venerdì 4 settembre 2009

Corazon del tiempo - Arriva in Italia il film che porta nel cuore profondo della Resistenza Zapatista


Corazon del Tiempo è la storia di un amore che ci porta, attraverso le passioni, i sentimenti, le scelte delle donne e degli uomini, a conoscere il cuore profondo di quell@ che dal 1 gennaio 1994 conosciamo come "gli zapatisti".

In Italia il film arriva accompagnato da Hermann Bellinghausen, giornalista de La Jornada, che ne ha scritto la sceneggiatura.

Proiezioni a cura dell'Associazione Ya Basta! dal 25 settembre a Venezia e poi a Milano, Toscana, Roma, Napoli.


Trama

In un villaggio del Chiapas, nel più profondo della Selva Lacandona, Sonia mette tutti di fronte alle intime rivoluzioni del suo cuore nel tempo della lotta e della resistenza.

“Promessa” nella maniera tradizionale di sposarsi con Miguel, valoroso dirigente giovanile della comunità, che conosce dall'infanzia, Sonia si innamora, ricambiata del tenente insurgente Julio.

Intorno a Sonia si muove, in un mondo quasi magico, la sorella minore Alicia, insieme alla nonna Zoraida, che con l'esperienza della vita vissuta, riporta sulla terra gli occhi avidi e sognatori della nipote.

La decisione di Sonia mette alla prova le volontà e le convinzioni.

Come in un onda espansiva la commozione si allarga alla famiglia, alla comunità ed anche alla stessa organizzazione armata che si nasconde nelle montagne.

Intanto il mondo si muove. L'Esercito del Governo occupa le terre ribelli e cerca di stringere l'assedio. Sotto il rumore degli elicotteri di guerra, le donne indigene fermano i soldati facendo muro con i loro corpi.

L'elettricità che il Governo non ha mai voluto dare sta per arrivare alla comunità: Miguel riceve l'incarico di far passare la turbina attraverso l'assedio militare.

Fedeli al fatto di essere se stessi e di cambiare costantemente, i moderni Maya della Selva Lacandona hanno intrapreso una trasformazione profonda per il Messico e forse per il mondo.

Con questa intensità trascorrono i giorni del tempo indigeno.

Mezzo secolo prima l'amore aveva permesso a Zoraida di lasciare la schiavitù dei suoi antenati nel latifondo per andarsene a “fondare” la selva insieme al suo uomo. Ora alla fine del secolo, l'amore fa sì che Sonia sfidi la tradizione ed anche le nuove “abitudini” rivoluzionarie.

Mateo è il tormentato padre di Sonia, Alice ed anche dell'ironico Valente.

Susanna, la madre, vive le contrarietà che la mettono di fronte alle insoddisfazioni del suo passato.

Mateo, Susanna così come gli altrio padri e madri della comunità appartengono alla generazione che ha rotto i ponti e ha detto "Ya Basta!" il Primo Gennaio del 1994. Loro sono quelli che videro e vissero la necessità di ribellarsi contro il “mal governo” .

Anche la natura partecipa alla storia. La milpa, i fiumi, le montagne e gli animali sono personaggi che influiscono nel destino dei Tojol Winik , gli uomini “verdaderos”,

La famiglia, l'assemblea comunitaria e l'esercito insurgente, immersi nell'occhio dell'uragano della storia, dovranno vivere la commozione di Sonia innamorata.

In un mondo in cui tutto cambia, in una terra straordinaria di indigeni liberi, che hanno deciso di non arrendersi, la passione di una donna si gioca il senso della sua libertà nel cuore del tempo.

Vedi il trailer

Il film è sottotitolato in italiano

Equipe

Regia Alberto Cortes

Sceneggiatore Hermann Bellinghausen

Direttore della fotografiaMarc Bellver

Direttrice Artistica Ana Solares

Addetto al suono Emilio Sebastian Cortes Guerra

giovedì 3 settembre 2009

Focolai di conflitti.

L’autostrada invaderà diverse comunità in resistenza

Alcuni gruppi legati alla criminalità appoggiano la costruzione della strada San Cristóbal-Palenque

di Hermann Bellinghausen

San Cristóbal de las Casas, Chis. 1º settembre. Nella regione indigena che attraverserebbe l’autostrada tra questa città e quella di Palenque sono presenti focolai di conflitti, in apparenza isolati, ma che in comune hanno che sono in comunità in resistenza, zapatiste o dell’Altra Campagna, che si oppongono a sacrificare i loro territori sull’altare del turismo.

