USA – In una telefonata col presidente messicano Pena Nieto, l’omologo statunitense Trump avrebbe minacciato l’invio di truppe Usa al confine se il Messico non fermerà l’arrivo di quelli che chiama ‘bad hombres’, ossia i migranti con precedenti penali, spesso proprio solo per il fatto di non avere i documenti. La chiamata, smentita da Nieto, non è invece stata commentata dalla Casa Bianca, che lascia intendere come in realtà sia davvero avvenuta.
Burrascosa anche la telefonata col premier australiano Turnbull,
accusato di “voler esportare negli Stati Uniti terroristi” solo per
avere chiesto alla Casa Bianca di rispettare l’accordo secondo cui gli
Usa dovrebbero accogliere 1.250 rifugiati al momento nelle carceri
australiane.
BERKELEY – Negli Usa intanto partecipatissima resistenza notturna all'Università di Berkeley, California, con proteste radicali, scontri, incendi e blocco dell’ateneo
per il previsto arrivo di un oratore di estrema destra, Milo
Yiannopoulos, legato al sito breitbart.com. “pensatoio” razzista guidato
da Stephen Bannon, “ideologo” di Trump. Alla fine, per l’oratore razzista, niente discorso,
viste le proteste di massa e radicali, con migliaia di persone in
piazza. Presi di mira dagli spezzoni antifascisti e anticapitalisti
banche, filiali di multinazionali e altro ancora, con durissimi scontri
con la polizia.
Di seguito, un video della manifestazione:
NO DAPL – I
repubblicani hanno approvato intanto in Senato una misura che affossa il
regolamento contrario allo sversamento di scorie nei fiumi vicine a
industrie attive nel settore dell’estrazione del carbone, con
l’obiettivo di proteggere le acque di 10mila chilometri di corsi d’acqua
e 210 mila chilometri quadrati di foreste. Nella notte poi decine di uomini della Guardia Nazionale hanno circondato il “Last Child Camp”,
uno dei campi di resistenza contro il mega oleodotto Dapl, in North
Dakota, dove da mesi resistono solidali e nativi americani Sioux.
Effettuati 76 arresti,tra cui alcuni avvocati.
CARCERE – E ancora: rivolta in un carcere di massima sicurezza a Smyrna, in Delaware:
alcuni agenti della polizia penitenziaria sono stati presi in ostaggio
dai detenuti. La struttura – dalla quale sarebbe stato visto uscire del
fumo forse dovuto a delle fiamme – è stata messa in ‘lockdown’, chiusa all'esterno, così come tutte le carceri del Delaware. All'interno del Vaughn Correctional Center ci sono 2.500 detenuti,
molti dei quali in regime di massima sicurezza. All'interno della
struttura si eseguono anche le condanne a morte. Da tempo i detenuti
denunciano condizioni disumane. Dopo ore di trattative, dentro il
carcere restano due agenti in ostaggio e 82 prigionieri in rivolta.
Di tutto questo, e più in
generale delle prime due settimane di presidenza Trump, ne abbiamo
parlato con Fabrizio Tonello, docente di Scienze Politiche a Padova,
americanista e collaboratore de “Il Manifesto”.