Nella sua pagina Facebook l’attivista Joseph Hock ha risposto alle accuse di Burgum ammettendo che “con oltre 100.000 persone che hanno visitato Standing Rock e circa 7.000 presenti in un’occasione all’Oceti Sakwoin Camp, si è lasciata senz’altro un’impronta ambientale. Non si può però sostenere che i protettori dell’acqua abbiano lasciato in giro spazzatura o mancato di rispetto alla terra. Molta gente ha lavorato in turni giornalieri per aiutare a pulire e proteggere l’acqua dall’impronta dei campi e c’è ancora molto da fare. Comunque” ha concluso Hock “qualsiasi danno causato dai campi non si può paragonare a quello di una possibile fuoriuscita di oltre 100.000 galloni di petrolio nel fiume Missouri.”
Veterani di Veterans-Stand e di VeteransRespond sono arrivati a Standing Rock per aiutare nell’opera di pulizia dei campi.
“Sono onorata della presenza di ogni veterano che è venuto a sostenerci, ad aiutarci a difenderci, ad aiutarci a pulire e guarire la terra” ha detto LaDonna Brave Bull Allard, la storica e attivista Lakota che nell’aprile del 2016 ha fondato Sacred Stones, il primo campo di resistenza all’oleodotto Dakota Access. Ha poi ringraziato tutti i veterani accorsi a Standing Rock in solidarietà con i popoli nativi.