Le località dove questi “conflitti” risultano più evidenti, lungo i 174 chilometri che coprirebbe l’autostrada – con una velocità media calcolata dalla Segreteria di Comunicazioni e Trasporti (SCT) di 110 chilometri l’ora – sono: Mitzitón, Bosque Bonito (appartenente al municipio autonomo zapatista 17 de Noviembre), Jotolá (Ocosingo), aderente all’Altra Campagna, ed il suo vicino San Sebastián Bachajón (Chilón), anch’esso aderente. Più avanti, ad Agua Clara, dove basi di appoggio zapatiste del municipio autonomo Comandanta Ramona gestiscono lo stabilimento balneare del luogo.

In tutti i casi c’è una controparte filogovernativa, a volte legata alla criminalità, che contende le terre e l’usufrutto delle risorse in certe comunità. La maggioranza sono del PRI, ma anche del PRD, in municipi governati dal PAN o dal PRI. Benché siano alleati del governo statale, per questo risultano essere alleanze scomode, per la varietà di azioni violente ed illegali in cui incorrono questi gruppi.

Le organizzazioni filogovernative che osteggiano le comunità che si oppongono alla strada sono principalmente L’Ejército de Dios e la chiesa Alas de Águila (oggi della Confederación Nacional Campesina, priista); l’Organizzazione Regionale dei Coltivatori di Caffè di Ocosingo (Orcao), di filiazione perredista, e l’Organizzazione per la Difesa dei Diritti Indigeni e Contadini (Opddic), priista e camaleontica.

I conflitti, ammorbiditi nell’informazione ufficiale ma non nei fatti, cominciano dal “chilometro zero” dell’autostrada, nell’ejido di Mitzitón, dove gli alleati del progetto appartengono alla chiesa Alas de Águila ed all’Ejército de Dios, organizzazione di stampo militare che proclama non avere altre armi se non la Bibbia ma che dal 2008 ha realizzato diverse aggressioni contro l’assemblea ejidale; il più grave due mesi fa, quando un gruppo di “non cooperanti” evangelici ha investito intenzionalmente diversi indigeni causando la morte, fino ad ora impunita, di Aurelio Díaz Hernández.

Il punto conflittuale successivo si trova nelle vicinanze del crocevia di Cuxuljá, dove la Orcao ha occupato e commercializzato terre recuperate della regione autonoma zapatista Che Guevara, in particolare Bosque Bonito, che quelli della Orcao hanno battezzato Jetjá.

Non lontano, a Carrizalito e dintorni, la Organización Campesina Emiliano Zapata (Ocez), subisce le aggressioni della Orcao, che insistentemente si ritiene paramilitare.

Nelle comunità di Jotolá e San Sebastián Bachajón (entrambe dell’Altra Campagna), il gruppo filogovernativo che li aggredisce, e che collabora con la prevista autostrada dietro la promessa di partecipare all’abbondanza turistica che prevede il governo e gli impresari (turistici, delle pompe di benzina ed appaltatori) è la Opddic. A volte sotto altre sigle, ma sempre del PRI, nei municipi ufficiali di Ocosingo, Chilón, Tumbalá, Salto de Agua e Palenque.

San Sebastián Bachajón si trova tra le cascate di Agua Azul e la regione autonomo zapatista San José. Lì, come hanno recentemente ricordato gli ejidatarios, “poliziotti statali e federali continuano ad occupare illegalmente il nostro territorio, minacciando con loro paramilitari della Opdicc e spogliandoci del nostro diritto di controllare il nostro territorio e le risorse naturali”.

A sua volta, gli ejidatarios di Jotolá la settimana scorsa hanno denunciato minacce ed aggressioni da parte di membri della Opddic “che sparano con le loro armi spaventando le nostre compagne e compagni ed i nostri figli.”

http://www.jornada.unam.mx/2009/09/02/index.php?section=politica&article=015n2pol

(Traduzione Comitato Chiapas "Maribel" Bergamo)

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!