E SILENZIO, SAREMMO SPARITI, SI E’ SBAGLIATO.
QUANDO NON C’ERANO TELECAMERE, MICROFONI, PENNE, ORECCHI ED OCCHI, NOI ESISTEVAMO.
QUANDO CI CALUNNIAVANO, NOI ESISTEVAMO.
QUANDO CI SILENZIAVANO, NOI ESISTEVAMO.
E SIAMO QUI, ESISTIAMO.
IL NOSTRO CAMMINARE, COM’È STATO DIMOSTRATO, NON DIPENDE DALL’IMPATTO MEDIATICO, MA DALLA COMPRENSIONE DEL MONDO E DELLE SUE PARTI, DALLA SAGGEZZA INDIGENA CHE REGGE I NOSTRI PASSI, DALLA FORZA INDISTRUTTIBILE CHE DÀ LA DIGNITÀ IN BASSO E A SINISTRA.
A PARTIRE DA ADESSO, LA NOSTRA PAROLA COMINCERÀ AD ESSERE SELETTIVA NEI DESTINATARI E, SALVO IN DETERMINATE OCCASIONI, POTRÀ ESSERE COMPRESA SOLO DA CHI HA CAMMINATO CON NOI E CAMMINA, SENZA ARRENDERSI ALLE MODE MEDIATICHE E CONGIUNTURALI.
QUA, CON NON POCHI ERRORI E MOLTE DIFFICOLTÀ, UN ALTRO MODO DI FARE POLITICA È GIÀ REALTÀ.
POCHI, MOLTO POCHI, AVRANNO IL PRIVILEGIO DI CONOSCERLA ED IMPARARE DA ESSA DIRETTAMENTE.
19 ANNI FA VI SORPRENDEMMO PRENDENDO COL FUOCO E COL SANGUE LE VOSTRE CITTA’. ORA L’ABBIAMO FATTO DI NUOVO, SENZA ARMI, SENZA MORTE, SENZA DISTRUZIONE.
CI DIFFERENZIAMO COSÌ DA CHI, DURANTE I SUOI GOVERNI, DISTRIBUISCE LA MORTE TRA SUOI GOVERNATI.
SIAMO GLI STESSI DI 500 ANNI FA, DI 44 ANNI FA, DI 30 ANNI FA, DI 20 ANNI FA, DI SOLO QUALCHE GIORNO FA.
SIAMO GLI ZAPATISTI, I PIÙ PICCOLI, QUELLI CHE VIVONO, LOTTANO E MUOIONO NELL’ULTIMO ANGOLO DELLA PATRIA, QUELLI CHE NON TENTENNANO, QUELLI CHE NON SI VENDONO, QUELLI CHE NON SI ARRENDONO.
FRATELLI E SORELLE:
COMPAGNI E COMPAGNE:
SIAMO GLI ZAPATISTI, RICEVETE IL NOSTRO ABBRACCIO.
COMUNICATO DEL COMITATO CLANDESTINO RIVOLUZIONARIO
INDIGENO-COMANDANCIA GENERALE DELL’ESERCITO ZAPATISTA DI LIBERAZIONE
NAZIONALE
MESSICO
30 DICEMBRE 2012MESSICO
AL POPOLO DEL MESSICO:
AI POPOLI E GOVERNI DEL MONDO:
FRATELLI E SORELLE:
COMPAGNI E COMPAGNE:
LO SCORSO 21 DICEMBRE 2012, ALLE PRIME ORE DELL’ALBA, IN DECINE DI MIGLIAIA DI INDIGENI ZAPATISTI CI SIAMO MOBILITATI ED ABBIAMO PRESO, PACIFICAMENTE E IN SILENZIO, CINQUE CAPOLUOGHI MUNICIPALI NELLO STATO SUDORIENTALE MESSICANO DEL CHIAPAS.
NELLE CITTÀ DI PALENQUE, ALTAMIRANO, LAS MARGARITAS, OCOSINGO E SAN CRISTOBAL DE LAS CASAS, VI ABBIAMO GUARDATO ED ABBIAMO GUARDATO NOI STESSI IN SILENZIO.
IL NOSTRO NON E’ UN MESSAGGIO DI RASSEGNAZIONE.
