Parte dalla cattedrale dello Zocalo la processione convocata dai familiari dei 43 studenti desaparecidos
nella notte tra il 26 e il 27 settembre 2014.
Sono passati 15 mesi dall'agguato di Iguala dove altre sei persone rimasero uccise tra cui un
ragazzo assassinato e con il viso scuoiato.
Più di un anno di continue battaglie per smentire una dopo l’altra le
versioni ufficiali che hanno avuto il solo scopo di cercare di
minimizzare le responsabilità statali, dell’esercito, della polizia
federale e locale in combutta con i narcotrafficanti.
I padri e le madri degli studenti hanno manifestato nei luoghi più
diversi non solo in Messico così come gli studenti della Rural Normal di
Ayotzinapa hanno continuato a lottare, a mobilitarsi in molti casi
colpiti dalla repressione brutale.
Oggi, dicembre 2015, hanno scelto di tornare a marciare nelle strade
della capitale dello stato messicano. L’hanno fatto partendo ed
arrivando un due posti emblematici della religione cattolica: la
cattedrale dello Zocalo e la Basilicata della Virgen Guadalupe, dove
inizierà il viaggio di Papa Francesco quando arriverà nel prossimo
febbraio in Messico.
Già nei mesi scorsi una delegazione dei familiari era andata fino a
Washington per far sentire la sua voce al Pontefice in visita in
America, di certo non taceranno quando Francesco sarà in Messico.
lunedì 28 dicembre 2015
mercoledì 18 novembre 2015
Esce in Italia il libro “Il pensiero critico di fronte all’idra capitalista” - Contributi della Commissione Sexta dell'EZLN”
Non si tratta di giudicare, ma di capire. E qui c’è un problema che richiede del pensiero critico, non si tratta solo di arrivare a una conoscenza scientifica, ma di definire una strategia di resistenza, di sopravvivenza, di vita.
Sup Galeano
Noi, zapatiste e zapatisti, vi diciamo per esperienza, che ci vuole ORGANIZZAZIONE, lavoro e lotta, sforzo e sacrificio, resistenza e ribellione.
Subcomandante Insurgente Moisés
Il volume racchiude gli interventi dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) presentati in “Homenaje a los compañeros Luis Villoro Toranzo y Maestro Zapatista Galeano”, evento realizzato nel Caracol di Oventic il 2 maggio 2015, e durante il Seminario “El Pensamiento Critico frente a la Hidra Capitalista” che si è svolto dal 3 al 9 maggio 2015 presso il CIDECI (Centro Indígena de Capacitación Integral) a San Cristóbal de las Casas, Chiapas – Messico, con la partecipazione di numerose organizzazioni, realtà di base, attivisti e studiosi dal Messico e dal mondo.
Sono passati più di vent'anni da quando, nel 1994, l’EZLN irrompe nello scenario politico internazionale come un esperienza di organizzazione che, rivendicando i diritti alla diversità ed all'eguaglianza, mette continuamente in discussione le tradizionali forme di lotta. Vent'anni durante i quali gli zapatisti hanno costruito nei propri territori una proposta di società alternativa ed autonoma, in cui “il popolo comanda ed il governo obbedisce”. Ed è proprio l’esperienza concreta di resistenza e di organizzazione che viene condivisa nel testo, in cui si alterna la voce di donne e uomini, giovani e meno giovani, che discutono su come, nelle comunità zapatiste, si interpretano l’economia politica, la resistenza e la ribellione, la crisi capitalista ed il “che fare”.
Gli interventi, racchiusi nel volume, uniscono la riflessione e l’esperienza, secondo il principio zapatista “né teoria senza pratica, né pratica senza teoria”.
Sono frutto della discussione avvenuta nelle comunità zapatiste sulla necessità, a fronte delle mutazioni in atto del capitalismo, dentro la sua incessante azione di saccheggio e depredazione del pianeta e della vita con le conseguenze drammatiche che si vivono in ogni dove, di aprire un dibattito globale.
Sono frutto della discussione avvenuta nelle comunità zapatiste sulla necessità, a fronte delle mutazioni in atto del capitalismo, dentro la sua incessante azione di saccheggio e depredazione del pianeta e della vita con le conseguenze drammatiche che si vivono in ogni dove, di aprire un dibattito globale.
Secondo l’antropologo messicano Gilberto López y Rivas, si tratta di “uno sforzo collettivo per superare il pensiero fannullone, dogmatico, bugiardo e conformista e assumere il pensiero critico necessario di fronte all'urgente e drammatica situazione attuale, determinata dalla forma di mondializzazione capitalista, una tormenta che arriva, con tutte le conseguenze di saccheggio, morte e distruzione per tutti i popoli della Terra”.
L’idra, mostro mitologico dalle cento teste, è la metafora usata per raffigurare il sistema che attualmente governa il mondo: se una testa viene mozzata, al suo posto ne spuntano due, si adatta, muta ed è capace di rigenerarsi completamente a partire da una sola delle sue parti.
