lunedì 16 aprile 2012

Il papa e l'utilità del marxismo di Frei Betto

Pubblicato su Correio Braziliense, 13.04.2012

(traduzione di Antonio Lupo)
Papa Benedetto XVI ha ragione: il marxismo non è più utile. Sì, il marxismo, che molti nella Chiesa cattolica considerano come una ideologia atea che giustificava i crimini di Stalin e le atrocità della rivoluzione culturale cinese.
Accettare che il marxismo come lo intende Ratzinger sia lo stesso marxismo che intendeva  Marx sarebbe come identificare il cattolicesimo con l'Inquisizione.

Si potrebbe allora dire: il cattolicesimo non è più utile. Perché non si può giustificare il mandare al rogo donne considerate streghe o torturare i sospetti di eresia.
Ora, fortunatamente il cattolicesimo non può essere identificato con l'Inquisizione, né con la pedofilia di  preti e vescovi.
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Allo stesso modo, il marxismo non si può confondere  con i marxisti che lo hanno usato per diffondere paura, terrore, e soffocare la libertà religiosa. Dobbiamo tornare a Marx per sapere cosa è il marxismo, così come dobbiamo ritornare al Vangelo e a Gesù per sapere che cos'è il cristianesimo, e a Francesco d'Assisi per sapere cosa è il cattolicesimo.

Nel corso della storia, in nome delle parole più belle, sono stati commessi i crimini più efferati. In nome della democrazia, gli Stati Uniti si sono impadroniti di Porto Rico e  della base cubana di  Guantanamo. In nome del progresso, i paesi dell'Europa occidentale  hanno colonizzato i popoli africani  e hanno lasciato lì una scia di miseria. In nome della libertà, la regina Vittoria, del Regno Unito, ha promosso in Cina la devastante guerra dell'oppio . In nome della pace, la Casa Bianca ha commesso il più illegittimo e genocida  atto terroristico della storia: le bombe atomiche sopra le popolazioni di Hiroshima e Nagasaki. In nome della libertà, gli Stati Uniti hanno instaurato in quasi tutti l'America Latina,  dittature sanguinose nel corso di tre decenni (1960-1980).

 Il marxismo è un metodo di analisi della realtà. 
E più che mai utile per comprendere l'attuale crisi del capitalismo.
Il capitalismo, sì, ora  non è più utile, perché ha promosso la più marcata disuguaglianza sociale tra la popolazione mondiale, si è impadronito delle risorse naturali di altri popoli, ha sviluppato il suo volto imperialista e monopolistao; ha messo al centro dell'equilibrio del mondo gli  arsenali nucleari, e ha diffuso  l'ideologia neoliberista che riduce l'uomo a mero consumatore sottomesso al fascino di beni di consumo.

Oggi, il capitalismo è egemone nel mondo.
E dei sette miliardi di persone che abitano il pianeta, quattro miliardi vivono al di sotto della soglia di povertà, e 1,2 miliardi soffrono di fame cronica.
Il capitalismo ha fallito per i due terzi dell'umanità, che non hanno accesso ad una vita degna. Dove il cristianesimo e il marxismo parlano di solidarietà, il capitalismo ha introdotto la competizione; dove parlano di cooperazione, ha introdotto la concorrenza; dove  parlano di rispetto per la sovranità dei popoli, ha introdotto il globoconialismo.

La religione non è un metodo di analisi della realtà. Il marxismo non è una religione.
La luce che la fede getta sulla realtà è, piaccia o no al Vaticano, sempre mediata da una ideologia. L'ideologia neoliberista, che identifica il capitalismo e la democrazia, prevale oggi nella coscienza di molti cristiani e impedisce loro di rendersi conto che il capitalismo è intrinsecamente malvagio.
La Chiesa cattolica, è spesso complice con il capitalismo perché questo la copre di privilegi e le concede una libertà che è negata, dalla povertà, a milioni di esseri umani.

Ora è provato che il capitalismo non garantisce un futuro dignitoso per l'umanità. Benedetto XVI lo ha ammesso nell'affermare che dobbiamo cercare nuovi modelli.
Il marxismo, coll'analizzare le contraddizioni e le carenze del capitalismo, apre una porta di speranza per una società che i cattolici, nella celebrazione eucaristica, caratterizzano come il mondo in cui tutti potranno "condividere la ricchezza della terra e dei frutti del lavoro umano ".
Questo Marx lo chiamava socialismo.

 L'arcivescovo cattolico di Monaco, Reinhard Marx, ha lanciato nel 2011 un libro intitolato Il Capitale - un patrimonio per l'umanità. La copertina contiene gli stessi colori e caratteri grafici della prima edizione del Capitale, Karl Marx, pubblicato ad Amburgo nel 1867.

"Marx non è morto ed è necessario prenderlo sul serio", ha detto il prelato in occasione del lancio del libro. "Dobbiamo confrontarci con l'opera di Karl Marx, che ci aiuta a comprendere le teorie dell'accumulazione capitalistica e del mercamtilismo.
Questo non significa farsi attirare dalle aberrazioni e dalle atrocità commesse in suo nome nel 20° secolo."

L'autore del nuovo "Il Capitale", nominato cardinale da Benedetto XVI nel novembre 2010, descrive come "etico-sociali"  i principi difesi nel suo libro, critica il capitalismo neoliberale, chiama la speculazione "selvaggia" e "peccato" e raccomanda che l'economia deve essere ridisegnata secondo norme etiche di un nuovo ordine economico e politico.

"Le regole del gioco devono avere qualità etica. In questo senso, la dottrina sociale della Chiesa è critica nei confronti del capitalismo," ha detto l'arcivescovo.

Il libro inizia con una lettera di Reinhard Marx a Karl Marx, che egli chiama "caro omonimo" , morto nel 1883.
Gli chiede di  riconoscere ora  il suo errore riguardo l'inesistenza di Dio.
Il che suggerisce tra le righe, che l'autore del Manifesto Comunista sia tra quelli che , sul lato opposto della vita, godano della visione beatifica di Dio..

Frei Betto è Scrittore, autore, tra gli altri libri , del romanzo Un uomo chiamato Gesù 

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!