NON E’ DI GUERRA, DI MORTE E DISTRUZIONE.
IL NOSTRO E’ UN MESSAGGIO DI LOTTA E RESISTENZA.
DOPO IL COLPO DI STATO MEDIATICO CHE HA ASSURTO AL POTERE ESECUTIVO FEDERALE L’IGNORANZA MAL DISSIMULATA E PEGGIO CAMUFFATA, CI SIAMO PRESENTATI PER FAR SAPERE CHE SE LORO NON SE NE SONO MAI ANDATI, NEMMENO NOI.
SEI ANNI FA, UN SEGMENTO DELLA CLASSE POLITICA E INTELLETTUALE HA CERCATO IL RESPONSABILE DELLA SUA SCONFITTA. A QUEL TEMPO NOI, IN CITTÀ E NELLE COMUNITÀ, LOTTAVAMO PER LA GIUSTIZIA PER UN ATENCO CHE NON ERA ALLORA DI MODA.
ALLORA, PRIMA CI HANNO CALUNNIATO E POI HANNO VOLUTO ZITTIRCI.
INCAPACI E DISONESTI PER VEDERE CHE IN SE STESSI AVEVANO ED HANNO IL GERME DELLA LORO ROVINA, HANNO TENTATO DI FARCI SPARIRE CON LA BUGIA ED IL SILENZIO COMPLICE.
SEI ANNI DOPO, DUE COSE SONO CHIARE:
LORO NON HANNO BISOGNO DI NOI PER FALLIRE.
NOI NON ABBIAMO BISOGNO DI LORO PER SOPRAVVIVERE.
NOI, CHE NON CE NE SIAMO MAI ANDATI BENCHÉ SI SIANO IMPEGNATI A FARLO CREDERE I MEDIA DI TUTTO LO SPETTRO, RISORGIAMO COME INDIGENI ZAPATISTI QUALI SIAMO E SAREMO.
IN QUESTI ANNI SIAMO DIVENTATI PIU’ FORTI ED ABBIAMO MIGLIORATO SIGNIFICATIVAMENTE LE NOSTRE CONDIZIONI DI VITA. IL NOSTRO LIVELLO DI VITA È SUPERIORE A QUELLO DELLE COMUNITÀ INDIGENE VICINE AI GOVERNI DI TURNO, CHE RICEVONO LE ELEMOSINE E LE DISSIPANO IN ALCOOL ED OGGETTI INUTILI.
LE NOSTRE ABITAZIONI MIGLIORANO SENZA DANNEGGIARE LA NATURA IMPONENDOLE PERCORSI CHE LE SONO ALIENI.
NEI NOSTRI VILLAGGI, LA TERRA CHE PRIMA SERVIVA AD INGRASSARE IL BESTIAME DEGLI ALLEVATORI E DEI PROPRIETARI TERRIERI, ORA È PER IL MAIS, I FAGIOLI ED I VEGETALI CHE IMBANDISCONO LE NOSTRE TAVOLE.
IL NOSTRO LAVORO HA LA DUPLICE SODDISFAZIONE DI FORNIRCI IL NECESSARIO PER VIVERE ONESTAMENTE E DI CONTRIBUIRE ALLA CRESCITA COLLETTIVA DELLE NOSTRE COMUNITÀ.
I NOSTRI BAMBINI E LE NOSTRE BAMBINE FREQUENTANO UNA SCUOLA CHE INSEGNA LORO LA PROPRIA STORIA, QUELLA DELLA LORO PATRIA E QUELLA DEL MONDO, COSI' COME LE SCIENZE E LE TECNICHE NECESSARIE PER CRESCERE SENZA SMETTERE DI ESSERE INDIGENI.
LE DONNE INDIGENE ZAPATISTE NON SONO VENDUTE COME MERCE.
GLI INDIGENI PRIISTI VENGONO NEI NOSTRI OSPEDALI, CLINICHE E LABORATORI PERCHÉ IN QUELLI DEL GOVERNO NON CI SONO MEDICINE, NÉ APPARECCHIATURE, NÉ MEDICI, NÉ PERSONALE QUALIFICATO.
