martedì 13 novembre 2012

Cina - I segreti della corte di Xi Jinping


Lo chiamano il "principe rosso" di Zhongnanhai. Presto guiderà la Cina. Ma la sua immagine è oscurata dall'immenso patrimonio famigliare.
di Maria Dolores Cabras
Xi Jinping, il suo nome inizia a diventare familiare: negli ultimi mesi è rimbalzato continuamente nelle pagine di cronaca politica dei più importanti quotidiani internazionali, che così titolavano: "Xi jinping il nuovo leader cinese", "Xi Jinping, il futuro presidente". E ancora "Dove è finito Xi?", si chiedevano tutti preoccupati quando a settembre ha snobbato alcuni incontri bilaterali importanti, come quello con il segretario di Stato americano Hillary Clinton.
Con il XVIII congresso del Partito Comunista Cinese (Pcc) ora in corso tutto lascia pensare che a ereditare la carica di segretario generale del partito il prossimo 15 novembre, e quella di presidente della Repubblica Popolare Cinese da Hu Jintao nel marzo 2013, sia proprio lui, il tecnocrate Xi, l’uomo destinato a guidare la Nuova Cina nei prossimi anni. Ha 59 anni ed è un 'taizi', un principino rosso, come vengono appellati i rampolli degli alti dirigenti cinesi, la 'casta aristocratica' di Zhongnanhai. È infatti il figlio di Xi Zhongxun, eroe e valoroso compagno di Mao Zedong nella Lunga Marcia, ed è cresciuto con un tenore di vita molto agiato, almeno fino a quando la sua famiglia è caduta in disgrazia e suo padre è stato arrestato. Durante la Rivoluzione Culturale sua sorella Xi Heping si è suicidata e lui stesso ha dovuto subire un processo di rieducazione 'per imparare dalle masse', in esilio in un piccolo villaggio rurale nello Shaanxi.

lunedì 12 novembre 2012

Desinformémonos del lunedì


Especiales
Video
REALIZACIÓN: ALBERTO CORTÉS, MARC BELLVER, MARIE ALICIA GONZÁLEZ, ANA SOLARES, ABRIL SCHMUCLER, LUISA RILEY, TRINIDAD RAMÍREZ, ALETTIA MOLINA, JUAN LEDUC Y GANDHI NOYOLA

ESCRITO POR EL EQUIPO DE REPORTERAS Y REPORTEROS DE DESINFORMÉMONOS

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SERGIO ADRIÁN CASTRO BIBRIESCA

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TEXTO Y FOTOS: ANDRÉ CAMPOS/ BRASIL DE FATO
TRADUCCIÓN: WALDO LAO

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FOTOGRAFÍA: CUBA DEBATE, EFE VERDE, NOTICIA LA INFORMACIÓN, PASO A PASO, REVOLUTIONARY FRONTLINES, DIARIO DE CARACAS Y LA VOZ DE SANDINO
MÚSICA: “HAITI CHERIÈ”, DE JACQUES SAUVEUR
TEXTO Y PRODUCCIÓN: DESINFORMÉMONOS

giovedì 8 novembre 2012

Cina - Si è aperto a Pechino il XVIII Congresso del Partito Comunista

La Cina che verrà

Il Congresso del PCC deciderà la nuova leadership destinata a guidare la potenza economica mondiale al tempo della crisi

Una singolare coincidenza ha voluto che le elezioni presidenziali Usa si sovrapponessero al fatidico 18esimo Congresso del Pcc cinese, imponendo paragoni schiaccianti. Da una parte la contesa incerta fino all'ultimo voto, dall'altra il grande rito preparato da mesi in segrete stanze che cambia faccia, in senso proprio, all'apparato del Partito-stato cinese. Eppure gli effetti dell'esteso cambio della guardia che in Cina installerà al potere la Quinta Generazione di leader destinati a condurre la seconda potenza economica mondiale fino al 2020, potrebbero essere anche più vasti di quelli prodotti dalla riconferma di Obama alla Casa bianca. Come sia, una nuova fase si apre su entrambe le sponde del Pacifico.
I cinesi conoscono solo alcuni nomi dei personaggi che li governeranno, almeno di quelli candidati alla leva più potente, il Comitato permanente del Politburo, ma ignorano del tutto dove quel gruppo ristretto di uomini (l'unica donna in lizza è già sparita) li condurrà. Il che aggiunge inquietudine e timore alla consapevolezza che, come ormai tutti affermano, a destra come a sinistra, quei capi dovranno cambiare la rotta economica e politica del paese per risolverne gli enormi problemi. A moltiplicare l'apprensione si aggiunge la constatazione generale che il discredito e la sfiducia che i cinesi nutrono nei confronti della propria classe politica hanno ormai raggiunto livelli allarmanti. In buona compagnia mondiale, si dirà. Ma, per dirla con Tolstoj, se le famiglie felici si assomigliano, ogni famiglia infelice lo è a modo suo. 
Solo un terzo di operai e contadini
Nessuno nega che l'era di Hu Jintao e Wen Jiabao ormai agli sgoccioli ha messo la Cina nell'orbita delle grandi potenze mondiali: in quello che Il Quotidiano del popolo esalta come il «decennio glorioso» l'economia è quadruplicata, il paese è diventato il primo esportatore mondiale, il primo detentore di riserve valutarie del pianeta e non è solo retorica scrivere, come fa l'organo ufficiale del Pcc, che «mai la Cina ha ricevuto tanta attenzione dal mondo e mai il mondo ha avuto tanto bisogno della Cina». Anche il Partito comunista è cresciuto nel frattempo. Oggi ha oltre 82 milioni di iscritti dei quali solo un terzo è costituito da operai e contadini, rappresentando così a suo modo l'articolazione sociale indotta da oltre 30 anni di riforme e aperture che hanno costruito il «mercato con caratteristiche cinesi». Ma la percezione diffusa di questa organizzazione capillare, che ha dato prova di enormi capacità di trasformazione anche ideologica, è di un'isola elitaria, che seleziona severamente le richieste di appartenenza avanzate dai molti che vorrebbero accedervi per i vantaggi e i privilegi che offre il farne parte. Un'isola circondata dal mare ribollente di una società cinese sempre più frammentata e polarizzata, per interessi e aspettative, e che in nulla rispecchia l'insieme «armonioso» che il Pcc vorrebbe rappresentare al proprio interno. 
Quante sono le rivolte sociali?