“Una delle cose che abbiamo visto, in questa nuova tappa della guerra capitalista, che chiamiamo guerra mondiale, è che mira alla distruzione di un territorio per ricostruirlo. Il capitalismo provoca il caos e di questo si nutre”, segnala il Sup Galeano.
Le riflessioni che provengono dalla lotta indigena del sud-est messicano si impongono per la grande forza evocativa e l’urgente attualità, caratteristiche che fanno di questo libro una lettura ricca di suggestioni per capire il presente e le alternative possibili nella costruzione di “un mondo che contenga molti mondi”.
L’edizione italiana è frutto del lavoro comune di associazioni e collettivi che da anni camminano a fianco degli indigeni dell’EZLN.
Il ricavato dalla vendita del testo sarà devoluto a sostegno delle comunitá zapatiste.
Prefazione dei curatori della versione italiana
Il volume che vi apprestate a leggere racchiude gli interventi gli interventi dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) presentati in “Homenaje a los compañeros Luis Villoro Toranzo y Maestro Zapatista Galeano”, evento realizzato nel Caracol di Oventic il 2 maggio 2015, e durante il Seminario “El Pensamiento Critico frente a la Hidra Capitalista” che si è svolto dal 3 al 9 maggio 2015 presso il CIDECI (Centro Indígena de Capacitación Integral) a San Cristóbal de las Casas, Chiapas - Messico.
Nei prossimi volumi verranno pubblicati i numerosi interventi dal Messico e dal mondo durante le giornate del Seminario, definito “semenzaio” di idee e pratiche. L’inizio di un cammino condiviso per costruire un cambiamento radicale di fronte alla tormenta in arrivo dovuta alle alle trasformazioni del capitalismo globale.
Nei prossimi volumi verranno pubblicati i numerosi interventi dal Messico e dal mondo durante le giornate del Seminario, definito “semenzaio” di idee e pratiche. L’inizio di un cammino condiviso per costruire un cambiamento radicale di fronte alla tormenta in arrivo dovuta alle alle trasformazioni del capitalismo globale.
La traduzione italiana di questi primi interventi vuole essere un contributo, attraverso la massima circolazione degli stimoli venuti dalle montagne del Sud-est messicano, per ragionare collettivamente, agire, lottare e sfidare l’Idra Capitalista.
Il libro è un’occasione intorno a cui costruire presentazioni e momenti di discussione collettivi.
Nel tradurre i testi abbiamo scelto di attenerci al massimo agli originali, in modo da poter condividere la continua ricerca zapatista di elaborare un nuovo linguaggio, nuove parole in grado di racchiudere la complessità del presente. Per questo abbiamo preferito lasciare molti termini in lingua originale
Il lavoro che abbiamo realizzato è stato collettivo, ma un particolare ringraziamento va fatto al costante e prezioso lavoro del Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo e l’Associazione Ya Basta! Milano nella traduzione dei comunicati dell’EZLN che giungono dall'altra parte dell’oceano.
Un ringraziamento va alla Casa Editrice Iemmedizioni di Napoli che ha reso possibile la pubblicazione.
A tutte e tutti voi che ci state leggendo chiediamo di far circolare il libro, di venderlo, di distribuirlo, di discuterlo insieme.
Il ricavato della vendita di questo libro sarà devoluto alle comunità zapatiste.
Per avere il volume, per qualsiasi informazione e per organizzare presentazioni potete rivolgervi a:
* Bergamo - Comitato Chiapas "Maribel" - mail: maribel_1994@yahoo.it – tel. 035 881746
* Bologna – Associazione Ya Basta! – mail: yabasta.bologna@gmail.com - tel. 051 6493234
* Empoli – Coordinamento toscano di sostegno alla lotta zapatista - mail: coordinamento-toscano-zapatista@inventati.org– tel. 0571 931021
* Milano – Associazione Ya Basta! – mail: yabastaonlus@gmail.com - tel. 320 21 60 435
* Napoli – Cooperazione Rebelde Napoli - mail: cooperazionerebeldenapoli@gmail.com - tel. 335 78 88 115
* Padova - Associazione Ya Basta – Caminantes - mail: padova@yabasta.it - tel. 049 8751003
* Roma - Associazione Ya Basta! Moltitudia - mail: moltitudia_yabasta@yahoo.it tel. 339 47 84 890
COSTO DEL VOLUME 14,90
PUOI ACQUISTARLO ANCHE ON LINE
* Bologna – Associazione Ya Basta! – mail: yabasta.bologna@gmail.com - tel. 051 6493234
* Empoli – Coordinamento toscano di sostegno alla lotta zapatista - mail: coordinamento-toscano-zapatista@inventati.org– tel. 0571 931021
* Milano – Associazione Ya Basta! – mail: yabastaonlus@gmail.com - tel. 320 21 60 435
* Napoli – Cooperazione Rebelde Napoli - mail: cooperazionerebeldenapoli@gmail.com - tel. 335 78 88 115
* Padova - Associazione Ya Basta – Caminantes - mail: padova@yabasta.it - tel. 049 8751003
* Roma - Associazione Ya Basta! Moltitudia - mail: moltitudia_yabasta@yahoo.it tel. 339 47 84 890
COSTO DEL VOLUME 14,90
PUOI ACQUISTARLO ANCHE ON LINE
Invia una mail con i recapiti per la spedizione a cooperazionerebeldenapoli@gmail.com
Costo 14,90 più 1,60 spedizione per un TOTALE 16.50
Costo 14,90 più 1,60 spedizione per un TOTALE 16.50
Pagabili :
presso il conto corrente Banca Popolare Etica IT06J0501812101000000100737 con la causale Libro Pensamiento
tramite il nostro conto Paypal
INDICE DEL VOLUME
Presentazione
Prologo.