LA NOSTRA CULTURA FIORISCE, NON ISOLATA MA ARRICCHITA DAL CONTATTO CON LE CULTURE DI ALTRI POPOLI DEL MESSICO E DEL MONDO.
GOVERNIAMO E CI GOVERNIAMO DA NOI STESSI, CERCANDO SEMPRE L’ACCORDO PRIMA DELLO SCONTRO .
TUTTO QUESTO È STATO OTTENUTO NON SOLO SENZA IL GOVERNO, LA CLASSE POLITICA ED I MEDIA CHE LI ACCOMPAGNANO, MA ANCHE RESISTENDO AI LORO ATTACCHI DI OGNI GENERE.
ABBIAMO DIMOSTRATO, ANCORA UNA VOLTA, CHE SIAMO QUELLI CHE SIAMO.
CON IL NOSTRO SILENZIO CI SIAMO PRESENTATI.
ORA CON LA NOSTRA PAROLA ANNUNCIAMO CHE:
PRIMO.- RIAFFERMEREMO E CONSOLIDEREMO LA NOSTRA APPARTENENZA AL CONGRESSO NAZIONALE INDIGENO, SPAZIO DI INCONTRO CON I POPOLI ORIGINARI DEL NOSTRO PAESE.
SECONDO.- RIPRENDEREMO IL CONTATTO CON I NOSTRI COMPAGNI E COMPAGNE ADERENTI ALLA SESTA DICHIARAZIONE DELLA SELVA LACANDONA IN MESSICO E NEL MONDO.
TERZO.- CERCHEREMO DI COSTRUIRE I PONTI NECESSARI VERSO I MOVIMENTI SOCIALI CHE SONO SORTI E NASCERANNO, NON PER GUIDARE O SOSTITUIRE, MA PER IMPARARE DA LORO, DALLA LORO STORIA, DALLE LORO STRADE E DESTINAZIONI.
PER QUESTO ABBIAMO OTTENUTO L’APPOGGIO DI INDIVIDUI E GRUPPI IN DIVERSE PARTI DEL MESSICO, FORMATI COME SQUADRE DI APPOGGIO DELLE COMMISSIONI SESTA E INTERNAZIONALE DELL’EZLN, IN MODO CHE DIVENTINO CINGHIE DI COMUNICAZIONE TRA LE BASI DI APPOGGIO ZAPATISTE E GLI INDIVIDUI, GRUPPI E COLLETTIVI ADERENTI ALLA SESTA DICHIARAZIONE, IN MESSICO E NEL MONDO, CHE ANCORA MANTENGONO LA CONVINZIONE E L’IMPEGNO DELLA COSTRUZIONE DI UN’ALTERNATIVA NON ISTITUZIONALE DI SINISTRA.
QUARTO.- PROSEGUIRÀ LA NOSTRA DISTANZA CRITICA DALLA CLASSE POLITICA MESSICANA CHE, NEL SUO INSIEME, NON HA FATTO ALTRO CHE ARRICCHIRSI A COSTO DEI BISOGNI E DELLE SPERANZE DELLA GENTE UMILE E SEMPLICE.
QUINTO.- RISPETTO AI MALGOVERNI FEDERALI, STATALI E MUNICIPALI, ESECUTIVI, LEGISLATIVI E GIUDIZIARI, E MEDIA CHE LI ACCOMPAGNANO, DICIAMO QUANTO SEGUE:
I MALGOVERNI DI TUTTO LO SPETTRO POLITICO, SENZA ECCEZIONE ALCUNA, HANNO FATTO IL POSSIBILE PER DISTRUGGERCI, PER COMPRARCI, PER FARCI ARRENDERE. PRI, PAN, PRD, PVEM, PT, CC ED IL FUTURO PARTITO DI RN, CI HANNO ATTACCATI MILITARMENTE, POLITICAMENTE, SOCIALMENTE ED IDEOLOGICAMENTE.
I GRANDI MEZZI DI COMUNICAZIONE HANNO CERCATO DI FARCI SPARIRE PRIMA CON LA CALUNNIA SERVILE ED OPPORTUNISTA, POI CON IL SILENZIO SCALTRO E COMPLICE. COLORO AI QUALI SI SONO ASSERVITI E DEL CUI DENARO SI SONO AMMANTATI ORA NON CI SONO PIU’. E QUELLI CHE ORA LI SOSTITUISCONO NON DURERANNO PIÙ DEI LORO PREDECESSORI.
