Violentissimo sgombero dell'accampamento dei maestri nel centro di Città del Messico: più di cento i detenuti e centinaia i feriti
Nel pomeriggio di venerdì 13 settembre, a pochi giorni dall'anniversario dell'Indipendenza nazionale e proprio con l'aberrante giustificazione di permettere la celebrazione della “festa di tutti i messicani” più di tremila agenti della Policìa Federal hanno fatto incursione nel grande accampamento che da tre settimane mantiene il sindacato dei maestri nello Zocalo, la grandissima piazza centrale di Città del Messico.
Provenienti da diversi stati della repubblica, più di cinquemila maestri elementari (e studenti delle scuole magistrali) appartenenti al sindacato Coordinadora Nacional de Trabajadores de la Educaciòn avevano scelto di accampare di fronte al Palazzo di Governo come forma di protesta contro la riforma al sistema educativo, che prevede la sostanziale privatizzazione e commercializzazione dell'educazione pubblica.
Durante la scorsa primavera, si sono svolte per settimane grandi manifestazioni contro la riforma all'articolo costituzionale relativo all'educazione statale pubblica; dalla metà di agosto, le proteste sono ricominciate in seguito all'approvazione dei decreti attuativi, che sancisce l'introduzione di criteri di competitività tra i maestri, paragonabili a quelli presenti nelle scuole private; aprono lo spazio alla precarizzazione della professione, sottomessa a continui test “di qualità”, e riducono il salario statale dei maestri, che dovrebbe essere integrato con una sorta di “cooperazione” dei genitori degli alunni.
Ovviamente il rifiuto alla nuova legislazione è stato immediato. Nelle ultime settimane si sono susseguite grandi manifestazioni in diverse città del Messico, e nella capitale ci sono stati anche violenti scontri (in particolare il 4 settembre). Nonostante ciò, la determinazione dei maestri non si è incrinata, ed a questo punto il governo, presieduto dall'infame Enrique Peña Nieto, non ha esitato ad usare il metodo che più gli è consono per azzittire le molteplici forme di dissenso: l'indiscriminata repressione poliziesca, a suon di lacrimogeni, getti d'acqua e tanti, tanti manganelli. Un film già visto: Atenco (2006), il primo dicembre 2012, etc.
Lo sgombero era stato annunciato nella stessa mattinata, ma una parte dei maestri dell'accampamento avevano deciso di resistere, alzando barricate e falò nelle strade che portano allo Zocalo. Alle 4 del pomeriggio, 3.600 poliziotti sono entrati nella piazza, e dopo violenti scontri con i maestri barricati sono riusciti a sgomberarla. Si parla di decine di feriti e almeno 100 fermati, secondo gli avvocati del sindacato magistrale.
Prima dello sgombero, una parte dei maestri si è spostata nelle vicinanze del Monumento alla Revolución, dove ha pernottato. I collettivi studenteschi dell'Università Nazionale Autonoma del Messico (UNAM) si sono immediatamente mobilitati realizzando blocchi stradali, così come quelli della Scuola Nazionale di Antropologia e Storia (ENAH), che hanno anche aperto la scuola per permettere ai maestri di passare lì la notte. Durante la giornata di sabato 14 si svolge, nella sede del combattivo Sindacato Messicano degli Elettricisti (SME) il Secondo Incontro Nazionale Magisteriale, dove si decideranno nuove azioni di protesta.