lunedì 14 febbraio 2011

Nord Africa - Il calcio rivoltato

ultras
Il mondo dello sport del Nord Africa si schiera con le rivolte popolari, bloccando campionati e richidendo giustizia e libertà per i propri paesi. In piazza scendono anche gli ultràs organizzati.

di Mauro Valeri

Sono diversi i mass media che hanno evidenziato come alle proteste che stanno interessando diversi paesi del nord Africa abbiano partecipato o partecipino anche calciatori, allenatori e tifosi. In Tunisia, ad esempio, già nei primi gironi della protesta contro Ben Alì, c’era stata una decisa presa di posizioni da parte dei calciatori. Tra i primi a protestare sono stati i giocatori dell’Esperance Sportive de Tunis, la squadra più importante del paese.
Di fronte alla demenziale sproporzione tra la povertà di milioni di persone e lo stipendio di 70mila dollari al mese garantito dal presidente della squadra, Hamdi Meddeb, al nuovo allenatore, Nabil Maaloul, i calciatori hanno deciso una curiosa quanto efficace forma di sabotaggio: nella partita che li opponeva all’Etoile du Sahel, si sono fatti segnare ben cinque reti senza opporre alcuna resistenza.

domenica 13 febbraio 2011

Algeria - La sfida

di Giuliana Sgrena

«Anche noi adesso abbiamo la nostra piccola Tahrir», mi dice una militante presente alla manifestazione di ieri in piazza Primo maggio, la piazza che ha visto tutte le manifestazioni storiche di Algeri. A dare coraggio e voglia di scendere in piazza ieri a molti algerini per sfidare le minacce della repressione è stato senza dubbio anche l’effetto Cairo: «Dopo l’Egitto e la Tunisia, adesso tocca a noi». Qualche migliaio di manifestanti contro 30 mila agenti della polizia, dei gruppi antisommossa - ha fatto il suo esordio anche un gruppo femminile più agguerrito che mai -, molti agenti in abiti civili. La manifestazione era convocata per le 11 ma già alle nove i primi gruppi di manifestanti sono arrivati nella piazza superando file di blindati, mezzi militari pesanti alcuni con una pala (sembra da spazzaneve, ma certamente non lo è) davanti, e poi file di poliziotti con scudi e manganelli che costituivano una muraglia. La tattica adottata dalla polizia è quella di lasciare arrivare un gruppetto e poi circondarlo, spingerlo, strattonarlo, se viene individuato un volto conosciuto viene subito portato via, poco importa se cantante, avvocato, deputato o semplice militante, in questo caso non c’è discriminazione. 

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!