Di
come siamo arrivati alla Torretta della Vedetta e ciò che da lì abbiamo visto
I.
IL NOSTRO SGUARDO VERSO L’INTERNO
*
Alcune
piste
La
Tormenta, la Sentinella e la Sindrome della Vedetta - SupGaleano
Essere
zapatista - Subcomandante Insurgente Moisés
Luis
VilloroToranzo, lo zapatista - SupGaleano
Maestro
Zapatista Galeano: Appunti di una vita - SupGaleano
* Qualcosa
di quello che è cambiato
Economia
politica I. Uno sguardo dalle comunità zapatiste - Subcomandante Insurgente
Moisés
Economia
Politica II. Uno sguardo dalle comunità zapatiste - Subcomandante Insurgente
Moisés
*
Verso una
genealogia della lotta zapatista
La
lotta come donne zapatiste che siamo I - Comandanta Miriam
La
lotta come donne zapatiste che siamo II - Comandanta Rosalinda
La
lotta come donne zapatiste che siamo III - Comandanta Dalia
Le
lotte come donne zapatiste che siamo IV - Compagna Base d’Appoggio Lizbeth
La
lotta come donne zapatiste che siamo V - Escucha Selena
La
visione dei vinti SupGaleano
*
Appunti
di resistenza e ribellione
Resistenza
e ribellione zapatista I - Subcomandante Insurgente Moisés
Resistenza
e ribellione zapatista II - Subcomandante Insurgente Moisés
Resistenza
e ribellione zapatista III - Subcomandante Insurgente Moisés
II.
IL NOSTRO SGUARDO ALL’IDRA
Il
Muro e la Crepa. Primo Appunto sul Metodo Zapatista - SupGaleano
Il
Metodo, la Bibliografia e un Drone nelle profondità delle montagne del Sudest
Messicano - SupGaleano
Medios,
tercios, cuartos - SupGaleano
Eccetera
- SupGaleano
La
genealogia del crimine - SupGaleano
Una
Guerra Mondiale - SupGaleano
III.
CHE FARE
Organizzarsi
(Sulle elezioni) - Subcomandante Insurgente Moisés
Moltiplicare
i Semenzai - Subcomandante Insurgente Moisés e SupGaleano
IV.
SEGNI E SEGNALI
LIBERTÀ
è una parola zapatista - Oscar Chávez
Giullare
di festa e afflizione - Guillermo Velázquez B.
Iconografia
Opere presentate durante i giorni del Seminario
“El Pensamiento Critico frente a la Hidra Capitalista” - Libro en italiano
El volumen que ustedes van a leer agrupa las ponencias del Ejército Zapatista de Liberación Nacional (EZLN) en su participación en el “Homenaje a los compañeros Luis Villoro Toranzo y Maestro Zapatista Galeano”, realizado en el Caracol de Oventic el 2 de mayo de 2015, y en el Seminario “El Pensamiento Critico frente a la Hidra Capitalista” que se ha desarrollado del 3 al 9 de mayo de 2015 en las estructuras del CIDECI (Centro Indígena de Capacitación Integral) en San Cristóbal de las Casas, Chiapas - México.
En los próximos volúmenes serán publicadas las muchas intervenciones desde México y del mundo durante los días del Seminario, definido "semillero" de ideas y prácticas. El arranque de un camino compartido para construir un cambio radical frente a la "tormenta" que va a venir debido a las transformaciones del capitalismo global.
En los próximos volúmenes serán publicadas las muchas intervenciones desde México y del mundo durante los días del Seminario, definido "semillero" de ideas y prácticas. El arranque de un camino compartido para construir un cambio radical frente a la "tormenta" que va a venir debido a las transformaciones del capitalismo global.
La traducción al italiano de estas primeras ponencias trata ser una contribución, a través de la máxima circulación de los estímulos que nos llegan desde las montañas del Sureste mexicano, para razonar, actuar, luchar y desafiar colectivamente a la Hidra Capitalista.
Este libro es una ocasión para construir eventos y momentos de discusión en colectivo.
Para la traducción de los textos, los curadores elegimos respectar absolutamente los textos originales, para en este modo compartir la continua búsqueda de los zapatistas de elaborar un lenguaje nuevo, nuevas palabras capaces de encerrar lo complejo del presente. Por eso dejamos muchas palabras en su lengua original.
