martedì 10 settembre 2013

Turchia - Ucciso un giovane manifestante durante le proteste ad Ankara

Nelle proteste in Turchia la notte scorsa è morto un  ragazzo di 22 anni, Ahmet Atakan, ad Antiochia, nella parte meridionale del paese. Il giovane è morto dopo che era stato colpito alla testa da un  lacrimogeno. La manifestazione a cui partecipava era per chiedere giustizia e un regolare processo per la vicenda del giovanissimo di 14 anni colpito anche lui da un lacrimogeno, durante le cariche contro i cortei del giugno scorso.
Nella notte scorsa erano in corso manifestazioni contro la violenza del governo in tutto il paese, anche ad Istanbul ancora una volta la polizia ha caricato con gas lacrimogeni e cannoni ad acqua.
La manifestazione ad Antiochia, in cui è morto Ahmet aveva anche come scopo quello di protestare a sostegno delle mobilitazioni degli studenti dell'Università di Ankara contro la costruzione di una nuova autostrada nelle vicinanze del campus universitario. Anche nei giorni scorsi gli studenti che protestavano erano stati caricati brutalmente.
MANIFESTAZIONI IN 19 CITTA' - LA PRIMAVERA NON E' FINITA
Nonostante le temperature bollenti, il caldo e l' afa, la rabbia e la determinazione del popolo turco continuano ad invadere le strade della Turchia.
Se qualcuno pensava che il Ramadam determinasse una diminuzione delle proteste e l'estate il definitivo riflusso del movimento di protesta nato dallo scoppio della scintilla prodotto dal tentativo di radere al suolo Gezi Park, ha capito ben poco.
Le manifestazioni proseguono e in modo sempre più determinato.

lunedì 9 settembre 2013

Messico - Storia e motivi della rivolta dei maestri in lotta

La ribellione della CNTE, corrente dissidente del Sindacato Nazionale dei docenti
di Fabrizio Lorusso
Gli insegnanti delle scuole pubbliche occupano le piazze e le strade del Messico contro le “riforme strutturali” del presidente Peña Nieto e continuano a dar battaglia: è una resistenza epica che viene da lontano. Il conflitto degli insegnanti con il governo e i parlamentari federali per la riforma educativa dura da alcuni mesi, ma nelle ultime due settimane ha raggiunto l’apice. Un presidio di insegnanti nel centro della capitale era presente già dall’8 maggio, ma pochi se n’erano accorti. Invece da agosto la CNTE, Coordinamento (Coordinadora in spagnolo) Nazionale dei Lavoratori dell’Educazione, è in sciopero indefinito e l’anno scolastico 2013-2014 non è ancora cominciato in migliaia di scuole. La combattiva Sección 22 di Oaxaca, forte di 74mila affiliati e già protagonista del conflitto del 2006, soffocato nel sangue dall’allora governatore dello stato di Oaxaca, Ulises Ruiz, rappresenta il gruppo più nutrito di professori in resistenza, ma i rinforzi questa volta sono arrivati da tutto il paese.
Il plantón
Dal 19 agosto il presidio dei maestri è diventato una tendopoli quindi l’attenzione mediatica s’è rivolta verso gli oltre 40mila occupanti, insegnanti di asili, scuole primarie e secondarie, che ormai vivono nella piazza principale del Messico. Ogni giorno realizzano atti di resistenza, bloccano le strade e l’aeroporto internazionale, chiudono le entrate dei palazzi del potere, fanno assemblee, sistemano le tende scardinate dai violenti acquazzoni di questa stagione piovosa e inclemente, e infine portano avanti le negoziazioni estenuanti con funzionari e parlamentari inviati dai partiti per fare melina. Le minacce avanzate da alcuni deputati della destra (PAN, Partido Accion nacional) di incarcerazione dei leader, che in realtà sono i “portavoce” del movimento, e di repressione violenta della protesta non hanno fatto desistere i docenti.
Ho provato a descrivere con una galleria fotografica (link qui), non solo con le parole, l’enorme tendopoli allestita dalla CNTE nella piazza centrale (lo zocalo) di Città del Messico. Nel plantón, il presidio-tendopoli, ore e ore di pioggia non spazzano via la speranza, anche se funzionano per scacciare i curiosi, i venditori ambulanti, in maggior parte commercianti della capitale, e le cattive notizie che arrivano dal Palazzo: nella notte dell’1S (primo settembre), con una sortita dei legislatori, è stata approvata dalla Camera dei deputati la Legge del Servizio Professionale Docente, oggetto delle negoziazioni tra i rappresentanti della CNTE, il governo e alcuni parlamentari. Uno sberleffo in piena regola.

domenica 8 settembre 2013

Messico - “L’esperienza zapatista è una crepa nel territorio messicano”

di Alfonso Medrano, dal Cile

Un Votán non è solo un guardiano, è una guida, un maestro consapevole che impara da te come tu da lui, è un tutor, ma soprattutto, un compagno, qualcuno che ha abbracciato i sentieri della lotta e che ti accoglie con umiltà e rispetto, che ti ospita a casa sua per mostrarti come si è sviluppato il lavoro indigeno tinto di zapatismo nello stato di Chiapas.

