venerdì 8 febbraio 2019

Messico - Italia - Gennaio 2019 - Continua il sostegno al Sistema di Salute Autonomo Zapatista


Continua la campagna “Juntos para el derecho a la salud” in appoggio al Sistema Salute Autonoma Zapatista.
A gennaio 2019 durante la visita della delegazione al Caracol de La Garrucha sono stati consegnati materiali per il funzionamento del Laboratorio di analisi oltre ad una donazione in denaro per il Sistema di Salute Autonoma della zona Selva Tzeltal.
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Materiali per il Laboratorio d’analisi
Nel confronto avuto con la Giunta di Buon Governo ed i Promotori è stato fatto il punto sullo stato di avanzamento del programma riferito ai Laboratori di analisi.
Per continuare a procedere con il piano di decentramento dei Laboratori e per dotare ogni Municipio di una propria struttura il prossimo passo sarà, nella primavera di quest’anno, una intensa opera di formazione specifica per i promotori di tutta la zona.
Questo servirà ad allargare le conoscenze di base per la realizzazione di analisi cliniche in maniera da avere un numero di promotori adeguato alle necessità dei vari Municipi e delle singole comunità. Poi si passerà alla fase di allestimento dei vari laboratori.

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Materiali per il Laboratorio d’analisi


Tra i provvedimenti presi si è deciso di acquistare una centrifuga per sostituire quella presente nel Laboratorio del Caracol che è malfunzionante e per fare in modo che i promotori che parteciperanno ai corsi di formazione possano imparare al meglio tutte le procedure. Inoltre per la data in cui inizieranno i corsi verrà fatto arrivare tutto il materiale necessario per le prove pratiche e la formazione.
L’acquisto della centrifuga permetterà inoltre di continuare le attività di diagnosi per l’intera zona. L’ordine dell’apparecchiatura è stato fatto e nel giro di un paio di mesi arriverà al Caracol.
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In un momento come questo in cui chiaramente gli zapatisti il Primo gennaio 2019, durante i Festeggiamenti per il 25° Anniversario del "Levantamiento", hanno denunciato l’attacco nei loro confronti da parte del nuovo Governo messicano, diventa ancora più importante sostenere l’autonomia e l’autogoverno costruito in questi lunghi 25 anni, di cui la salute è una parte fondamentale.

Sosteniamo il sistema di salute autonomo, difendiamo la libertà, la democrazia e la dignità delle comunità zapatiste.
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1 gennaio 2019 - Caracol La Realidad, Chiapas
Puoi contribuire anche tu con: 
- raccolta del materiale sanitario che ci è stato richiesto
- sottoscrizioni di contributi economici
- organizzazione di momenti informativi
- partecipazione alle delegazioni in Chiapas

Per sottoscrivere:
- presso il conto corrente intestato a Associazione Ya Basta
Banca Popolare Etica IT76D0501812101000011007374

- tramite il nostro conto Paypal
La campagna è coordinata da:
Cooperazione Rebelde Napoli
FB @cooperazionerebelde.napoli
TW @cooperRebeldeNapoli
SITO CooperazioneRebelde


Sostenuta da:
* Associazione Ya Basta - Caminantes
FB @yaBastaCaminantes
SITO www.yabasta.it

martedì 5 febbraio 2019

Messico - Il bastone del comando

Un treno lanciato contro i Maya? Ma come? Se i mega-progetti del governo di AMLO minacciano tanto gli indigeni, perché proprio “gli indigeni” si sono prestati a celebrare il suo insediamento offrendogli il bastone del comando? La domanda è meno ingenua di quel che sembra. Fin dai tempi dei conquistadores, il potere sulle popolazioni autoctone sottomesse si fondava su un’organizzazione coloniale delle comunalità indigene, un’espressione che potrebbe, in effetti, suonare come del tutto paradossale. Le moltissime e dispersive forme di organizzazione sociale pre-esistenti venivano “riorganizzate” in un nuovo modello: le “repubbliche degli indios”, che avevano pure una qualche autonomia ma, quando c’era un problema serio con il potere centrale, si faceva ricorso ai figli di ex leader indigeni indottrinati fin da piccoli alla cultura occidentale nelle scuole degli ordini religiosi. Era un sistema preferibile allo sterminio, utile a organizzare la spoliazione del continente a beneficio dello sviluppo capitalista dell’Europa, che in definitiva contava ben più della vita o della morte degli indigeni stessi. Qualcosa di simile accadeva anche con il potere coloniale in Africa. La differenza tra “comunalità” coloniali” e comunalità di rottura aiuta ancora oggi a capire perché alcuni leader dei nostri giorni, come Evo Morales o Lopez Obrador, promuovano solenni eventi in cui vengono in qualche modo consacrati attraverso la consegna, da parte di esponenti indigeni, del bastone di comando. Si può comprendere che molti popoli indigeni siano entrati nel gioco del sistema coloniale (o nei partiti) per mantenere i propri sistemi comunitari di vita in un contesto ostile di “antropofagia culturale”, ma sarà bene chiamare le cose con il loro nome
Lopez Obrador riceve il Bastone di Comando. Foto tratta da Circulo Digital