Este trabajo ha sido un trabajo colectivo, pero un agradecimiento particular se debe al trabajo constante y valioso del Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo y de la Associazione Ya Basta! Milano en traducir los comunicados del EZLN que nos llegan desde el otro lado del océano.
Este trabajo ha sido un trabajo colectivo, pero un agradecimiento particular se debe al trabajo constante y valioso del Comitato Chiapas "Maribel" - Bergamo y de la Associazione Ya Basta! Milano en traducir los comunicados del EZLN que nos llegan desde el otro lado del océano.
Nuestro agradecimiento va a la Editorial Iemmedizioni de Nápoles que ha hecho posible la publicación de este volumen.
A todas y todos ustedes que están leyendo este libro preguntamos de difundirlo, venderlo y discutirlo en colectivo.
Las ganancias de la venta de este libro serán destinadas a las comunidades zapatistas.
Para conseguir este libro, por todas las informaciones y para organizar presentaciones, contactar:
* Bergamo - Comitato Chiapas "Maribel" - mail: maribel_1994@yahoo.it – tel. 035881746
* Bologna – Associazione Ya Basta! – mail: yabasta.bologna@gmail.com - tel. 0516493234
* Empoli – Coordinamento toscano di sostegno alla lotta zapatista - mail: coordinamento-toscano-zapatista@inventati.org – tel. 0571931021
* Milano – Associazione Ya Basta! – mail: yabastaonlus@gmail.com - tel. 3202160435
* Napoli – Cooperazione Rebelde Napoli - mail: cooperazionerebeldenapoli@gmail.com - tel. 335 78 88 115
* Bologna – Associazione Ya Basta! – mail: yabasta.bologna@gmail.com - tel. 0516493234
* Empoli – Coordinamento toscano di sostegno alla lotta zapatista - mail: coordinamento-toscano-zapatista@inventati.org – tel. 0571931021
* Milano – Associazione Ya Basta! – mail: yabastaonlus@gmail.com - tel. 3202160435
* Napoli – Cooperazione Rebelde Napoli - mail: cooperazionerebeldenapoli@gmail.com - tel. 335 78 88 115
* Padova - Associazione Ya Basta – Caminantes - mail: padova@yabasta.it - tel. 049 8751003
* Roma - Associazione Ya Basta! Moltitudia - mail: moltitudia_yabasta@yahoo.it tel. 3394784890
* Roma - Associazione Ya Basta! Moltitudia - mail: moltitudia_yabasta@yahoo.it tel. 3394784890
martedì 17 novembre 2015
Buon compleanno EZLN e fanno 32
Noi, zapatiste e zapatisti, vi diciamo per esperienza,
che ci vuole ORGANIZZAZIONE, lavoro e lotta,
sforzo e sacrificio, resistenza e ribellione.
Subcomandante Insurgente Moisés
venerdì 13 novembre 2015
Messico - La Insurgencia dei Diritti Umani
Rapporto del Frayba:
La Insurgencia dei Diritti Umani
Ai media liberi, autonomi, comunitari, indipendenti
Alla stampa nazionale e internazionale
Alla società civile
Alla società civile
“Questo Rapporto vuole fornire una prospettiva ed una visione politica di chi da qui osserva le situazioni che ci colpiscono, un registro della memoria e della dignità delle persone che ci affidano la loro parola, che racchiude parte delle lotte e delle sofferenze di coloro che dall'alba al tramonto agiscono pero un altro mondo possibile attraverso i propri processi organizzativi e rivendicazioni storiche”.
“È dedicato alle madri, ai padri ed alle famiglie dei 43 studenti scomparsi forzatamente della Scuola Normale Rurale Raúl Isidro Burgos di Ayotzinapa, un atto commesso dal regime politico e criminale del Messico, guidato da Enrique Peña Nieto.
Queste famiglie hanno camminato al fianco di organizzazioni e collettivi che non dimenticano e lottano continuamente per la ricerca di Verità e Giustizia”.
presentato il 10 novembre San Cristóbal de Las Casas, Chiapas
Messico - Aggrediti e picchiati gli studenti di Ayotzinapa dall’esercito
Due giorni fa sono stati attaccati un gruppo di studenti di Aytozinapa, di ritorno alla Scuola Rural Normal.
In maniera violenta l’esercito li ha letteralmente aggrediti: alcuni sono stati fermati, altri sono finiti in ospedale ed altri ancora sono riusciti a scappare. Ce ne sono ancora una ventina di cui non se ne sa niente.
Questa aggressione va di pari passo al tentativo del governo di usare ogni mezzo per criminalizzare gli studenti, inventando presunti legami con la delinquenza organizzata.
Di seguito il primo articolo di Desinformemonos, che sta seguendo l’evolversi della vicenda.
Questo pomeriggio, reprimono e picchiano studenti della scuola Normal di Ayotzinapa.
Otto autobus in cui viaggiavano 130 studenti della scuola Normal de Ayotzinapa sulla strada tra Tixtla e Chilpancingo, in Guerrero, furono attaccati alle ore 18 da poliziotti antisommossa.
