lunedì 27 ottobre 2008

Free Gaza Movement

2008: Dura da quarant'anni
"Il 2008 segna il quarantesimo anniversario della Guerra dei sei giorni, durante la quale l'esercito israeliano ha preso il controllo della Striscia di Gaza e della Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est. Questa situazione continua sino ad oggi malgrado il fatto che Israele infrange, così facendo, le leggi internazionali sui diritti umani e trasgredisca a più di 60 risoluzioni dell'ONU." - Fine all'0ccupazione!

Il nostro progetto
Vogliamo rompere l'assedio di Gaza. Vogliamo risvegliare la coscienza mondiale sulla situazione di prigionia nella quale Gaza si trova rinchiusa, fare pressione sui governi internazionali affinché rivedano la politica di sanzioni che flagella la Palestina e mettano un termine al loro continuo sostegno all'occupazione di Israele. Noi vogliamo appoggiare il diritto dei Palestinesi ad accogliere le persone che vogliono venire in Palestina: gli attivisti per i diritti umani, i giornalisti, e chiunque.

Chi siamo?
Noi siamo esattamente queste persone, operatori umanitari, attivisti per i diritti umani, lavoratori volontari, giornalisti. Abbiamo alle spalle anni di esperienza di volontariato nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania invitati dai Palestinesi. Ma adesso l'accerchiamento di Israele, che occupa illegalmente la Palestina, si é ancora più intensificato, e molti fra di noi si vedono rifiutare da Israele il diritto di entrare in Palestina. Malgrado l'urgenza che c'è di portare il nostro aiuto, il governo israeliano non ci permette l'accesso al territorio palestinese. Apparteniamo a tutti i diversi strati della società. Nei nostri paesi, siamo insegnanti, medici, musicisti, segretarie, genitori, nonni, avvocati, studenti, attivisti, attori, scrittori, politici, cantanti, web designers, consulenti internazionali, e fra di noi c'è persino un anziano lavoratore dell'industria del cinema di Hollywood e un aviatore. Siamo Sud Africani, Australiani, Americani, Inglesi, Israeliani, Italiani, Palestinesi, e ancora di altre nazionalità.

Cosa faremo?
Abbiamo cercato di entrare in Palestina via terra. Abbiamo cercato di arrivarci per via aerea. Adesso facciamo sul serio: salpiamo le ancore, ci andremo via mare.

sabato 25 ottobre 2008

CI STANNO MASSACRANDO!!

Dal territorio indigeno della Colombia
Consejo Regional Indígena del Cauca (CRIC)

All’inizio della lotta del CRIC ci ammazzarono gli scagnozzi assoldati dai proprietari terrieri. Poi sono stati i gruppi paramilitari in collusione con gli organi dello Stato, e lo ha fatto anche la guerriglia. Nelle ultime mobilitazioni la forza pubblica ha provato meccanismi e strumenti per assassinarci impunemente, ogni volta sempre più usuali, anche grazie all’indolenza dell’opinione pubblica che permette e accetta che si attui al di fuori della Costituzione e della legge dall’interno dello Stato, contro la popolazione povera della Colombia.

Oggi, ci troviamo di fronte una polizia che nel nome della legittimità dello Stato, applica la forza in maniera sproporzionata, esegue la pena di morte e assassina quella popolazione che ha l’obbligo costituzionale di difendere. Con carri armati, armi convenzionali e non, con machete e colpi di fucile, aggrediscono tutti noi che ci mobilitiamo, pretendendo di cancellare la loro ingnominia e il disconoscimento degli elementi minimi di uno Stato di Diritto.

Dopo assassini, ferirmenti, disconoscimento dei diritti fondamentali, addirittura mentono affermando che sono gli stessi indigeni e i settori popolari coloro che si stanno autoeliminando o che hanno patti d’alleanza con la guerriglia e che nell’usare esplosivi ci stiamo uccidendo da soli. Con ciò non solo vogliono coprire i propri crimini ma preparare le condizioni e le giustificazioni per realizzare un massacro.