Personalmente ho avuto la fortuna di avere un Votán che parlasse un castigliano quasi perfetto, in parte perché era promotore di educazione e in parte perché la sua curiosità personale e l’intuizione intellettuale erano molto sviluppate come pure la sua sensibilità, per cui non ci siamo trovati contro barriere linguistiche e abbiamo potuto avvicinarci ulteriormente. Ascoltare il suo racconto di vita è stato un insegnamento totale su ciò che significa assumere i costi di una vita ribelle, che molte volte porta isolamento, fame e dolore. Una delle sue frasi che più mi ha colpito è stata: “in guerra non vince nessuno, ma avevamo bisogno di farla”. M’è sembrata una riflessione molto lucida di come la violenza sia una necessità politica dei popoli, l’autodifesa come voce di un diritto reclamato, ma consapevole dei costi e dei traumi che comporta e anche delle sue piccole e non tanto piccole vittorie.

In 30 anni di organizzazione, resistenza e lotta al malgoverno, il popolo zapatista ha eretto i propri organi di governo, ha trasformato il concetto di democrazia in politica inclusiva dove si è aperto uno spazio per il ritorno del dialogo così da decidere collettivamente come camminare insieme, ha capito che i cambiamenti radicali NON si possono sviluppare sotto il cappello della politica istituzionale e che è necessaria l’autonomia per poter avanzare con più domande che certezze, un percorso che ha contraddizioni ma che non si arresta grazie all’impegno e alla responsabilizzazione di tutti e tutte i comp@ delle comunità di queste terre.


L’esperienza zapatista è una crepa nel territorio messicano, un punto di fuga, una rottura profonda con questo modello di vita, convivenza e produzione. Quello che accade sulle sue terre liberate è per me davvero ammirabile, un impegno preso con la storia, di passare da semplici spettatori ad attori e costruttori del proprio futuro.

venerdì 6 settembre 2013

Messico - Manifestazioni di massa

Il 4 settembre (4S) dalle 10 del mattino oltre 30.000 insegnanti hanno manifestato a Oaxaca e 40.000 in Chiapas mentre in 20.000 hanno camminato per 8 ore nelle strade della capitale messicana, dall'Auditorio Nacional al palazzo del Senato. Proprio questa camera ieri ha approvato la Riforma Educativa  (riforma costituzionale approvata 7 mesi fa e leggi secondarie approvate in agosto e settembre malgrado le proteste) presentata dal presidente Peña Nieto e già passata alla Camera dei deputati. 
La cosiddetta riforma educativa è in realtà una riforma del lavoro dei docenti e dell'amministrazione di tipo neoliberista ed è parte del piano di riforme strutturali (lavoro, fisco, energia, educazione, politica) che il governo di Peña intende portare a termine entro i prossimi 4 mesi. 
Il primo grande scoglio sono queste proteste dei "maestri dissidenti", gli unici per ora che abbiano saputo articolare un'opposizione degna di questo nome. Infatti, i tre principali partiti (PRI, PAN, PRD) stanno approvando riforme legislative e costituzionali in fretta e furia, blindati dalle larghe intese alla messicana, cioè dall'accordo di governo chiamato "Patto per il Messico" e sottoscritto dai loro leader. 
La CNTE ha dato la cifra di 200.000 insegnanti mobilitati per questa giornata di protesta a livello nazionale. Dal 19 agosto gli insegnanti occupano la piazza centrale della capitale e realizzano manifestazioni e attività di resistenza pacifica in 22 stati della repubblica messicana contro la riforma che definiscono "amministrativa e del lavoro" e non "educativa". 
Sabato 7 ci sarà il primo incontro nazionale degli insegnanti a Mexico City convocato dalla CNTE e il giorno seguente la Coordinadora parteciperà alla giornata di assemblea contro la riforma energetica e alla manifestazione convocata dall'ex candidato presidenziale delle sinistre Andrées Manuel López Obrador e il suo movimento MoReNa. 
A seguire un video sulla manifestazione del 1 settembre a Città del Messico

mercoledì 4 settembre 2013

Colombia - Trattativa per la pace e sciopero generale nelle campagne

A partire circa da metà pomeriggio di giovedì 29 agosto 2013, violente repressioni dei manifestanti sono state attuate dall’ESMAD, la polizia colombiana antisommossa, a Bogotá.
di James Jordan
Le forze armate colombiane hanno brutalmente aggredito i manifestanti dello Sciopero Nazionale Popolare e Contadino “Paro Agrario”, provocando almeno da quattro a cinque morti e, secondo quanto riferito, centinaia di feriti. Il presidente colombiano Juan Manuel Santos, liquidando gli scioperanti come vandali, ha ordinato la militarizzazione della capitale, Bogotá, e di altri luoghi in tutto il paese promettendo di schierare 50.000 soldati. Santos ha accusato il movimento popolare per la pace, Marcha Patriòtica, di fomentare la violenza e ha affermato: “Sappiamo che Marcha Patriòtica non cerca altro che una situazione senza via d’uscita per imporre i propri obiettivi. Gli interessi dei contadini non contano nulla per loro, né gli accordi regionali; la sola cosa che conta è il loro programma politico”. Quello che Santos sembra non capire è che Marcha Patriòtica è in larga misura costituita da gruppi contadini, compreso il maggiore sindacato colombiano dei contadini, il FENSUAGRO. Il fatto che i leader di Marcha Patriòtica siano stati scelti per rappresentare gli scioperanti e la vasta partecipazione allo sciopero rivelano la falsità della dichiarazione di Santos.

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!