Furono selvaggiamente picchiati, e gli stessi studenti stimano che ci siano cento arrestati. José Castillo, membro del Comitato Studentesco Ricardo Flores Magon, di Ayotzinapa ha raccontato mentre stava scappando che l’attacco è avvenuto dopo la galleria Libramiento della strada tra Tixtla e Chilpancingo.
In maniera violenta l’esercito li ha letteralmente aggrediti: alcuni sono stati fermati, altri sono finiti in ospedale ed altri ancora sono riusciti a scappare. Ce ne sono ancora una ventina di cui non se ne sa niente.
Questa aggressione va di pari passo al tentativo del governo di usare ogni mezzo per criminalizzare gli studenti, inventando presunti legami con la delinquenza organizzata.
Di seguito il primo articolo di Desinformemonos, che sta seguendo l’evolversi della vicenda.
Questo pomeriggio, reprimono e picchiano studenti della scuola Normal di Ayotzinapa.
Otto autobus in cui viaggiavano 130 studenti della scuola Normal de Ayotzinapa sulla strada tra Tixtla e Chilpancingo, in Guerrero, furono attaccati alle ore 18 da poliziotti antisommossa.
Furono selvaggiamente picchiati, e gli stessi studenti stimano che ci siano cento arrestati. José Castillo, membro del Comitato Studentesco Ricardo Flores Magon, di Ayotzinapa ha raccontato mentre stava scappando che l’attacco è avvenuto dopo la galleria Libramiento della strada tra Tixtla e Chilpancingo.
giovedì 12 novembre 2015
Kurdistan - Diyarbakir sembra una città in guerra
di Stefania Battistini e Ivan Grozny
Colpi d’arma da fuoco della polizia turca si mischiano alla voce dell’imam diffusa dal minareto della moschea di Diyarbakir, sud-est della Turchia, distretto ad alta densità di curdi, roccaforte dell’Hdp, il partito filocurdo che domenica ha conquistato per la seconda volta nella storia l’altissima soglia del 10%.
E’ uno scenario di guerra: il fumo nero degli scoppi si alza da dietro le case, sopra la testa da giorni passano aerei militari, a terra proiettili da fucile d’assalto (calibro 7,62×51, estremamente diffuso, ma resta un calibro da operazione militare). Nella mattina si diffonde la voce che la polizia turca entrerà nel quartiere di Sur, pieno centro storico. E qui – dove i curdi hanno proclamato l’auto-organizzazione (una sorta di “federalismo democratico” spiega l’Hdp, inaccettabile per il governo) – le persone iniziano a costruire le barricate: prima mettono i teloni anticecchini per proteggere i civili (scenari visti in Siria, non certo in Turchia), poi con pietre e sacchi di sabbia bloccano le strade in modo da impedire l’avanzata dei blindati. In cielo droni ed elicotteri. Chi vive nel quartiere decide di farci passare oltre le barricate per mostrarci come si vive a Diyarbakir, una delle città più importanti dell’Anatolia, antica capitale del Kurdistan, simbolo dell’identità e della tenacia del popolo curdo. Le case sono crivellate dai colpi di mitragliatrice, alcune quasi squarciate, altre rase al suolo, scenari che riportano agli scontri durissimi tra polizia e curdi durante i quali, in questi sei mesi, sono morte decine di persone.
martedì 3 novembre 2015
Turchia - The Day After
Le elezioni, come grande "sondaggio" del clima in un paese, ci consegnano un immagine della Turchia reale.
Si può dire che quello a cui abbiamo assistito in questi mesi è da "manuale della strategia della tensione", per alimentare la conferma di un governo forte.
Si può dire che la conferma di Erdogan ripropone con forza il nazionalismo profondo legato alla stessa nascita dello stato turco, alimentato dalla caotica situazione per la ricerca della predominanza in tutta l’area.
Si può dire che la grande affluenza alle urne ha premiato le forze reazionarie radicate attorno al Bosforo.
Si possono dire e rileggere tante cose dette prima ed ora, come le analisi legate alla frenata della crescita economica passata dal boom degli anni passati a trend più bassi.
In ogni caso la forza di Erdogan ci schiaffa in faccia la pericolosità perversa dell’Islam politico, nella versione cosiddetta "moderata" e radicale. Ci dimostra che nel grande caos della ridefinizione globale e dell’area che corre dall'Africa all'Asia, squassata da integralismi ed autoritarismi, da alleanze in continua modificazione, Erdogan ha giocato le sue carte, ha forzato il banco per vincere. Lo ha fatto, mettendo alleati e nemici davanti al fatto che ora può "agire in nome della maggioranza del paese". E questo vale per l’Europa, sotto ricatto del Sultano per i migranti in fuga come per l’America alle prese con il fatto di far digerire ad Istanbul l’apertura verso l’Iran. Possono dirsi soddisfatti, anche se di certo non credono nella dimensione del voto, gli altri "soci" di Istanbul, dall’Isis agli ambienti islamici vari.
Siamo nel Day After.
