Dal quaderno di appunti del Gatto-Cane:
Verso il Puy Ta Cuxlejaltic, il CompArte di Danza ed il Secondo Incontro Internazionale delle Donne che Lottano.
Nel 1993, 26 anni fa, le donne zapatiste elaborarono la “Legge Rivoluzionaria delle Donne”. In uno dei suoi comma, segnalavano il loro
diritto a studiare… “e perfino essere choferas” [autiste –
N.d.T.], come narrò il defunto SupMarcos in una lettera pubblica
ricordando, 25 anni fa, la nascita di quella legge ed il ruolo che
ebbero nella sua creazione la scomparsa Comandanta Ramona e la
Comandanta Susana. Forse in un’altra occasione si racconterà il perché
di questa aspirazione delle donne indigene zapatiste. Adesso, in
esclusiva, la Commissione Sexta dell’EZLN vi presenta alcuni spezzoni o
cortometraggi o trailer di uno dei documentari che L@s Terci@s Compas mostreranno, in Prima assoluta, in data indefinita. Procediamo, dunque.
“…E PERFINO ESSERE CHOFERAS”
Documentario girato, in tutti i sensi, completamente nelle montagne
del Sudest Messicano nell’anno 2019. Realizzato, diretto e prodotto
dalle donne zapatiste, questo documentario raccoglie alcune scene della
preparazione delle compagne choferas
zapatiste. Durata indefinita. Formato non so. Classificazione Z (come
deve essere). Non si vedrà su Netflix, né su Amazon Prime, né Tv Apple,
né su HBO, né su Fox, né … su quali altre?… Beh, quelle. Nemmeno nei
cinema. Solo nei Caracol Zapatisti… Anche nel Secondo Incontro
Internazionale delle Donne che Lottano? Metto così?… ok, ma non metto la
data né il posto?… Oh, dunque… È che protesteranno perché lasciamo la
suspense… Almeno diamo una pista… no, non nel senso di guida, ma di
un’idea. Dicembre?… di questo anno?… Pronto?… Pronto?… Pronto?…
Tristi@?… Se ne sono andate, ma vi dirò che non sembravano tristi…
avevano qualcosa nello sguardo, una specie di sfida, di scommessa, di
ribellione, di zapatismo. Nota: Nessun maschio è stato maltrattato nella
realizzazione di questo documentario…, beh, sì, ma è stato colpito solo
il suo ego… Ah, ed alcuni sono caduti mentre fuggivano da una compagna
che si era arrabbiata per qualcosa che le stavano dicendo… No, io no, io
guardavo da lontano, non mi ha raggiunto nessuna randellata… ahia...
Sinopsi versione Apocalittica: Un virus creato nei laboratori degli Iluminatti si
è diffuso nelle montagne del Sudest Messicano. Per qualche strana
ragione, colpisce solo le trasgreditrici della legge degli
autoproclamati zapatisti. Il virus le induce a fare cose fuori da ogni
ragione e logica, si ribellano, si oppongono e vogliono ricoprire
incarichi e lavori che dovrebbero essere esclusivi degli uomini. In
questo documentario si raccolgono le prove di questa indisciplina e si
vede fino a che punto le zapatiste vogliono essere libere e, da non
credere, perfino essere choferas, ma vi pare? Non ci si capisce più.
Sinopsi versione “Nessun lieto fine”: Un
gruppo di donne indigene zapatiste si dicono e proclamano “basta!” e si
ribellano e vogliono essere libere e perfino essere choferas.
Un gruppo di intrepidi e valorosi uomini dei partiti politici decidono
di sfidarle burlandosene e minacciandole di ricacciarle in cucina e a
fare bambini. Le trasgreditrici delle leggi patriarcali (e stradali) li
affrontano. I maschi perdono, le donne vincono. Sì, è così, per questo
dico che non c’è nessun lieto fine.
Sinopsi versione “Hanno continuato” (da un’intervista inedita con un chofer maestro di choferología): Bene,
i maestri hanno detto che avrebbero insegnato a guidare solo i veicoli
che chiamano “estaquitas” [pick-up – N.d.T.] perché sono quelli più
usati nei villaggi, ma le compagne hanno detto no, che volevano
conoscere anche la meccanica. Non c’è stato modo, quindi anche la
meccanica. E fin qui tutto ok. Ma lo scandalo è stato quando hanno
voluto anche il Guardián e la Guardiana, che sono due camion di 6
tonnellate. “Camionzote”, li chiamano le compagne. E
con questo, Roma brucia! come diceva il defunto, perché 6 tonnellate non
sono per tutti. Perfino i choferes uomini evitano di guidare veicoli di
più di 3 tonnellate, perché non sono mica giocattoli. Bene, abbiamo
pensato, sarà sufficiente se imparano ad avviarlo. Ma niente da fare,
hanno proseguito fino alla manutenzione dei camion. No, non si sono
accontentate. Ora vogliono imparare a guidare camion a rimorchio, di
quelli che portano i tronchi di alberi. Ma dove lo andiamo a prendere un
camion a rimorchio? Nemmeno per sogno. E se poi vogliono imparare a
guidare furgoni o TIR? (…) Ah, sì servirebbero perché dobbiamo
trasportare materiali per i caracoles. Dicono che faranno il festival
del cinema e le compagne faranno il loro incontro con le altre donne. E
dicono un CompArte speciale di danza e quelle cose lì. No, io so solo
ballare quella del moño colorado, ma non è cosa mia saltare come un
cervo o indossare tutù di tulle. E poi ti raccontano una storia ma solo
attraverso la danza. Non so neppure zompettare, o sì, ma solo nel fango
quando il cerchione si impantana e non puoi fare altro che saltare e
prenderlo a calci. Sì, ecco Las Tercias che girano un film sulle choferas
e dicono che vogliono che sia allegro, con battute spiritose, perché
altrimenti il film viene molto triste mentre la ribellione è allegria,
dicono. Allora bisogna fare qualcosa come degli scontri. Ehi? No, quello
della compagna che viene addosso a noi uomini con l’auto non era
previsto, credo che la compagna pensasse ad uno scherzo e si è lanciata
contro di noi. Siamo scappati ma non per l’auto, ma perché abbiamo visto
lo sguardo della compagna chofera e si vedeva che era arrabbiata, ma la cosa strana è che sorrideva. Le compagne sono molto “altre”.
