venerdì 16 ottobre 2009
Il movimento dei lavoratori sans-papiers entra in sciopero
di Marina Nebbiolo
Sabato scorso a Parigi migliaia di sans-papiers sono scesi in piazza per denunciare le condizioni di vita e di lavoro e per chiedere una regolarizzazione generalizzata dei lavoratori e dei loro familiari.
I lavoratori con contratti e salario insieme a quelli 'irregolari' senza contratto e senza permesso di soggiorno, quasi tutti originari dall'Africa occidentale, centrale e mediterranea, ma anche dalla isole Comore, e centinaia dalla Cina, hanno partecipato alla manifestazione dopo essersi ritrovati domenica scorsa nella sede della CGT (Confederazione generale del lavoro) di Montreuil, banlieue a sud-est di Parigi. Lo sciopero con picchetti e blocchi che ha investito una decina di imprese e aziende sia nella regione parigina che nella capitale è partito questo lunedi per spingere il governo a concedere diritti e cittadinanza.
Già nel 2008, il movimento dei Sans-papiers aveva dato il via ad una serie di scioperi appoggiati dal sindacato (CGT) per ottenere la regolarizzazione ma le domande (circa 2500) presentate in quei diciotto mesi di lotta non sono ancora state soddisfatte e moltissime, in sospeso, si trascinano nei meandri amministrativi del "caso per caso". Kafkiani meccanismi burocratici producono lentezza o assenza di risposta, nel corso dei mesi poi si sono tramutati in rifiuto oppure denucia ed hanno risollevato con forza la questione del lavoro a tempo determinato e dei contratti precari che incombe drammaticamente sulla sopravvivenza di molte famiglie di migranti, sia che si trovino sul suolo francese che nel paese di origine.
Il primo ottobre, l'insieme dei sindacati confederati, delle associazioni dei sans-papiers e dei collettivi solidali con le lotte per i diritti degli immigrati avevano indirizzato una lettera al primo ministro François Fillon per sottolineare la situazione definita "allarmante" a causa del blocco, della mancanza di risposte o della disparità di trattamento delle richieste di regolarizzazione presentate dai sans-papiers che lavorano nella stessa impresa a pari condizione. A Fillon si chiede una circolare ministeriale, dopo un anno dalle promesse del governo che , alla fine del 2008, aveva assicurato, nel rispetto dei criteri e regole concordate, di accogliere le domande. Ma così non è stato e i sans-papiers con o senza contratto hanno deciso di riprendere gli scioperi e di rivolgersi direttamente al ministro dell'immigrazione, Eric Besson.
Ieri, una trentina di lavoratori sans-papiers precari che lavorano la notte nel metrò di Parigi hanno occupato un deposito della RATP, società che gestisce il servizio del trasporto metropolitano e regionale.
Molti degli occupanti affermano di non aver partecipato agli scioperi precedenti per paura di essere controllati e respinti nel paese di provenienza o di origine ma dopo il movimento del 2008 con la presentazione delle domande, stanchi di essere schiavizzati perché senza contratto e di lavorare in condizioni inumane, si sono organizzati. Da anni, sempre gli stessi 'irregolari' lavorano per rinnovare le stazioni del metrò, spaccano vecchi muri e li ricostruiscono nuovi, eseguono mansioni pesanti, trasportano pesi senza caschi ne' guanti e neache scarpe adatte al lavoro dove c'è il rischio costante del contatto con l'alta tensione, maneggiano attrezzi, materiali e sostanze senza protezione.
Dalle dieci di sera alle sei del mattino prendono 80 euro e sono pagati ad ogni fine di settimana di lavoro, cioé 4 à 5 notti ogni 7 giorni.
Hanno deciso di agire e di filmare le loro condizioni di lavoro, le hanno trasmesse ai media per denuciare la situazione in cui vivono da anni e chiedere i papiers.
Ondata di arresti: in 12 giorni, arrestate 49 persone
Nell’ondata di arresti dell’aprile scorso, in seguito alle elezioni regionali vennero fermati più di 1000 persone e per oltre 100 di esse i fermi si tramutarono in arresti. Adesso, di nuovo: in soli 12 giorni 49 militanti kurdi sono stati arrestati. La nuova ondata d’ arresti è iniziata il primo ottobre, quando sono stati arrestate 18 persone a Diyarbakir, 7 a Van, 12 a Sirnak, 4 ad Hakkari, una ad Urfa e 7 ad Adana.
L’8 ottobre a Diyarbakir sono stati fermati 35 militanti del DTP e per 11 di essi il fermo si è tramutato in arresto. Molti di questi militanti sono detenuti in stato d’isolamento in carceri del tipo F, nei pressi di Van. Per alcuni di essi l’accusa è “appoggio ad un’ organizzazione illegale”.
La maggior parte degli arresti ha avuto luogo nell’ambito delle proteste del 9 ottobre, data che segnò l’estradizione di Ocalan dalla Siria.
Molti tra gli arrestati sono ragazzi e giovani, accusati di far parte del PKK e di propaganda a favore di un’organizzazione illegale. E sono stati trasportati direttamente in prigione. Le accuse si basano sola sull’aver preso parte ad una manifestazione.
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Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.
La lucha sigue!