COM’E’ STATO EVIDENTE IL 21 DICEMBRE 2012, TUTTI HANNO FALLITO.
RESTA DUNQUE AL GOVERNO FEDERALE, ESECUTIVO, LEGISLATIVO E GIUDIZIARIO, DECIDERE SE RICADERE NELLA POLITICA CONTRAINSURGENTE CHE HA OTTENUTO SOLO UNA DEBOLE VISIBILITA’ SOSTENUTA GOFFAMENTE A LIVELLO MEDIATICO, O RICONOSCERE E RISPETTARE I SUOI IMPEGNI ELEVANDO A RANGO COSTITUZIONALE I DIRITTI E LA CULTURA INDIGENI, COME STABILITO DAGLI “ACCORDI DI SAN ANDRÉS”, FIRMATI DAL GOVERNO FEDERALE NEL 1996, GUIDATO ALLORA DALLO STESSO PARTITO ORA AL GOVERNO.
RESTA AL GOVERNO STATALE DECIDERE SE CONTINUARE LA STRATEGIA DISONESTA E VILE DEL SUO PREDECESSORE, CHE OLTRE AD ESSERE CORROTTO E BUGIARDO HA UTILIZZATO DENARO DEL POPOLO DEL CHIAPAS PER L’ARRICCHIMENTO PROPRIO E DEI SUOI COMPLICI, E SI E’ DEDICATO A COMPRARE SFACCIATAMENTE VOCI E PENNE SUI MEDIA, MENTRE SPROFONDAVA IL POPOLO DEL CHIAPAS NELLA MISERIA, E CONTEMPORANEAMENTE USAVA POLIZIOTTI E PARAMILITARI PER TENTARE DI FRENARE L’AVANZATA ORGANIZZATIVA DEI POPOLI ZAPATISTI; O, INVECE, CON VERITÀ E GIUSTIZIA, ACCETTARE E RISPETTARE LA NOSTRA ESISTENZA E CONFACERSI ALL’IDEA CHE FIORISCA UNA NUOVA FORMA DI VITA SOCIALE IN TERRITORIO ZAPATISTA, CHIAPAS, MESSICO. FIORITURA CHE ATTRAE L’ATTENZIONE DI PERSONE ONESTE IN TUTTO IL PIANETA.
STA AI GOVERNI MUNICIPALI DECIDERE SE CONTINUARE A FARSI ESTORCERE DENARO DALLE ORGANIZZAZIONI ANTIZAPATISTE O SUPPOSTAMENTE “ZAPATISTE” PER AGGREDIRE LE NOSTRE COMUNITÀ; O INVECE USARE QUESTI SOLDI PER MIGLIORARE LE CONDIZIONI DI VITA DEI LORO GOVERNATI.
STA AL POPOLO DEL MESSICO CHE SI ORGANIZZA IN FORME DI LOTTA ELETTORALE E RESISTE, DECIDERE SE CONTINUARE A VEDERE IN NOI I NEMICI O RIVALI SUI QUALI SCARICARE LA PROPRIA FRUSTRAZIONE PER LE FRODI E LE AGGRESSIONI CHE, ALLA FINE, TUTTI SUBIAMO, E SE NELLA SUA LOTTA PER IL POTERE CONTINUARE AD ALLEARSI CON I NOSTRI PERSECUTORI; O RICONOSCERE FINALMENTE IN NOI UN ALTRO MODO DI FARE POLITICA.
SESTO.- NEI PROSSIMI GIORNI L’EZLN, ATTRAVERSO LE SUE COMMISSIONI SESTA E INTERNAZIONALE, FARÀ CONOSCERE UNA SERIE DI INIZIATIVE, DI CARATTERE CIVILE E PACIFICO, PER CONTINUARE A CAMMINARE INSIEME AGLI ALTRI POPOLI ORIGINARI DEL MESSICO E DI TUTTO IL CONTINENTE, E INSIEME A CHI, IN MESSICO E NEL MONDO INTERO, RESISTE E LOTTA IN BASSO E A SINISTRA.