Nel frattempo alcuni settori d’opinione richiedono il dialogo, interessati alla viabilità della via Panamericana, nonostante sembrino già abituati alla morte come argomento di difesa dello Stato, e non mostrano preoccupazione per le violazioni dei Diritti umani messe in atto dalla forza pubblica nella cittadina de la María. Tuttavia settori popolari e democratici manifestano pubblicamente per la difesa della vita e della Costituzione, e sanno che questa è una lotta di tutti per salvare quel poco che ci rimane di Stato di Diritto.

La Defensoria del popolo ha richiamato al rispetto dei diritti umani e al dialogo e ciò è parte delle sue funzioni; esigiamo pertanto che questo organismo, istituito con la Costituzione del 1991, svolga il suo ruolo e sia garante del rispetto dello Stato sui diritti umani; la defensoria del popolo deve essere presente nella zona e accertarsi delle modalità con cui sta svolgenzo l'azione della forza pubblica, che armi non convenzionali e convenzionali sta utilizzando, la presenza di persone civili armate protette dalla polizia, la violazione delle case; la defensoria deve chiarire davanti alla comunità nazionale e internazionale chi sono coloro che non lasciano passare le ambulanze poiché l’esercito e i mezzi di comunicazione che diffondono i suoi comunicati dicono che siamo noi, e noi sosteniamo e sappiamo che è la forza pubblica che lo impedisce. Ci rivolgiamo al Difensore del Popolo Nazionale perché comprenda che qua non vige la Costituzione colombiana e che è dovere della Defensoria provvedere perché non accada tutto questo.

Nello stesso modo, ci rivolgiamo al sistema delle Nazioni Unite, alla tavola umanitaria del Cauca e alla comunità internazionale, perché possano vedere e possano comunicare al mondo intero ciò che sta succedendo nella cittadina di la María. Se si definiscono verità e giustizia come basi fondamentali della pace e della convivenza, queste non solo bisogna cercarle dopo che i fatti verrano chiariti ma anche adesso, nel presente di questa guerra che si materializza contro la popolazione.

Più di sessanta feriti, un morto, un altro corpo abbandonato e preso a machetate al quale la Polizia non permette arrivare, l’uso di armi non convenzionali e convenzionali e procedimenti non autorizzati né legalmente né eticamente, il rimbombo della bugia come verità dello Stato, i carri armati che avanzano per le vie secondarie, gli elicotteri che circondano l’area indigena, il territorio de la María trasformato in un campo di guerra, tutto questo merita e esige che le istituzioni nazionali e internazionali dei diritti umani, e tutti i democratici del mondo fermino questo massacro.

Nella misura in cui questo territorio indigeno è stato trasformato in un campo di morte e guerra, si sentono voci circa il fatto che attori armati della guerriglia pretendono di pescare nel fiume in piena, poiché come per lo Stato anche a loro solo interessa l’intensificazione del conflitto. Rifiutiamo qualsiasi azione di questi attori, e richiediamo il rispetto alla mobilitazione e autonomia del movimento sociale e il rispetto dei diritti umani.

Leggi l’articolo originale in castigliano

giovedì 23 ottobre 2008

Globalizemos a luta! Globalizemos a esperança!

