sabato 27 novembre 2010

Irlanda - Intervista a Gerry Adams

Campagna elettorale per le suppletive nella Contea di Donegal, presentazione delle proposte alternative alla finanziaria proposta dal governo della Repubblica irlandese, e prima ancora l'annuncio che alle prossime elezioni generali si candiderà nella Repubblica, nella Contea di Louth. Gerry Adams, 62 anni, ha la voce squillante di chi ha sempre gli occhi fissi sulla meta.
"Ho deciso di candidarmi alle elezioni generali nella Contea di Louth - dice al telefono da Belfast - perché come presidente del Sinn Fein voglio essere parte attiva della battaglia contro le politiche economiche sbagliate e devastanti di questo governo".

giovedì 25 novembre 2010

Messico - Il Congresso Nazionale Indigeno respinge il processo di appropriazione di fiumi e lagune

Il Pronunciamiento di Vícam rivendica il diritto all’autodeterminazione

vicam
Il progetto di un acquedotto in Sonora rappresenta lo sterminio della tribù yaqui
“Esprimiamo il nostro diritto storico alla libera determinazione come popoli, nazioni e tribù originari, nel rispetto delle diverse forme che per l’esercizio di questo diritto decidano i nostri popoli, secondo la loro origine, storia ed aspirazioni”, dichiara il Congresso Nazionale Indigeno (CNI) nel suo Pronunciamiento de Vícam, letto ieri sera da Tomás Rojas Valencia, rappresentante della tribù yaqui anfitrione dell’evento, a conclusione del Forum Nazionale “in difesa dell’acqua, della terra e dell’autonomia dei popoli originari” che si è svolto qui
Rispetto al centenario dell’inizio della Rivoluzione, il CNI dichiara nettamente: “Quella lotta storica, così come le gesta precedenti, sono costate molto sangue ai nostri popoli e poco o niente abbiamo ottenuto in cambio del sacrificio fatto dai nostri nonni per costruire e liberare la patria di tutti i messicani, perché le successive Costituzioni del 1824, 1857 e 1917 nemmeno riconoscono la nostra esistenza”.

Tutti a Roma il 14 dicembre - Appello da Uniti contro la crisi

Uniticontrolacrisi lancia una mobilitazione generale a Roma davanti a Montecitorio per il 14 dicembre, giorno nel quale sarà votata la fiducia al Governo Berlusconi.
Rivolgiamo un appello a tutte le realtà sociali che si stanno mobilitando contro la gravissima situazione provocata dalle politiche governative che con la scusa della crisi stanno distruggendo diritti e territorio. Il 14 dicembre deve essere un giorno in cui la parola passi alle migliaia e migliaia di lavoratori e lavoratrici cassaintegrati e licenziati, agli studenti, ricercatori ed insegnanti che subiscono i tagli della Gelmini, alle popolazioni della Campania sommerse dai rifiuti e agli alluvionati del nord sommersi dalle cementificazioni che provocano i disastri.
A parlare devono essere i cittadini aquilani, che sulla loro pelle stanno pagando le scelte di potere che speculano perfino sulle tragedie, i migranti truffati dalle finte sanatorie e ridotti a schiavi pronti da essere sfruttati, gli operai Fiat di Melfi e Pomigliano che si vedono imporre contratti capestro che distruggono qualsiasi diritto, anche quello ad una vita dignitosa. Devono avere voce in quel giorno, sotto i Palazzi di una politica sempre più distante dalla vita reale, le tante forme della precarietà, che attraverso il collegato lavoro e le manovre del ministro Sacconi, dovrebbe essere l’unico triste orizzonte di milioni di persone.
A Montecitorio deve sentirsi chiara la voce di quella parte del paese che non ha diritto alle liquidazioni milionarie dei banchieri, che subisce i tagli del ministro Tremonti, perfetto esecutore delle decisioni di un’Europa che vuole far pagare la crisi a chi lavora e premiare chi vive di rendita e speculazione. In questo paese è tempo di dire basta all’impunità dei potenti, che con le loro cricche di affaristi hanno un’unico obiettivo: arricchirsi. Il 14 dicembre deve diventare il giorno della democrazia vera, quella costruita e difesa dai cittadini e non il simulacro con il quale il governo copre e giustifica l’ingiustizia.
Il 14 dicembre facciamo appello anche a tutto il mondo della cultura, della musica, del cinema, del teatro, dell’arte, colpito dai tagli di Bondi che oltre a tesori inestimabili rischiano di far crollare la vita di centinaia di migliaia di persone che vi lavorano.
Invitiamo sotto a Montecitorio coloro che lavorano nel mondo dell’informazione, costantemente minacciati dall’arroganza di Berlusconi, invitiamo coloro che lottano per il diritto alla casa, costretti a vivere per strada mentre chi governa ha perso il conto delle sue proprietà. E’ il tempo dunque che questa italia si faccia sentire, tutta insieme, unita, per dire che il governo Berlusconi non ha nessuna fiducia e deve dimettersi! La caduta dell’esecutivo deve significare anche la caduta di tutte le leggi ingiuste, che privatizzano i beni comuni come l’acqua o che tagliano le risorse da destinare alla società per dirottarle sulle spese di guerra o per grandi opere inutili e dannose.
Il 14 dicembre piazza di Montecitorio toglierà la fiducia, nei fatti e al di là di qualsiasi possibile accordo di palazzo, alle politiche dell’austerity, perchè la crisi devono pagarla coloro che l’hanno provocata, e questo ad esempio tassando le loro rendite finanziarie miliardarie, a favore delle politiche sociali e in difesa di chi lavora e produce ricchezza.
Mobilitiamoci tutti, uniti contro la crisi che vogliono farci pagare, uniti perchè in crisi vada il governo e le sue politiche!
14 dicembre tutti a Montecitorio!

