lunedì 17 gennaio 2011

domenica 16 gennaio 2011

Sud Sudan - Si chiudono le urne

di Irene Panozzo
Il terreno scende verso la sponda del grande Nilo, accanto a un boschetto di splendidi manghi carichi di frutti arancioni. Sotto le loro fronde, uomini donne e molti bambini bivaccano da giorni, buttati su stuoie e reti di letti a guardia dei loro pochi beni, in attesa di riprendere il viaggio. La luce intensa del tramonto accarezza le famiglie impegnate a caricare fino all’inverosimile i camion che domani li riporteranno alle loro zone di origine, dopo dieci, quindici o vent’anni passati al Nord, perlopiù nelle vaste periferie della capitale Khartoum. Il porto di Juba non ha molto da offrire all’ennesimo gruppo di returnees, i sudsudanesi che ritornano al Sud dopo un’intera vita da sfollati nella parte settentrionale del paese. Nella maggioranza dei casi se n’erano andati per sfuggire al conflitto e a Khartoum hanno trovato lavoro e delle scuole per i figli, pur continuando a vivere in situazioni di povertà e precarietà estrema, con il costante rischio di veder arrivare le ruspe a distruggere gli insediamenti abusivi dove a migliaia avevano costruito le loro baracche e capanne.

Tunisia - Ben Ali non abita più qui

di Giuliana Sgrena

La Tunisia ieri si è risvegliata, lentamente, con un'unica certezza: Ben Ali se n'è andato e non tornerà più. Le sue innumerevoli gigantografie sono state spazzate via (opera dell'esercito) dalla capitale, quasi tutte. Sul resto, tutte le incognite sono aperte. Nel centro di Tunisi le strade sono blindate e lo saranno sempre più con il passare delle ore: carri armati e blindati, soldati e poliziotti, soprattutto in borghese, ai quali si aggiungono quelli con i manganelli. La maggiore concentrazione è intorno al ministero dell'interno, il simbolo della repressione del regime, dove sono stati detenuti molti oppositori e alcuni lo sarebbero ancora. Le strade adiacenti sono chiuse, ma superando i cordoni di poliziotti poco tranquillizzanti, ci si ritrova tra i resti delle battaglie del giorno prima, insieme ai rifiuti abbandonati e puzzolenti.

venerdì 14 gennaio 2011

Italia - Si parte con la campagna referendaria sull'acqua - Intervista a Marco Bersani


Acqua referendum urneCon Marco Bersani Attac - forum Italiano dei Movimenti per l'acqua per un commento sulla decisione della Corte Costituzionale che ha dato il via libera a due referendum sulla gestione del servizio idrico.

Ascolta l'audio
D: Con Marco Bersani a commentare il via libera della Corte Costituzionale del referendum sull'acqua.
Intanto un risultato molto grosso che dimostra anche l'autorevolezza di tutto il discorso che è stato fatto sulla lotta alla privatizzazione dell'acqua.
R: Beh, io credo che abbiano sicuramente pesato il milione e quattrocentomila firme raccolte perché dall'altra parte si sono schierati tutti i poteri forti da “Federutility” ad “Anfila” che è la Confindustria dei gestori privati dei servizi idrici nonché una sorta di lobby parlamentare trasversale che da subito ha chiesto l'incostutizionalità del referendum.
Questo è un primo segnale della mobilitazione sociale che si è costruita intorno alla battaglia dell'acqua ce ha avuto il suo primo importante risultato.
E' un risultato che noi guardiamo con grossa soddisfazione anche per altri motivi.
Il primo è che noi abbiamo sempre detto “si scrive acqua si legge democrazia”.

Tunisia - Si combatte per la dignità


tunisia 9Ultima ora: Ben Ali ha parlato in televisione dando ordine di non sparare sulla folla, afferma di non volersi ricandidare e ha promesso la riduzione dei prezzi di pane, zucchero e latte. Da giorni la Tunisia è attraversata da proteste di piazza che hanno provocato decine di morti. Nella nottata il blocco ai siti internet viene disattivato. Oggi, nel giorno della preghiera, si capirà se questo basta per far tornare la calma nel paese.
Oggi (ieri per chi legge) la polizia ha sparato anche nel centro di Tunisi la polizia, come raccontano vari testimoni ed anche la Tv araba 'al-Arabiya'.
Gli scontri incentro sarebbero scoppiati quando i manifesanti hanno cercato di andare verso la Medina. Sarebbero intervenute le forze speciali, mentre agenti in assetto antisommosa hanno circondato alcun quartieri e bloccao intere zone.
Si parla anche di scontri con morti e feriti nel resto del paese.
Si attende per oggi il discorso di Ben Ali che dovrebbe confermare l'ordine di abbassare i prezzi.
Ma la richiesta della protesta è molto più ampia della sola riduzione dei prezzi, si chiede infatti un cambiamento della politica economica e l'allargamento degli spazi di democrazia.
Le agenzie internazionali parlano anche di una cittadina svizzera ed un cittadino francese tra le vittime.
Di fronte a queste notizie da Parigi il governo francese ha dichiarato, per bocca del Primo Ministro Francois Fillon di essere "estremamente preoccupato" ed ha "sollecitato con urgenza tutte le parti in causa a dare prova di moderazione" e "a scegliere la via del dialogo". Fillon ha quindi sottolineato che "non si può proseguire con questo uso sproporzionato della violenza", riprendendo la condanna espressa ieri dall'Unione Europea. 
La protesta in corso affonda le sue radici nella richiesta di un cambiamento profondo nella società tunisina.
APPROFONDIMENTI
Segnaliamo due contributi per capire quello che sta succedendo: un documentario, "Le Le combat pour la dignité" proposto sal sito Fortress Europe e l'intervento di Sihem Benzedrine a PeaceReporter.

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!