V° CONFERENZA INTERNAZIONALE DI VIA CAMPESINA - DICHIARAZIONE DI MAPUTO - 23 OTTOBRE 2008

SOVRANITA’ ALIMENTARE SUBITO! CON LA LOTTA E L’UNITA’ DEI POPOLI
Siamo genti della terra, uomini e donne che producono gli alimenti per il mondo. Abbiamo il diritto di continuare ad essere contadini e contadine e la responsabilità di continuare a nutrire i nostri popoli. Ci occupiamo dei semi che sono la vita e, per noi, l’atto di produrre il cibo è un atto di amore. L’umanità ha bisogno di noi e noi ci rifiutiamo di scomparire. Noi, la Via Campesina, un movimento mondiale di organizzazioni di donne lavoratrici rurali, contadini e contadine, piccoli agricoltori, lavoratori e lavoratrici delle campagne, popoli indigeni, afrodiscendenti e gioventù rurale di Asia, Europa, America e Africa ci siamo riuniti a Maputo, inMozambico dal 19 al 22 ottobre del 2008 nella nostra V Conferenza Internazionale. Siamo stati ricevuti in modo caloroso, fraterno e combattivo dai nostri anfitrioni, l’Unione Nazionale dei Contadini (UNAC) del Mozambico. Ci siamo riuniti per riaffermare la nostra determinazione nel difendere l’agricoltura contadina, le nostre culture e il nostro diritto di continuare a esistere come popoli con una propria identità. Siamo più di 550 persone, tra le quali 325 delegati e delegate di 57 paesi che rappresentano centinaia di milioni di famiglie contadine. Noi donne rappresentiamo più della metà delle persone che producono alimenti nel mondo e qui abbiamo realizzato, con energia e determinazione, la nostra Terza Assemblea Mondiale delle Donne. Noi giovani abbiamo realizzato la nostra Seconda Assemblea dei Giovani della Via Campesina, poichè la partecipazione decisiva della Gioventù garantisce tanto il presente come il futuro delle campagne. In questa V Conferenza abbiamo anche riconosciuto 41 organizzazioni come nuovi membri di Via Campesina e abbiamo potuto contare sulla partecipazione di molte organizzazioni e movimenti alleati di tutto il mondo nella nostra Prima Assemblea degli Alleati di Via Campesina.

