sabato 30 dicembre 2017

Messico - Primo Incontro Internazionale, Politico, Artistico, Sportivo e Culturale delle donne che lottano

COMUNICATO DEL COMITATO CLANDESTINO RIVOLUZIONARIO INDIGENO -COMANDO GENERALE DELL’ESERCITO ZAPATISTA DI LIBERAZIONE NAZIONALE.
MESSICO.

29 dicembre 2017.

Alle donne del Messico e del Mondo:

Alle donne originarie del Messico e del Mondo:

Alle donne del Consiglio Indigeno di Governo:

Alle donne del Congresso Nazionale Indigeno:

Alle donne della Sexta nazionale e internazionale:

Compagne, sorelle:

Vi salutiamo con rispetto e affetto come donne che siamo, donne che lottano, resistono e si ribellano contro il sistema capitalista machista e patriarcale.  

Sappiamo bene che il mal governo non solo ci sfrutta, ci reprime, ci deruba e ci disprezza come essere umani, ma torna a sfruttarci, a reprimerci,  a rubarci e disprezzarci come donne che siamo.   

E adesso sappiamo perché è anche peggio, perché proprio adesso, in tutto il mondo ci assassinano. E agli assassini che sempre sono sistema con volto da maschio non importa nulla se siamo ammazzate, perché la polizia, i giudici, i mezzi di comunicazione, i mal governi, e tutti quelli che in alto sono quello che sono al costo dei nostri dolori, li coprono, li proteggono e alla fine li premiano.  

Però alla fine non abbiamo paura, e se l'abbiamo la controlliamo, e non ci arrendiamo, e non ci vendiamo, e non tentenniamo.  

Quindi, se sei una donna che lotta, che non è d’accordo con quello che ci fanno come donne che siamo, se non hai paura, se hai paura ma la controlli, ti  invitiamo a incontrarci e parlarci e ascoltarci come donne che siamo.  

Per questo invitiamo tutte le donne ribelli del mondo al:

PRIMO INCONTRO INTERNAZIONALE, POLITICO, ARTISTICO, SPORTIVO E CULTURALE DELLE DONNE CHE LOTTANO.

Che si terrà nel Caracol di Morelia, zona di Tzotz Choj, Chiapas, Messico, l’8, 9 e 10 marzo 2018. L’arrivo è previsto per il 7 marzo e la partenza l’11 marzo.

Se sei uomo stai ascoltando o leggendo a vuoto perché non sei invitato.

Agli uomini zapatisti faremo fare tutto il necessario per permetterci di giocare, parlare, cantare, ballare, recitare poesie, e qualunque altra forma di arte e cultura che avremo voglia di condividere senza vergogna. Si occuperanno loro della cucina, di pulire e di tutto il necessario.

Si può partecipare individualmente o in collettivo. Per iscriversi, l’indirizzo di posta elettronica è il seguente:


Devi indicare il tuo nome, da dove vieni, se vieni individualmente o in collettivo e come parteciperai, o se verrai solo a fare festa con noi. Non importano la tua età, il tuo colore, la tua taglia, il tuo credo religioso, la tua etnia, il tuo modo di essere, importa solo che tu sia donna e che lotti in qualche modo contro il capitalismo patriarcale e maschilista.

Se vuoi venire con i tuoi figli maschi ancora piccoli, beh, puoi portarli, servirà affinché cominci a entrargli in testa che, come donne che siamo, non siamo disposte a continuare a sopportare violenze, umiliazioni, burle e cazzate varie da parte degli uomini, e neppure del sistema.

Se un uomo di più di 16 anni vuole accompagnarti, vedi tu, ma dalla cucina non scappa. Anche se forse da lì riesce a vedere, ascoltare e imparare qualcosa.

Insomma non si ammettono uomini che non siano accompagnati da una donna.

È tutto, ti aspettiamo qui compagna, sorella.

Dalle montagne del sud-est messicano.

Per il Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno - Comando Generale dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale e a nome delle bambine, giovani, adulte, anziane, vive e morte, consigliere, giunte, promotrici, miliziane, insurgenti e basi d’appoggio zapatiste.



Le Comandante Jessica, Esmeralda, Lucía, Zenaida e la bambina Difesa Zapatista.