Per Erdogan si aprono scelte da intraprendere che vengono sintetizzate in un articolo di Daniele Santoro in Limes: "guerra totale ai nemici interni ed esteri o compromesso per ottenere la riforma presidenziale e riportare Ankara al centro dei giochi nel Mediterraneo orientale."
Kurdistan - Case crivellate dai proiettili,edifici squarciati dalle bombe. Il Kurdistan post elezioni
Immagini dal Kurdistan turco il giorno dopo le elezioni.
di Stefania Battistini e Ivan Grozny
A
Nusaybin un edificio squarciato da una bomba che ha ucciso un bambino di
13 anni e ferito 20 persone.
A Cizre, dietro le barricate, le case sono crivellate di proiettili, raccontano ancora delle 26 persone rimaste uccise durante gli scontri con l’esercito turco.
Qui gli abitanti hanno subito nove giorni consecutivi di coprifuoco, senza poter mai uscire di casa.
Ed è quello che ha denunciato il copresidente dell’Hdp Onan appena dopo il risultato elettorale. “Molte persone hanno dovuto abbandonare città come Sur e Lice, sotto assedio da mesi a seguito dei diversi scontri tra PKK ed esercito turco”, ha detto.
“Durante le votazioni c’era un clima intimidatorio, con carri armati fuori dalle scuole e militari con mitragliatrici in mano dentro i seggi”.
E sono queste le immagini che abbiamo raccolto lungo le antiche strade dell’Anatolia: villaggi militarizzati e armi nei seggi. Senza contare che il blocco della strada di collegamento tra i villaggi e la città di Lice, fatta saltare con le mine, ha impedito a oltre tremila persone di votare.
Nonostante questo clima, il partito filocurdo dell’Hdp ieri è riuscito a superare, per la seconda volta nella storia, l’altissima soglia di sbarramento del 10%, pensata proprio per tenerli fuori dal Parlamento. Ha perso un milione di voti rispetto alle elezioni del giugno scorso, quando fece perdere la maggioranza assoluta a Erdoğan, ma ha raggiunto comunque, dal punto di vista curdo, un buon risultato. Per questo ieri a Diyarbakir (la città che ha subito il primo dei tre attentati di questi mesi) ci sono stati solo tafferugli estemporanei, ma nessuna manifestazione di piazza, né rivolta.
Da più parti – dai grandi giornali ai siti di informazione alternativa – si è letto di “rabbia curda in piazza”, ma per chi ieri ha passato la notte a Diyarbakir è chiaro che venti tizi che tirano due sassi non sono certo una rivolta, sopratutto in un luogo come questo in cui “scontri” significano almeno quattro giorni di barricate.
Ieri sera a mezzanotte c’era un silenzio quasi irreale attorno alle sede dell’Hdp, dentro cui si tiravano le somme, in modo positivo. Perché questo risultato consente all’Hdp, da una posizione istituzionale, di continuare a fare da ponte tra PKK e governo turco.
“Non cambieremo politica – dice ancora Onen – Siamo determinati a portare avanti il processo di pace”.
A Cizre, dietro le barricate, le case sono crivellate di proiettili, raccontano ancora delle 26 persone rimaste uccise durante gli scontri con l’esercito turco.
Qui gli abitanti hanno subito nove giorni consecutivi di coprifuoco, senza poter mai uscire di casa.
Ed è quello che ha denunciato il copresidente dell’Hdp Onan appena dopo il risultato elettorale. “Molte persone hanno dovuto abbandonare città come Sur e Lice, sotto assedio da mesi a seguito dei diversi scontri tra PKK ed esercito turco”, ha detto.
“Durante le votazioni c’era un clima intimidatorio, con carri armati fuori dalle scuole e militari con mitragliatrici in mano dentro i seggi”.
E sono queste le immagini che abbiamo raccolto lungo le antiche strade dell’Anatolia: villaggi militarizzati e armi nei seggi. Senza contare che il blocco della strada di collegamento tra i villaggi e la città di Lice, fatta saltare con le mine, ha impedito a oltre tremila persone di votare.
Nonostante questo clima, il partito filocurdo dell’Hdp ieri è riuscito a superare, per la seconda volta nella storia, l’altissima soglia di sbarramento del 10%, pensata proprio per tenerli fuori dal Parlamento. Ha perso un milione di voti rispetto alle elezioni del giugno scorso, quando fece perdere la maggioranza assoluta a Erdoğan, ma ha raggiunto comunque, dal punto di vista curdo, un buon risultato. Per questo ieri a Diyarbakir (la città che ha subito il primo dei tre attentati di questi mesi) ci sono stati solo tafferugli estemporanei, ma nessuna manifestazione di piazza, né rivolta.
Da più parti – dai grandi giornali ai siti di informazione alternativa – si è letto di “rabbia curda in piazza”, ma per chi ieri ha passato la notte a Diyarbakir è chiaro che venti tizi che tirano due sassi non sono certo una rivolta, sopratutto in un luogo come questo in cui “scontri” significano almeno quattro giorni di barricate.
