venerdì 25 febbraio 2011

Costa d'Avorio - Nuovi scontri nel paese dei due presidenti

Decine di morti, nel disinteresse internazionale, anche in Costa d’Avorio. Da oltre 24 ore è battaglia ad Abobo, quartiere popolare alla periferia settentrionale di Abidjan. Abobo è il bastione in citta’ di Alassane Ouattara, l’ex candidato alle presidenziali riconosciuto vincitore dall’Onu nel ballottaggio del 28 novembre scorso contro l’uscente Gbagbo, che di fatto non ha però mai lasciato il potere. Nella notte di martedì le truppe fedeli a Gbagbo avevano attaccato il quartiere degli oppositori che hanno risposto al fuoco. Ne è nata così una vera e propria battaglia fra le case, abbattute a colpi di artiglieria pesante, che continua tutt’ora.
Radio Onda d'Urto ha intervistato Laura Mezzanotte, redattrice di Nigrizia

giovedì 24 febbraio 2011

Grecia - Sciopero generale, manifestazioni e scontri

Decine di migliaia di lavoratori, studenti e pensionati sono scesi in piazza ad Atene e in altre città greche il 23febbraio per protestare contro il piano di austerity decretato per far fronte alla crisi economico-finanziaria.

Davanti al Parlamento ad Atene ci sono stati scontri, che sono durati fino a sera nella città.
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mercoledì 23 febbraio 2011

Sudan - Lo stupro come arma politica


Sudan - Donne 2Sempre più numerosi i casi in Sudan di abusi sessuali da parte della Security nei confronti di donne e giovani “colpevoli” di aver partecipato alle manifestazioni di piazza. La denuncia di Sudan democracy first group.
Stupri e violenze sessuali come strumenti di lotta politica e di repressione. È quello che sta accadendo in queste ore a Khartoum, in Sudan. Violenze contro donne e ragazze colpevoli solo di aver partecipato, in alcuni casi neppure quello, a manifestazioni di piazza contro il regime che governa il paese dal 1989.

La denuncia, prima apparsa su alcuni siti sudanesi e su youtube, è stata poi ripresa da un'organizzazione locale a difesa dei diritti civili e democratici, Sudan democracy first group, che ha elaborato un documento in cui cita almeno sei casi molto documentati di abusi sessuali, molestie fisiche e verbali nei confronti di donne sudanesi, avvenuti tra il 30 gennaio scorso e il 16 febbraio.

Libia - Terra bruciata

di Marina Nebbiolo

I rapporti politici, diplomatici, economici e gli accordi dell'Italia con la Libia sulla gestione degli arrivi e dei respingimenti degli immigrati appaiono in tutta la loro ambiguità  sulle prime pagine dei quotidiani internazionali. L'Italia questa volta è in prima fila da sola e in silenzio di fronte al bagno di sangue di Bengasi e di Tripoli, sue ex-colonie. L'aspetto più inquietante per i principali media è l'intensificarsi degli scambi economici in seguito al trattato di amicizia firmato nel 2008, affari che hanno raggiunto gli 11 miliardi di euro per i quali il Signor Berlusconi e il colonnello Gheddafi si sono incontrati 11 volte nello stesso periodo.
I gruppi industriali italiani sono tutti presenti in Libia  (ENI-petroli, Impregilo-costruzioni grandi opere, Ansaldo per le infrastrutture, Finmeccanica per  l'assemblaggio aeronautico civile e militare), e gli interessi libici sono presenti in una lunga lista di imprese italiane e banche come Unicredit, crollate alla Borsa di Milano, lunedi 21 febbraio.  In concomitanza con i massacri degli oppositori  al regime militare perpretati dai pretoriani del clan di Gheddafi.

martedì 22 febbraio 2011

Libia - Nel precipizio


Libia - Proteste 3di Angelo Del Boca

Le notizie che arrivano sono di vera e propria guerra contro civili in rivolta, quindi di massacro. Quel che Gheddafi aveva sempre promesso, che mai avrebbe rivoltato le armi contro il suo popolo, anche questa è una promessa non mantenuta. È tempo che se ne vada, è tempo che si intravveda oltre il bagno di sangue una soluzione di mediazione che, come in Egitto e Tunisia, non può non cominciare che con l'uscita di scena di Muammar Gheddafi al potere assoluto da quarantuno anni. È tempo che l'Occidente scopra nel nuovo processo di democratizzazione avviato con le rivolte di massa in Medio Oriente non il pericolo dell'integralismo islamico, ma una risorsa per pensare diveramente quel mondo e insieme le nostre società blindate.
Ora che finalmente anche le Nazioni unite alzano la voce, chi ha amato quel popolo e quel paese non può tacere. Come fa il governo italiano che si nasconde dietro le dichiarazioni, dell'ultimo momento, di un'Unione europea più preoccupata dei suoi affari che delle società e di quei popoli. Dunque, dobbiamo dire la verità per fermare il sangue che scorre a Tripoli, a Bengasi e in tutto la Libia.

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!