domenica 14 giugno 2009

Messico - Manifestazioni a Sonora dopo l’incendio dell’asilo

Manifestazioni a Hermosillo, Sonora, Messico per mostrare la rabbia ed esigere chiarezza sui bambini bruciati nell’asilo venerdì 5 giugno

Nel pomeriggio del 5 giugno il cielo sulla città di Hermosillo, uno dei più luminosi della Repubblica degli Stati Uniti Messicani, ha cominciato a scurirsi prima del solito. Alle 3 pm di quel giorno l’asilo ABC si consumava tra le fiamme di un incendio che arrivava dalla parte attigua del medesimo edificio, un immobile di proprietà del Governo dello Stato di Sonora e usato come magazzino. Il fatto non avrebbe rappresentato nulla di grave se lì dentro non vi fossero stati circa 150 bambini.
Al momento i bambini vittime delle fiamme e del soffocamento per il fumo sono 44. La tragedia ha commosso il paese intero tanto che i sindaci stranieri e le rappresentanze diplomatiche invitate dal sindaco di Città del Messico, Marcelo Ebrard, alla Fiera delle Culture Amiche hanno dedicato un minuto di silenzio per questa tragedia durante la cerimonia d’inaugurazione di sabato 6 giugno sotto l’Angel de la Independencia, uno dei principali monumenti e simboli nazionali.
Si tratta del peggior dramma che si ricordi per questa città di 700mila abitanti, situata nel nord-ovest del Messico, fondata nel 1700 e, fino ad ora, celebre per la bellezza delle sue donne, per il suo calore estivo estremo (oltre i 45 gradi), per gli avvenimenti fondanti della Revolucion Mexicana e per la bontà delle carni che lì si cucinano. Ciononostante l’aroma della carne e i sorrisi delle donne di Hermosillo non dominano il paesaggio e forse nemmeno il sole brilla più come prima.
A sei giorni dall’incendio nell’ormai tristemente conosciuto asilo ABC, le reazioni percorrono strade diverse dalla rabbia alla frustrazione e la tristezza in un moto di sentimenti a volte opposti e a volte convergenti. In questo contesto s’è realizzata la prima manifestazione pubblica in cui migliaia di cittadini (da 5 a 10mila secondo le stime) hanno camminato per le principali arterie della città per esprimere il loro dolore con cartelli arrabbiati e sguardi bassi. Un alone di sfiducia generale è scaturito dalla marcia e i partecipanti non hanno mancato di chiedere giustizia per un gravissimo incidente che, probabilmente, poteva essere evitato e implica responsabilità precise da far emergere al più presto.

Articolo di: Benjamín Alonso Rascón
Traduzione e adattamento: Fabrizio Lorusso

Per approfondimenti segnalo anche questo link e quelli indicati nella pagina:
http://www.bbc.co.uk/mundo/america_latina/2009/06/090609_2251_irregularidades_guarderia_irm.shtml

sabato 13 giugno 2009

Così raccontano i nostri vecchi … Subcomandante Marcos

"Così raccontano i nostri vecchi. Narrazioni dei popoli indigeni", Subcomandante Marcos.
Edizioni IntraMonia - Curato dall’ Associazione Ya Basta - Traduzione di Claudio Dionesalvi Fotografie di Simona Granati

dalla introduzione

Quando a scuola si studia la storia dei popoli indigeni d’America, i ragazzi e le ragazze stentano a credere che esistano ancora i Maya. Infatti i libri scolastici insegnano che sono stati sterminati cinque secoli fa dai conquistatori europei ed analoga sorte è toccata ai Pellerossa, agli Aztechi ed agli Inca. Eppure i Maya sono ancora lì, nel sudest del Messico, nello Stato del Chiapas. Coltivano le terre che hanno occupato durante l’insurrezione del gennaio 1994. Amministrano i territori liberati. Resistono alle continue aggressioni del governo messicano che ha cancellato i loro diritti e vorrebbe annientarne l’identità e la memoria storica. Hanno ideato un proprio sistema amministrativo che funziona fuori dalle istituzioni del malgoverno. Indossano il passamontagna dell’EZLN, affinché il mondo sappia che esistono. Come altre popolazioni indigene del continente americano, i Maya non si rassegnano. Per milioni di uomini e donne di tutto il mondo la loro ribellione è uno spiraglio di luce e speranza. Perché non essendo una rivolta desiderosa di conquistare il potere, riesce a realizzare un modo diverso di creare relazioni umane, abitare i luoghi e costruire democrazia Gli zapatisti parlano con gli occhi e vedono con le parole. Le loro forme di comunicazione e di lotta ci insegnano a pensare ed agire al plurale. A migliaia di chilometri di distanza il loro cammino di autonomia contribuisce a dare un senso ad innumerevoli esperienze di ribellione che fioriscono in diverse zone del pianeta. L’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale ci insegna che la qualità del cammino è più importante della meta da raggiungere. Non esiste una strada già tracciata. Bisogna realizzarla insieme. In carovana con l’Associazione Ya Basta abbiamo incontrato l’autonomia zapatista e l’Altra Campagna: un’esperienza di democrazia dal basso che si compie mediante un percorso di incontri con le comunità ed i movimenti che in quella zona della Terra resistono al neoliberismo. Attraverso i linguaggi della poesia, rievocando l’epica indigena, in questo cammino collettivo chiamato Altra Campagna che si compie grazie alla capacità di ascoltare i popoli, il Subcomandante Marcos narra i sogni ribelli di un presente ed un futuro tutti da costruire. Lottando per la dignità umana.

I racconti che pubblichiamo portano una data precisa. Sono stati scritti e letti durante gli incontri che il Subcomandante Marcos, Delegato Zero, ha svolto in tutto il Messico durante i primi mesi del 2006 mentre iniziava a prendere forma l’Altra Campagna.
In molti casi con gli zapatisti le date non hanno importanza, riletti con gli occhi di oggi ci servono infatti per riflettere sul presente in Messico e a casa nostra.

Ascolta la presentazione con il curatore Claudio Dionesalvi.

Dal 21 giugno in tutte le librerie e le Sedi Ya Basta! a 10 Euro che verranno devolute interamente alle Giunte del Buon Governo

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!