FRATELLI E SORELLE:
COMPAGNI E COMPAGNE:
PRIMA ABBIAMO AVUTO LA FORTUNA DI UN’ATTENZIONE ONESTA E NOBILE DI MOLTI MEZZI DI COMUNICAZIONE. NE SIAMO STATI GRATI. MA QUESTO E’ STATO COMPLETAMENTE CANCELLATO DAL COMPORTAMENTO SUCCESSIVO.
CHI PUNTAVA SUL FATTO CHE ESISTEVAMO SOLO MEDIATICAMENTE E CHE, CON L’ACCERCHIAMENTO DI MENZOGNE E SILENZIO, SAREMMO SPARITI, SI E’ SBAGLIATO.
QUANDO NON C’ERANO TELECAMERE, MICROFONI, PENNE, ORECCHI ED OCCHI, NOI ESISTEVAMO.
QUANDO CI CALUNNIAVANO, NOI ESISTEVAMO.
QUANDO CI SILENZIAVANO, NOI ESISTEVAMO.
E SIAMO QUI, ESISTIAMO.
IL NOSTRO CAMMINARE, COM’È STATO DIMOSTRATO, NON DIPENDE DALL’IMPATTO MEDIATICO, MA DALLA COMPRENSIONE DEL MONDO E DELLE SUE PARTI, DALLA SAGGEZZA INDIGENA CHE REGGE I NOSTRI PASSI, DALLA FORZA INDISTRUTTIBILE CHE DÀ LA DIGNITÀ IN BASSO E A SINISTRA.
A PARTIRE DA ADESSO, LA NOSTRA PAROLA COMINCERÀ AD ESSERE SELETTIVA NEI DESTINATARI E, SALVO IN DETERMINATE OCCASIONI, POTRÀ ESSERE COMPRESA SOLO DA CHI HA CAMMINATO CON NOI E CAMMINA, SENZA ARRENDERSI ALLE MODE MEDIATICHE E CONGIUNTURALI.
QUA, CON NON POCHI ERRORI E MOLTE DIFFICOLTÀ, UN ALTRO MODO DI FARE POLITICA È GIÀ REALTÀ.
POCHI, MOLTO POCHI, AVRANNO IL PRIVILEGIO DI CONOSCERLA ED IMPARARE DA ESSA DIRETTAMENTE.
19 ANNI FA VI SORPRENDEMMO PRENDENDO COL FUOCO E COL SANGUE LE VOSTRE CITTA’. ORA L’ABBIAMO FATTO DI NUOVO, SENZA ARMI, SENZA MORTE, SENZA DISTRUZIONE.
CI DIFFERENZIAMO COSÌ DA CHI, DURANTE I SUOI GOVERNI, DISTRIBUISCE LA MORTE TRA SUOI GOVERNATI.
SIAMO GLI STESSI DI 500 ANNI FA, DI 44 ANNI FA, DI 30 ANNI FA, DI 20 ANNI FA, DI SOLO QUALCHE GIORNO FA.
SIAMO GLI ZAPATISTI, I PIÙ PICCOLI, QUELLI CHE VIVONO, LOTTANO E MUOIONO NELL’ULTIMO ANGOLO DELLA PATRIA, QUELLI CHE NON TENTENNANO, QUELLI CHE NON SI VENDONO, QUELLI CHE NON SI ARRENDONO.
FRATELLI E SORELLE:
COMPAGNI E COMPAGNE:
SIAMO GLI ZAPATISTI, RICEVETE IL NOSTRO ABBRACCIO.
DEMOCRAZIA!
LIBERTA’!
GIUSTIZIA!
Dalle montagne del Sudest Messicano.
Per il Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno – Comando Generale
dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale.
Per il Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno – Comando Generale
dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale.
Subcomandante Insurgente Marcos
Messico. Dicembre 2012 – Gennaio 2013
Messico. Dicembre 2012 – Gennaio 2013
COMUNICATO EZLN 21 DIC. 2012
Comunicato del Comitato Clandestino
Rivoluzionario Indigeno – Comando Generale dell’Esercito
Zapatista di Liberazione Nazionale
21 dicembre 2012
A chi di dovere:
Lo avete sentito?
