Lo scorso lunedì 2 aprile l'insorgenza rivoluzionaria delle FARC ha liberato, in un villaggio nei pressi del fiume Guaviare, gli ultimi 10 prigionieri di guerra (tra militari e poliziotti) in suo potere, accolti dalla commissione composta da delegati del governo brasiliano, del gruppo dei “Colombiani e Colombiane per la Pace ” e della Croce Rossa Internazionale. La ex senatrice Piedad Córdoba, nella conferenza stampa tenutasi a Villavicencio, capoluogo del dipartimento del Meta, ha espresso di aver provato grande soddisfazione nel vedere arrivare una canoa con i dieci ex prigionieri, accompagnati solo da due guerriglieri, posto che gli accordi prevedevano le liberazioni in due gruppi distinti, segnalando che le liberazioni rappresentano “un atto di pace delle FARC”. |
“Abbiamo conseguito questo risultato senza spargere una sola goccia di sangue, nel rispetto di tutti, e soprattutto con la convinzione che la Colombia vuole la pace”, ha sottolineato con fermezza la coordinatrice delle “Donne del Mondo per la Pace in Colombia”.
In merito alla stizzita affermazione del presidente “Jena” Santos, per il quale “le liberazioni sono solo un passo, ma non sufficiente”, Piedad Córdoba ha detto di trovarsi d'accordo, spiegando che in effetti “c'è ancora moltissimo da fare” poiché continuano i casi di cosiddetti “falsos positivos”, e aggiungendo: “Mai più sparizioni, assassinii, mai più poveri in questo paese”.
Il regime colombiano ha fatto in modo che la notizia fosse il più possibile occultata dai media oligarchici, per timore di valorizzare l'importante gesto delle FARC. Ma per proseguire nella ricerca di una soluzione al conflitto, Santos deve smettere di impedire le visite nelle sue carceri ai prigionieri politici da parte di attivisti per i diritti umani.
Solo così sarà possibile costruire percorsi che vadano nella direzione della soluzione politica, e che -a dispetto del veleno guerrafondaio sputato dai soliti corifei locali ed internazionali del regime- l'insorgenza rivoluzionaria ha dimostrato per l'ennesima volta di voler percorrere.
In merito alla stizzita affermazione del presidente “Jena” Santos, per il quale “le liberazioni sono solo un passo, ma non sufficiente”, Piedad Córdoba ha detto di trovarsi d'accordo, spiegando che in effetti “c'è ancora moltissimo da fare” poiché continuano i casi di cosiddetti “falsos positivos”, e aggiungendo: “Mai più sparizioni, assassinii, mai più poveri in questo paese”.
Il regime colombiano ha fatto in modo che la notizia fosse il più possibile occultata dai media oligarchici, per timore di valorizzare l'importante gesto delle FARC. Ma per proseguire nella ricerca di una soluzione al conflitto, Santos deve smettere di impedire le visite nelle sue carceri ai prigionieri politici da parte di attivisti per i diritti umani.
Solo così sarà possibile costruire percorsi che vadano nella direzione della soluzione politica, e che -a dispetto del veleno guerrafondaio sputato dai soliti corifei locali ed internazionali del regime- l'insorgenza rivoluzionaria ha dimostrato per l'ennesima volta di voler percorrere.