martedì 7 febbraio 2017

Messico - Comunicato Congiunto del Congresso Nazionale Indigeno ed Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale

BASTA AGLI OMICIDI DEI COMPAGNI INDIGENI RARAMURI CHE DIFENDONO IL LORO TERRITORIO!

Territori indigeni del Messico,

4 Febbraio 2017

Al popolo di Choreachi.

A tutto il popolo rarámuri.

Ai popoli indigeni.

Ai popoli del Messico.

Ai popoli del mondo.

Oggi abbiamo saputo degli omicidi perpetrati contro i compagni indigeni rarámuri, Juan Ontiveros Ramos ed Isidro Baldenegro, entrambi della comunità di Choreachi, nel municipio di Guadalupe y Calvo, Chihuahua, rispettivamente ieri 2 febbraio e l’altro 15 giorni fa.

Denunciamo in maniera urgente questa nuova assurdità contro compagni impegnati in particolare nella lotta del loro popolo per il recupero del loro territorio accaparrato da più di 40 anni dai grandi proprietari terrieri allevatori e da gruppi della criminalità organizzata.

Come Congresso Nazionale Indigeno ed Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale, solidarizziamo col popolo rarámuri che sta soffrendo per questi due omicidi che si sommano ai 18 omicidi contro le loro comunità dal 1973, quattro solo nell’ultimo anno.

Compagni e compagne, non siete soli! Vi siamo vicini nel vostro dolore, apriamo i nostri cuori alla lotta instancabile che state conducendo contro la criminalità organizzata e contro i proprietari terrieri appoggiati dai malgoverni, vi offriamo il nostro sostegno come popoli indigeni del paese che si organizzano per difendere le nostre vite ed i nostri territori.

BASTA AGLI OMICIDI DEGLI ATTIVISTI SOCIALI INDIGENI!

MAI PIÙ UN MESSICO SENZA DI NOI!

CONGRESSO NAZIONALE INDIGENO

ESERCITO ZAPATISTA DI LIBERAZIONE NAZIONALE

Messico - Italia - Juntos para el derecho a la salud - Insieme per il diritto alla salute

Juntos para el derecho a la salud 

Insieme per il diritto alla salute

a sostegno della Salute Autonoma Zapatista
 
Le zapatiste, gli zapatisti, si rendono conto di avere bisogno della conoscenza scientifica, non per curiosità, ma per il bisogno di fare qualcosa di reale per trasformare la realtà o combatterla in condizioni migliori. Per questo le generazioni che hanno preparato e realizzato la sollevazione, quelle che hanno sostenuto la resistenza con la ribellione, e quelle che sono cresciute nell’autonomia e mantengono viva ribellione e resistenza, cominciano a prendere coscienza di una necessità: la conoscenza scientifica.
Tratto da “Alchimia zapatista”, SupGaleano dicembre 2016 ConCiencias 

In Chiapas, Messico dal “levantamiento” dell’EZLN, nel lontano 1 gennaio del 1994, le comunità indigene zapatiste si sono ribellate e continuano a resistere, costruendo una inedita esperienza di autonomia ed autogoverno, attraverso l’organizzazione in comunità, Municipi autonomi e Giunte del Buongoverno.
Giorno dopo giorno donne e uomini zapatisti sviluppano in maniera autonoma la garanzia per tutt@ all’educazione e alla salute, lo sviluppo di attività produttive comunitarie e la gestione della giustizia.

Lo sviluppo del Sistema Sanitario Autonomo si basa sul lavoro volontario dei Promotori di Salute con un’innovativa sinergia tra medicina tradizionale e uso consapevole della scienza medica moderna
La salute autonoma zapatista, nata per rispondere alle discriminazioni e mancanza di cure per gli indigeni, si è sviluppata, in questi più di vent’anni, costruendo presidi locali, case di salute, cliniche autonome. La continua formazione di Promotori ha permesso di migliorare le condizioni sanitarie ed aumentare la consapevolezza e la prevenzione. Alle strutture autonome accedono anche gli indigeni non zapatisti che vi trovano un’assistenza, in molti casi, più attenta e responsabile di quella gestita nelle strutture ufficiali governative.

Gli zapatisti non intendono fermarsi ed accontentarsi: andare avanti, allargare la capacità d’azione, aprire nuovi cammini è la sfida costante nella costruzione dell’autonomia.



Per allargare il diritto alla salute, intesa come accesso a cure di buona qualità e benessere personale e collettivo, ci invitano a condividere con loro saperi e conoscenze.
Sostenere e rafforzare il Sistema Sanitario Autonomo attraverso la realizzazione di Brigate Sanitarie, composte da personale medico di diverse specializzazioni, in grado di contribuire al rafforzamento della formazione dei Promotori di Salute e delle strutture sanitarie nella zona della Giunta del Buongoverno “El camino del futuro”, Caracol III “Resistencia hacia un nuevo amanecer”, La Garrucha è quello che ci è stato richiesto durante il nostro ultimo viaggio in Chiapas.
Le Brigate Sanitarie svolgeranno corsi di formazione, periodi di lavoro e raccolta di materiali e strumentazione per rafforzare la formazione dei Promotori di salute e le strutture sanitarie zapatiste nel Caracol de La Garrucha, in Chiapas Messico. 
Le prime richieste di collaborazione riguardano: chirurgia generale di base, analisi di laboratorio, indagini diagnostiche ecografiche, ginecologia e salute riproduttiva, odontoiatria.


