Venerdì scorso [31.03.2017, ndr] una notizia ha fatto il giro del mondo: manifestanti danno fuoco al Parlamento dopo l’approvazione del Senato all'emendamento costituzionale, che dovrà essere approvato in un successivo referendum e che prevede la possibilità di rielezione per il Presidente. Cosa sta accadendo davvero in Paraguay?
Rapidamente, importanti mezzi di comunicazione paraguayani e il Partido Liberal (all'opposizione) hanno denunciato l’illegalità della risoluzione, sostenendo che si tratta di una manovra dell’attuale Presidente Horacio Cartes per perpetuarsi al governo.
Paradossalmente – per lo meno dal punto di vista di chi non conosce i dettagli del dibattito – anche il progressista Frente Guasù, anch’esso all’opposizione e che vede come massimo referente l’ex Presidente Fernando Lugo, è posizionato a favore della riforma. Lo scenario è più complesso di quanto un’analisi superficiale possa prevedere.
Cosa ha approvato il Senato paraguayano?
Il progetto promosso dal partito governativo (Partido Colorado) e appoggiato dal Frente Guasù e dai settori dissidenti del Partido Liberal prevede la modifica degli articoli 161, 197, 229 e 235 della Costituzione. L’articolo 229, così modificato, permetterebbe ai presidenti e vicepresidenti la possibilità di rimanere in carica per cinque anni e di essere rieletti due volte consecutivamente o in maniera alternata.
Oltre a questo, è previsto che coloro che occupano tali cariche possano correre per la rielezione nel ciclo successivo solo qualora presentino le dimissioni fino a sei mesi prima delle elezioni. A questo si aggiunge il fatto che, secondo la legislazione vigente, le dimissioni di un Presidente devono essere approvate dal Parlamento: con la modifica della Costituzione, tuttavia, sarà sufficiente comunicare la rinuncia agli altri poteri dello Stato.
Queste modifiche alla Costituzione dovranno comunque essere riconosciute o respinte attraverso referendum prima delle elezioni presidenziali del 2018.
Va ricordato che l’attuale Carta – approvata nel 1992 – proibisce qualsiasi tipo di rielezione, anche a coloro che già hanno ricoperto il ruolo di Presidente. Uno dei motivi che portarono a questa particolarità della legge fondamentale paraguaiana risiede nel fatto che la prolungata dittatura di Alfredo Stroessner (1954-1989) cercò di legittimarsi proprio attraverso elezioni truccate che gli hanno permesso di essere eletto per sette mandati consecutivi.
Quali sono le controversie?
La prima critica mossa da chi si oppone alla riforma – in primo luogo il Partido Liberal e diversi mezzi di comunicazione – si basa sul fatto che è la stessa Costituzione a proibire la rielezione. Modificare la Carta per via parlamentare sarebbe quindi incostituzionale, anche qualora fosse previsto un successivo referendum popolare.
Allo stesso tempo viene denunciata l’assenza durante la sessione del Presidente della Camera Alta, Roberto Acevedo; per tanto lo stesso procedimento (al di là del contenuto della riforma) sarebbe illegale.
La normativa è stata approvata in una sessione alla quale erano presenti 25 dei 45 senatori.
Cosa è successo venerdì notte [31.03.2017, ndr]?