Grecia - Dura protesta durante l'approvazione dei nuovi tagli.


Per tutta la giornata di ieri è continuato l'assedio al Parlamento contro l'approvazione delle misure di austerità, con la partecipazione di oltre 100.000 persone. Le nuove misure da  13,5 miliardi di euro che prevedono  tra l'altro aumenti delle tasse, licenziamenti e tagli alle pensioni. I tagli sarebbero quelli dettati dalla Troika per accedere agli aiuti internazionali.
Ci sono state cariche della polizia ma i manifestanti sono rimasti fino a sera. La polizia è intervenuta con idranti mentre c'erano scontri in tutta la zona.
Intanto in Parlamento prima non è stato possibile procedere con i lavori per lo sciopero degli impiegati interni. La protesta aveva fatto sì che addirittura i poliziotti si posizionassero all'entrata dell'aula. Poi i deputati di Syriza hanno abbandonato l'aula in segno di protesta per le procedure illegittime usate per procedere nella votazione.
Alle 20.00 una pioggia fortissima ha costretto i manifestanti a cercare riparo fuori dalla piazza ed intanto in Parlamento si stava tentando da parte del Governo di approvare ad ogni costo le misure.

mercoledì 7 novembre 2012

Stati Uniti - Obama vince le elezioni


Obama si conferma presidente degli Stati Uniti. 
Nella notte arrivano i dati dai vari stati che vedono il chiaro vantaggio di Obama sullo sfidante Romney.
I voti presi dal presidente sono minori della scorsa elezione e i commentatori affermano che la parte di elettorato che ha confermato il voto per Obama si concentra nella parte nord del paese e in alcuni stati quali New Mexico e Florida con una grande presenza di immigrati, come dire che hanno confermato la propria scelta lavoratori, neri, minoranze che si sono aggiunti ai voti classici dei democratici e cioè giovani e donne ì, abitanti delle realtà urbane e con maggior tasso di istruzione. Romney ha avuto più consensi, come era prevedibile tra la popolazione più anziana, bianca, religiosa e in generale nella parte sud del paese e nelle aree agricole.
E' stata una campagna elettorale giocata tutta su temi interni e collegati alla crisi. 
Nel discorso di questa notte Obama oltre alle frasi che vengono citate tra cui la più gettonata è " .. il meglio deve ancora venire," ha detto di aver imparato dagli errori e di voler essere un presidente più forte più determinato, tracciando alcuni temi come la ricerca del dialogo con i repubblicani, una politica fiscale per creare una nazione in cui i figli non vengano penalizzati dalle diseguaglianze, il tema dell'immigrazione. 
I commentatori si concentrano sul futuro e sulle prossime scelte del presidente che affermano potrebbe essere più libero nei prossimi quattro anni non avendo davanti una nuova campagna elettorale.
Oltre alla elezione del Presidente c'erano in palio 33 seggi al Senato ed un terzo di quelli alla Camera.  Dai primi dati la Camera dei Rappresentanti è rimasta in mano ai repubblicani con 223 seggi (la maggioranza è 218) mentre al Senato è confermata la maggioranza democratica.
Nella giornata di martedì si sono svolti anche circa 160 referendum e consultazioni a livello statale, locale, municipale etc ..  Alcune di queste consultazioni riguardavano il tema del consumo di cannabis:  il Colorado e lo Stato di Washington sono diventati i primi stati americani a legalizzare l'uso della cannabis per uso ricreativo. Già altri Stati ne hanno autorizzato l'uso a scopo medico ma questi due sono i primi a legalizzarne l'uso per "fini ricreativi".
RASSEGNA STAMPA
* Cina
E' emblematico pensare che a poco ore dalle elezioni americane domani in Cina si aprirà il diciottesimo Congresso del Partito Comunista, che determinerà il nuovo gruppo dirigente cinese. Una delle principali agenzie cinesi titola "Gli occhi del mondo puntati sulla Cina" ... nel sito web del Quotidiano del Popolo le elezioni americane sono a fondo pagina e nella versione inglese del sito (portavoce del partito Comunista stesso) si dice: “Il problema americano: la politica dettata dal denaro raramente sostiene le riforme”. Il resto dei media cinesi sottolinea come per fortuna sia finita la campagna elettorale americana e dunque ci sarà meno   “China bashing”, ovvero atteggiamenti di critica alla Cina da utilizzare a favore dei propri elettori. Se questa è la dimensione della stampa ufficiale pare che invece la rielezione di Obama sia il tema più popolare nell'equivalente di Twitter cinese, con 25 milioni di twet.
* America Latina
Nella Jornada on line, sito tra i più frequentati il commento alla rielezione si conclude dicendo "In un certo senso, è cambiato tutto e niente"
* Europa
Ecco i link dei commenti usciti nelle principali testate on line

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!