di Daniel Montañez Pico

Di questi tempi, forse, ci sono cose delle quali non si sentiva molto la mancanza. È trascorso più di un decennio da quando Evo Morales, dopo essere stato consacrato presidente nel parlamento boliviano, è andato nel centro sacro aymara di Tihuanaco per consacrarsi anche come Mallku e leader spirituale indigeno del paese. Qualcosa di simile ha fatto il primo dicembre 2018 il nuovo presidente del Messico, Andrés Manuel López Obrador, che, dopo la cerimonia ufficiale, ha ricevuto il bastone del comando dalle mani dei popoli indigeni, circondato dal fumo di copal in una cerimonia popolare nello Zócalo di Città del Messico. La differenza estetica tra i due è evidente: uno è parte delle comunità indigene del suo paese e l’altro no. Però la funzione politica è la stessa. 

Di fronte a questo evento, entrambi hanno avuto detrattori tra i popoli indigeni. Nel caso di Evo Morales, ci sono stati quelli che l’hanno avvertito che c’era già un Mallku, Felipe Quispe, la cui ideologia politica era molto più radicale e vicina alle realtà dei popoli aymara della sua. 
Nel caso di Obrador, i popoli organizzati attraverso il Congresso Nazionale Indigeno e altre organizzazioni, hanno chiarito che AMLO non rappresenta le loro aspirazioni collettive di vita per varie ragioni. È solo una piccola dimostrazione di quanto gli indigeni siano diversi da ciò che pensano le opinioni egemoniche. Una diversità che possiamo cercare di capire  attraverso la loro stessa storia, a partire dall’invasione spagnola nel XVI secolo.

Il modello coloniale di potere era basato allora su un’organizzazione coloniale delle comunalità (1) indigene. Prima dell’invasione, esistevano moltitudini di popoli e di organizzazioni sociali nel territorio oggi conosciuto come Messico. Gli ispanici arrivarono con guerre e alleanze, e li riorganizzarono territorialmente e politicamente attraverso “repartimientos” (2), in un nuovo modello che chiamarono “repubbliche di indios”.  

Questo modello organizzava le popolazioni autoctone in comunità che avevano una certa autonomia per risolvere i propri affari interni e autogovernarsi. Però quando c’era qualche problema con gli ispanici e il loro potere superiore, c’erano intermediari preposti dalla Corona che mediavano nei conflitti. Questi intermediari erano di solito i figli di ex leader indigeni, indottrinati fin da piccoli alla cultura occidentale nelle scuole degli ordini mendicanti, che fossero domenicani, gesuiti o maristi, a seconda del periodo e dei contesti. 

Si trattava di personaggi complessi che, con un piede in ciascuna delle due culture, dirigevano le nuove comunità, organizzate dagli ispanici, con maggiore o minore legittimità e accettazione da parte della popolazione indigena, a seconda dei casi.
Gennaio 2015, Evo Morales alza il Bastone di Comando festeggiando l’inizio del suo terzo mandato. Foto tratta da https://www.voanoticias.com https://www.voanoticias.com


Tutta questa impalcatura fu creata con un obiettivo molto concreto. Era necessario mantenere spazi per la riproduzione di vite indigene che, oltre a pagare con le spezie i relativi tributi alla Corona, erano tenute come fabbriche di manodopera a basso costo per le miniere e gli eserciti di riserva nelle guerre di invasione del continente, guidate dagli ispanici contro altri popoli indigeni. Bartolomé de Las Casas e i cosiddetti “difensori degli indios”, furono grandi promotori di questo sistema, a differenza di coloro che propugnavano lo sterminio dei popoli indigeni, come accadeva in altre regioni come il Nord America o i Caraibi. Alla fine, nella disputa, ebbe il sopravvento il discorso di Las Casas e dei suoi seguaci, che si concretizzò nelle “Nuove Leggi delle Indie”. Si evidenziò che in regioni come il Messico o il Perù, con un’alta densità di popolazione indigena, risultava un modello molto più efficace per organizzare la spoliazione del continente a beneficio dello sviluppo capitalista dell’Europa, che era quanto in definitiva importava, ben di più delle vite indigene. 

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!