giovedì 25 dicembre 2014

Messico - Natale di lotta per #Ayotzinapa e Festival zapatista delle Resistenze e Ribellioni

di Fabrizio Lorusso
Anche se il Messico sembra essere in vacanza, non è così. Lontano dai grandi centri turistici all inclusive e dalla riviera maya, il paese non smette di protestare e di mostrare al mondo la sua vera faccia. Quella degli oltre 130 mila morti in 8 anni e della guerra alle droghe e ai narcos che s’è trasformata in una specie di guerra civile sanguinaria e in un conflitto contro la stessa società. Quella dei 27 mila desaparecidos che ormai superano le cifre delle sparizioni forzate dell’ultima dittatura argentina. Si moltiplicano e continuano le iniziative per i 43 studenti desaparecidos di Ayotzinapa, un caso che ha fatto e continua a fare il giro del mondo per la sua crudeltà ed efferatezza, rese ancor più drammatiche dalla certezza che si tratti di un crimine di stato e non di un conflitto tra bande o un problema “politico” di indole locale e circoscritta.
Dall’inizio di ottobre gli eserciti guerriglieri dello stato messicano del Guerrero, in primo luogo l’EPR e l’ERPI, hanno emesso più di dieci comunicati che denunciano le implicazioni dell’esercito nella sparizione dei 43 studenti normalisti a Iguala lo scorso 26 settembre. I loro appelli sono passati quasi inosservati, anche se nelle scorse settimane sono state numerose le dichiarazioni dei genitori degli studenti e dei membri della UPOEG (Unione Popoli Originari Stato del Guerrero), di cui fanno parte anche alcuni familiari dei normalisti, che hanno indicato i militari, specialmente nel 27esimo battaglione che si trova a solo un chilometro e mezzo da dove sono stati sequestrati i ragazzi della scuola di Ayotzinapa, come possibili responsabili. In uno striscione o narcomanta, un metodo di comunicazione sui generis usato dai narcos o da altri ignoti “interlocutori” per mandare messaggi al governo, ai gruppi rivali o all’opinione pubblica, il 31 di ottobre erano stati denunciati due ufficiali di quel battaglione: si facevano addirittura i nomi del tenente Barbosa e del capitano Crespo. Firmato: il capo Gil, del cartello dei Guerreros Unidos.

mercoledì 24 dicembre 2014

Messico - La condivisione ad Amalcingo del Festival delle Resistenze e Ribellioni contro il Capitalismo

Ad Amalcingo alle pendici del vulcano Popocatepetl, che pur essendo inverno grazie al cambio climatico non è innevato, si è svolta la prima compartizione del Festival Mondiale delle Resistenze e Ribellioni contro il Capitalismo, in contemporanea con l’altra sede di San Francisco Xochicuatla.
Ad aprire i lavori l’intervento dell’Assemblea Popolare di Amalcingo e del Frente de Pueblos en defensa dela tierra y el agua Morelos-Puebla-Tlaxcala, che fanno parte del Congresso Nazionale Indigeno.
“Non siamo contro lo sviluppo, basta capire cosa vuol dire. Quello che ci presentano come sviluppo oggi è puro saccheggio” . “La crisi che stiamo vivendo è una crisi economica, ambientale, sociale. Siamo entrati in una nuova epoca, in cui è in corso un attacco distruttivo all’ambiente, alla terra che viene trattata solo come una merce. C’è bisogno di una nuova idea di civilizzazione” continua così l’intervento introduttivo che tocca un punto centrale che attraversa i discorsi di questi giorni. Il tema della sovranità, di chi decide sui territori e sullo“sviluppo”
“Il patto sociale sancito con la costituzione messicana del secolo scorso si è rotto, non c’è rispetto dei diritti, la forbice sociale è sempre più larga, le condizioni di vita peggiorano e le garanzie sociali spariscono. Di fronte alle politiche complessive di attacco sociale e saccheggio dell’ambiente e delle risorse gestite come necessità dovute alla crisi, noi dobbiamo separarci da questo stato, che non garantisce più i diritti formali, dare vita a nuove forme di sovranità, una sovranità diretta che mentre resiste costruisce il cambiamento. Ma lottare da solo nei nostri territori non è sufficiente per questo dobbiamo trovare la forma per stare insieme “ E’ questo il tema centrale che traspare dagli interventi di queste giornate.

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!