Il 4 settembre (4S) dalle 10 del mattino oltre 30.000 insegnanti hanno manifestato a Oaxaca e 40.000 in Chiapas mentre in 20.000 hanno camminato per 8 ore nelle strade della capitale messicana, dall'Auditorio Nacional al palazzo del Senato. Proprio questa camera ieri ha approvato la Riforma Educativa (riforma costituzionale approvata 7 mesi fa e leggi secondarie approvate in agosto e settembre malgrado le proteste) presentata dal presidente Peña Nieto e già passata alla Camera dei deputati.
La cosiddetta riforma educativa è in realtà una riforma del lavoro dei docenti e dell'amministrazione di tipo neoliberista ed è parte del piano di riforme strutturali (lavoro, fisco, energia, educazione, politica) che il governo di Peña intende portare a termine entro i prossimi 4 mesi.
Il primo grande scoglio sono queste proteste dei "maestri dissidenti", gli unici per ora che abbiano saputo articolare un'opposizione degna di questo nome. Infatti, i tre principali partiti (PRI, PAN, PRD) stanno approvando riforme legislative e costituzionali in fretta e furia, blindati dalle larghe intese alla messicana, cioè dall'accordo di governo chiamato "Patto per il Messico" e sottoscritto dai loro leader.
La CNTE ha dato la cifra di 200.000 insegnanti mobilitati per questa giornata di protesta a livello nazionale. Dal 19 agosto gli insegnanti occupano la piazza centrale della capitale e realizzano manifestazioni e attività di resistenza pacifica in 22 stati della repubblica messicana contro la riforma che definiscono "amministrativa e del lavoro" e non "educativa".
Sabato 7 ci sarà il primo incontro nazionale degli insegnanti a Mexico City convocato dalla CNTE e il giorno seguente la Coordinadora parteciperà alla giornata di assemblea contro la riforma energetica e alla manifestazione convocata dall'ex candidato presidenziale delle sinistre Andrées Manuel López Obrador e il suo movimento MoReNa.
A seguire un video sulla manifestazione del 1 settembre a Città del Messico