mercoledì 31 agosto 2016

Kurdistan - Nessuna notizia su Ocalan

Nessuna notizia sul Leader di un popolo Ocalan
Non ci sono notizie sul prigioniero politico e leader del popolo curdo Abdullah Ocalan. Lo Stato Turco ha proibito tutti i contatti con Ocalan. 
Il popolo curdo e gli amici del popolo curdo sono seriamente preoccupati per le sue condizioni di vita e di salute.
Ocalan è in detenzione in una cella singola nella prigione dell’Isola di Imrali e dal 5 Aprile 2015 è stato tenuto in isolamento intensivo. Lo stato turco ha rinnovato i suoi sforzi bellici contro i curdi quando ha imprigionato Ocalan tenendolo in isolamento totale. Da 17 mesi a Ocalan non è stato permesso di ricevere né cure né visite dagli avvocati, dalla famiglia o da chiunque altro. Il Comitato Europeo per la Prevenzione della Tortura (CPT) che non ha necessità del permesso per incontrare Ocalan non ha adempito alla sua responsabilità di controllo sull'isolamento totale a tempo indeterminato di Ocalan e non ha garantito l’accesso alle visite dei suoi avvocati e familiari.
Per anni i curdi hanno organizzato veglie fuori dal CPT e nei passati quattro anni è stata condotta una veglia permanente. Centinaia di migliaia di persone si sono unite nella mobilitazione e dieci milioni di persone hanno firmato una petizione presentata alle istituzioni internazionali. Nonostante tutti questi sforzi non è stata mostrata la sensibilità richiesta e le politiche dello stato turco nei confronti di Ocalan sono rimaste invariate. Per via della gravità della situazione, curdi ezidi stanno attualmente portando avanti uno sciopero della fame a tempo indeterminato per richiamere il CPT ad una risposta urgente. Invitiamo tutte le organizzazioni internazionali e il CPT a comprendere la preoccupazione del popolo curdo e degli amici del popolo curdo perchè al più presto siano permesse visite a Ocalan sull’Isola di Imrali.
Il popolo curdo e il suo movimento di liberazione è sempre stato seriamente impegnato nella condanna dell’isolamento aggravato di Ocalan. Ma con il tentativo di colpo di stato del 15 Luglio 2016 le preoccupazioni per la vita di Ocalan e le sue condizioni di salute sono nettamente e gravemente aumentate.
Chi può dire se i golpisti che hanno ucciso centinaia di persone con elicotteri e carri armati non possano prendere o non abbiano già preso di mira l’Isola di Imrali? Tutti sanno che i golpisti hanno da lungo tempo mostrato ostilità verso Ocalan e il PKK in Turchia.
Dopo il fallimento del golpe, la famiglia e gli avvocati hanno richiesto di visitarlo per stemperare le loro preoccupazioni per la sua vita e le sue condizioni di salute, ma è stato loro negato il permesso.
La vita di Ocalan e la sua sicurezza è prima di tutto una questione politica. Se la questione più importante della Turchia è la questione curda, allora la situazione di Ocalan è una seria questione politica.
L’Unione Europea e il fallimento del CPT nel mostrare un interesse attivo  relativo agli incontri con Ocalan mina le basi delle idee di libertà civile, il ruolo della legge, i diritti umani e le libertà politiche che gli europei stimano come i valori fondanti della loro società.

