di Serena Tarabini
Questa volta il focolaio parte da Ankara, dove da diverse settimane
gli studenti dell’Università Tecnica del medio Oriente (ODTU) protestano
per la costruzione di una nuova autostrada, un progetto fortemente
voluto dal Sindaco di Ankara, appartenente all’AKP, lo stesso Partito
di Erdogan, che comporterebbe la distruzione del grande bosco adiacente
il Campus; come per Gezi Park, la risposta del Governo è stata brutale:
il 7 settembre scorso gli studenti che presidiavano il bosco e che
hanno cercato di impedire pacificamente alle ruspe l’abbattimento dei
primi alberi, sono stati attaccati pesantemente con lacrimogeni e
idranti e arrestati. In seguito a questo episodio si sono susseguite
manifestazioni di solidarietà anche in altre città come la stessa
Istanbul; è in una di queste manifestazioni che un un altro ragazzo
giovanissimo ha perso la vita. Ahmet Atakan, di 22 anni, viene colpito
da un lacrimogeno alla testa e muore nelle prime ore del 10 settembre,
ad Antakya. E’ la sesta vittima da giugno della brutalità della Polizia,
la quale sostiene invece che il ragazzo sia morto in seguito a una
caduta, e non risparmia lacrimogeni e gas urticanti neanche di fronte
all’ospedale dove il ragazzo è stato trasportato.
E’ di nuovo uno shock per un paese che ha perso un altro figlio:
immediata è la convocazione di altre manifestazioni in diverse città.
Il centro di Istanbul questa sera è tornato ad essere scenario di
scontri durissimi e prolungati: Piazza Taksim viene chiusa fin dalle
prime ore del pomeriggio per impedire ai manifestanti convocati dalla
Piattaforma di solidarietà di raggiungerla; per ore su Corso Istiklal
rimbombano gli scoppi dei lacrimogeni e i blindati si lanciano a
velocità pazzesca per disarticolare la protesta; le nuvole di gas si
infilano nelle vie laterali, investono i tavoli affollati dei
ristoranti, turisti inconsapevoli si ritrovano a lacrimare e a
rifugiarsi dove si può, le serrande si chiudono, le strade diventano
impraticabili, come sempre non viene risparmiato niente e nessuno.
Gruppi di manifestanti continuano a cercare di avanzare ergendo
barricate e incendi, sparando fuochi di artificio, lanciando pietre
divelte dal suolo. Dopo 4 ore di fronteggiamenti, Istiklal è
costellata di macerie e assediata da migliaia di poliziotti, Piazza
Taksim sembra una caserma e Gezi Park è di nuovo chiuso.
Di sicuro non finisce qui. Con la responsabilità di un’altra morte,
la guerra con Assad alle porte, e il processo di pace con i Kurdi a
rischio, per il Governo di Erdogan si prospetta un autunno estremamente
caldo.
Più di 500, 40, 30, 20, 10 anni dopo
ALLERTA ROSSA E CHIUSURA CARACOLES
BOICOTTA TURCHIA
Viva EZLN
Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.
La lucha sigue!