mercoledì 15 febbraio 2012

L’embargo petrolifero contro l’Iran visto dall’Asia

Iran

di Paola Di Fraia

Visto dall’Asia l’embargo petrolifero nei confronti dell’Iran comporta delle scelte politiche e delle fonti alternative di approvvigionamento che passano sia dalla Russia sia dal Medi Oriente. Ma potrebbe anche essere ignorato, evitando così di entrare apertamente in conflitto con il regime sciita. Potrebbero essere l’Europa e il Giappone a soffrire di più della strategia americana nei confronti di Teheran, con il possibile aumento del prezzo del greggio - eventualità che non lascia immune gli stessi Stati Uniti.
Fare a meno del petrolio iraniano, comunque, non è cosa da poco. Non è chiaro infatti se sia lecito aggirare il blocco degli scambi commerciali usando l’oro come moneta di scambio presso la Banca centrale iraniana, mandando così in pensione i petrodollari. Indiscrezioni di stampa suggeriscono che sia questo l’orientamento di Cina e India. La maggior parte delle esportazioni iraniane di petrolio (ma anche di altre merci) va in Asia; la Cina è il primo partner commerciale del paese.
Pechino apre la lista assorbendo il 22% delle esportazioni di greggio di Teheran, acquistando 550 mila barili al giorno, il 6% del proprio consumo totale. Tokyo, che per la prima volta in 30 anni ha un deficit commerciale che si aggira sui 24 miliardi, acquista 327 mila barili al giorno, che rappresentano il 7% della sua domanda interna e il 15% delle esportazioni iraniane. Il 12% va all’India che acquista 310 mila barili al giorno, coprendo il 9% del suo fabbisogno. Seguono la Corea del Sud con 228 mila barili e la Turchia, con 196 mila barili, che però rappresentano il 30% del suo consumo.
Solo il 20% arriva in Europa, ma è assorbito dalle economie della zona euro maggiormente in difficoltà come Italia, Grecia e Spagna. Per questo Teheran ha recentemente minacciato di bloccare le esportazioni verso l’Europa prima che il blocco entri in vigore il prossimo 21 luglio. Una dilazione che era stata decisa proprio per far i conti con la difficile situazione economica del Vecchio Continente.
Il punto di vista dell’Asia
La questione della “sicurezza” dipende da chi parla.

domenica 12 febbraio 2012

Grecia - Atene: Cresce l'attesa per la mobilitazione di domenica in occasione della votazione delle nuove misure economiche

Sabato 11 febbraio 2012
Seconda giornata di sciopero generale con manifestazione davanti al Parlamento.
Tra i dimostranti c'è attesa per la mobilitazione che è stata lanciata per domani in occasione dell'approvazione del nuovo pacchetto di misure in Parlamento. L'appello a scendere in piazza è stato rilanciato anche da personaggi come il cantautore Mikis Theodorakis con un testo che denuncia l'insostenibilità per il paese delle nuove misure proposte.
Tra i manifestanti molti raccontano situazioni ormai insostenibili, basta pensare che i senza tetto ad Atene sono circa 30.000, altri appuntano l'attenzione sulla mancanza di democrazia rappresentata da un governo di tecnocrati che nessuno ha eletto.
Il presidio dura un paio d'ore e poi si scioglie dandosi appuntamento per domani.


11.2.12 Atene - Corteo
11.2.12 Atene in Piazza Sintagma
11.2.12 Atene Intervista a professoressa
11.2.12 Atene presidio in piazza Sintagma
11.2.12 Atene - Il debito e la mancanza di sovranità
11.2.12 Atene - Conclusione presidio in piazza Sintagma

BOICOTTA TURCHIA

Viva EZLN

Questo video è una libera interpretazione che vuole mettere in risalto l'importanza del Caffè Rebelde Zapatista, come principale fonte di sostentamento delle comunità indigene zapatiste e come bevanda prelibata, degustata da secoli in tutto il mondo. I suoni e i rumori che accompagnano l'osservatore in questa proiezione, sono stati scelti con l'intenzione di coinvolgervi completamente nell'esperienza visiva e trasportarvi direttamente all'interno della folta vegetazione che contraddistingue tutto il territorio del Chiapas, dove viene coltivato questo caffè.

La lucha sigue!