In un comunicato il Mend si dice «pronto a impegnarsi in un dialogo serio con qualsiasi gruppo o individuo con l'obbiettivo di una pace durevole nel Delta del Niger».
Il gruppo armato, le cui azioni, riprese con forza nel 2006, hanno provocato un calo di circa un terzo della produzione di petrolio in Nigeria, accusa il governo federale di non ridistribuire in modo equo i ricavi delle risorse petrolifere della regione.
La trattativa e il dialogo con le autorità federali è portata avanti da un team di cui fanno parte nomi eccellenti, tra cui anche il Premio Nobel per la letteratura Wole Soyinka.
Venerdì 23 ottobre, fonti non confermate parlavano di un incontro già avvenuto tra il team di mediatori e il presidente Umaru Yar'Adua, che aveva incontrato a sua volta una settimana fa uno dei principali leader del movimento, Henry Okah.
Processato per alto tradimento e il traffico di armi, dopo il suo arresto in Angola, Okah, è stato rilasciato lo scorso luglio, dopo due anni di prigione, per aver accettato l'amnistia offerta in giugno dal presidente nigeriano. Con il provvedimento, scaduto lo scorso 4 ottobre, il Mend sembra aver perso i principali comandanti militari, oltre a migliaia di militanti. 15 mila secondo le stime del governo di Abuja.
Fino allo scorso 20 ottobre, il governo non ha mai fatto riferimento ad un tavolo di confronto politico con le comunità che vivono nella regione, messe in ginocchio dai disastri ambientali provocati dalle multinazionali del petrolio.
La svolta è arrivata proprio lunedì scorso: Emmanuel Egbogah, consigliere per le risorse petrolifere del presidente Yar'Adua, ha annunciato lo stanziamento del 10% dei proventi petroliferi del paese, in favore dello sviluppo delle regioni del Delta. La mossa del Mend, sembra essere la diretta conseguenza della proposta.
mercoledì 28 ottobre 2009
Nigeria - Il Mend annuncia un cessate al fuoco
martedì 27 ottobre 2009
La paura delle masse
Il diario di bordo di Paolo Do - Hong Kong (Cina)
La città di Guangzhou nel sud della Cina non é solo famosa per il suo cielo color rame dovuto all’inquinamento, ma è anche il centro più importante della regione del Guandong. Una regione che quest`anno ha visto per la prima volta grandi industrie cinesi delocalizzare la produzione nel vicino Vietnam, complice la crisi e la fine degli incentivi fiscali che hanno trasformato in questi anni il Delta del Pearl River nella vera fabbrica del mondo.
Ma il Guandong é anche una regione che ha vissuto, come molte altre in Cina, numerose proteste tanto dei lavoratori migranti dentro le fabbriche così come quelle di interi villaggi organizzati contro espropriazioni, inquinamento e discriminazioni. Vere e proprie proteste ‘di massa’. Questo tipo di proteste dilaganti in tutta la Cina nei suoi ultimi anni di sviluppo economico, hanno di fatto modificato la stessa ideologia e retorica comunista.
Se fino a poco tempo fa il termine ‘massa’ indicava per Beijin l’ideologia della modernità, sviluppo socialista e vera società comunista, nel 60esimo anniversario della repubblica popolare cinese sempre più il significato di questo aggettivo, “di massa”, sta assumendo una connotazione negativa. Nei recenti anni questo nome in Cina è stato (malgrado il volere del partito) di fatto sempre più associato a conflitti e proteste di larga scala, incidenti e rivolte (davvero) di massa.
Da eroe a stupido ignorante. Laddove il termine ‘massa’ viene associato con la parola conflitto sociale, nella opinione pubblica grazie ai media ufficiali esso ha acquisito una connotazione negativa. Mentre per Mao Zedong era proprio la massa il vero eroe della rivoluzione, oggi nella nuova sintassi dei media espressione della retorica comunista cinese l’aggettivo ‘di massa’ viene esplicitamente usato per demonizzare e screditare le lotte, per sottolineare l`ignoranza e meschinità di chi si rivolta, per invocare pericolo e giustificare la repressione.
Più di 500, 40, 30, 20, 10 anni dopo
ALLERTA ROSSA E CHIUSURA CARACOLES
BOICOTTA TURCHIA
Viva EZLN
La lucha sigue!