Messico, 29 dicembre 2017.



traduzione a cura dell’associazione Ya Basta! Padova e del collettivo 20ZLN

Messico - Dipende. Intervento della Commissione Sexta

 Intervento della Commissione Sexta del 27 dicembre 2017 al CoScienze per l’Umanità. 

SupGaleano

DIPENDE…
27 dicembre 2017

Buon giorno, sera, notte, mattina.

Vogliamo ringraziare tutti i partecipanti, sia qui al CIDECI che a distanza per geografia e calendario, a questo secondo Incontro di CoScienze per l’Umanità il cui tema centrale si suppone è “le scienze di fronte al muro”.

Siamo lieti che abbiate deciso di partecipare come relatori o come ascoltatori o osservatori.

Il mio nome è SupGaleano e adesso non vi parlerò di scienza, né di arte, né di politica, e neppure vi racconterò una storia.

Invece, voglio parlarvi di un crimine e delle sue possibili analisi o spiegazioni.

E non è un crimine qualsiasi, ma un crimine che rompe i calendari e ridefinisce il tempo; che amalgama il criminale e la vittima con la scena del crimine.

Un crimine, dico. Ma…un crimine in corso? Uno già perpetrato? Uno ancora da compiersi? 

E chi è la vittima? Chi è il criminale? Quale è la scena del crimine?

Forse qualcuna, qualcuno, algunoa, sarà d’accordo con me che i crimini sono già parta della realtà che si vive in Messico ed in qualunque parte del mondo.

Crimini di genere o femminicidi, di omofobia, razzisti, sul lavoro, ideologici, religiosi, per l’età, per l’apparenza, per affari, per omissione, per il colore, e così via.

Insomma: un territorio inondato di sangue. Tanto che le vittime non hanno più nomi, sono solo numeri, indici statistici, notizie interne o trafiletti sui mezzi di comunicazione. Incluso quando il sangue appartiene a chi, come loro, lavora nella comunicazione.

Migliaia di crimini con le minuscole, che si alimentano di un crimine maggiore.

L’aberrazione è talmente grande che i parenti delle vittime devono lottare non più per la vita dei loro cari ormai assenti, ma perché non muoiano due volte: una di morte mortale e l’altra di morte di memoria.

Per non andare troppo lontano, in Messico si può già dire che qualcuno “è morto per cause naturali” quando è vittima di violenza.

Ogni attività, ogni passo, ogni instante di una vita una volta normale, ora trascorre nell’incertezza…

Domani, arriverò viva al lavoro, a casa, a scuola? Troveranno il mio corpo? Sarà intatto? 

Diranno che me la sono cercata e mi faranno responsabile della mia assenza? I miei cari dovranno lottare per trovarmi, per ricordarmi? La mia famiglia, i miei amici, la gente che mi conosce, chi non mi conosce, dedicheranno un pensiero alla mia morte, un tuit, un commento sotto voce, una lacrima? E poi? Continueranno ad andare avanti? Resteranno in silenzio? Come reagiranno quando non si dirà che hanno assassinato una donna, ma che una donna è morta? Quale sarà la loro reazione quando la notizia di cronaca descriverà i miei vestiti, l’ora, il luogo? La mia morte raggiungerà il minimo necessario affinché i governanti decretino un’allerta di genere? Il mio assassino, sì, al maschile, sarà punito? Chi spiegherà che il crimine che mi ha colpito è per il fatto di essere donna? Sì, giovane, bambina, adulta, matura, anziana, bella, brutta, debole, grassa, alta, bassa, ma sempre donna.

Perché non mi hanno avvertito che nascere e crescere donna in questo calendario, in qualunque geografia, riduceva la mia speranza di vita e che ogni maledetto minuto avrei dovuto lottare non solo per essere stimata e rispettata per i miei meriti, grandi o piccoli, per avere una retribuzione giusta per il mio lavoro, per avere opportunità di studio, di lavoro, di relazione, per essere felice o infelice, anche fosse strisciando o camminando o correndo per i calendari, per tirare avanti, o come ad ognuno vada di vivere; no, risulta che devo anche lottare perché non mi ammazzino, non una, due, tre, cento, migliaia di volte?

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!