mercoledì 12 ottobre 2016

Kurdistan - Deniz Naki, il calciatore curdo accusato di terrorismo dal governo turco

Lo hanno soprannominato il “Lucarelli dell’Amedspor”. Si chiama Deniz Naki, di origine curda, nato in una famiglia operaia immigrata in Germania da Dersim. Nella sua carriera di calciatore ha indossato le casacche del Bayer Leverkusen, del Rot Weiss Ahlen, del St.Pauli e del Gençlerbirliği, squadra di Ankara, prima di approdare nella serie B turca, nell’Amedspor per l’appunto.
Il nome di Che Guevara tatuato sulla mano destra e le scritta “Dersim 62” e “Azadi”, che in curdo significa “Libertà”, sugli avambracci. A gennaio si è beccato una squalifica di ben dodici giornate a causa di un post su facebook pubblicato a seguito della vittoria della sua squadra, ottenuta anche grazie ad una rete dello stesso Deniz Naki, contro il Bursaspor per 2 a 1. Unitamente a questa squalifica, gli è stata anche inflitta una multa di 19.500 lire turche, che equivalgono a circa 6000 euro, con l’accusa di “discriminazione e propaganda ideologica”. Il post incriminato recitava testualmente: “Oggi abbiamo ottenuto una vittoria davvero importante. Siamo usciti a testa alta dal gioco violento dei nostri avversari. Siamo felici e orgogliosi di essere un piccolo spiraglio di luce per il nostro popolo, in un periodo così difficile. Come Amedspor non abbiamo abbassato la testa né l’abbasseremo. Siamo entrati in campo con la fiducia nella libertà, e abbiamo vinto. Perché noi abbiamo seminato i nostri germogli nella libertà e nella speranza. Riteniamo doveroso ringraziare tutti i nostri politici, artisti, intellettuali e la nostra gente che ci ha sostenuti, e dedichiamo la vittoria a coloro che hanno perso la vita o sono stati feriti durante la persecuzione che continua da più di cinquanta giorni nelle nostre terre. Viva la libertà“.

martedì 11 ottobre 2016

Messico - L’EZLN e l’Arte dell’immaginazione

Quando si attraversa il Messico e si conoscono le comunità zapatiste viene quasi naturale restargli vicino in un qualche modo, Liza Candidi che è stata con noi in Messico durante il CompArte nella scorsa estate ha scelto di raccontare con testo e foto offrendoci questo pezzo pubblicato su doppiozero. Noi ritorneremo questo dicembre in Messico per seguire l'incontro" L@s Zapatistas y las conCIENCIAS POR LA HUMANIDAD"

«Il Vecchio Antonio torna a tendere la mano verso la stella. Si guarda la mano, il Vecchio Antonio, e dice: “Quando si sogna bisogna guardare la stella lassù, ma quando si lotta bisogna guardare la mano che indica la stella. Questo è vivere. Un continuo alzare e abbassare lo sguardo”.»
Subcomandante Marcos


Nel corpo infermo del Messico, secondo un detto, si trova sia il veleno che l’antidoto. Di fronte ai 150mila assassinati e ai 30mila desaparecidos degli ultimi dieci anni, di fronte al terrore dei narcotrafficanti, alle fosse comuni e ai femminicidi di massa, di fronte ai sequestri, alla violenza militare e alle istituzioni corrotte, continua a esserci una parte di paese che resiste. Un Messico che risponde al dilagante senso di impotenza alzando fermo la voce.

Lo fanno gli insegnanti che da mesi, nonostante le sanguinose repressioni, proseguono la rivolta contro la riforma dell’educazione e la privatizzazione della scuola pubblica, e lo fa chi lotta per il diritto alla terra, in uno stato che ha dato in concessione a multinazionali quasi un terzo del suo territorio. Nell’impunità di un sistema economico basato non più su forza-lavoro e produzione, ma direttamente – come già scriveva Raúl Zibechi – su “accumulazione per sterminio”, saccheggio, espropriazione e violenza, c’è chi chiama a raccolta nuove voci e nuovi occhi per vedere e immaginare altri mondi possibili.

L’invito viene direttamente dall’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale, che quest’estate ha promosso il Festival “CompArte por la Humanidad” per celebrare tutte le forme artistiche capaci di scardinare la visione addomesticata dell’esistente. 
La convocazione zapatista si colloca sulla scia di un più ampio percorso, inaugurato nel 2015 in Chiapas con il seminario “Il pensiero critico contro l’idra capitalista”, un “semenzaio di idee” in cui intellettuali e attivisti da tutto il mondo sono stati chiamati a riflettere insieme sui nuovi volti del neoliberismo e a condividere percorsi per costruire alternative. Così, dallo scorso 23 luglio, per oltre due settimane, centinaia di artisti da oltre 40 paesi diversi si sono riuniti nello stato più meridionale e povero del Messico, nel cuore pulsante di “degna ribellione”, dove le comunità indigene zapatiste da 22 anni lottano per l’autonomia.


La prima parte del Festival si è svolta nella periferia di San Cristóbal de las Casas, presso il “Centro de Capacitación Indígena”, che ospita anche un’università autogestita con corsi di formazione gratuita. In questo campus d’eccezione giorno e notte hanno preso forma le più variegate espressioni d’arte resistente: proiezioni e mostre, laboratori mobili di grafica e scultura, graffiti e serigrafia, sessioni di danza aerea e reading, accompagnati da mimi, giocolieri, cantastorie e, naturalmente, da tanta musica: dai canti tradizionali fino al punk, al bossanova e all’hip pop indigeno. 

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!