Nella città portuale di Tianjin, a cento chilometri da Pechino, gli operai hanno occupato una fabbrica che fornisce componenti alla Toyota
Proseguono gli scioperi nella zona settentrionale della Cina. Il Quotidiano del Popolo, giornale ufficiale del Partito Comunista, pur non facendo alcun riferimento alle proteste in corso nelle diverse aree industriali, è intervenuto per chiedere un "miglioramento" delle condizioni dei lavoratori.
Oggi si è diffusa la notizia che martedì scorso, nella città portuale di Tianjin, a cento chilometri da Pechino, gli operai hanno bloccato una fabbrica della Toyoda Gosei che fornisce componenti alla Toyota. Un dirigente dello stabilimento ha fatto sapere che lo 'sciopero' è durato un solo giorno e che è terminato dopo una discussione con i lavoratori sul livello dei salari.
Scioperi e proteste per ottenere un aumento dei salari sono in corso in Cina dalla metà di maggio e, in qualche raro caso, gli operai sono riusciti a ottenere un miglioramento economico della propria condizione. "Il modello del made in China - si legge sull'editoriale del Quotidiano del Popolo - è arrivato a un punto di svolta. E' venuto il momento di ridurre il divario tra ricchi e poveri".
Oggi si è diffusa la notizia che martedì scorso, nella città portuale di Tianjin, a cento chilometri da Pechino, gli operai hanno bloccato una fabbrica della Toyoda Gosei che fornisce componenti alla Toyota. Un dirigente dello stabilimento ha fatto sapere che lo 'sciopero' è durato un solo giorno e che è terminato dopo una discussione con i lavoratori sul livello dei salari.
Scioperi e proteste per ottenere un aumento dei salari sono in corso in Cina dalla metà di maggio e, in qualche raro caso, gli operai sono riusciti a ottenere un miglioramento economico della propria condizione. "Il modello del made in China - si legge sull'editoriale del Quotidiano del Popolo - è arrivato a un punto di svolta. E' venuto il momento di ridurre il divario tra ricchi e poveri".