E’ il suono del vostro mondo che crolla, ed è quello del nostro che risorge.
Il giorno in cui fece giorno, fu notte;
e sarà notte il giorno in cui farà giorno.
DEMOCRAZIA
LIBERTA’
GIUSTIZIA
Dalle montagne del Sud-Est Messicano
per il Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno – Comando Generale dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale
SUBCOMANDANTE MARCOS
21 dicembre 2012
A chi di dovere:
Lo avete sentito?
E’ il suono del vostro mondo che crolla, ed è quello del nostro che risorge.
Il giorno in cui fece giorno, fu notte;
e sarà notte il giorno in cui farà giorno.
DEMOCRAZIA
LIBERTA’
GIUSTIZIA
Dalle montagne del Sud-Est Messicano
per il Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno – Comando Generale dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale
SUBCOMANDANTE MARCOS
mercoledì 12 dicembre 2012
Stati Uniti - Michigan: Occupy the Capitol
La nuova legge sullo statuto dei lavoratori dello stato del Michigan è diventata un caso nazionale da quando anche la Casa Bianca e il presidente Obama hanno preso posizione in merito.
Il presidente Obama si è a lungo opposto ai nuovi statuti dei lavoratori e a tutte quelle leggi che vanno a colpire i diritti sindacali "ritengo che la nostra economia è più forte quando i lavoratori posso avere un buon salario e buone tutele, e sono contrario ai tentativi di privarli dei loro diritti. In Michigan il ruolo dei lavoratori nel rilancio del settore automobilistico degli Stati Uniti, è un esempio lampante di come i sindacati hanno contribuito a costruire una forte classe media e una forte economia americana."
Giovedi
6 dicembre, migliaia di manifestanti del sindacato e attivisti dei
movimenti sociali hanno bloccato gli ingressi del Lansing Capitol
nello stato del Michigan per protestare contro la decisione del
parlamento dello stato di approvare un nuovo “statuto dei
lavoratori”. La giornata si è conclusa bruscamente quando la
polizia ha caricato i manifestanti, usando una gran quantità di
spary urticanti provocando l'evacuazione e la chiusura del
Campidoglio. Le proteste sono continuate in strada e almeno otto
persone sono state arrestate.
Questo
martedì, in migliaia si sono dati appuntamento a Lansing per
protestare contro l' “1%
- backed”
la nuova legislazione sul "diritto
al lavoro",
la più estrema e antisindacale legge che lo stato del Michigan
abbia mai visto. Infermieri, insegnanti, lavoratori dell'auto, i
dipendenti del settore dei servizi, metalmeccanici, e molti altri
lavoratori (compresi i disoccupati), nonché le loro famiglie, con
attivisti, e rappresentanti delle comunità, hanno già aderito. In
molti si sono organizzati e preparati per azioni di disobbedienza
civile non violenta.
Molte
e molto partecipate le assemblee delle varie categorie sindacali e
delle comunità coinvolte nelle manifestazioni di questi giorni e
tante le mobilitazioni a favore della protesta. Anche rappresentanti
dei giocatori della Fnl, la lega nazionale di football americano,
non hanno mancato di far sentire la loro voce a fianco dei
manifestanti: "Protestiamo contro questo ritorno al passato,
siamo contro la riforma nella sua forma attuale e siamo orgogliosi
di stare a fianco dei lavoratori in Michigan e ovunque. Non pensiamo
che gli elettori abbiano scelto questa riforma, e non crediamo che i
lavoratori meritano questo trattamento.”
Da
lunedì mattina un gran numero di agenti della Polizia di Stato del
Michigan ha circondato il Campidoglio in previsione delle giornate
protesta. Rigorosi i controlli e le limitazioni all’accesso a tutta
la zona del Campidoglio, molte le prescrizioni ai manifestanti; senza
dubbio la presenza della polizia è legata alle simili proteste messe
in campo gli attivisti sindacali che occupano il Campidoglio, nel
febbraio e marzo del 2011, contro una uguale riforma firmata dal
governatore dello stato del Wisconsin Scott Walker l’anno scorso.Se
approvata, il Michigan sarà il ventiquattresimo Stato dell’ Unione
con leggi che vietano la presenza nelle aziende di rappresentanze
sindacali minime come una condizione per l’assunzione.
