martedì 14 ottobre 2014

Kurdistan - Isis, a Mosul donne vendute al mercato e sottoposte a mutilazioni genitali dalle milizie del Califfato

“Donne vendute al bazar per cinque dollari. Esposte come buoi, con il cartellino del prezzo al collo, condannate a essere oggetto sessuali per i militari dell’Isis: schiave del Califfato”

di  Silvia de Sanctis
.È la denuncia di Nursel Kilic, rappresentante internazionale del Movimento delle donne Curde, che ha portato, con l’aiuto del senatore Luigi Manconi e del vicepresidente del Senato Valeria Fedeli, la questione delle donne curde impegnate nella resistenza armata nel Parlamento italiano alla ricerca di solidarietà.

“Secondo le stime ufficiali le donne rapite e vendute nei bazar sono 3.000, in realtà sono molte di più. 1200 poi giacciono nelle prigioni nella zona di Mosul e lì vengono violentate, torturate, subiscono ogni genere di violenza.”

Racconta così Nursel Kilic le terribili condizioni in cui versa una terra invasa dalle milizie del califfato. “Che siano curde, cristiane, turcmene, poco importa. Né fa differenza se hanno otto o sessant'anni I soldati non hanno alcuna remora, le rapiscono per costringerle a convertirsi all'Islam. O meglio, alla loro interpretazione dell’Islam”.

Una tratta delle schiave destinata a soddisfare gli appetiti degli stessi militari, che possono avere fino a quattro mogli, o dei capitribù che hanno ceduto alla violenza dell’Isis, nelle terre su cui già sventola la bandiera nera.

“Fanno loro il lavaggio del cervello e credono che se stermineranno tutti i popoli non musulmani si guadagneranno l’ascesa al cielo.”

Ma il prezzo del paradiso islamico lo pagano le donne di Mosul. “Per chi non accetta la dura legge della Sharja ci possono essere anche altre conseguenze. Più di cinquemila donne hanno subito finora mutilazioni genitali. La giusta punizione per non aver riconosciuto l’Islam”.“L’Isis è un gruppo criminale, un’organizzazione sostenuta da forze internazionali, con un solo progetto: lo sterminio degli eretici. E andranno avanti fino alla fine perché sono programmati per la morte”.

Per questo Nursel si è rivolta all'Italia perché intervenga creando un corridoio umanitario nel Kurdistan straziato.

“Le donne kurde stanno cercando di costruire uno Stato di diritto nell'ambito del quale si affermino i principi basilari dell’uguaglianza e del pluralismo sociale, etnico, religioso, oltre che politico, in tutti i diversi cantoni tra loro federati”.

domenica 12 ottobre 2014

Kurdistan - Articolo dell’antropologo e attivista americano David Graeber


Nel bel mezzo della zona di guerra siriana un esperimento democratico sta venendo seriamente minacciato dall’Isis. Che il mondo intero ne sia all’oscuro è uno scandalo.


Nel 1937, mio padre si arruolò volontario per combattere nelle Brigate Internazionali in difesa della Repubblica Spagnola. Quello che sarebbe stato un colpo di Stato fascista era stato temporaneamente fermato da un sollevamento dei lavoratori, condotto da anarchici e socialisti, e nella 
maggior parte della Spagna ne seguì una genuina rivoluzione sociale, 
portando intere città sotto il controllo di sistemi di democrazia 
diretta, le fabbriche sotto la gestione operaia e le donne ad assumere sempre più potere.

I rivoluzionari spagnoli speravano di creare la visione di una società libera cui il mondo intero avrebbe potuto ispirarsi. Invece, i poteri mondiali dichiararono una politica di “non intervento” e mantennero un 
rigoroso embargo nei confronti della repubblica, persino dopo che Hitler e Mussolini, apparenti sostenitori di tale politica di “non intervento”, iniziarono a fare affluire truppe e armi per rinforzare la fazione fascista. Il risultato fu quello di anni di guerra civile terminati con la soppressione della rivoluzione e quello che fu uno dei più sanguinosi massacri del secolo.


Non avrei mai pensato di vedere, nel corso della mia vita, la stessa cosa accadere nuovamente. Ovviamente, nessun evento storico accade realmente due volte. Ci sono infinite differenze fra quello che accadde in Spagna nel 1936 e quello che sta accadendo ora in Rojava, le tre province a larga maggioranza curda nel nord della Siria. Ma alcune delle somiglianze sono così stringenti, e così preoccupanti, che credo sia un dovere morale per me, in quanto cresciuto in una famiglia le cui idee politiche furono in molti modi definite dalla Rivoluzione spagnola, dire:  non possiamo fare sì che tutto ciò finisca ancora una volta allo stesso modo.