Per informazioni e contatti: BrigateSaluteChiapas@gmail.com

Le Brigate sono coordinate da:

venerdì 3 febbraio 2017

Stati Uniti - Oleodotto Dakota Access, i protettori dell’acqua chiedono aiuto

Oleodotto Dakota Access, i protettori dell’acqua chiedono aiutoIl Genio Militare sembra pronto a concedere il permesso finale richiesto per la costruzione dell’oleodotto Dakota Access. Martedì il senatore del North Dakota John Hoeven ha detto di aver parlato con il nuovo segretario dell’esercito Robert Speer, che ha ordinato al Genio di consentire alla Energy Transfer Partners, la compagnia che sta dietro all'oleodotto, di trivellare sotto il fiume Missouri.
I protettori dell’acqua hanno dichiarato che se l’autorizzazione verrà concessa, il governo starà aggirando in modo illegale il processo dello studio di impatto ambientale ordinato dall'amministrazione Obama in dicembre. La tribù Sioux Standing Rock ha affermato: “Abbandonare lo studio di impatto ambientale costituirebbe un cambiamento inesplicato e arbitrario, basato sulle idee personali del presidente e potenzialmente sui suoi investimenti personali.”
Membri del campo di resistenza Sacred Stone nella riserva Sioux di Standing Rock hanno lanciato un appello ad appoggiare la resistenza all'oleodotto. Mercoledì 1° febbraio 76 persone sono state arrestate per sconfinamento mentre cercavano di installare un nuovo accampamento storicamente concesso ai Sioux dai trattati, ma ora proprietà della Energy Transfer Partners.
La settimana scorsa, i veterani hanno annunciato un piano per sostenere i manifestanti accampati nel North Dakota. Questo comprende la rapida mobilitazione di migliaia di veterani dell’esercito, che dovrebbero tornare a Standing Rock, dove circa 4.000 di loro erano stati in dicembre. “Abbiamo preso un  impegno con la gente di Standing Rock, abbiamo preso un impegno con la nonviolenza e faremo tutto il possibile per assicurare il rispetto dell’ambiente e della vita umana. Questo oleodotto non verrà completato. Non finché ci saremo noi” ha detto Anthony Diggs, portavoce di Veterans Stand, che la settimana scorsa ha raccolto 37.000 dollari per sostenere la resistenza al Dakota Access.
Una commissione del Consiglio Comunale di Seattle ha votato per disinvestire 3 miliardi di dollari dei fondi cittadini dalla banca Wells Fargo, uno dei finanziatori dell’oleodotto. L’intero Consiglio Comunale si esprimerà su questo provvedimento lunedì.
Il 2 febbraio il gruppo spagnolo Ecologistas en Acción, come parte della campagna internazionale DeFundDAPL, prevede la consegna a una filiale del Banco Bilbao Vizcaya Argentaria nel centro di Madrid di un manifesto con oltre 500.000 firme e la richiesta di ritirarsi dal consorzio bancario che finanzia il progetto dell’oleodotto Dakota Access.
Fonti:
tratto da Pressenza

giovedì 2 febbraio 2017

Stati Uniti - Quello che succede all'inizio dell'epoca Trump

USA  In una telefonata col presidente messicano Pena Nieto, l’omologo statunitense Trump avrebbe minacciato l’invio di truppe Usa al confine se il Messico non fermerà l’arrivo di quelli che chiama ‘bad hombres’, ossia i migranti con precedenti penali, spesso proprio solo per il fatto di non avere i documenti. La chiamata, smentita da Nieto, non è invece stata commentata dalla Casa Bianca, che lascia intendere come in realtà sia davvero avvenuta.

Burrascosa anche la telefonata col premier australiano Turnbull, accusato di “voler esportare negli Stati Uniti terroristi” solo per avere chiesto alla Casa Bianca di rispettare l’accordo secondo cui gli Usa dovrebbero accogliere 1.250 rifugiati al momento nelle carceri australiane.

BERKELEY – Negli Usa intanto partecipatissima resistenza notturna all'Università di Berkeley, California, con proteste radicali, scontri, incendi e blocco dell’ateneo per il previsto arrivo di un oratore di estrema destra, Milo Yiannopoulos, legato al sito breitbart.com. “pensatoio” razzista guidato da Stephen Bannon, “ideologo” di Trump. Alla fine, per l’oratore razzista, niente discorso, viste le proteste di massa e radicali, con migliaia di persone in piazza. Presi di mira dagli spezzoni antifascisti e anticapitalisti banche, filiali di multinazionali e altro ancora, con durissimi scontri con la polizia.