Ieri sera a mezzanotte c’era un silenzio quasi irreale attorno alle sede dell’Hdp, dentro cui si tiravano le somme, in modo positivo. Perché questo risultato consente all’Hdp, da una posizione istituzionale, di continuare a fare da ponte tra PKK e governo turco.
“Non cambieremo politica – dice ancora Onen – Siamo determinati a portare avanti il processo di pace”.
lunedì 2 novembre 2015
Messico - Carovana 2015-2016
De arriba, nunca, jamás llegarán la verdad y la justicia. Tendremos que construirlas desde abajo
(Subcomandante Insurgente Moisés y Subcomandante Insurgente Galeano México, agosto del 2015)
Per sostenere, appoggiare, raccontare il Messico dal basso insieme a chi sfida il silenzio e la paura per costruire un futuro diverso.
In Messico quella che viene chiamata “lotta alla delinquenza organizzata” appare sempre più chiaramente come una guerra contro l’intera società, in cui si sospendono i diritti fondamentali e si allargano gli “stati di eccezione”. Le esecuzioni extra-giudiziarie, la tortura e la privazione illegale della libertà sono strumenti di uso comune tra la polizia e le forze armate.
Ayotzinapa, gli assassini dei giornalisti, le sparizioni forzate di attivisti politici, la militarizzazione del territorio sono i volti del narcostato.
La violenza generalizzata disegna forma di potere, in un’ interazione di sistema tra piano legale ed illegale nella gestione del potere, dei flussi finanziari, del saccheggio delle risorse, dello sfruttamento sociale ed ambientale. L’impunità di apparati dello stato, la collusione con i narcos, l’uso della repressione generalizzata nei confronti dei movimenti sociali nelle realtà urbane, rurali ed indigene, non può avere testimoni.
La violenza generalizzata disegna forma di potere, in un’ interazione di sistema tra piano legale ed illegale nella gestione del potere, dei flussi finanziari, del saccheggio delle risorse, dello sfruttamento sociale ed ambientale. L’impunità di apparati dello stato, la collusione con i narcos, l’uso della repressione generalizzata nei confronti dei movimenti sociali nelle realtà urbane, rurali ed indigene, non può avere testimoni.
Ad oltre un anno dalla sparizione dei 43 studenti di Ayotzinapa, il Messico continua ad essere un paese in cui chi si oppone rischia di morire o di sparire o, nel migliore dei casi finire in carcere.
Basta guardare quel che succede in particolare nelle regioni in cui si accentrano progetti di sfruttamento delle risorse o in quelle in cui passano le rotte del traffico di droga e di esseri umani.
Basta guardare quel che succede in particolare nelle regioni in cui si accentrano progetti di sfruttamento delle risorse o in quelle in cui passano le rotte del traffico di droga e di esseri umani.
Ma c’è un altro Messico: quello della dignità!
Lo vogliamo incontrare per stringere e rafforzare relazioni dal basso.
Lo vogliamo raccontare per rompere il silenzio.
Lo vogliamo raccontare per rompere il silenzio.
Per sostenere chi resiste e si ribella al narcostato.
Per appoggiare chi non si arrende alla repressione.
Per dare voce a chi denuncia e fa vivere un’informazione libera.
Per essere al fianco di chi si ribella costruendo alternative sociali basate sull’autonomia, la giustizia reale e i diritti.
Per appoggiare chi non si arrende alla repressione.
Per dare voce a chi denuncia e fa vivere un’informazione libera.
Per essere al fianco di chi si ribella costruendo alternative sociali basate sull’autonomia, la giustizia reale e i diritti.
Tappe previste:
Città del Messico: incontro con le realtà urbane
Morelos, Guerrero e Oaxaca: incontro con le realtà indigene e rurali che resistono alla violenza di stato e alla devastazione dei territori
Chiapas: incontro con l’esperienza di autogoverno zapatista
Città del Messico: incontro con le realtà urbane
Morelos, Guerrero e Oaxaca: incontro con le realtà indigene e rurali che resistono alla violenza di stato e alla devastazione dei territori
Chiapas: incontro con l’esperienza di autogoverno zapatista
Durata della Carovana:
dal 26 dicembre 2015 al 8 gennaio 2016 (è possibile anticipare l’arrivo in Messico e posticipare la partenza)
dal 26 dicembre 2015 al 8 gennaio 2016 (è possibile anticipare l’arrivo in Messico e posticipare la partenza)
Per informazione e contatti:
CarovanaMexicoQuerido1516@gmail.com
CarovanaMexicoQuerido1516@gmail.com
Promossa da:
Associazione Ya Basta - Caminantes Padova
Associazione Ya Basta - Bologna
Cooperazione Rebelde - Napoli
Associazione Ya Basta - Caminantes Padova
Associazione Ya Basta - Bologna
Cooperazione Rebelde - Napoli
domenica 1 novembre 2015
Turchia - Primo report zona di Hani-Diyarbakir
Primo report zona di Hani (regione di Diyarbakir) 9:00/13:00-Regione di Hani e municipalità attorno: 32.000 abitanti-Distanza da Diyarbakir: 130 Km-Stima elettori: 16.400 intera regione-Partito maggioritario: HDP
Un pezzo della delegazione internazionale accompagnata da attivisti, membri dell’HDP e avvocati ha visitato questa mattina i seggi elettorali della cittadina curda di Hani e di alre 5 comunità rurali nei pressi. La delegazione si muove in diretto contatto telefonico con le altre sparse sul territorio. Il ruolo di questa delegazione è stato quello di visitare i seggi, visionare le modalità di svolgimento del voto e registrare ipotetiche irregolarità, monitorare la presenza e l’atteggiamento dell’esercito e della polizia turca.