Quattro anni di lotte e vittorie.
Nella V Conferenza Internazionale abbiamo riesaminato le nostre principali lotte, azioni e attività a partire dalla IV Conferenza Internazionale realizzata ad Itaici, Brasile, nel giugno del 2004. Tra le azioni svolte, particolarmente significative sono state le mobilitazioni di massa contro il WTO, contro i Trattati di Libero Commercio (TLCs) in diverse parti del mondo e contro il G8 a Rostock e Hokkaido. Nel 2005 La Via Campesina ha realizzato una presenza significativa nella giornata di lotta di fronte alla sede della Conferenza del WTO a Hong Kong, partecipando anche alla più recente delle ripetute azioni con le quali i movimenti sociali hanno bloccato i negoziati nelle conferenze del WTO a partire da Seattle nel 1999. Abbiamo avuto un ruolo centrale anche in altre mobilitazioni contro il WTO da Ginevra all’India. Nel 2007 abbiamo organizzato, con i nostri principali alleati, il Forum Internazionale sulla Sovranità Alimentare, a Nyéleni, Mali. Si è trattato di un momento cruciale nella costruzione di un grande movimento globale per la Sovranità Alimentare. Hanno partecipato circa 500 delegati e delegate dei più importanti movimenti sociali dell’intero mondo ed è stata definita un’agenda strategica e di azioni per i prossimi anni. Sia prima che dopo Nyéleni, abbiamo organizzato molte riunioni nazionali e regionali sulla Sovranità Alimentare. Negli ultimi anni abbiamo ottenuto che vari paesi e tra questi l’Equador, la Bolivia, il Nepal, il Mali, il Nicaragua e il Venezuela, introducessero il concetto di Sovranità Alimentare nelle loro Costituzioni e/o leggi nazionali. Attraverso la nostra Campagna Globale per la Riforma Agraria, espressione delle nostre lotte per la terra e in difesa del territorio, abbiamo co-organizzato il Forum Sociale Mondiale della Riforma Agraria a Valência, Spagna nel 2004, e, nel 2006, abbiamo organizzato la Riunione Internazionaledei Senza Terra a Porto Alegre, Brasile, prima della Conferenza Internazionale sulla Riforma Agraria e lo Sviluppo Rurale (CIRADR) della FAO. Abbiamo anche partecipato alle mobilitazioni per l’8 marzo delle donne del Brasile contro il deserto verde provocato dagli Eucaliptos della transnazionale Aracruz e al Forum parallelo, ottenendo importanti passi avanti nella posizione dei governi. Nel 2007 abbiamo organizzato, in Nepal, la Conferenza Internazionale sulla Sovranità Alimentare, la Riforma Agraria e i Diritti Contadini. Nel 2004 abbiamo organizzato una festa globale di scambio di semi all’interno della nostra IV Conferenza. Nel 2005 abbiamo organizzato il Seminario Internazionale sui Semi: “Liberare la Diversità”, come parte della nostra lotta globale a favore dei semi contadini e contro i transgenici e la tecnologia terminator. La Via Campesina Brasile ha organizzato importanti mobilitazioni durante la Conferenza della Convenzione della Diversità Biologica (COP-8) nel marzo del 2006 a Curitiba, Brasile. Sugli stessi temi abbiamo svolto significative attività a Mysore, Índia in quello stesso anno e, nel 2008, a Bonn, in Germania e in Francia, dove uno sciopero della fame è stato molto importante per ottenere la proibizione del mais transgenico della Monsanto. In Brasile nel 2007, Keno, un grande lottatore, è stato assassinato da un pistolero assoldato dalla Syngenta, ma un anno dopo abbiamo ottenuto che la Syngenta restituisse al governo la sua area illegale di sperimentazione dei transgenici. La Via Campesina insieme con altri movimenti sociali ha dato vita al “villaggio della solidarietà” parallelamente alla Conferenza sui Cambiamenti Climatici organizzata dall’ONU, a Bali, in Indonesia (2007). Qui abbiamo illustrato il concetto che l’agricoltura contadina raffredda il pianeta. Nel 2008 abbiamo organizzato a Giacarta, in Indonesia, una conferenza internazionale centrata sulla nostra proposta di una Dichiarazione internazionale dei Diritti del Contadini e delle Contadine. Prima della conferenza internazionale è stata organizzata l’Assemblea delle Donne sui Diritti dei Contadini e delle Contadine. L’impegno solidale della Via Campesina è stato messo in evidenza, nel 2004, dal nostro sforzo globale per canalizzare aiuti alternativi alle vittime dello Tsunami; nel 2007 con tre delegazioni presenti alle riunioni con gli Zapatisti in Messico; e, tutti gli anni, con azioni importanti di solidarietà con i lottatori/lottatrici vittime della criminalizzazione delle proteste sociali in tutti i continenti. Lo spostamento dei popoli rurali come conseguenza dei modelli neoliberisti sta provocando il movimento massiccio di persone, diventando un tema critico per VC. Dal 2004 abbiamo elaborato le nostre strategie e azioni su questi argomenti nella nostra nuova Commissione di Lavoro su “Migrazione e Lavoratori e Lavoratrici Rurali”. Abbiamo realizzato diverse azioni controil muro della vergogna che costruiscono gli USA. Di popolo in popolo, di paese in paese, abbiamo realizzato lotte di V.C. Il nostro movimento è presente in quasi tutte le parti del mondo dove il neoliberismo viene imposto ai contadini e alle contadine e ai popoli rurali. La lotta della VC ispira, stimola e genera la resistenza dei movimenti sociali contro le politiche neoliberiste. Aumenta il numero dei paesi nei quali governi progressisti assumono il potere come risultato di anni di mobilitazione. E anche un buon numero di governi locali e nazionali hanno accentuato la loro resistenza e il loro interesse per il progetto della Sovranità Alimentare come risultato della mobilitazione popolare e come risposta alla crisi globale del prezzo degli alimenti.

