martedì 18 novembre 2008

Parliamo di Palestina



VITA, TERRA E LIBERTA’ PER IL POPOLO PALESTINESE

Nel più assoluto silenzio e con la complicità di tutta la comunità internazionale continua l'oppressione del popolo palestinese. Continua infatti l'esproprio di terre palestinesi, l'ampliamento delle colonie e la costruzione del Muro dell'apartheid, nonché la sistematica uccisione di civili. Ogni tentativo negoziale, dagli accordi di Oslo in poi, è miseramente fallito perché si è scontrato con la ferrea volontà dei vari governi israeliani di avere uno stato ebraico puro, una terra dove il numero degli arabi fosse ridotto al minimo. Ma se Israele può consentirsi una tale politica è perché gode del sostegno incondizionato degli Usa e delle altre potenze occidentali che lo usano da sempre come avamposto dei propri interessi nell'area mediorientale contro le insorgenze dei popoli arabi. La resistenza è un diritto inalienabile di tutti i popoli oppressi. Quella dei palestinesi in particolare rappresenta una spina nel fianco di tutti i tentativi di dominare e normalizzare il medio oriente ed è per tale motivo che va sostenuta in tutti i modi. La solidarietà possibile è quella di iniziative di sostegno concreto, della presenza in Palestina alle iniziative contro la costruzione del Muro, dell'interposizione e di iniziative che tentano di rompere l'embargo come è successo recentemente a Gaza. Ma soprattutto è necessario esprimerla qua in occidente per denunciare il ruolo di copertura e di mandanti svolto dai vari governi, a partire da quello italiano. A 60 anni dall'inizio della Nakba (Catastrofe), ancora oggi perseguita brutalmente da Israele, dopo la manifestazione che ha promosso il boicottaggio della fiera del libro di Torino il 10 Maggio scorso, la giornata del 29 Novembre viene dedicata in tutto il mondo alla solidarietà con il popolo palestinese. Le realtà politiche, le associazioni e tutte quelle forze che sono a fianco della causa palestinese e che hanno dato vita alla campagna "2008 anno della Palestina" in Italia, indicono lo stesso giorno una manifestazione nazionale a Roma.

Mercoledì 19 Nov. 08 - Ore 17.00 Università Orientale Palazzo Giusso
Parliamone con:

Baha Hussein -Unione Giovani Progressisti Palestinesi proveniente da Gaza

Antonello Petrillo - docente di sociologia alla Università S. Orsola Benincasa
Shokri Hroub - Unione Democratica Arabo Palestinese

Giovedì 20 nov. ore 20.30Officina 99-Via Gianturco 101

cena sociale


COMITATO DI SOLIDARIETA' CON IL POPOLO PALESTINESE - NAPOLI

I proventi andranno a finanziare la partenza per la manifestaziona naz. a Roma sabato 29 Novembre

mercoledì 29 ottobre 2008

La Dignity attracca al porto di Gaza

Free Gaza: la SS Dignity attracca al Porto di Gaza

Sono da poco passate le sette (ora locale) quando la Dignity arriva nelle acque territoriali di Gaza, formalmente sono sotto controllo israeliano. L’imbarcazione viene fermata per una decina di minuti e poi lasciata passare.

"Ieri la Marina militare israeliana aveva minacciato che avrebbe fermato la nave nelle acque territoriali israeliane e arrestato i passeggeri", dicono gli attivisti di Free Gaza movement.

Ai pescherecci palestinesi, nella violazione di tutte le risoluzioni Onu, è vietato oltrepassare le 4 miglia, il che rende impossibile le attività di pesca.

Anche l’arrivo degli aiuti umanitari viene controllato e gestito dalle autorità israeliane.

Nonostante le minacce, alle otto e dieci (ora locale), la Dignity attracca al Porto di Gaza accolta dagli applausi dei pescatori palestinesi.

La prima tappa dei passeggeri è presso l’ospedale per consegnare i medicinali caricati a bordo.


Cronaca audio

L’imbarcazione entra in porto. [ audio ]

La cronaca a poca distanza dal porto. [ audio ]

martedì 28 ottobre 2008

Attraversare il mare per rompere l'assedio



Free Gaza: è salpata Dignity

E’ partita da Larnaca nell’isola di Cipro attorno alle 15.00 (ora locale) "Dignity" la nave che raggiungerà il porto di Gaza.
L’iniziativa organizzata dal Free Gaza movement, associazione attiva da anni nei territori occupati palestinesi, vuole rompere l’assedio che il governo israeliano sta imponendo su questa striscia di terra. Una prigione a cielo aperto in cui sono rinchiuse 1milione e mezzo di persone.
L’equipaggio è composto da 26 passeggeri proventi da 12 diversi paesi, incluso Palestina e Israele. A bordo anche Mairead Maguire, Premio Nobel per la pace nel 1976, membri del Consiglio legislativo palestinese, alcuni medici provenienti dall’Europa e il Dr. Mustafa Barghouti, leader di Almubadara ed esponente della società civile palestinese.
Partecipa al viaggio anche Gideon Sprio, giornalista isrealiano e attivista che da anni si batte contro l’occupazione israeliana in Cisgiorgania.
Questo è il secondo viaggio via mare organizzato da Free Gaza movement, il primo viaggio è stato l’agosto scorso. "Stiamo tornando a Gaza" - hanno spiegato gli attivisti in un comunicato - "esattamente per le stesse ragioni per cui siamo andati nel mese di agosto: per fornire supporto medico, incontrare le organizzazioni della società civile, i volontari degli ospedali e incontrare i palestinesi che hanno chiesto la nostra presenza".

