di Barbara Antonelli
Quella che prima era un’area agricola ricca di ulivi, limoni e melograni  si e’ oggi trasformata in un desolato scenario, un campo di morte, con torrette di avvistamento, filo spinato, artiglieria militare, soldati israeliani pronti a sparare. In inglese e’ chiamata “seam zone” o “buffer zone”, zona cuscinetto. Nata dagli Accordi di Oslo, al confine tra Gaza e Israele, si estendeva su terra palestinese per una distanza di circa 50 metri. Nel 2000, con  la seconda Intifada, Israele ha deciso di espandere l’area fino a 150 metri: tagliando tutti gli alberi alti oltre un metro e trasformando – anche prima del piano di ritiro delle colonie israeliane-  un’area di terra fertile in una enclave arida e abbandonata.
Dopo Operazione Piombo Fuso, sul confine da nord a sud, la zona off- limits e’ stata ulteriormente estesa, fino a 300 metri. Cosi dicono le autorita’ israeliane, ma la realta’ dei fatti e’ diversa. Le incursioni militari di terra, carri armati e bulldozer hanno sradicato altri alberi, arbusti, distrutto le serre e divorata altra terra.