domenica 8 gennaio 2012

Cina - Gli scioperi che piegano Deng

di Michelangelo Cocco

Settima strada dell'innovazione, seconda via della scienza, viale della tecnologia... Hanno nomi che rimandano a un orizzonte di progresso i percorsi del Parco industriale dell'alta tecnologia di Shenzhen, l'ex villaggio di pescatori che nel 1980 Deng Xiaoping trasformò nella prima zona economica speciale della Repubblica popolare, oggi scossa da una profonda trasformazione e dagli scioperi che attraversano l'intera regione del Guangdong. È nel distretto dove si progettano software, circuiti elettronici e biotecnologie che, alla fine della prima giornata in fabbrica dopo una protesta che li ha portati a incrociare le braccia contro i padroni della Hitachi dal 4 al 25 dicembre, incontriamo uno dei 23 «delegati» protagonisti di questa nuova stagione di lotte operaie in Cina.  

Il rappresentante dei lavoratori - che ci chiede di rimanere anonimo - mostra il documento sul quale l'azienda si è infine dichiarata disponibile a trattare: aumenti salariali fino al 30%, prestiti agevolati per l'acquisto della casa, reintroduzione dei bonus cancellati dopo la crisi finanziaria del 2008. L'uomo, che come tutti i suoi compagni non è iscritto al Partito comunista (Pcc), racconta come è stata portata avanti la vertenza: «Una trentina di noi, i più anziani, hanno fatto volantinaggio, poi ci siamo riuniti in assemblea e alla fine ci siamo tirati dietro 3.500 dei 4.600 dipendenti» della Hailiang, che nel marzo prossimo passerà dal marchio hi-tech giapponese agli americani della Western digital. Le autorità - l'Assemblea dei lavoratori (l'organo del Pcc in fabbrica) e i funzionari provinciali - hanno svolto un ruolo di mediazione tra proprietà e maestranze.

Messico – “…planeta tierra: movimientos antisistémicos…” - Riflessioni

Al CIDECI-Unitierra di San Cristobal de las Casas, in Chiapas, si è tenuto per 4 giorni un seminario-incontro per discutere della attuale crisi globale ed i movimenti antitistema.
Importanti intellettuali del Messico e l'America Latina, insieme a rappresentanti di movimenti indigeni, rurali e urbani del continente hanno raccontato le proprie esperienze e riflessioni ad un pubblico di alcune centinaia di persone, soprattutto giovani, attivisti messicani e di altri paesi. Si sono alternati momenti di narrazione di esperienze di lotta con momenti di analisi e riflessione.
E' stata anche l'occasione per festeggiare i 18 anni dell'insurrezione dell'EZLN; San Cristobal fu una delle città occupate dagli indigeni armati il primo gennaio 1994, che da allora stanno costruendo “l'autonomia”, come loro la chiamano, cioè un processo di costruzione di una nuova società, sulle terre occupate ai latifondisti e con proprie forme di governo assembleari e dal basso. Tutti i partecipanti hanno ricordato di come la lotta zapatista è stata, ed è tuttora, un referente ed uno stimolo agli attuali movimenti sociali.

mercoledì 4 gennaio 2012

Messico - Concluso il Seminario "..Pianeta Terra:Movimenti antisistemici.."

Universitari, indigeni e indignati condividono le esperienze con i portavoce della resistenza. Prevalgono le coincidenze nella condanna del sistema capitalista dominazione


di Hermann Bellinghausen.


La presenza dei movimenti antisistema e di organizzazioni molto coinvolte nell’attuale processo continentale di resistenza, durante le sessioni del Seminario Internazionale di Riflessione ed Analisi che si è svolto qui, ha permesso di capire, come ha riassunto Víctor Hugo López, direttore del Frayba e moderatore di uno dei tavoli, “che il problema che tutti affrontiamo è sistemico”, per questo tutti i movimenti devono essere contro questo sistema.
Universitari di Cile e Cuba, leader indigeni di Bolivia ed Ecuador, rappresentanti di Occupy Wall Street, hanno condiviso esperienze insieme ai portavoce della resistenza purépecha di Cherán e della difesa wirrárika del deserto di Wirikuta, a San Luis Potosí. L’espressione culturale di zapotecos, maya peninsulari, tzeltales e tzotziles, ed il dibattito tra le diverse correnti del femminismo si sono incontrati qui dove sono prevalse le coincidenze, la chiarezza delle istanze antisistema e la condanna dei partiti quali monopolizzatori della politica e delle decisioni di governo.
“La lotta è di lungo respiro”, ha osservato Daniela Carrasco, del collettivo cileno Tendencia Estudiantil Revolucionaria, raccontando come il movimento studentesco del 2011 “ha cacciato la destra ed i partiti” nelle rappresentanze studentesche. “Non siamo un movimento apolitico, ma apartitico”, perché “non crediamo più nei personalismi né nei partiti; per questo si parla della crisi della democrazia rappresentativa cilena”, sostiene.

