domenica 22 dicembre 2013

Afghanistan - Il presidente Karzai pretende rispetto dagli USA

Il ritiro militare annunciato rilancia le ostilità con il Pakistan

di Immanuel Wallerstein
Il presidente dell’Afghanistan Hamid Karzai non è preso molto sul serio negli Stati Uniti, né dal governo, né dai media, né dal pubblico in generale. Un buon elemento di prova: il 10 dicembre ha concesso una lunga intervista a Le Monde che il giornale ha pubblicato per intero, sia nell’originale in inglese sia in traduzione in francese, e tale intervista molto dettagliata si è meritata soltanto una citazione (di meno di una frase) sul New York Times.
La cosa è tanto più degna di nota per il fatto che Karzai fa delle affermazioni molto forti, parecchio in contrasto con ciò che si legge sulla stampa statunitense. E’ come se tutti ritenessero che le affermazioni di Karzai siano insensate o testarde nell'errore o incoerenti o semplici tattiche negoziali. Nessuno sembra prendere in considerazione la possibilità che le dichiarazioni del governo statunitense possano essere insensate o testarde nell'errore o incoerenti o semplici tattiche negoziali.
Proprio al minimo, gli statunitensi (e anche tutti gli altri) dovrebbero leggere con attenzione ciò che Karzai sta dicendo. Egli inizia l’intervista insistendo di aver sostenuto negli ultimi otto anni che “la guerra al terrore non può e non deve essere combattuta nei villaggi afgani, nelle case afgane. Se una guerra al terrore è in corso, deve essere portata nei rifugi dei terroristi [presumibilmente in Pakistan], dove sono addestrati e nutriti”.

Messico - Due avvisi importanti per le Escuelitas Zapatista

DUE AVVISI IMPORTANTI 
19 dicembre 2013 

Compagne e Compagni. 

Vi scrive il Subcomandante Insurgente Moisés per mandare due avvisi: 

1- Vi avviso che chi ha chiesto di essere iscritto alla escuelita ed ha ricevuto l’invito, ma non ha ancora ricevuto la clave de pre-registro per il turno di dicembre o gennaio, può chiedere di essere registrato direttamente al CIDECI, San Cristóbal de Las Casas, Messico: 

I giorni 23 e 24 dicembre, per frequentare il corso dal 25 al 29 dicembre sia presso il CIDECI che in comunità 

I Giorni 1 e 2 gennaio, per frequentare il corso dal 3 al 7 gennaio sia in comunità sia al CIDECI. 

Se non potete in nessuna delle due date, potrete fare richiesta per il prossimo turno quando sarà reso pubblico. 

2- Altra cosa di cui vi avviso è che la festa per i 20 anni della sollevazione ci sarà in tutti i Caracol zapatisti ed è aperta a tutti, tranne che ai giornalisti. 

Dalle montagne del sud-est Messicano

Subcomandante Insurgente Moisés


Dicembre 2013

venerdì 20 dicembre 2013

Ucraina - Accordo economico con la Russia per bloccare la Nato

La Nato si muove come un ombra dietro l'espansione economica europea.

Alla fine, dopo un mese di tensioni internazionali e scontri di piazza, Putin ha fatto a Kiev quell’offerta all’Ucraina di Ianukovich che non si può rifiutare, lo ha fatto per salvare il suo piano di consolidamento della Grande Russia, per bloccare l’espansione della Nato ad est.

Già, la Nato, poco nominata dalle cronache giornalistiche, si muove all’ombra dell’espansionismo economico europeo verso est. Una grande base è in avanzato grado di realizzazione nella regione ad est di Varsavia, in Polonia, se fosse stato raggiunto un accordo di cooperazione economica con l’Ucraina si sarebbe spalancata una porta per l’Alleanza atlantica quasi alle porte di Mosca.

Un matrimonio che non si ha da fare, dunque, quello tra l’Europa e l’Ucraina.

Tunisia - 3° anniversario della primavera

Manifestazioni celebrative della rivoluzione del gelsomino mentre la crisi economica e politica morde i cittadini.

La Tunisia celebra il terzo anniversario della sua Primavera Araba, quella che aprì la strada alle proteste in tutto il Medio Oriente e il Nord Africa, scendendo di nuovo in piazza. Ieri, 17 dicembre, giorno in cui il 26enne Mohammed Bouazizi si immolò come forma di protesta per la povertà e la disoccupazione che attanagliavano la Tunisia di Ben Ali, in migliaia si sono ritrovati nella stessa piazza per esprimere tutta la delusione per tre anni trascorsi invano. 

Poco o nulla è cambiato nella Tunisia post-rivoluzione: il partito islamista al governo, Ennahda, è accusato di incapacità di gestire la crisi economica che colpisce le aree più povere e marginalizzate del Paese e di mantenere alta la tensione, avallando politicamente - in maniera più o meno diretta - le violenze che hanno portato all'uccisione di due importanti leader delle opposizioni di sinistra, Chockri Belaid e Mohamed Brahmi. 

mercoledì 18 dicembre 2013

Russia - Dovrebbero essere liberate con l'amnistia le Pussy Riot e gli attivisti di Greenpeace

Dovrebbero essere liberate prima di Capodanno Nadia e Maria, le due attiviste delle Pussy Riot detenute per la performance anti-Putin nella cattedrale di Mosca. Anche per gli attivisti di Greenpeace dovrebbe scattare l'amnistia. Il condizionale è d'obbligo conoscendo le continue violazioni dei diritti umani fatte dal governo russo.
A dare la notizia della possibile liberazione delle Pussy Riot è stato uno degli avvocati delle attiviste. Non si sanno ancora i tempi della liberazione c'è chi dice entro la fine dell'anno, altri parlano di marzo.
Il provvedimento di amnistia, voluto per i 20 anni della Costituzione, nel suo testo finale amplia la sua attuazione ai condannati per reati con pene di meno di 5 anni, agli imputati di reati minori in attesa di giudizio, compreso quello di teppismo e alle madri di figli minori, oltre ad anziani e disabili.
Con questa formula dovrebbero rientrarci anche le giovani attiviste, detenute da due anni.
Ad usufruire dell'amnistia anche gli attivisti di Greepeace visto che il provvedimento riguarda anche chi è in attesa di processo mentre prima pareva che ci fosse bisogno della sentenza definitiva.
Per il momento la Russian Federal Prison Service non ha voluto rilasciare commenti in merito ad una possibile data della scarcerazione delle due giovani, di cui una è detenuta in Siberia.
La scelta di "allargare" l'amnistia, di certo presa a malincuore dal governo Putin, può essere spiegata con la necessità di "ripulire" un pò la propria immagine con l'avvicinarsi dell'Olimpiadi invernali di Sochi.
In tanti, giustamente, hanno invitato a boicottare l'evento sportivo proprio per la costante violazione dei diritti umani praticata dal governo e per le leggi antigay e l'atteggiamento omofobo portato avanti dal governo.
Le scelte di Putin sono così impresentabili che perfino Obama nella delegazione ufficiale americana che si recherà in Russia ha voluto due atlete dichiaratamente lesbiche.
La liberazione delle Pussy Riot e degli attivisti di Greenpeace è frutto delle pressioni e delle mobilitazioni, per questo non bisogna mollare e continuare anche in occasione dei riflettori puntati sulla Russia con Sochi a denunciare, boicottare un governo che fà della repressione e della discriminazione la sua stessa natura.

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!