Il mondo dello sport del Nord Africa si schiera con le rivolte popolari, bloccando campionati e richidendo giustizia e libertà per i propri paesi. In piazza scendono anche gli ultràs organizzati.
di Mauro Valeri
Sono diversi i mass media che hanno evidenziato come alle proteste che stanno interessando diversi paesi del nord Africa abbiano partecipato o partecipino anche calciatori, allenatori e tifosi. In Tunisia, ad esempio, già nei primi gironi della protesta contro Ben Alì, c’era stata una decisa presa di posizioni da parte dei calciatori. Tra i primi a protestare sono stati i giocatori dell’Esperance Sportive de Tunis, la squadra più importante del paese.
Di fronte alla demenziale sproporzione tra la povertà di milioni di persone e lo stipendio di 70mila dollari al mese garantito dal presidente della squadra, Hamdi Meddeb, al nuovo allenatore, Nabil Maaloul, i calciatori hanno deciso una curiosa quanto efficace forma di sabotaggio: nella partita che li opponeva all’Etoile du Sahel, si sono fatti segnare ben cinque reti senza opporre alcuna resistenza.