Sinopsi versione “fottuti uomini”: Bene,
risulta che in questo secondo corso, le compagne ci hanno detto che nei
loro villaggi, quando fanno pratica con l’auto della comunità, a volte
quelli dei partiti gridano loro parolacce. Allora ci hanno detto a noi e
ai maestri di choferólogias di fare come quelli dei
partiti, di gridargli contro parolacce. Sì, per allenarsi anche a
questo. Cioè, dovevamo recitare, così ci hanno spiegato la Teresa ed il Cochiloco.
(Nota: lo speaker si riferisce all’attrice Dolores Heredia e
all’attore Joaquín Cosío, nei loro ruoli in Capadocia y El Infierno,
rispettivamente. Le/gli zapatisti si riferiscono a chi interpreta dei
personaggi al cinema non con i propri nomi veri. Nel primo festival del
cinema, a novembre del 2018, la Teresa e il Cochiloco hanno avuto tempo e modo di parlare in privato con le insurgentas e gli insurgentes mentre si ingozzavano di tamales de tuluc. Hanno risposto a tutte le domande. Quello di cui hanno parlato con la Teresa sulle donne, solo loro lo sanno. La cosa certa è che si sono finiti tutti i tamales, non me ne hanno lasciato nemmeno uno. Fine della nota.)
Allora ci hanno parlato di come si recita, cioè che non è reale
quello che si fa, ma è come se lo fosse. E così abbiamo fatto. Alcuni
compas hanno fatto perfino gli ubriachi, ma era una recita. Già, ma
quando la compagna scende col bastone, che sia recita o no, via e
scappare, perché metti che la compagna si dimentica che non è reale e
che siamo compagni. Io ho detto di usare un cartone o una rivista
piegata, ma hanno preso un tubo di ferro. E questo fa male Eh? Io ho
visto che erano contente di poterlo fare. Non più in teoria, ma lo hanno
dimostrato nella pratica. Ora il problema è nei loro villaggi.
Immaginate che la merce arriva su un camion guidato da una donna. Quelli
dei partiti restano zitti e le compagne gli gridano “fottuti uomini!”.
Eh? No, noi siamo compagni, gli altri sono i fottuti uomini. Non è lo stesso.
Sinopsi versione “Filtrazione”: Senti,
non scriverlo, ma noi compagni maestri eravamo nei guai perché si è
presentato il caso di dover cambiare il filtro. Ed una compagna, tutta
bella nel suo nagua [costume tradizionale – N.d.T.] l’ha fatto in un
minuto. Allora siamo andati a cambiare il filtro ad un camion della
Giunta. Porca miseria, eravamo in 6 e dopo mezz’ora non ci siamo
riusciti. Siamo andati a chiedere aiuto alle compagne. Per fortuna che
ce l’abbiamo fatta, ma che pena. E peggio sarebbe se questo uscisse nel
film che stanno facendo Las Tercias.
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Qualche recensione sulla stampa specializzata:
“Niente da fare, noi maschietti abbiamo perso, again.
Ma torneremo, anche se ogni volta saremo di meno. Se ieri eravamo
migliaia, oggi siamo un piccolo contingente che cerca di impedire
l’inevitabile”. Il SupMarcos (da 3 metri sotto terra), nella sezione cultura della rivista inedita “El Pozol Agrio”.
“Non tutto è perduto. Nutriamo ancora la speranza che le compagne
Tercias non finiscano di montare il documentario in tempo per il
secondo festival Puy Ta Cuxlejaltic. Cosa direbbero Pedro Infante e José
Alfredo Jiménez?! Per non parlare del defunto SupMarcos. Che peccato”.
Il SupGaleano nella sezione “Palomeros del Mundo, Uníos!”
dell’esclusiva rivista specializzata in cinema, “Questo film l’ho già
visto”.
In fede.
Il Gatto-Cane al volante… qual’è il freno e l’aceleratore?… Ops!… Via!
Tempo dopo…
La insurgenta Erika: “Compagno Subcomandante Insurgente
Moisés, dalla Giunta avvertono che si sono scontrati il Guardián e la
Guardiana, e che non si sa chi li ha fatti sbattere uno con l’altro, la
Guardiana ha sbattuto contro il Guardián e l’ha ammaccato”.
Il SupMoy: “Dov’è il SupGaleano?”
La Erika: “È corso via col Gatto-Cane. Io credo che sono stati loro perché li ho visti, avevano lo sguardo colpevole”.
Nel frattempo, in cima alla Ceiba…
Il SupGaleano al Gatto-Cane: “Te l’avevo detto prima di mettere in folle. Adesso ci manca solo che si metta a piovere”.
Il Gatto-Cane al SupGaleano: “Guau, miau, grrrr”.
E cominciò a piovere, forte, come se le nubi gridassero alla terra:
Sveglia!
Sono le montagne del Sudest Messicano, è Chiapas, è Messico, è Latinoamerica, è il mondo, è settembre 2019 e, sì, piove.
Traduzione “Maribel” – Bergamo