L’offensiva del capitale nei confronti delle campagne, le molteplici crisi e l’espulsione dei popoli contadini e indigeni.
Nel contesto globale attuale stiamo affrontando la convergenza tra una crisi degli alimenti, una crisi climatica, una crisi energetica e una crisi finanziaria. Queste crisi hanno origini comuni nel sistema capitalista, e più recentemente nella deregolamentazione sfrenata dei vari ambiti dell’attività economica, come parte del modello neoliberista che mette al primo posto il commercio e il profitto. Nelle zone rurali del mondo, vediamo un’offensiva feroce del capitale e delle imprese transnazionali nei confronti dell’agricoltura e dei beni naturali (acqua, foreste, miniere, biodiversità, terra, ecc.) che si traduce in una guerra di espulsione nei confronti dei popoli contadini e indigeni, usando falsi pretesti. Un esempio di ciò sono gli argomenti erronei che sostengono gli agrocombustibili come una soluzione per le crisi climatiche e energetiche quando in realtà avviene proprio il contrario. Quando i popoli esercitano i loro diritti e resistono alle espulsioni generalizzate, o quando sono obbligati a entrare nei flussi migratori, la risposta è stata più criminalizzazione, più repressione, più prigionieri politici, più omicidi, più muri della vergogna e più basi militari.

Dichiarazione dei Diritti dei Contadini e delle Contadine.
Vediamo la futura Dichiarazione dei Diritti dei Contadini e delle Contadine dell’ONU come uno strumento strategico nel sistema legale internazionale per rafforzare la nostra posizione e i nostri diritti come contadini e contadine, per questo stiamo lanciando anche la Campagna Mondiale per una Dichiarazione dei Diritti dei Contadini e delle Contadine

Sovranità alimentare: la soluzione delle crisi e la vita dei popoli.
Intanto, la situazione attuale di crisi è anch’essa una opportunità, perché la Sovranità Alimentare fornisce l’unica alternativa reale tanto per la vita dei popoli come per contrastare le crisi. La Sovranità Alimentare risponde alla crisi degli alimenti con la produzione contadina locale; alle crisi climatica e energetica, attaccando due delle principali fonti di emissione di gas che provocano l’effetto serra, il trasporto di alimenti sulle lunghe distanze e l’agricoltura industrializzata e infine impedisce la speculazione sui prodotti alimentari riducendo la crisi finanziaria. Il modello dominante significa crisi e morte e la Sovranità Alimentare è la vita e la speranza per i popoli rurali e anche per i consumatori. La S.A. richiede la protezione e la ri-nazionalizzazione dei mercati nazionali di alimenti, la promozione di cicli locali di produzione e consumo, la lotta per la terra, la difesa dei territori dei popoli indigeni e la Riforma Agraria integrale. Si basa anche sul cambiamento del modello produttivo verso una produzione agroecologica e sostenibile, senza pesticidi e senza transgenici e sulle conoscenze contadine e indigene. Come principio generale la S.A. si costruisce basandoci sulle nostre esperienze concrete a livello locale, ossia, dal locale al nazionale.
La crisi causa una sofferenza inenarrabile tra i nostri popoli e corrode la legittimità del modello neoliberista del “libero commercio”. E alcuni governi locali, statali e nazionali più progressisti hanno cominciato a cercare soluzioni alternative. Nella V.C. dobbiamo essere capaci di approfittare di queste opportunità. Dobbiamo sviluppare una metodologia di lavoro che includa il dialogo critico e costruttivo per ottenere risultati nella costruzione della Sovranità Alimentare con questi governi. Dobbiamo anche approfittare di spazi internazionali di “integrazione alternativa” come l’ALBA e Petrocaribe per andare avanti su questo terreno. Ma non possiamo soltanto puntare sui governi. Dobbiamo costruire la Sovranità Alimentare dal basso verso l’alto, nei territori e negli altri spazi controllati dai movimenti popolari, dai popoli indigeni ecc. E’ l’ora della sovranità alimentare. Dobbiamo assumere l’iniziativa per andare avanti su questo terreno in tutti i paesi. Noi, i contadini e le contadine del mondo possiamo e vogliamo alimentare il mondo, le nostre famiglie, i nostri popoli, con alimenti sani e accessibili.

Le imprese multinazionali e il libero commercio.
La nostra riflessione ci ha mostrato chiaramente che le imprese multinazionali e finanziarie sono uno dei nostri nemici comuni più importanti e che dobbiamo lottare sempre più direttamente contro di loro. Sono sempre loro che stanno dietro altri nemici di contadini e contadine, come la Banca Mondiale, il FMI, il WTO, i TLCs e gli EPAs, i governi neoliberisti e l’espansionismo economico aggressivo, l’imperialismo e il militarismo. Questo è anche il momento per moltiplicare la nostra lotta contro i TLCs e gli EPAs e contro il WTO, ma, a questo punto, con una maggiore chiarezza rispetto al ruolo centrale delle multinazionali.

