sabato 23 maggio 2009

Birmania - Non c’è limite alle provocazioni contro San Suu Kyi


Il regime usa subdole menzogne per continuare a reprimere

Il regime militare birmano arriva ad insinuare che la stessa San Suu Kyi abbia organizzato l’intrusione nella sua casa dello statunitense, John William Yettaw e i generali birmani hanno la faccia tosta di dire che lo avrebbe fatto perché l’americano era il suo amante. "La cosa piu’ probabile e’ che siano elementi antigovernativi interni ed esterni ad aver pianificato l’incidente per aumentare la pressione internazionale Su Myanmar", ha detto il ministro degli Esteri birmano, Nyan Win, in una conversazione telefonica al suo omologo giapponese, Hirofumi Nakasone, secondo il quotidiano controllato dal potere, "La Nuova Luce di Myanmar". Ma il console generale di Nyanmar ad Hong Kong si e’ spinto oltre, postando una lettera su internet suggerendo che l’americano possa essere "un agente segreto o il suo fidanzato", il tutto scritto in grassetto e sottolineato.

Ieri, nella quarta e ultima udienza prevista per la settimana nel processo alla leader dell’opposizione birmana, e’ stato presentato al processo contro Yettaw un video registrato nella casa di Suu Kyi, in cui lui stesso dice che la proprietaria gli ha negato il permesso. "E’ nervosa, e si vede", dice lo stesso Yettaw durante la registrazione, secondo quanto ha successivamente raccontato uno degli avvocati di Aung San Suu Kyi, Nyan Win. Durante il suo processo, lo statunitense ha anche detto di essersi introdotto nella casa della dissidente birmana perche’ aveva avuto una premonizione, che Aung San Suu Kyi sarebbe stata "assassinata": "Sono venuto per mettere in guardia le autorita’ dal pericolo". La difesa insiste invece nel sostenere che lei gli abbia permesso di trascorrere la notte nell’abitazione per compassione, perche’ sembrava molto stanco dopo la nuotata nel lago Inya e la colpa dell’intrusione e’ delle autorita’, che avevano in carica la sua sicurezza.

Ricordiamo che dopo l’”intrusione è avvenuta il 3 maggio scorso quandoWilliam Yethaw, cittadino americano mormone, ha raggiunto a nuoto la casa in cui il Premio Nobel per la pace è costretta agli arresti domiciliari attraversando il lago Inya. Il 14 maggio la giunta militare ha arrestato e processato Aung San Suu Kyi per violazione degli arresti domiciliari. Il termine dei domiciliari e la liberazione dell’attivista birmana dall’ultimo arresto sarebbero scaduti il 21 maggio. Secondo buona parte della stampa internazionale e la stessa Lega nazionale per la democrazia, l’impresa di Yethaw è stato il pretesto usato dalla giunta militare per mettere fuori gioco Aung San Suu Kyi prima di sottoporre il popolo birmano alla votazione di un referendum per l’approvazione di un testo costituzionale che, di fatto, sancisce la continuazione del potere dei militari sotto forme civili, escludendo del tutto la Lega nazionale per la democrazia.

Ancora una volta si mostra il volto brutale del Regime Birmano e al di là delle formali prese di posizione internazionali niente di reale viene concretizzato per appoggiare un processo democratico nel paese … sono troppo forti gli interessi economici e geopolitici che sorreggono l’esistenza di questa vera e propria dittatura.

Svezia: disobedience in action per il diritto alla casa

Scontri tra squatter e polizia svedese

E’ stato chiamato Squatting Festival. Il giorno del quarantesimo anniversario del primo spazio occupato (Lund, 1969) è stato celebrato in questa maniera.
Gli attivisti della rete Squatting Movement hanno organizzato nella città svedese di Lund un fine settimana di occupazioni con l’intenzione di aprire una nuova stagione di battaglie per il diritto alla casa e di far emergere la problematica situazione dei precari sulla questione abitativa.
Lo Squatting Festival di Lund è culminato con una manifestazione e iniziative di disobbedienza per occupare tre grandi edifici nel centro della città. L’intenzione delle iniziative era quella di liberare e recuperare tre grandi spazi per organizzare un fine settimana di concerti, lezioni e cultura.
Come pratiche di piazza gli squatter svedesi hanno usato tattiche di confronto non-violento ed hanno tentato di forzare i blocchi della polizia che impedivano l’accesso agli edifici con scudi di plexiglass e protezioni corporali. E’ così che a Lund piu’ di mille attivisti si sono mobilitati per le strade della città dividendosi in tre gruppi, sfidando con i loro corpi il sistema di sicurezza e blindatura messo in campo dalla polizia svedese.
Tali pratiche si sono ispirate sia all’esperienza italiana delle Tute Bianche, alla tattica a "cinque dita" sperimentata a Rostock e alla YouthHouse action G13 in Danimarca.
La polizia svedese presidiava preventivamente gli edifici ma non è riuscita a bloccare le iniziative di disobeddedienza, scontrandosi con gli attivisti per tutta la giornata di mobilitazione.
Dopo una giornata di occupazioni, tentativi di sgombero e scontri con la polizia gli attivisti della rete Squatting Movement hanno occupato nella notte un ospedale in disuso e nei giorni successivi si sono succedute altre occupazioni.
[ guarda le foto ] [ guarda il video ]

Guarda anche:
The squatting scene
motkraft

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!