mercoledì 24 novembre 2010

Corea - La battaglia di Yeonpyeong

di Gabriele Battaglia

Millesettecento abitanti e mille soldati di guarnigione, nel Mar Giallo, a soli dodici chilometri dalla costa nordcoreana. Sono le due isole Yeonpyeong, dove stamane almeno due soldati di Seul sono morti nel cannoneggiamento messo in atto dalla Corea del Nord. Si parla di sessanta-settanta colpi di artiglieria. Gli ultimi aggiornamenti riportano anche un totale di quindici militari e tre civili feriti, parecchi edifici sono in fiamme.
La Corea del Sud ha risposto con un'ottantina di cannonate sparate oltre il 38° parallelo e con una squadriglia di F-16 inviata nella zona.
Il generale Lee Hong-ki, dello stato maggiore di Seul, ha dichiarato che  i nordcoreani hanno subito "un danno significativo" nel contrattacco lanciato dalle forze militari sudcoreane.
Tuttavia Seul non vuole alzare la tensione nell'area, dove il gioco delle parti si è fatto più complicato negli ultimi giorni, dopo la scoperta di un nuovo impianto di arricchimento dell'uranio nordcoreano, capace di circa duemila turbine (in realtà una vera e propria rivelazione da parte di Pyongyang, che ha scelto di mostrare la centrale a uno scienziato USA).

La Corea del Nord attacca perchè colta in flagrante

 di Fabrizio Maronta

Colto nel vivo del suo programma nucleare, l'erratico regime nordcoreano ha risposto con l'unico strumento di cui veramente disponga per salvaguardare la propria statura geostrategica, ovvero la sua stessa esistenza.
Questo strumento, ovviamente, è la minaccia bellica nei confronti dell'altra metà della penisola.
Per capire come questa minaccia sia concreta, non occorre contemplare il triste scenario delle rovine fumanti sull'isola sudcoreana di Yeonpyeong, i cui abitanti (civili) hanno la sventura di sedere sul disputato confine marittimo che da quasi sessant'anni separa le due Coree.
Basta misurare la distanza irrisoria che separa la vibrante e ipermoderna Seoul dalla selvaggia zona demilitarizzata che fa da cornice ad una delle frontiere più sorvegliate e desolate della terra.
Un viaggio di 40 kilometri che porta indietro di 40 anni, al periodo più buio e teso della cortina di ferro.

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!