Mentre
in migliaia di attivisti e lavoratori dovrebbero assediare il
Campidoglio, i rappresentanti democratici del Congresso si incontrano
oggi con il governatore Rick Snyder , repubblicano, per discutere
della nuova legislazione sui diritti dei lavoratori; lo scontro, a
tutti i livelli, è solo cominciato.
Tunisia - L’Unione Generale dei Lavoratori Tunisini ha indetto uno sciopero generale nazionale il 13 dicembre per richiedere le dimissioni del Governo.
Proseguono ininterrotte le proteste nel Paese dopo l’attacco dei miliziani islamici alla sede del maggior sindacato tunisino.
L’Ugtt ha indetto lo sciopero
generale nazionale in risposta all’aggressione subita alla sede
sindacale di Tunisi del 4 Dicembre, compiuta da miliziani della “Lega
per la Protezione della Rivoluzione”, l’emanazione più brutale
di Ennhadha, il partito islamico al Governo.
In quell’occasione la sede sindacale
è stata presa d’assalto da centinaia di miliziani armati di pietre
e bastoni, e diversi dirigenti e simpatizzanti dell’organizzazione
sono rimasti feriti. L’attacco, certamente premeditato come
dimostrano gli appelli che circolavano in rete fino a poche ore
prima, è stato compiuto in risposta alla grande mobilitazione di
piazza organizzata dall’Ugtt a Siliana, una città situata
nell’ovest della Tunisia inserita in una tra le regioni più povere
e svantaggiate del Paese. La tre giorni di sciopero generale
regionale indetta dall’Ugtt a Siliana ha portato alla destituzione
del governatore locale, nipote del primo ministro Jebali. Si è
trattato di una evidente vittoria politica per il sindacato.
Ma una risposta in termini politici era
evidentemente impraticabile per il partito islamico al potere che ha
invece optato per un vero e proprio assalto alla sede sindacale
compiuto dalla “Lega per la protezione della Rivoluzione”,
scatenando in questo modo un’escalation di tensione che ha portato
nel corso della scorsa settimana, in molte città della Tunisia, a
diverse manifestazioni di solidarietà nei confronti del sindacato.
Hanno partecipato migliaia di persone, soprattutto studenti, che
riconoscono nell’Ugtt il simbolo dell’opposizione a qualsiasi
forma di regime.
L’Uggt infatti, nonostante abbia una
storia costellata di contraddizioni e di atteggiamenti ambigui nei
confronti del regime di Bourghiba prima e di Ben Ali dopo,
rappresenta agli occhi dei tunisini, simbolicamente e razionalmente,
l’unica forza sociale in grado di opporsi agli abusi dello Stato, e
l’ultimo baluardo di difesa della democrazia, soprattutto ora che
le speranze di un cambiamento reale, portate dalla Rivoluzione, si
stanno affievolendo, principalmente a causa della dura repressione e
dell’atteggiamento non curante nei confronti dei bisogni delle
regioni marginalizzate che il governo sta portando avanti.
Il 6 dicembre sono stati indetti nelle
regioni di Siliana, Gafsa, Sidi Bouzid e Kasserine quattro scioperi
generali regionali, ma lo sciopero generale nazionale porta con sé
una carica di emotività e di valore simbolico. Il primo venne
indetto nel 1978 e si concluse con più di 400 morti, tanto che viene
ricordato come “il giovedì nero”. Un secondo sciopero generale
nazionale venne organizzato il 12 gennaio 2011 in pieno clima
rivoluzionario, e ha contribuito alla caduta del regime di Ben Ali,
avvenuta il 14 dello stesso mese.
Questa forte carica simbolica
contribuisce ad innalzare la tensione sociale in vista dello sciopero
del 13, che verrà preceduto da una manifestazione di artisti
solidali con il sindacato prevista per la sera di oggi, e da un
corteo del movimento Occupy Tunisia, domani nel centro di Tunisi.
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ALLERTA ROSSA E CHIUSURA CARACOLES
BOICOTTA TURCHIA
Viva EZLN
Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.
La lucha sigue!