Le conquiste delle donne sono conquiste di Via Campesina.
Un tema ha assunto un posto molto importante nella nostra V Conferenza di V.C. : che tutte le forme di violenza con cui le donne si scontrano nelle nostre società ­ tra queste la violenza fisica, economica, sociale, maschilista, delle differenze di potere e culturale ­ sono presenti anche nelle comunità rurali e perfino nelle nostre organizzazioni. E questo, oltre ad essere un’ immensa fonte di ingiustizia, limita anche l’incisività delle nostre lotte. Riconosciamo la relazione intima tra il capitalismo, il patriarcato, il maschilismo e il neoliberismo con i suoi pregiudizi contro i contadini del mondo. Noi, tutti e tutte, donne e uomini della V.C. ci impegniamo in forma responsabile a costruire nuove e migliori relazioni umane tra di noi come elemento necessario della costruzione di quelle nuove società a cui aspiriamo. Per questo, nella V Conferenza, abbiamo preso la decisione di rompere il silenzio e di lanciare la Campagna di Via Campesina “PER LA FINE DELLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE” .

Ci impegniamo, ancora una volta e con più forza a raggiungere l’obiettivo di una complessa ma necessaria parità di genere, reale, in tutti gli spazi e istanze di partecipazione, analisi, dibattiti e decisioni in V.C. e rafforzeremo gli scambi, il coordinamento e la solidarietà tra donne delle nostre regioni. Riconosciamo il ruolo centrale della donna nell’agricoltura di autosufficienza alimentare, e la relazione speciale delle donne con la terra, con la vita e con i semi. Oltre a questo, le donne sono e sempre saranno parte determinante nella costruzione della Via Campesina, dal suo inizio. Se non sconfiggeremo la violenza contro le donne all’interno dei nostri movimenti, non avanzeremo nelle nostre lotte e se non costruiremo nuove relazioni di genere non potremo costruire una nuova società.

Non siamo soli: la costruzione delle alleanze.
Noi, contadini e contadine, non possiamo vincere da soli le nostre lotte per la dignità, per un sistema alimentare e agrario più giusto e quindi per un altro mondo migliore che è possibile. Dobbiamo costruire e rafforzare alleanze organiche e strategiche con i movimenti sociali e le organizzazioni che condividono la nostra visione e questo è un impegno speciale della V Conferenza.

La gioventù ci dà la speranza di un mondo migliore.
Il modello dominante nelle campagne non offre possibilità ai giovani e questa è una ragione molto importante per cambiarlo. I giovani e le giovani sono la nostra base sia per il presente che per il futuro, purché noi ci impegniamo nel loro pieno inserimento e partecipazione creativa a tutti i livelli delle nostre lotte

La formazione per il rafforzamento delle nostre lotte.
Per avere successo e ottenere vittorie nelle nostre lotte, dobbiamo dedicarci al rafforzamento interno dei nostri movimenti, attraverso la formazione politica, per accrescere la nostra capacità collettiva di analizzare e trasformare le nostre realtà, la formazione professionale e il miglioramento della comunicazione e organizzazione tra noi e i nostri alleati.

Diversità e unità nella difesa dell’agricoltura contadina.
Come movimento sociale internazionale possiamo dire che uno dei nostri maggiori punti di forza è che siamo capaci di unire diverse culture e modi di pensare in funzione di una stessa lotta. La Via Campesina rappresenta un impegno comune per resistere e lottare per la vita e per l’agricoltura contadina
Tutti noi partecipanti della V Conferenza di Via Campesina ci impegniamo a sostenere gli alimenti e l’agricoltura contadina, la Sovranità Alimentare, la dignità e la vita.

Noi contadini e contadine del mondo siamo qui e ci rifiutiamo di scomparire.