*Le condizioni di Ocalan sono vitali per il popolo curdo
*I curdi e i loro amici richiedono un urgente incontro con Ocalan e richiedono la sua liberazione
*Le condizioni di Ocalan sono vitali per la credibilità dei valori europei dei diritti umani
*L’Unione Europea, La Commissione Europea e il Comitato di Prevenzione per la Tortura sono responsabili delle condizioni di salute di Ocalan
Comitato per la liberazione di Ocalan e dei prigioneri politici

lunedì 29 agosto 2016

Kurdistan - Comunicato Stampa Rete Kurdistan Italia

Denunciamo l'aggressione della Turchia contro la rivoluzione democratica del Rojava e delle Forze Democratiche Siriane

Comunicato Stampa

Dopo l'invasione in territorio siriano e l'occupazione della città di Jarablus - avvenuta peraltro senza alcun combattimento, evidentemente concordata con le bande di ISIS - lo Stato turco e i suoi complici hanno avviato un'intensa aggressione contro le Forze Democratiche della Siria, contro il Consiglio Militare di Manbij, contro i curdi e gli altri popoli che vivono nella regione.

Tale aggressione giunge dopo i successi militari delle forze democratiche della Siria nella lotta a Daesh, in particolare la liberazione della città di Manbij, salutata solo pochi giorni fa con entusiasmo sui media internazionali.

L'esercito turco oltre ad essere penetrato all'interno del cantone di Kobanê scavando trincee, ha preso di mira con bombardamenti dell'esercito e dell'aviazione i quartieri residenziali a nord del fiume Savur a Manbij, e ha commesso una strage nel villaggio di Ba‘er Kosa a Jarablus per mezzo di bombardamenti che hanno provocato la morte di decine di civili. Medici locali affermano che sarebbero state usate perfino armi chimiche. Ad Afrin sono state prese di mira alcune postazioni delle YPG/YPJ.

Con il pretesto della lotta al terrorismo la Turchia – accecata dalla possibilità che la rivoluzione democratica del Rojava possa fungere da volano per le richieste di autonomia dei curdi nel proprio territorio e da modello di convivenza fra popoli per la Siria - continua inoltre ad ammassare rinforzi militari lungo il confine con Jarablus, per poi andare a sostenere i mercenari lì presenti. Tutto questo avviene con l'avvallo delle potenze internazionali: gli Stati Uniti, che hanno intimato alle Forze Democratiche della Siria di ritirarsi al di là dell'Eufrate, la Russia, tatticamente riavvicinatasi alla Turchia, l'Iran che ha intensificato la sua guerra contro i curdi, e con il silenzio complice delle istituzioni internazionali e dell'Europa. Perfino la presa di posizione del regime siriano sembra un atto dovuto non preso troppo sul serio nemmeno da Assad, che spera nei nuovi equilibri fra le potenze per ridimensionare l'autonomia dei curdi e rimanere ancora al potere.

Con questa invasione, che interrompe la disfatta di Daesh e ne favorisce la circolazione lungo i confini, anche l'Europa, il mondo intero e tutta l'umanità sono sottoposti a una nuova minaccia. La presenza turca in territorio siriano e questa nuova aggressione militare non porteranno altro che caos e un aggravamento del conflitto in Siria.

Come ai tempi della battaglia per liberare Kobane, il momento è molto grave per il popolo curdo: è oggi che bisogna mettere in campo tutta la solidarietà e il sostegno di cui siamo capaci, prima che sia troppo tardi.

Chiediamo a tutta l’opinione pubblica e alle forze democratiche e della società civile, nonché ai Comuni che hanno sperimentato iniziative di gemellaggio con i cantoni del Rojava di assumere una posizione di condanna e di mobilitarsi contro l'invasione dello Stato turco in Siria.

Chiediamo al Parlamento, al Governo italiano e alle istituzioni europee di prendere finalmente una dura posizione contro la Turchia condannando l'invasione in territorio siriano, che rappresenta una minaccia per tutto il Medio Oriente.

Chiediamo inoltre ai giornalisti di informare correttamente su quanto di così grave sta accadendo e di avere notizie di Abdullah Öcalan, leader del popolo curdo, ancora detenuto in un inaccettabile isolamento sull’isola di Imrali, da cui ripartire per elaborare una soluzione alla questione curda.


La rivoluzione del Rojava non si occupa! Via l’esercito turco dalla Siria!

Rete Kurdistan Italia

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!