martedì 3 gennaio 2012

Messico - L’EZLN è all’origine dell’attuale protesta sociale in tutto il mondo


di Hermann Bellinghausen 

Due dei sociologi -pensatori più influenti degli ultimi cinquantanni, Pablo González Casanova e Boaventura de Sousa Santos, hanno parlato con entusiasmo della nascita dei movimenti sociali alternativi in tutto il mondo, ed entrambi hanno trovato l’origine di questo processo nella ribellione zapatista. “Siamo coscienti”, ha detto González Casanova, “che siamo sempre di più e che saranno sempre di più coloro che lotteranno in tutto il mondo per quello che nel 1994 era sembrata solo una ‘ribellione indigena postmoderna’ ma che in realtà è il principio di una mobilitazione umana notevolmente migliore preparata per ottenere la libertà, la giustizia e la democrazia”.
Il portoghese De Sousa, profondo conoscitore della realtà latinoamericana e impegnato nel cambiamento democratico dei paesi del nostro sud, ritiene che oggi “non si può da sinistra lottare contro il capitalismo” senza avere come riferimento l’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN). Questo, durante il seminario internazionale Pianeta Terra: Movimenti Antisistemi che si è svolto per quattro giorni nel Cideci-Unitierra e si è concluso lunedì.
“Il movimento mondiale degli indignati della Terra è cominciato nella Selva Lacandona”, inizia così il documento di González Casanova per il seminario, ed è un “copione” da cui passare in questo momento complesso; un manuale di 17 punti, ad uso mondiale, per interpretare le nuove idee per un’azione che dovrà anche essere nuova: “Depauperati ed esclusi, indignati ed occupanti formulano teorie che contengono un grande supporto empirico, basate su una gran quantità di esperienze”; conoscenze, arti e tecniche “che corrispondono al sapere ed al saper fare dei popoli” che esaltava Andrés Aubry, ed ai valori tojolabales “di solidarietà umana” riscattati da Carlos Lenkersdorf.

Messico - Comunità zapatiste esempio di nuove forme di governo.

Le comunità zapatiste, un esempio di nuove forme di governo. Javier Sicilia: i movimenti antisistema possono restare uniti ai margini dello Stato.

di Hermann Bellinghasen.


Gli attuali movimenti antisistema “possono restare uniti in profondo dialogo ai margini dello Stato e della sua economia”, come hanno fatto le comunità zapatiste “creando forme pedagogiche e di governo”, ha affermato Javier Sicilia durante la terza giornata del Seminario Internazionale di Riflessione ed Analisi che si sta svolgendo in questa città.
Paulina Fernández e Gustavo Esteva, da riflessioni ed aspetti molto diversi, hanno concordato con Sicilia riguardo la sua valutazione dell’esperienza di autonomia e governo zapatista come elemento di grande esemplarità in questo momento in cui, avrebbe sostenuto più tardi – anche se di persona – Pablo González Casanova, “il 99 percento vincerà”.
Nella prima sessione è stato letto un breve messaggio di Marcos Roitman, inviato da Madrid, che oltre ad esprimere la sua “adesione” al seminario, ha ribadito il suo appoggio all’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN), “arma del pensiero critico” per avere la giustizia, la libertà e la democrazia, rendendo possibili alternative ai governi dei mercati nel mondo.
Con una dura descrizione critica della rapacità dei politici di tutti i partiti e del ruolo distorto dei partiti nella pratica democratica come puro business, Paulina Fernández, che studia da vicino il funzionamento reale e quotidiano dei governi autonomi zapatisti, ha criticato con dati ed esempi queste due forme diverse e non conciliabili di esercitare le responsabilità di governo e rappresentanza.

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!