Cronaca audio
Sono passati da pochi minuti le 15.00, quando i passeggeri della Dignity vengono fatti scendere per un controllo dalla polizia locale. Ad ognuno vengono richieste le generalità e solo dopo aver verificato che nella barca oltre all’equipaggio e ai passeggeri non vi sono altre persone, viene concesso il permesso di salpare. In sottofondo il suono della sirena sullo sfondo un tramonto rosso, che annuncia un’attraversata tranquilla.

Domattina intorno alle 05.30 - 06.00 la Dignity dovrebbe arrivare in vista delle coste di Gaza.

Con Vilma Mazza la partenza. [ audio ]

Al porto l’incontro con i giornalisti e l’allestimento dell’imbarcazione. [ audio ]

Alle 14.40 la corrispondenza dal porto e la storia di Saed, un giovane palestinese. [ audio ]

Corrispondenza durante la consegna dei passaporti alle autorità cipriote. [ audio ]

lunedì 27 ottobre 2008

Soffiamo sulle vele per rompere l’assedio


Free Gaza

Attraversare il mare per rompere il muro di silenzio che accerchia e assedia, insieme all’esercito israeliano, la Striscia di Gaza. E’ l’obiettivo degli attivisti di Free Gaza Movement, associazione attiva da anni nei territori occupati palestinesi.
Martedì 28 ottobre esponenti dell’associazione e attivisti provenienti da Stati Uniti e Europa salperanno alla volta di Gaza dove l’arrivo è previsto per mercoledì 29 ottobre.
Si tratta del secondo viaggio che intende aggirare il divieto di accesso nei territori occupati militarmente dall’esercito israeliano. Lo scorso 23 agosto infatti 57 persone, tra cui medici, giornalisti, attivisti di 17 paesi diversi, una suora cattolica e un sopravvissuto all’Olocausto, sono riusciti a entrare nel Porto di Gaza, senza dover attraversare i territori israeliani (e rischiare espulsioni e detenzione) o dover chiedere permesso alle autorità israeliane.
Stiamo parlando di una conquista incredibile, difficilmente comprensibile per chi non vive da quasi un secolo sotto la morsa dell’apartheid cui sono soggiogati i cittadini palestinesi tra posti di blocco, divieti, controlli, carri armati e presidio perenne delle forze armate di Israele. Prima del 23 agosto 2008 purtroppo nessuna imbarcazione da ben 41 anni era riuscita a raggiungere il Porto di Gaza sul Mediterraneo.
Tanto meno quelle che battono bandiera palestinese dato che da 15 anni i pescatori della Striscia non possono più lavorare nelle loro acque territoriali. Pena l’apertura del fuoco israeliano contro i pescherecci. Questo in barba alle risoluzioni ONU che concedono agli abitanti della Striscia di poter navigare nelle 20 miglia di mare su cui le loro terre si affacciano.
E in queste ore Free Gaza Movement è di nuovo in azione! per portare sostegno nella Striscia di Gaza e fare pressione sul governo israeliano affinché cancelli l’assurdo divieto di navigazione e attracco a Gaza.
L’associazione ha ufficialmente comunicato al governo di Tel Aviv le proprie intenzioni d’ingresso nel Porto.
“Abbiamo informato Israele e le forze d’occupazione della Striscia di Gaza – si legge nel comunicato stampa dell’associazione – che entreremo nel Porto di Gaza il 29 ottobre. Ci aspettiamo che non ci sia alcuna interferenza dalle autorità israeliane.
Non accetteremo mai che ci sia impedito l’accesso!”.Israele in ogni caso non è rimasto a guardare in silenzio e, come informano gli organizzatori della traversata, continua a fare pressioni a quanti collaborano con Free Gaza Movement perché le due imbarcazioni recedano dal proprio obiettivo. Ad agosto, le minacce e le intimidazioni sono state pesanti ma ciononostante gli attivisti sono entrati in Porto. E in queste ore l’esercito sta cercando di opporsi alla determinazione di quanti sono su Liberty e Free Gaza.
“E’ ridicolo – commenta Greta Berlin, statunitense tra i promotori dell’iniziativa – che Israele sia così spaventato da noi. Noi che portiamo a Gaza medici, diritti, attivisti tra cui il Premio Nobel per la Pace Maiead Maguire. Con noi abbiamo pure medicinali e non esiste alcuna ragione per cui Israele debba bloccare o impedire il nostro attracco a Gaza”.

L’ Associazione Ya Basta! partecipa direttamente all'iniziativa e la sostiene:
su www.globalproject.info e www.yabasta.it continui aggiornamenti direttamente dalla Liberty e dalla Free Gaza
News
Ascolta:
26.10 Corrispondenza con Vilma Mazza, Associazione Ya Basta [ audio ] (ita)
26.10 Intervista ad Huwaida portavoce del Free Gaza Mouvement - parte 1 - parte 2 (eng)
26.10 l’intervista realizzata dall’Associazione Yabasta, in collaborazione con globalproject.info, al Dr. Mustafa Barghouti leader di Almubadara ed esponente della società civile palestinese.
Leggi:
Approfondimenti:
WebSite:
Free Gaza[ Eng ]

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!