Di seguito, un video della manifestazione:


NO DAPL – I repubblicani hanno approvato intanto in Senato una misura che affossa il regolamento contrario allo sversamento di scorie nei fiumi vicine a industrie attive nel settore dell’estrazione del carbone, con l’obiettivo di proteggere le acque di 10mila chilometri di corsi d’acqua e 210 mila chilometri quadrati di foreste. Nella notte poi decine di uomini della Guardia Nazionale hanno circondato il “Last Child Camp”, uno dei campi di resistenza contro il mega oleodotto Dapl, in North Dakota, dove da mesi resistono solidali e nativi americani Sioux. Effettuati 76 arresti,tra cui alcuni avvocati.

CARCERE – E ancora: rivolta in un carcere di massima sicurezza a Smyrna, in Delaware: alcuni agenti della polizia penitenziaria sono stati presi in ostaggio dai detenuti. La struttura – dalla quale sarebbe stato visto uscire del fumo forse dovuto a delle fiamme – è stata messa in ‘lockdown’, chiusa all'esterno, così come tutte le carceri del Delaware. All'interno del Vaughn Correctional Center ci sono 2.500 detenuti, molti dei quali in regime di massima sicurezza. All'interno della struttura si eseguono anche le condanne a morte. Da tempo i detenuti denunciano condizioni disumane. Dopo ore di trattative, dentro il carcere restano due agenti in ostaggio e 82 prigionieri in rivolta.

Di tutto questo, e più in generale delle prime due settimane di presidenza Trump, ne abbiamo parlato con Fabrizio Tonello, docente di Scienze Politiche a Padova, americanista e collaboratore de “Il Manifesto”.

Ascolta o scarica qui

tratto da Radio Onda d'Urto

venerdì 27 gennaio 2017

Argentina - Mapuche vs. Benetton: i colori della resistenza indigena


Mapuche vs. Benetton: i colori della resistenza indigena

Il 10 gennaio scorso duecento agenti della Gendarmería Nacional hanno lanciato un’offensiva contro un piccolo gruppo di indigeni mapuche nella provincia di Chubut, nella Patagonia argentina. Un’azione sproporzionata nel dispiegamento di forze in cui, con la scusa di abilitare la ferrovia per il passaggio di un treno turistico, la piccola comunità mapuche è stata attaccata ed isolata completamente, impedendo così il sostegno da parte di organizzazioni e movimenti sociali che operano a sostegno del popolo indigeno. Sono stati sparati proiettili di gomma, impiegati droni ed un uso brutale della forza contro una comunità di molto inferiore nei numeri rispetto alle forze dell’ordine. Il giorno seguente la polizia di Chubut è tornata a colpire, questa volta impiegando non solo proiettili di gomma ma anche proiettili regolari, lasciando sul terreno almeno due feriti gravi e ha proceduto all’arresto di sette persone della comunità. Anche Amnesty International ha denunciato l’accaduto, sottolineando come non sia ammissibile l’azione repressiva da parte dello Stato, soprattutto per quanto riguarda le violenze contro donne, bambini e bambine. Mariela Belski, direttrice di Amnesty Argentina, ha evidenziato l’opacità e la mancanza di trasparenza dell’operazione di polizia e la totale sproporzione fra la realtà dei fatti e la reazione delle forze dell’ordine. Già l’anno scorso Amnesty ed altre organizzazioni per i diritti umani ed organizzazioni indigene avevano denunciato la preoccupante escalation di stigmatizzazione e persecuzione nei confronti del popolo mapuche.
Ma cosa spiega lo scatenarsi di una tale violenza da parte dello Stato argentino contro un piccolo gruppo di indigeni inermi? Forse la statura (economica, non certo morale) del contendente. L’intervento è stato infatti eseguito in seguito alla richiesta della Compañía de Tierras Sud Argentino, che appartiene a Luciano e Carlo Benetton, del Benetton Group, arcinota multinazionale italiana del tessile. La Compañía si è rivolta alla giustizia con il pretesto di ripulire le piccole barricate di rami e tronchi di alberi posizionate dagli indigeni che ingombravano i binari del treno patagonico “La Trochita”. L’utilizzo di questo treno è impedito ai mapuche, ed essi reclamano di poter usufruire del servizio, per uscire dall’isolamento in cui si trovano a vivere. Questa parte di territorio apparteneva a Benetton, ma nel marzo 2015 è stato recuperato dalla comunità mapuche, in quanto parte del proprio territorio ancestrale.
Benetton possiede nella Patagonia argentina, attraverso la citata Compañia de Tierras Sud Argentino, oltre 900.000 ettari di terra, un’estensione pari a 45 volte la superficie della capitale federale Buenos Aires. Tale area è utilizzata prevalentemente per l’allevamento intensivo di capi di bestiame, principalmente ovini, destinati alla produzione di lana (circa 500 tonnellate all’anno). Gli interessi di Benetton ricadono però anche sulla coltivazione intensiva di cereali e produzione di carne bovina e ovina, nonché secondo alcune fonti sull’estrazione mineraria, attraverso l’azienda Minera Sud Argentina Sa, dove i Benetton sarebbero azionisti di maggioranza.

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!