Nel seggio di Sergen abbiamo avuto testimonianze di provocazioni e minacce da parte di membri dell’AKP nei confronti degli scrutatori. Provocatori che sono arrivati scattando fotografie delle e degli scrutatori minacciandoli di rappresaglie e arresti in caso di “problemi”. E’ stato necessario anche l’intervento di un parlamentare dell’HDP.
Non appena avremo ulteriori informazioni procederemo a pubblicarle.
Al momento possiamo registrare una situazione di diffusa tensione e la necessità di mantenere un’attenta vigilanza.
Nel pomeriggio proseguiremo il nostro lavoro con l’osservazione dello spoglio nei seggi che hanno riportato situazioni di maggiore tensione.
sabato 31 ottobre 2015
Turchia - Rapporto della delegazione di Amed (Diyarbakir)
È una calma apparente quella che avvolge l’intera città di Diyarbakir. A due giorni dalle elezioni politiche e a poche settimane dai pesanti scontri tra polizia e civili curdi nel quartiere di Sur, l’antica fortezza frontaliera tenta di riprende la sua normalità. Il bilancio dei combattimenti delle scorse settimane conta oggi 5 civili kurdi uccisi, decine di feriti e 18 arrestati, liberati proprio questa mattina. Solo la decisione unilaterale del KCK (Unione delle Comunità del Kurdistan) di attenuare i toni della resistenza ha permesso un momentaneo cessate il fuoco e il rientro del coprifuoco, il terzo dalle elezioni di giugno. Sur è uno dei distretti storici di Amed, costruito immediatamente a ridosso delle antiche mura medievali.
Sono pochissime le famiglie originarie di questo quartiere. In Turchia, sin dalla fondazione della Repubblica nel 1923, lo Stato ha portato avanti una deliberata campagna di sgombero dei villaggi nella regione, considerati dall'allora primo ministro Kaya luoghi dove è evidente che la civiltà non è mai arrivata e di concentrazione della popolazione nei centri urbani, nuclei di propagazione dell’identità nazionalista, di accentramento, controllo, e di produzione identitaria del cittadino turco. Dopo le campagne di assimilazione nazionale, la distruzione di circa 4000 villaggi durante il conflitto armato tra il PKK e militari turchi ha contribuito negli anni novanta alla migrazione interna di almeno tre milioni di civili che si riversarono anch'essi nei centri urbani. E’ questa una delle motivazioni dell’altissima concentrazione curda nel quartiere, centro nevralgico della resistenza locale all'attuale governo Erdogan e spazio di conflitto rappresentativo della causa curda.
Turchia - Verso le elezioni di domenica
Mentre siamo occupati a scrivere il primo report, apprendiamo la notizia che, proprio a Urfa, intorno all'ora di pranzo sono stati trovati due corpi decapitati per mano, pare, del sedicente Stato Islamico. Sono stati resi noti i nomi, Ibrahim Abdul Qader, 20 anni, e Fares Hamadi, entrambi siriani di Raqqa, facenti parte di un gruppo anti-ISIS. Ciò aiuta a comprendere il clima che si respira prima delle elezioni e quanto sia complessa la situazione all’interno della città.
Stamane siamo stati alla sede dell’HDP di Şanliurfa, la città dove è stata inviata la nostra delegazione di osservatori internazionali per le elezioni politiche turche di domenica 1 novembre. Abbiamo discusso a lungo con i membri del partito su quale sarebbe stata la migliore e più funzionale collocazione del nostro gruppo durante le operazioni di voto e alla fine abbiamo convenuto con loro che la cosa più utile è sicuramente quella di andare, insieme con i membri del partito e dell’Associazioni dei diritti umani, IHD, nei villaggi rurali a maggioranza araba situati nel comprensorio. Proprio in questi territori, governati gerarchicamente dai mukhtar (termine che in arabo significa “scelto”, è spesso usato in vari paesi arabi e nella stessa Turchia per indicare il capo di un villaggio) vicini all’AKP, gli appuntamenti elettorali non sono altro che la raccolta di consensi per il dittatore e il suo partito a forza di brogli e di abusi.
Basti pensare che in queste zone in occasione delle ultime elezioni comunali, durante alcuni scontri di piazza, ci sono stati ben otto morti.
Iscriviti a:
Post (Atom)
Più di 500, 40, 30, 20, 10 anni dopo
ALLERTA ROSSA E CHIUSURA CARACOLES
BOICOTTA TURCHIA
Viva EZLN
Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.
La lucha sigue!