Nonostante il coprifuoco e l'attribuzione all'esercito di funzioni di ordine pubblico continuano al Cairo e nelle principali città del delta del Nilo le proteste di piazza con lo strascico di morte e di violenza
Sono stati i violenti disordini davanti al palazzo presidenziale della serata del primo febbraio, durante i quali un ragazzo di 23 anni ha perso la vita, e le immagini riprese da un'emittente satellitare egiziana ad inasprire il livello dello scontro.
Il Fronte di salvezza nazionale ha chiesto che il presidente, il suo ministro dell'Interno e chiunque altro sia coinvolto «negli assassinii, torture e detenzioni illegali» siano sottoposti a processo. Il raggruppamento dei principali partiti di opposizione ha anche detto di sostenere chi in Egitto chiede la fine del «regime tirannico e della dominazione sul potere della Fratellanza». Invocando mezzi pacifici, il Fronte e uno dei suoi leader, Mohamed el Baradei, hanno detto che non molleranno fino a quando non raggiungeranno i loro obiettivi.
Le immagini che mostrano Saber Hamada, imbianchino di 48 anni malmenato dagli agenti e che molti in Egitto hanno associato a quelle della giovane manifestante trascinata seminuda dagli agenti a piazza Tahrir lo scorso anno, hanno scatenato una serie di reazioni dai palazzi del potere, che, con toni diversi, hanno confermato tutte la linea della fermezza nei confronti di «aggressioni e sabotaggi» di edifici pubblici.
La presidenza ha affidato una prima reazione ad uno dei più vicini collaboratori di Morsi Essam el Hadad, il quale ha sostanzialmente detto che quanto è avvenuto a Ittahadeya non era una espressione politica ma criminale. La presidenza ha quindi deciso di correggere parzialmente il tiro in mattinata, probabilmente vedendo montare l'indignazione per il video «della vergogna», come lo ha definito il Fronte di salvezza. Nel comunicato si è detta scioccata e addolorata, e ha rinviato a una inchiesta con la promessa che «nessun resterà impunito».