Globalizemos a luta! Globalizemos a esperança!

GIOVEDI' 23 OTTOBRE
PRESSO
*LABORATORIO OCCUPATO SKA*
'LA LUCHA SIGUE!'

In Chiapas, Mexico sud orientale, la resistenza e la lotta delle comunità indigene zapatiste e dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale continua e si rinforza ogni giorno, nonostante la forte repressione del governo mexicano, schiavo degli u.s.a, attraverso la militarizzazione delle zone libere e ribelli da parte dell'esercito e dei gruppi paramilitari

*
AGGIORNAMENTO SULLA REALTA' ZAPATISTA

Con un medico di Base di ritorno dal Chiapas e l'intervento telefonico di un rappresentante dell'EZLN
*
CONVOCAZIONE AL PRIMO FESTIVAL MONDIALE DELLA RABBIA DEGNA

Con motivo del 25 anniversario della nascita dell'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale, dei 15 anni dell'inizio della guerra contro l'oblio, il quinto anno delle 'juntas' di buon governo e il terzo anno della 'otra campaña' e la 'zezta internacional'

*
Intervengono partecipanti alla Carovana Nazionale e Internazionale di Osservazione e Solidarietà con le comunità zapatiste del Chiapas

VIDEO – APERITIVO PRECARIO – MUSICA

Carovana “In movimento”

Dicembre 2008 – Gennaio 2009 Messico Chiapas

In tutto il mondo, sullo sfondo della crisi della globalizzazione, movimenti sociali, reti, comunità costruiscono nei conflitti una strada diversa: quella della propria indipendenza, libertà per costruire una dimensione “ comune”.Lotte per la difesa dei beni comuni, per la conquista di spazi di libertà, per rompere lo sfruttamento e la repressione, per nuovi diritti, per l’affermazione delle differenze … un insieme di esperienze,sperimentazioni, passioni che, anche senza conoscersi, parlano lo stesso un linguaggio.
Quello di chi non accetta il presente, sogna l’utopia, costruisce un futuro diverso.
Dai nostri fratelli e sorelle zapatiste arriva un invito che guarda a tutto questo.

L’invito al Primo Festival Mondiale della Rabbia Degna da svolgersi in Messico - Chiapas dal 26 dicembre 2008 al 4 gennaio 2009.

Un occasione di incontro, uno spazio per tanti, che noi vogliamo attraversare per raccontare, insieme a molti altri, quello che accade nei nostri territori.

Ripartiamo per il Messico nel mese di dicembre per partecipare al Primo Festival Mondiale della Rabbia Degna

Alla conclusione resteremo nelle comunità zapatiste per continuare il sostegno ed i progetti con le Giunte del Buongoverno zapatiste.

In particolare :

Nella Zona Selva - Caracol de La Realidad
* Per seguire i Progetti di potabilizzazione dell'acqua e salvaguardia ambientale Progetto Lluva es vida, curato a Associaione Ya Basta Trento e Progetto Agua es vida a cura Associazione Ya Basta Monfalcone
* Per la Brigata Sanitaria a sostegno del Sistema di Salute Autonomo
La presenza è coordinata da Associazione Ya Basta NordEst
Info yabasta@sherwood.it

Nella Zona Los Altos - Caracol di Oventic
Brigata di Raccolta del caffè a sostegno delle cooperative zapatiste
La presenza è coordinata da Associazione Ya Basta Milano
Info yabastaonlus@gmail.com

Coordinamento Generale Carovana "In movimento":
Associazione Ya Basta! Nord Est yabasta@sherwood.it
Associazione Ya Basta! Moltitudia Roma moltitudia_yabasta@yahoo.it
Associazione Ya Basta! Milano yabastaonlus@gmail.com
Associazione Ya Basta! Napoli yabastanapoli@yahoo.it
Associazione Ya Basta! Marche yabastamarche@libero.it

In collaborazione con
Coordinamento Toscano di sostegno alla lotta zapatista
coordinamento-toscano-zapatista@inventati.org

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!