sabato 11 ottobre 2014

Messico - La strage degli studenti in Messico: Narco-Stato e Narco-Politica

Marcha Ayotzinapa 8 oct 179 (Small)
di Fabrizio Lorusso

Il Messico si sta trasformando in un’immensa fossa comune. 
Dal dicembre 2012, mese d’inizio del periodo presidenziale di Enrique Peña Nieto, a oggi ne sono state trovate 246, a cui pochi giorni fa se ne sono aggiunte altre sei. 
Sono le fosse clandestine della città di Iguala, nello stato meridionale del Guerrero. 
Tra sabato 4 ottobre e domenica 5 l’esercito, che ha cordonato la zona, ne ha estratto 28 cadaveri: irriconoscibili, bruciati, calcinati, abbandonati. E’ probabile che si tratti dei corpi interrati di decine di studenti della scuola normale di Ayotzinapa, comune che si trova a circa 120 km da Iguala. Infatti, dal fine settimana precedente, 43 normalisti risultano ufficialmente desaparecidos. “Desaparecido” non significa semplicemente scomparso o irreperibile, significa che c’è di mezzo lo stato.
Vuol dire che l’autorità, connivente con bande criminali o gruppi paramilitari, per omissione o per partecipazione attiva, è coinvolta nel sequestro di persone e nella loro eliminazione. 
Niente più tracce, i desaparecidos non possono essere dichiarati ufficialmente morti, ma, di fatto, non esistono più. I familiari li cercano, chiedono giustizia alle stesse autorità che li hanno fatti sparire. Oppure si rivolgono ai mass media e a istituzioni che in Messico sono sempre più spesso una farsa, una facciata che nasconde altri interessi e altre logiche, occulte e delinquenziali. E nelle conferenze stampa, senza paura, dicono: “Non è stata la criminalità organizzata, ma lo stato messicano”.
La strage di #Iguala #Ayotzinapa
Marcha Ayotzinapa 8 oct 149 (Small)La sera di venerdì 26 settembre un gruppo di giovani alunni della scuola normale di Ayotzinapa si dirige a Iguala per botear, cioè racimolare soldi. Hanno tutti tra i 17 e i 20 anni. Vogliono raccogliere fondi per partecipare al tradizionale corteo del 2 ottobre a Città del Messico in ricordo della strage  di stato del 1968, quando l’esercito uccise oltre 300 studenti e manifestanti in Plaza Tlatelolco. 
I normalisti decidono di occupare tre autobus. I conducenti li lasciano fare, ci sono abituati. 

Messico - Trovate nuove fosse comuni a Iguala

Quattro nuove fosse comuni sono state ritrovate vicino a Iguala, una città del Messico sudorientale, dove il 26 settembre sono scomparsi 43 studenti in seguito ad alcuni scontri tra polizia e manifestanti.

Il procuratore generale federale, Jesús Murillo Karam, ha confermato che le fosse contengono resti umani carbonizzati e si trovano nella stessa zona dove il 4 ottobre sono state scoperte altre tre fosse con 28 cadaveri. Per sapere se si tratta degli studenti scomparsi bisogna aspettare i risultati del test del dna che dovrebbe arrivare tra due settimane.

Il ritrovamento è il risultato di un’operazione delle forze federali nello stato di Guerrero. Finora sono state arrestate 34 persone, in gran parte agenti di polizia locale, mentre sono ufficialmente ricercati il sindaco di Iguala, José Luis Abarca Velázquez, sua moglie Maria de los Angeles Pineda e il capo della sicurezza, scappati dopo la scomparsa degli studenti.
Secondo alcuni analisti, gli studenti potrebbero essere stati presi di mira perché minacciavano di interrompere il discorso della moglie del sindaco durante un comizio, scrive la Bbc.

Secondo il giornalista messicano Diego Enrique Osorno, la Scuola rurale di Ayotzinapa, da dove provenivano i ragazzi scomparsi, è da anni nel mirino dei narcos perché è un istituto “combattivo”. In vare occasioni la scuola è stata attaccata da gruppi paramilitari che agiscono con la protezione dell’esercito.

giovedì 9 ottobre 2014

Kurdistan - Una Coalizione popolare internazionale contro l'ISIS - per Kobanê - e per l'umanità!

Salviamo le speranze democratiche del popolo di Kobane! 
Aiutiamo la resistenza del popolo curdo

L'Europa democratica si mobilita al fianco della resistenza di Kobane alle bande di IS. La Rete Italiana di solidarietà con il popolo kurdo si fa portavoce della richiesta dei kurdi in Europa, che chiedono una coalizione internazionale popolare, diffondendo il seguente testo e chiedendo a tutte le organizzazioni della società civile di sottoscriverlo, inviando una mail a

sottoscrizioneappellorojava@gmail.com


Appello urgente

Una Coalizione popolare internazionale contro l'ISIS - per Kobanê - e per l'umanità! 

 Dal 15 settembre 2014 l'ISIS ha lanciato una grande campagna militare su più fronti contro la regione curda di Kobanê (in arabo: Ayn Al-Arab) in Rojava/nord della Siria. Questo è il terzo assalto di ISIS contro Kobanê dal marzo 2014. Visto che ISIS non ha avuto successo nelle due precedenti occasioni, sta ora attaccando con più forze e vuole conquistare Kobanê.

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!