sabato 31 agosto 2013

Messico - Badiraguato: terra di narcos e fame

BadiraguatoCronache dal "triangolo dorato", terra natale dei boss di Sinaloa. Il sindaco denuncia l'abbandono totale, la fame e i pregiudizi. 

Traduzione dallo spagnolo all’italiano di Fabrizio LorussoCarmilla

(Articolo di Linaloe R. Flores) Ángel Robles Bañuelos è il sindaco di Badiraguato, un comune messicano dello stato del Sinaloa, terra d’origine dei narcos più noti e ricercati. Robles, però, descrive problemi più gravi rispetto a qualunque altro conflitto legato alla sicurezza: la fame e l’oblio. In un’intervista pubblicata dal portale messicano SinEmbargo.Com.Mx rivela di conoscere bene la madre di Joaquín Guzmán Loera “El Chapo” [il narcotrafficante a capo del Cartello di Sinaloa, una delle organizzazioni criminali più importanti del mondo, n.d.t.], sostiene che il primo investimento per la costruzione della strada Badiraguato-Parral nel cosiddetto “triangolo dorato” [zona "d'oro" nel Nord-Ovest messicano che ha dato i natali ai narcos più noti dagli anni '60 in poi, n.d.t.] è stato fatto da Rafael Caro Quintero e che nel comune che gestisce si coltiva la marijuana. Ma tutto questo non gli sembra importante. Ciò che lo fa preoccupare è l’esclusione del suo comune dal programma sociale varato dal governo di Enrique Peña Nieto, la Crociata Nazionale contro la Fame, il che significa, in fin dei conti, lasciare il territorio in mano ai narcos.
Il sindaco vuole che il presidente si faccia un giro per le montagne della regione e capisca come si vive da quelle parti. Come si può governare una comunità con una fama così nefasta? Dice il sindaco che Badiraguato, culla dei narcos più famosi del Messico o origine della violenza nazionale, sprofonda nella miseria, schiacciato dal pregiudizio dei luoghi comuni. Badiraguato è abbandonato dal governo federale.
Il 9 agosto scorso s’è saputo che Rafael Caro Quintero, nato a La Noria, una frazione di Badiraguato, era tornato libero dopo 28 anni di prigione. [Quintero era stato arrestato nel 1985 per l'omicidio dell'agente statunitense della DEA (Drug Enforcement Administration), Enrique Camarena e poi condannato a 40 anni di prigione ma, è uscito inaspettatamente l'agosto scorso per una decisione del tribunale penale dello stato del Jalisco, n.d.t.]

venerdì 30 agosto 2013

Messico - Le escuelitas del basso

Le escuelitas del basso 

di  Raúl Zibechi 

Ci sarà un prima e un dopo la scuola zapatista. Di quella recente e di quelle che verranno. Sarà un impatto lento, diffuso, che si farà sentire in alcuni anni ma che segnerà la vita di quelli in basso per decenni. Quella che abbiamo vissuto è stata un’educazione non istituzionale, dove la comunità è il soggetto che educa. Autoeducazione faccia a faccia, imparando con l’anima e col corpo, come direbbe il poeta.
Si tratta di una non pedagogia ispirata alla cultura contadina: selezionare i semi migliori, spargerli su suoli fertili ed irrigare la terra affinché si produca il miracolo della germinazione, che non è mai sicura né si può pianificare.
La scuola zapatista, per la quale siamo passati in più di mille allievi nelle comunità autonome, è stato un modo differente di apprendistato e di insegnamento, senza aule né lavagne, senza maestri né professori, senza curricula né voti. Il vero insegnamento comincia con la creazione di un clima di fraternità tra una pluralità di individui prima che con la divisione tra l’educatore, tra potere e sapere, ed allievi ignoranti ai quali si devono inculcare conoscenze.
Tra i molti insegnamenti, impossibili da riassumere in poche righe, voglio sottolineare cinque aspetti, forse influenzato dalla congiuntura che stiamo attraversando nel sud del continente.
Il primo è che gli zapatisti hanno sconfitto le politiche sociale contrainsurgentes, che sono il modo usato da quelli in alto per dividere, cooptare e sottomettere i popoli che si ribellano. Vicino ad ogni comunità zapatista, ci sono altre comunità affini al malgoverno con le loro casette di mattoni, che ricevono sussidi e quasi non lavorano la terra. Migliaia di famiglie hanno ceduto, cosa comune da tutte le parti, ed hanno accettato i regali dall’alto. Ma, la cosa notevole, la cosa eccezionale, è che altre migliaia vanno avanti senza accettare niente.
Non conosco un altro processo, in tutta l’America Latina, che sia riuscito a neutralizzare le politiche sociali. Questo è il più grande merito dello zapatismo, ottenuto con fermezza militante, chiarezza politica ed un’inesauribile capacità di sacrificio. Questo è il primo insegnamento: è possibile sconfiggere le politiche sociali.

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!